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17.6.25

non sempre chi lavora con i bambini ne viola la privacy o ne fa uno sfruttamento dell’immagine di bambini e bambine» sul suo profilo. il caso del maestro Gabriele Camelo, difeso anche da 32 genitori dei suoi allievi

 fonte   https://palermo.repubblica.it/cronaca/ del 13.VI.2025 e Il maestro che ha sostituito i voti con messaggi motivazionali: "I bimbi imparano se amati" di   Fanpage.it 

Capita ancora che gli insegnanti vengano plauditi dai genitori dei propri alunni. E non solo giudicati per l’incomunicabilità tra generazioni. Capita che a volte, anche i docenti, vengano “salvati” dalle ghigliottine del web. È successo così a Gabriele Camelo, il maestro influencer, per tutti maestro Gabriele, osannato dai social, appena un anno fa, per il suo metodo didattico motivazionale, quandosostituì i voti numerici con frasi basate su valutazioni emotive, e accusato pochi giorni fa proprio sui social per «sfruttamento dell’immagine di bambini e bambine» sul suo profilo.Ma a scrivere, in difesa del docente, alla preside dell’istituto comprensivo Rita Borsellino, plesso Ferrara alla Kalsa, dove il maestro Gabriele insegna italiano e musica, sono i genitori.



«Non vogliamo ergerci a difensori del maestro, con il quale abbiamo sempre avuto modo di confrontarci nel massimo rispetto, ma denunciare strumentalizzazioni di una vicenda che sta turbando la serenità dei nostri figli»Capita ancora che gli insegnanti vengano plauditi dai genitori dei propri alunni. E non solo giudicati per l’incomunicabilità tra generazioni. Capita che a volte, anche i docenti, vengano “salvati” dalle ghigliottine del web. È successo così a Gabriele Camelo, il maestro influencer, per tutti maestro Gabriele, osannato dai social, appena un anno fa, per il suo metodo didattico motivazionale, quando sostituì i voti numerici con frasi basate su valutazioni emotive, e accusato pochi giorni fa proprio sui social per «sfruttamento dell’immagine di bambini e bambine» sul suo profilo.

Ma a scrivere, in difesa del docente, alla preside dell’istituto comprensivo Rita Borsellino, plesso Ferrara alla Kalsa, dove il maestro Gabriele insegna italiano e musica, sono i genitori.«Non vogliamo ergerci a difensori del maestro, con il quale abbiamo sempre avuto modo di confrontarci nel massimo rispetto, ma denunciare strumentalizzazioni di una vicenda che sta turbando la serenità dei nostri figli», scrivono così in una lettera inviata alla preside Lucia Sorce 32 delle 38 famiglie delle classi elementari in cui insegna il maestro. E aggiungono: «Difendiamo un percorso educativo costruito coi nostri figli, con cura e fiducia reciproca».La polemica sul maestro Gabriele era cominciata in rete, dopo l’annuncio sul suo profilo da 171mila follower di un crowdfunding per finanziare un viaggio sulla via Francigena con due bambini delle sue classi. Il cammino da Palermo a Corleone era diventato per il maestro un’esperienza simbolica di crescita per due bambini, che «con il consenso delle loro famiglie», avrebbero viaggiato a piedi con lui per cinque giorni. La donazione è ora stata disattivata, dopo che la notizia del cammino, assieme al profilo coi post delle lezioni di Storia in casa del maestro o delle incursioni in radio e in spazi urbani assieme ai ragazzini, è finito nel mirino delle critiche della pagina Instagram dell’esperto di formazione docenti Dario Alì, al quale non sono piaciute le spettacolarizzazioni «disturbanti» e «inopportune» di bambini che «non hanno strumenti e competenze per prestare il loro consenso a una tale esposizione».È bastato poco al web per fare del maestro un bersaglio. Laureato in Psicologia e Pedagogia, Camelo è un maestro con la passione per un mestiere scoperto tardi. «I social non sono uno strumento di autocelebrazione, ma un mezzo formativo – dice – Condivido contenuti che muovono consapevolezza e competenze emotive, di cui necessitano le nuove generazioni. E per farlo serve comunicare coi loro strumenti e linguaggi».A difendere Camelo è
la maggior parte dei genitori. «Chi ha deciso di dare il consenso all’uso delle immagini dei propri figli lo ha fatto in modo consapevole», scrivono. La scuola Rita Borsellino non ha mai ravvisato estremi di illegittimità giuridica sull’uso delle immagini degli alunni, come conferma la preside Lucia Sorce: «Il maestro Gabriele è un mio docente e io mi muovo in termini di legge. Invito la comunità educante a rileggere il Manifesto della comunicazione non ostile, perché le idee si discutono, sui social come negli spazi scolastici, ma le persone si rispettano».

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