27.9.23

quando a giustizia non è riparativa . il caso di carol maltesi il cui carnefice vi ottiene acesso

  a  volte  anche   i  settimanali  femminili      offrono  spunti preziosi  come  l'articolo   del  settimanale    F n 39 2 ottobre  2023     che  trovate  sotto  .  di solito sono per la #GiustiziaRiparativa perchè tutti


hanno diritto ad una seconda possibilità , per evitare recidive , e aumento di criminalitò , ecc . ma qui l'rrendo crimine è ancora troppo fresco ed il carnedice non mi sembra acora pronto ad un percorso del genere e perchè ..... è spiegato nell'articolo sotto



26.9.23

“Questa pesca te la manda la mamma”, il nuovo spot di Esselunga fa discutere e secondi alcuni non si specula sui genitori separati i bambini soffrono

Lo spot di Esselunga mette in luce il toccante gesto di una bambina con genitori separati, aprendo il dibattito sui social. Gli utenti di X ( ex twitter ) si dividono sul significato e l'efficacia di questa pubblicità emozionale.

Essa  è una  pubbliccità controversa   .
Infatti essa  non è la solita immagine    di  famiglie   o bambini\e  felici  o  digenitori  che  gli accontentano  come quella  dei budini   (  scusate ma  non ricordo precisamente  quale    )    non   guardo , mettono il silenziatore  o  cambio  canale     oppure  faccio  altro  tenendo il  volume   basso ) Questa  non è  la  classica  pubblicità della  famigliola felice a colazione.
 Con la mamma e il papà sorridenti che giocano con i pargoli prima di uscire tutti insieme di casa. Nel nuovo spot di Esselunga la famiglia è mono nucleo, formata da madre separata e figliola. Ecco la    scena  

  chi ha  visto  lo spot   anche  solo  en passant    salti  sia   questa  descrizione  


Mentre la donna fa la spesa al supermercato con la figlia, la piccola si allontana per andare a scegliere con cura al reparto frutta una pesca. Donerà quel frutto al suo papà dicendo: “Questa te la manda la mamma”. Una piccola bugia detta allo scopo di far riavvicinare i genitori. La pesca della pace, insomma, secondo il suo punto di vista.
Ora  questo spot cinematografico che si conclude con lo slogan  è ‘Non c’è una spesa che non sia importante’ sta facendo davvero discutere.   Infatti    esso è  , sempre    che  non sia  il  tentativo  di fare  uno spot    del  ....  per  creare  discussioni      visto che non tutti\e   vedono  la  pubblicità ormai sempre  più invasiva   anche   nella  ex  tv  di stato  dove  si  paga il  canone  E’ in controtendenza  rispetto   agli spot   brevi  e stereotipati  citati in precedenza  .  Ed  allo   stesso tempo   è emozionale in senso opposto a ciò che siamo abituati a vedere, molto realistico. La campagna, girata a Milano e firmata dall’agenzia creativa Small di New York per la regia del francese Rudi Rosenberg, punta a dimostrare che dietro ogni acquisto c’è un significato più profondo. E ci sono le storie e dei vissuti.
Il dono di quella pesca come stratagemma per far riunire di nuovo la famiglia racconta l’innocenza e la spontaneità dell’infanzia. Di fronte a genitori che non si parlano più, dove lui aspetta in auto sotto il portone nei giorni di visite programmate, arriva quel frutto pacificatore. Che il padre accoglie incredulo ma poi, per un istante, lo attraversa un dubbio. Infatti guarda su verso la finestra di casa. Ora  In un Paese dove le separazioni e i divorzi stanno tornando ai livelli precedenti la pandemia – i dati più recenti, appena pubblicati da Istat e relativi al 2021, registrano un ritorno di separazioni e divorzi come in epoca pre Covid: 97.913, +22,5 per cento le separazioni rispetto al 2020, 83.192, +24,8 per cento i divorzi – ecco che lo spot apre subito il dibattito.
Cosa ne pensano gli utenti di X dove l’hashtag con il nome Esselunga è schizzato oggi fra i trend di ricerca? Si dividono fra chi ritiene lo spot una strumentalizzazione delle emozioni di una bimba con genitori separati e chi invece apprezza il coraggio di mettere al centro della pubblicità i sentimenti di una bambina e il suo punto di vista sulle cose. “Molto toccante, specialmente per chi ha i genitori divorziati”, scrive una commentatrice. “Trovo questa pubblicità toccante nel senso che genera sensi di colpa nei genitori separati. E’ normale che un figlio vorrebbe una famiglia unita ma una pesca non risolve i problemi che hanno portato a questa situazione”, commenta un’altra. “Torniamo ai vecchi valori di una volta quando non si poteva divorziare, non c’era la certezza che Esselunga avrebbe costruito un altro supermercato vicino a casa e poi un altro e un altro ancora. Pentitevi divorziati, siamo alla frutta, scrive un uomo Di opinione opposta una signora: “Mi rivolgo ai separati … i bambini soffrono molto. Pensate a loro e non ai vostri interessi”. Tanti sono i commenti sull’emozione che suscita, considerata “strumentale”. “Un po’ stucchevole. Non si accosta la fragilità di un bambino di famiglia separata al reparto ortofrutta di un supermercato, ci sono altri contesti più consoni per parlarne”, chiarisce un utente. Interviene una donna: “In una valle di lacrime è ridotto questo Paese che si commuove per una pubblicità ipocrita, che propone il più reazionario dei cliché maschilisti. Mamma stronza, papà buono, bimba triste”.
Ricordate la canzone “Piange il telefono” di Domenico Modugno e Francesca Guadagno? Era il 1975, cinque anni dopo la prima legge sul divorzio in Italia. Difficile non piangere per quella storia che ha spezzato il cuore degli italiani. Un padre abbandonato dalla moglie chiama (sul telefono fisso ovviamente) per sentire la vocina della figlia fingendosi un amico. Chiede informazioni. Ecco la strofa in cui la bimba risponde alla domanda su come va la scuola: “Bene, ma dato che la mia mamma lavora è una vicina che mi accompagna a scuola. Però ho solo una firma sul mio diario. Gli altri hanno quella del loro papà io no”..Secondo me   si  guarda  lo  spot  " bendati  " cioè  senza  preclusioni  culturali  può anche  essere oltre  a quanto ho già detto  un tentativo  di creare  polenìmica  e  quindi  farsi pubblicità  doppia   ed a gratis  ,  un  tentativo  d'apertura   verso le famiglie  monogenitorali  . Se  invece devo  giudicarla   tecnicamnte  , dal qiuel oco  che  capisco di marketing  e   tecniche  di comunicazione  mi   sembra   si una bella pubblicità  come  quelle  di una volta  in cui  c'era  carosello  o  gli spot    dei primi anni 80  il Piccolo Mugnaio Bianco. Trascorre le giornate nel suo piccolo Mulino sfornando dolci per l'amata Clementina, che però non si accorge mai di lui. Ma PMB non perde la speranza di conquistarla, perché è un entusiasta di natura e consegna a tutti un insegnamento di vita:   qui  maggiori  dettagli  https://www.mulinobianco.it/comunicazione/pubblicita/anni-80. Ma  in un periodo    in cui le  pubblicità   s'aplicano  anche   ad internet e allo streaming    ed   devo essere  brevi   è più adatta  come  scena  di un film  o di un cortrometraggio di antica memoria . Quindi   concludendo , riguarandola  e dandone  un  giudizo    a freddo   do  ragione    a  un mio  utente faceboook    lontano anni luce    dal mio modo di pensare   Fa discutere i soliti rompiscatole .
Bella e  fuori  dagli schemi, fiuera  ed  indigesta ,  anche   se   secondo www.greenme.it/lifestyle/costume-e-societa    (  qui  l'articolo  completo  )   : <<    La pubblicità di Esselunga ci presenta il più classico degli stereotipi: i figli delle famiglie separate sono tristi, in un’equazione che sembra uscita da uno spot degli anni ‘50   >>,   rispetto a quelle  stucchevoli e melense    come  dicono  anche    certi commenti    sul mio  fb  

Pina Sechi
Cosa non si fa per i soldi, sciacalli!
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    Giuseppe Scano
    Pina Sechi perché sciacalli ?
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    • Pina Sechi
      Giuseppe Scano E' di bassa lega fare leva sui consumatori attraverso la tristezza di una bambina che non ha piu una famiglia unita ...secondo Esselunga! E' la pubblicità dell'ortofrutta o della famiglia tradizionale?
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    • Daniela Tuscano
      Pina Sechi E quando Benetton faceva le sue campagne "sociali" invece era per beneficenza o per i soldi? Quelli non erano sciacalli di bassa lega? E cosa significa "pubblicità della famiglia tradizionale"? Avrebbe dovuto usare due papà, magari surrogati? (Perché surrogati sono gli acquirenti, non chi partorisce per loro.) A parte che anche in quel caso avreste avuto da ridire, perché si tratta di una separazione e.in quei casi è vietato parlarne, vi informo che nella maggioranza dei casi sono le famiglie che voi chiamate "tradizionali" a separarsi, dato che sono numericamente molte di più e il divorzio c'è solo per loro. Il cortometraggio, girato da un regista francese pluripremiato, rispecchia una realtà, non un desiderio. E a proposito di desiderio... Cosa vi scoccia, riconosxede che il divorzio è triste? Cosa avrebbe dovuto fare la bambina: festeggiare? Anche qui, non riuscite ad andare oltre la vostra mentalità e il vostro mondo di adulti. In certi casi il divorzio è, sì, l'unica soluzione, ma un bambino/a non vede altro che i genitori separati. È ovvio, anzi, banale. E il filmato rispecchia il punto di vista di questi ultimi, non degli adulti. Quindi non c'è nessun attacco al divorzio, nessuna discriminazione, se non nella vostra testa che non vuole riconoscere come realmente è fatta la società. Vi garbi o no.
  con questo   è tutto alla prossima   polemica