VI PIACEVA IL FILM VI PRESENTO JOE BLACK ? :-)
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
12.4.08
Senza titolo 428
l’atmosfera sociale è quella di una città assediata… E allo stesso tempo la consapevolezza di essere in guerra, e perciò in pericolo, fa sì che il trasferimento di tutto il potere a una piccola casta sembri la naturale, inevitabile condizione di sopravvivenza.
Non importa che la guerra stia davvero avvenendo, e, poiché nessuna vittoria decisiva è possibile, non importa che la guerra stia andando male. Tutto quel che serve è che uno stato di guerra esista.
George Orwell, 1984
FA RIFLETTERE L’ANALISI DEL RICERCATORE PINO CABRAS
UN LIBRO ESORCIZZA LE PAURE MONDIALI
Quasi duecento pagine per una riflessione “sulla paura che governa gli animi in questi ultimi anni” aggiunge Cabras, “su quanto è accaduto nel mondo dall’attentato alle Torri dell’11 settembre 2001 all’assassinio di Benazhir Bhutto”, la donna leader candidata alla presidenza del Pakistan.
Una strategia occulta, quella che intravede il ricercatore cagliaritano: “Ho messo insieme i fili individuati sui media internazionali con un paio d’anni di ricerca - prosegue Cabras, cheha già pubblicato un saggio su “Balducci e Berlinguer, il principio della speranza”“La stampa “mainstream” europea e americana testimonia accuratamente di come si sia voluto creare artificialmente un clima di pauranel mondo” puntualizza. Clima di tensione che sarebbe strumentale alle guerre di conquista decise dall’amministrazione Bush.
“La paura del terrorismo - prosegue il ricercatore - è l’alibi dietro cui alcuni settori del governo Usa intendono stabilire un nuovo ordine mondiale.La demonizzazione , senza per questo assolverlo o giustificarlo del dittatore Saddam Hussein è servita a giustificare le due guerre del Golfo. E oggi, con gli stessi strumenti di dieci anni fa, ci si prepara ad attaccare anche l’Iran” come puntualizza Cabras.
La ricerca del volume non è priva di una sua acutezza. Anche se sfrutta gli stessi argomenti già noti e utilizzati dal regista Michael Moore, nei suoi popolari “docufilm”, e in fondo le stesse argomentazioni sui “persuasori occulti” dei media che quarant’anni fa aveva evidenziato il sociologo Vance Packard. Niente di nuovo, dunque,infatti se ne sente parlare spesso , in quanto viene demonizzato e messo in ridicolo e quindi passano come potesi di folli o visionari o dietrologici da parte dei fautori della guerra a senso unico al terrorismo ovvero coloro che celebrano ampollosamente l'11 settembre o l'11 novembre guardando solo la pagliuzza ( il terrorismo fondamentalista ) nell'occhio del tuo vicino ma senza guardare la trave ( le cause che l'hanno creato e fanno si che ancora esiste ) nel loro occhio .
Inoltre l'autore del libro non demorde: “ In alcuni casi, questo progetto di dominio mondiale non ha nemmeno bisogno di giustificarsi. È evidente, sotto gli occhi di chi ha l’attenzione per poterlo vedere” cioè che non manda il cervello in cassa integrazione << prendendo per buone le verità della televisione >> e provano << pure a credevi assolti siete lo stesso coinvolti.>> ( cit canzone del maggio di Fabrizio De Andrè qui il testo della canzone in questione )
Pino Cabras: “Strategie per una guerra mondiale. Dall’11 settembre al delitto Bhutto” pagine . 360 €14,50 Aìsara editrice, 2008.
info vendita e distribuzione libro:
http://www.aisara.eu/
blog e contatto autore:
http://pino-cabras.blogspot.com/
pinocabras@yahoo.it
A critica delle versioni ufficiali:
- 9-11 Research
- 9/11 Blogger
- 9/11: Press for Truth
- Architects and Engineers for 9/11 Truth
- Pilots For 9/11 Truth
- Film ZERO
- Giulietto Chiesa
- Effedieffe
- luogocomune
- indicius
- Global Fakes
- Journal of 911 Studies
- Loose Change
- Megachip
- Michael C. Ruppert
- Patriot Question 9/11
- Réseau Voltaire
- Scholars for 9/11 Truth
- The Center for Cooperative Research
- William Rodriguez & Philip J. Berg
A difesa delle versioni ufficiali:
- 911 myths
- Crono 911
- Henry62
- Journal of Debunking 9/11
- scewloosechange
- Undicisettembre.info, di Paolo Attivissimo
Il mio aquilone a Kabul
Ogni sera Nithael, il mio angelo, mi legge qualche pagina del libro "Il cacciatore di aquiloni'. Ieri sera, dopo una diecina di pagine, mi sono persa per le strade di Kabul, correvo...correvo, scalza, insieme a Amir e Hassan, io bambina, insieme a loro con il mio aquilone colorato. Le montagne erano ancora ricoperte di neve, la terra a valle, era di un color mattone, illuminata da un sole primaverile, le gemme iniziavano a aprire i loro petali. Il mio aquilone di color porpora si è impigliato e gli altri volteggiavano liberi, confondendosi nel cielo, di un celeste turchino. Cari amici, aiutiano i bambini di Kabul, hanno bisogno del nostro aiuto, non lasciamoli soli, loro non hanno colpa se la guerra li ha resi orfani e poveri.
L'aquilone.
Prigioniera di un sogno/vorrei volteggiare/nell'azzurro cielo/come un delicato aquilone/per sfiorare tetti alberi verdi/impigliata ad un filo spinato/mi sono con forza dimenata/in un uccello mi sono tramutata/libera per sempre per volare via/portando con me il ricordo/di un aquilone colorato. Franca Bassi
"Credo che sia molto importante disegnare un sorriso sulle labbra dei bambini afghani, sono sicuro che questo sarà di aiuto e li salverà dalla durezza (della loro vita), anche se le persone invieranno loro scarpe e calzini usati. Grazie" Nasim, Kabul, Afghanistan. Per mandare i vestiari e scarpe questo è l'indirizzo: Ecco l'indirizzo preciso al quale inviare gli aiuti: Masuma Ibrahimi/NF-P.O.Box 458-Central Post office-Kabul, Afghanistan.
11.4.08
Senza titolo 424
Prato - Una donna anziana e con scarse capacità deambulatorie è precipitata dalla scalinata del consultorio di Piazza Lippi a Prato a causa di un malore. La signora è caduta dal secondo piano e, senza toccare le scalinate, si è ritrovata al piano terra con un serio trauma cranico. La donna, infatti, avrebbe perso oltre al sangue anche parte del cervelletto. La caduta le ha provocato un trauma cranico tale da richiedere l'itervento dell'eleicottero del 118 per trasportatrla di urgenza all'ospedale di Pisa o al Careggi di Firenze. L'elicottero è atterrato in piazza Mercatale. Da Piazza Lippi a Piazza Mercatale la donna è stata trasportata con l'ambulanza. I servizi del consultorio sono stati interrotti per circa un'ora. Dalle testimonianza raccolte la donna è stata costretta ad utilizzare le scale perchè l'ascensore era guasto. La ditta addetta alla manutenzione sarebbe stata chiamata di prima mattinanta ma il tecnico è giunto solo alle 11,00 dopo due ore dal fatto e dopo essere stato chiamato per la seconda volta. La scalinata del consultorio non è agibibile neanche per le persone giovani e abili. Al terzo piano, infatti, è affisso un cartello su cui è possibile leggere: "Attenzione scale a ventaglio. appoggiarsi al passamano o utilizzare l'ascensore". Molti anziani però non utlizzano l'ascensore, neanche quando non è guasto perchè al piano terra c'è un cartello che dice "non utilizzare l'ascensore in caso di incendio", ma la parola "in caso di incendio" è scritta in piccolo. Non è la prima volta, a detta del persona del consultorio, che delle persone cadono giù per quella scalinata.
Romilda Marzari
Non vedo l'ora di partorire
Mancano pochi giorni al parto. Non vedo l'ora che nasca il mio bel pupone. Gli ho dedicato di già una canzone di Branduardi che fà: "Ci sono cinque galline bianche, intorno al mio castelllo e tre corvi lucidi e neri volano mentre tu dormi principe bello"
Romilda
Senza titolo 422
10.4.08
Senza titolo 421
intervento pubblicato sulla nuova sardegna cronaca di Olbia-gallura del 10\4\2008
«Anche noi sogniamo un mondo migliore, senza violenza»
Non sono passati neanche 15 giorni dal delitto di Gavoi, che già un’altra donna, a Orosei, è stata trovata agonizzante in condizioni tali da far pensare ad una ennesima brutale aggressione. Ancora una volta lo strazio dei parenti, le indagini, i sospetti che dividono e angosciano, la commozione collettiva e l’omelia toccante vissuti come un rito catartico durante il funerale, con tutto il paese, sindaco in testa. Poi, tutti a ricominciare la vita di sempre. Un film logoro, già visto tante volte...., ma mai abbastanza per non girarlo più.
A Gavoi, le luci della fiaccolata e quelle delle candele si sono spente. Bisogna ricominciare. Ma è inutile, il paese non si riconosce più, le persone si sfiorano diffidenti; si ha paura e non si può allontanare dalla mente attonita l’immagine di quella donna, amica, parente e concittadina, incaprettata nel bozzolo mortale del nastro adesivo, dentro la bara di un cofano di automobile e di una bimba di otto mesi sconvolta da un pianto disperato.
Non più di cinque minuti per morire, ci assicurano gli esperti. Ma come si vive in quei terrificanti cinque minuti? «La bambina non si è resa conto dell’accaduto», dicono. Ma che ne sappiamo delle ferite aperte nel suo inconscio? Lasciamo le indagini agli investigatori, le analisi ai sociologi, i pianti alle persone care che hanno conosciuto Dina. Noi, fermiamoci almeno un po’ ad ascoltare nel profondo tutto questo. È vero, fa molto male, ma risveglia la nostra umanità, alimenta lo sdegno e la voglia di combattere, ciascuno nel suo ambito, perché cose simili non accadano più. Non vogliamo che con le fiamme della fiaccolata si siano spenti anche i nostri cuori, sempre più minacciati di anestesia totale dalla abituale irrompere nel nostro quotidiano delle immagini sconvolgenti di tragedie che si consumano in tempo reale da qualche parte del pianeta. Ma noi siamo diventati esperti in obliterazioni: basta schiacciare un bottone e via, perché nel mondo virtuale un’immagine, una situazione, una persona che hanno il torto di non piacerci spariscano. Ma le tracce restano.... Ma nel mondo reale, dove cose e persone non possono essere cancellate a nostro piacimento, come ce la caviamo? Siamo sempre meno attrezzati e c’è il rischio che, senza valori forti, qualcuno possa confondersi al punto da sentirsi vivo solo all’apice di una feroce stupidità da arancia meccanica, dove atrocità, codardia, improvvisazione e imbecillità mescolano in un cocktail perverso dove tutti i codici sono cancellati da omuncoli tanto bestiali quanto vigliacchi. Sì, perché, pur nella feroce balentìa di una certa tradizione locale, donne e bambini non venivano toccati ed il bandito esprimeva una fierezza che, pur mal riposta, era sintomo di una identità forte e riconoscibile, nel bene e nel male dalla comunità.
Sì, per fortuna stiamo ancora male davanti a queste cose. Ma che fare? Martin Luther King, Gandhi, Madre Teresa di Calcutta, hanno toccato con mano miserie immani, eppure hanno vissuto intensamente spendendosi fino all’ultimo. Loro avevano un sogno: far vincere l’umanità con la forza della non violenza. È il momento di riprendersi quel sogno per coltivarlo e farlo vivere dentro e fuori di noi. Ma come? Facendo passare anzitutto l’idea forte che la violenza non è mai giustificata e giustificabile, che umilia e degrada chi la compie, non chi la subisce; che ogni persona, per il solo fatto di essere in questo mondo, merita rispetto e che l’educazione al rispetto (da non confondersi con la deferenza) si assorbe fin dai primi istanti di vita e nella continua interazione con gli altri,anche quando ci costa fatica. Allora, diamoci una mossa e riscopriamo la voglia di lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato, smettendola di dire che non ci piace e basta. Alziamo una barriera contro la violenza, gli interessi meschini, gli abusi sordidi, i poteri biechi del presunto forte sul presunto debole, gli ipocriti anestetici delle coscienze. Cominciamo dalle nostre case, come genitori e compagni di vita, come insegnanti e come cittadini, membri delle istituzioni e nei luoghi di lavoro.
Nelle associazioni di cui facciamo parte, mettiamo come primo obiettivo forte e irrinunciabile il rispetto per se stesi e per gli altri, la lotta alla violenza e facciamo rete tra noi per collaborare con le istituzioni. Ci sentiamo di assumere da subito questo impegno; perché anche noi pretendiamo di avere questo sogno che, a nome di tutte le donne e di tutti gli uomini di buona volontà del villaggio globale, dedichiamo a Dina Dore, vittima della violenza in una piccola realtà locale.
Mariuccia Poggi Mio
Anna Vacca Facchini (Fidapa)
Patrizia Desole (Prospettiva donna)
Per libero83
io non ci sono più.
non piangere, ti prego,
non piangere più.
Sorridi, guarda la vita:
è tua.
Non piangere: io non ci sono,
ma tu non piangere più.
Franca Bassi
Senza titolo 419
Caro Contenebbia ( trovate sul nostro blog il suo appello ) A voi ulteriori commenti su queste due news
la prima
da repubblica online di oggi ( qui l'articolo completo )
La candidata premier de La Destra replica all'ennesima battuta del Cavaliere
"E' ossessionato da me, ma non otterrà l'unica cosa che vuole..."
Santanché, ossessione-Silvio
"E' inutile, non gliela do"
di ALESSANDRA VITALI
La seconda da www.la7.it/news/home.asp
se nel caso il video non si dovesse sentire ecco la news
da www.voceditalia.it/
Campagna elettorale convincente
Milly D'Abbraccio, mostra il fondoschiena: "Basta con le facce da c..."
A quanto pare - per l'ex Regina dell'Hard - è il "fattore C" l'elemento fondamentale per una svolta elettorale nel voto del 13 e 14 aprile prossimi. Gli 'argomenti' per catturare l'attenzione non mancano e il voto potrebbe sicuramente attrarre l'attenzione di qualche elettore maschio stanco delle solite "facce".
Comunque l'idea di far circolare questi 'manifesti persuasivi' non è stata tanto apprezzata dal partito socialista che ha cercato, con scarsi risultati, di opporsi alla candidata al Campidoglio. Niente da fare, Milly D'abbraccio ha insistito: "Li ho fatti stampare a mie spese e ora li utilizzo".
I quartieri romani dell'Appio-Tuscolano sono stati invasi dai manifesti lunedi notte in poche ore. La stessa Milly D'Abbraccio, insieme a Riccardo Schicchi, e due ragazzi incaricati all'affissione, è scesa per strada a tappezzare i muri. I manifesti sono di due versioni, una soft con la lettera 'c' seguita da tre puntini di sospensione, ed una hard con la parola in questione scritta per esteso.
copioa incolla
Post copiato sul blog " Blogfriends" di mericonci.
mericonci |
9.4.08
Senza titolo 417
Pubblico volentieri questo intervento del contenebbia ( contenebbia.splinder.com/ )
Una risata vi seppellirà. La sua.
Ieri, seguendo l’invito dell’amico Paolo, ho scritto questa sorta di “manifesto” oerchè, con l’aria che tira, sempre più sento il bisogno di esprimere il mio dissenso. E, se Dio vuole, a noi blogger questo diritto non vien negato (per ora…):
“La generazione che ha vissuto la propria prima giovinezza negli anni Ottanta, sotto il segno di Craxi - ascendente Goldrake - ha visto lo sfacelo di una classe politica senescente e vetusta, apparentemente spazzata via dal pool di Mani Pulite. Ancora ricorda le monetine lanciate su Craxi ed il filo di bava che pendeva dalla bocca tremante di Forlani durante gli interrogatori. Svezzata con tali orrori, era quasi naturale che sconfinasse nel più ovvio qualunquismo. Fortunamente, ma solo per il fatto di aver fatto rinascere in molti un attaccamento alla Cosa Pubblica sempre più vilipesa, è sceso in campo il Piazzista della Libertà che, volenti o nolenti, ha forgiato
La classe operaia, sempre più disperatamente ancorata all'aspirazione verso uno status "borghese" va a braccetto con le siure impellicciate che distribuiscono tartine canticchiando "Silvio, Santo Subito…". I giovani sono attratti dai manganelli della Destra più reazionaria e dalle pistole ad acqua che Bossi cerca di svendere dal suo gerontocomio. Ora, amici, ci troviamo ad un bivio: qui non è più questione di "destra" e "sinistra". E' divenuto fondamentale impedire che la vera anomalia (Berlusconi) governi nuovamente l'Italia, tenendo sotto il giogo Fini e imboccando Bossi all'ora del brodino. E' il Piazzista delle Libertà che ci ha portati non più a votare per un ideale, ma solo a scagliarci l'un contro l'altro armati. Tolta questa piaga dal Paese, forse, rimboccandoci TUTTI le maniche, potremo vedere di far qualcosa per questa Italia, sempre più simile all'Argentina. Giusto con qualche Reality Show in più. Per queste ragioni, e per altro ancora, il mio Blog non vota per Berlusconi. ”
il problema non è tony eff ma un altro visto che anche le paladine delle pseudo femministe che gridano alla censura dove non c'è insomma chi come dolce nera lo difendono invocando la censura o dicendo come Dolcenera: " Tony Effe mi fa sesso perché non pensa ciò che dice sulle donne. Le sue canzoni seguono la moda "
E' vero che dovrei non parlarne più e parlare d'altro magari di cose più importanti perchè come ho detto precedentement...
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