le donne devono difendersi oltre dal patriarcato anche dalle stesse donne succubbi d'esso - di icia Azara

 “Ma che bel pancino, sei in attesa?”

“E tu quando te lo fai un figlio? Guarda che se aspetti ancora poi non potrai più averne!” Ieri chiacchieravo con delle colleghe speciali e ironizzavamo su queste frasi inopportune che ancora oggi le donne si sentono rivolgere, quasi sempre da altre donne. È per questo che mi sono soffermata a pensare non tanto a cosa rappresenti la donna oggi, quanto a cosa non dovrebbe rappresentare: un utero a servizio della società. Perché, vedete, il dono della vita è appunto un dono, e come tutti i doni si può scegliere se accoglierlo oppure no. Come quando una persona ha una capacità, una particolare abilità. A volte decide di sfruttarla, di investirci e di metterla a frutto. A volte preferisce lasciarla là, per mille personali motivi.





Si tratta di scelte, si tratta semplicemente di scelte. E le scelte dovrebbero essere insindacabili. Insomma, se sono particolarmente brava nella pittura, ma decido di non sfruttarla, non mi si può accusare di depauperare la società e la cultura. Allo stesso modo se io donna decido di non avere un figlio, non posso sentire addosso il senso di colpa legato a quel dovere morale e sociale di cui veniamo caricate. Per non parlare poi delle donne che desiderano un figlio e che purtroppo non possono averlo. Là, oltre al disatteso dovere e oltre alla sofferenza provocata da quelle domande inopportune, si infligge alla donna anche un senso di inadeguatezza o incapacità. Come se lei fosse stata creata solo per mettere al mondo dei figli.
Aberrante !
Vi svelo un segreto: se la società si estinguerà non sarà certo per le donne che scelgono di non avere figli, ma per le scelte scellerate che ogni giorno investono l’ambiente, le relazioni tra le nazioni e i sistemi produttivi. Mi piacerebbe, quando si parla di donne, che si ricordassero i passi in avanti fatti e quelli ancora da fare nell’interpretazione dei ruoli all’interno della società, nella netta e inutile suddivisione dei compiti tra uomo e donna. Mi piacerebbe ricordare i successi politici e imprenditoriali di molte donne negli ultimi anni e l'imbarazzo nel considerare ancora come straordinari questi successi. Parlerei delle fatiche che ancora molte di noi devono fare per raggiungere alcuni ruoli in svariati ambiti lavorativi. Mi piacerebbe inoltre ricordare tutte le donne che purtroppo, ancora oggi, aspirano a vedersi riconosciuti diritti che per noi sono inviolabili e scontati, mentre per loro sono ancora un miraggio. Il valore di una donna non dipende dalla vita che può portare in grembo, dipende dal valore della sua vita, da quanto riuscirà a renderla unica per sé e anche a favore degli altri. Una donna, ribadisco, non è un utero a servizio della società e la gravidanza è una questione privata, oltre che una scelta insindacabile.

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