IL GIORNALE di Nino Materi • 1 h fa da https://www.msn.com/it-it/sport
Vince il duello in pedana (parliamo di scherma) grazie a una svista arbitrale. Ma lei, Mariaclotilde Adosini, 17 anni, bergamasca, decide per onestà di ripetere l'incontro. Che però poi perderà. Ma la scena che segue il verdetto definitivo vale ben più di una medaglia: il pubblico scatta in piedi e le riserva una standing ovation, mentre avversaria e giudici di gara si congratulano con la nostra connazionale.
È successo a Beauvais (Francia), durante la prova di Coppa del Mondo Under 20 di spada femminile. «Clò» non si sente un'eroina, regalandoci quella pillola di lealtà che dovrebbe essere prescritta a tutti i furbetti: «Ho fatto solo quello che questo sport mi ha insegnato». In tanti, troppi, col fair play si riempiono solo la bocca; in pochi, pochissimi, la «correttezza» la praticano sul serio. Molto dipende dalla propria indole, ma anche dall'educazione ricevuta. Siamo sicuri che l'atto della schermitrice italiana sia figlio del virtuoso mix fra questi elementi. Ed è giusto che venga indicato come modello virtuoso anche nei confronti di famosi e ricchi campioni, ma a volte poverissimi sul fronte della lealtà.
Ma torniamo al beau geste di Clò. L'arbitro - come riportato da Federscherma.it - sul punteggio di 13-12 per la transalpina, aveva assegnato due stoccate a Mariaclotilde, e non una soltanto. Nessuno, compresi Adosini e il suo staff, sul momento, si era accorto dell'errore. Solo successivamente le immagini video hanno confermato la svista, ma ormai era troppo tardi per rimediare. Il regolamento parla chiaro. Salvo che... Salvo che dall'altra parte ci sia un'atleta dall'etica affilata come una spada che decide di rinunciare alla vittoria. Accettando un duello-bis. In realtà ad essere ripetuto è stato solo il minuto fatidico in cui è avvenuto l'errore arbitrale. Ma tanto è bastato per invertire l'esito dell'incontro. Senza rimpianti da parte di Clò: «Giusto così. E lo rifarei ancora». Prima delle finali, Adosini è stata chiamata al centro del parterre accanto a un'icona dello sport francese come Laura Flessel (due volte campionessa olimpica, sei volte campionessa del mondo ed ex ministra dello Sport del suo Paese), per riconoscere pubblicamente il fair play di Clò. Chapeau.
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