5.2.23

violenza burocratica di Giulia Acerba



Io credo che in questo Paese di merda ci sia una forma di violenza non riconosciuta: la violenza

Illustrazione di 
Anna Godeassi 

burocratica.
Dopo la morte dei miei genitori, a distanza di più di sei mesi, mi trovo ancora a dover compilare scartoffie in cui dico chi sono io, chi è mio fratello, chi erano mia mamma e mio babbo e quando sono morti.
Senti l’impiegata che si occupa delle successioni: stampa, compila, firma, scannerizza, invia.
Senti la banca, prendi appuntamento: stampa, compila, firma, scannerizza, invia.
Senti il call center di acqua/luce/gas, chiedi bene i passaggi: stampa, compila, firma, scannerizza, invia.
Senti l’amica che ti fa il favore di controllare la posta cartacea e trova delle raccomandate, ma per ritirarle ci vuole la delega: stampa, compila, firma, scannerizza, invia.
Senti assicurazione auto: stampa, compila, firma, scannerizza, invia.
Senti l’amica di famiglia che ti ricorda che comunque va fatta la dichiarazione dei redditi anche se sono morti: stampa, compila, firma, scannerizza, invia.
Senti tuo zio che ha bisogno di una tua firma in quanto erede e allora senti il notaio prendi appuntamento: stampa, compila, firma, scannerizza, invia.
Una quantità di tempo, e di soldi, incredibile.
Io non mi aspettavo che il mondo mi mettesse un tappeto rosso lungo il cammino perché, poverina, le son morti i genitori, ma che mi lasciasse un po’ più in pace a capire
chi sono io
chi è mio fratello
chi era mia mamma
chi era mio babbo
quando sono morti
e come faremo senza di loro
ecco, questo sì, lo avrei apprezzato.

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