Le canzoni che potrebbero esprimere meglio " il collegamento " con il post precedente in cui recensivo il documentario un paese mancato potrebbero essere infinite ma quella che rapressenta meglio tale situazione sono queste due canzoni di Fabrizio de Andrè
IL PESCATORE
All'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito un pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.
Venne alla spiaggia un assassino
due occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura
eran gli specchi di un'avventura.
E chiese al vecchio dammi il pane
ho poco tempo e troppa fame
e chiese al vecchio dammi il vino
ho sete e sono un assassino.
Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
non si guardò neppure intorno
ma versò il vino e spezzò il pane
per chi diceva ho sete e ho fame.
E fu il calore di un momento
poi via di nuovo verso il vento
davanti agli occhi ancora il sole
dietro alle spalle un pescatore.
Dietro alle spalle un pescatore
e la memoria è già dolore
è già il rimpianto di un aprile
giocato all'ombra di un cortile.
Vennero in sella due gendarmi
vennero in sella con le armi
chiesero al vecchio se lì vicino
fosse passato un assassino.
Ma all'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito il pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.
LA DOMENICA DELLE SALME
Tentò la fuga in tram
verso le sei del mattino
dalla bottiglia di orzata
dove galleggia Milano
non fu difficile seguirlo
il poeta della Baggina
la sua anima accesa
mandava luce di lampadina
gli incendiarono il letto
sulla strada di Trento
riuscì a salvarsi dalla sua barba
un pettirosso da combattimento
I Polacchi non morirono subito
e inginocchiati agli ultimi semafori
rifacevano il trucco alle troie di regime
lanciate verso il mare
i trafficanti di saponette
mettevano pancia verso est
chi si convertiva nel novanta
ne era dispensato nel novantuno
la scimmia del quarto Reich
ballava la polka sopra il muro
e mentre si arrampicava
le abbiamo visto tutto il culo
la piramide di Cheope
volle essere ricostruita in quel giorno di festa
masso per masso
schiavo per schiavo
comunista per comunista
La domenica delle salme
non si udirono fucilate
il gas esilarante
presidiava le strade
la domenica delle salme
si portò via tutti i pensieri
e le regine del ''tua culpa''
affollarono i parrucchieri
Nell'assolata galera patria
il secondo secondino
disse a ''Baffi di Sego'' che era il primo
-- si può fare domani sul far del mattino –
e furono inviati messi
fanti cavalli cani ed un somaro
ad annunciare l'amputazione della gamba
di Renato Curcio
il carbonaro
il ministro dei temporali
in un tripudio di tromboni
auspicava democrazia
con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni
-- voglio vivere in una città
dove all'ora dell'aperitivo
non ci siano spargimenti di sangue
o di detersivo –
a tarda sera io e il mio illustre cugino De Andrade
eravamo gli ultimi cittadini liberi
di questa famosa città civile
perché avevamo un cannone nel cortile
La domenica delle salme
nessuno si fece male
tutti a seguire il feretro
del defunto ideale
la domenica delle salme
si sentiva cantare
-quant'è bella giovinezza
non vogliamo più invecchiare –
Gli ultimi viandanti
si ritirarono nelle catacombe
accesero la televisione e ci guardarono cantare
per una mezz'oretta
poi ci mandarono a cagare
-- voi che avete cantato sui trampoli e in ginocchio
coi pianoforti a tracolla travestiti da Pinocchio
voi che avete cantato per i longobardi e per i centralisti
per l'Amazzonia e per la pecunia
nei palastilisti
e dai padri Maristi
voi avete voci potenti
lingue allenate a battere il tamburo
voi avevate voci potenti
adatte per il vaffanculo —
La domenica delle salme
gli addetti alla nostalgia
accompagnarono tra i flauti
il cadavere di Utopia
la domenica delle salme
fu una domenica come tante
il giorno dopo c'erano i segni
di una pace terrificante
mentre il cuore d'Italia
da Palermo ad Aosta
si gonfiava in un coro
di vibrante protesta
In questi giorni sono riuscito , FINALMENTE , a trovare e a vedere un bellissimo film scaricato tramite emule il bellissimo e stupendo film musicale “ materiale resistente “ di Davide Ferrario e Guido Chiesa ( foto a sinistra ) . Esso è ispirato all’omonima iniziativa ( libro e cd di autori vari ) fatta per celebrare quello che fu il 50° anniversario della lotta di liberazione ( libro e disco trovate qui tutte le informazioni a riguardo ) con la partecipazione di tutti gli artisti che hanno preso parte alla compilation e al conccerto del 25 aprile a Correggio dove è stasto quasi interamente girato ,proprio dove oltre 5000 persone si riunirono per ricordare quella giornata di mezzo secolo prima.A questo film è legata tutta una storia personale che qui racconto cercando ( almeno spero d’essere il più sintetico possibile ) . Esso era un film che ho cercavo per mari e monti da ben 8\9 anni e quelle volte che l’ho trovato in rete .il mio “vecchio ...ehm ... mio padre non ha voluto usare la carta di credito o quando avevo trovato nei ng di annunci e di cinema chi poteva vendermelo o farmene una copia avevo perso tutto per virus al pc ; oppure quando lo trovai su ebay l'asta era già scaduta . Tale film mi ricorda i bei tempi dell’ultimo anno di liceo in particolare gli ultimi mesi , esame di maturità compresa . E poi perché ad esso sono legati tre eventi che , cosa più unica che rara , sono avvenuti in contemporanea : 1) le celebrazioni ( che continuarono anche dopo il mese d’aprile ) e la risposta popolare -- la grandissima manifestazione del 25 aprile a Milano --- contro la campagna denigratoria e ultrà revisionista della destra ; 2) il tema sul 50 ° anniversario data alla prova d’italiano alla maturità : << Gli ideali politici che animarono
la Resistenza hanno trovato la loro coerente espressione nel dettato della Costituzione, che resta il supremo punto di riferimento del nostro vivere civile. Delinei il candidato il quadro delle vicende italiane nel quinquennio 1943-1948, soffermandosi in particolare sulle caratteristiche del movimento della Resistenza e sul valore fondamentale della Carta Costituzionale.>>( fonte edscuola.it ) che per una serie di circostanze ( stress \ ansia per l’esame maturità , il trovarmi davanti ad un tema storico che la prof della mia classe --- cosa che nell’altra 5 era stata fatta – non ci fece fare come esercitazione per troppa sicurezza che non uscisse e per motivi politico ideologici , infatti quando li chiesi perché non ce lo fatto fare mi disse : << chi sa che tema fazioso mi faresti visto che sei troppo schierato a sinistra ; e poi la politica deve rimanere fuori dalle aule di scuola >> e che feci male perché approfondii solo l’aspetto storico ; 3 ) l’arrivo a casa proprio il giorno dell’esame del cd materiale resistente che mi dovetti ordinare da il manifesto perchè non riuscii a trovarlo in edicola ( neppure a Roma ) dove era andato esaurito . Esso è bellissimo in pratica una ricognizione lunga novanta minuti sul sentimento dell'antifascismo. Non ci saranno solo le canzoni, con tutte le esibizioni dei gruppi presenti nella compilazione, anche se la musica é l'elemento conduttore del film, perché molte interviste e tanto materiale di repertorio andranno a completare il lungometraggio. Abbiamo cercato di dare un taglio moderno ad un tema che é moderno e storico allo stesso tempo. Noi crediamo che l'antifascismo non sia solo un ideale, un'idea, una convinzione politica, o peggio ancora un fatto che é succeso 50 anni fa. Guido ed io crediamo che sia qualcosa di estremamente vivo e reale. Un qualcosa di quotidiano, che si mangia come pane e si respira come l'aria ed inoltre che sia una affermazione di essere e lasciar essere, di voler vivere in una società dove ci sia tolleranza e libertà. Abbiamo cercato di capire se questa idea dell'antifascismo era quella dei giovani e dei vecchi, dei ribelli della montagna di un tempo ed dei ribelli delle città di oggi. Il libro invece é nato come una ulteriore voglia, più privata e personale, di documentare attraverso delle immagini ferme e delle parole, che non fossero dei trattati, ma delle testimonianze, questo sentimento. Il libro é composto dalle foto di Fabrizio Cicconi, fotografo reggiano, più alcuni scatti di altri giovani fotografi; dalla grafica di Filippo Partesotti, anche lui emiliano; dai testi di Giovanni Lindo Ferretti, Guido Chiesa, Fabrizio Tavernelli e Davide Ferrario e da scheggie verbali che sono state prese dalle interviste del film, o da altro materale legato all'antifascismo che dimostra come in maniera non retorica e ampollosa come i valori di tale evento siano ancora vivi dentro di noi ( anche se dalle leggi fatte , in ultimo quella sul federalismo non sembrerebbe ) nonostante i tentativi di negarne l’esistenza , si svalutarne la sua intrinseca importanza o peggio mettendo sullo stesso piano partigiani e i fascisti in particolare quelli della Rsi schierati e se non succubi dei Nazisti a destra ; ed esaltazione retorica e creazione del mito resistenza rossa da parte della sinistra comunista . Un documentario senza quella retorica superflua e ampolòlosa che di solito caratrerizza le celebrazioni di questo tipo , ma fatto di linguaggi sincronizzati sul tempo corrente che rendono ancora vivo l'insieme dei valori portati dalla resistenza . Io propongo che il film sia fatto vedere in tutte scuole al posto di quei pistolotti retorici e barbosi . A chi mi chiede perchè oltre ai motivi già detti fin qui che :esso stupendo perché : 1) montato come blob ( una delle poche perle televisive in mezzo alla merda diraimediasert ) cioè alterna testimonianze e filmati ( immagini del fascismo della resistenza e dei primi governi della repubblica alle stragi nere degli anni 60\80 alle canzoni del concerto di reggio 2) dimostra come la riappacificazione o memoria condivisa sia una boiata perché ciascuno ha un ricordo diverso di un determinato evento e poi perché è già stata fatta nel secondo dopo guerra con l’amnistia concessa da togliatti ( leader dell’ex Pci ) e poi estesa per scopi elettorali dalla Dc anche ai torturatori schierati con i nazisti 3 ) che ; << Il detto che la storia la scrivono i vincitori deve essere aggiornato: occorre precisare che, nel tempo, la (stessa) storia la possono (ri)scrivere anche i vinti. Esattamente questo è, infatti, quello che si cerca di fare per quanto riguarda la storia della Resistenza italiana al fascismo e al nazismo. Fino ad oggi pochi dubitavano che, "storicamente" appunto, nell'accezione più ampia del termine, i torti e le ragioni stessero, gli uni, dalla parte dei fascisti e dei nazisti e, le altre, da quella dei partigiani e degli alleati .Ebbene, apprendiamo ora che non è così: la nuova tesi letteral-storiografica afferma che i torti e le ragioni vanno ridistribuiti nell'uno e nell'altro campo. Ovviamente non secondo il criterio "storico" di valutazione che, per sua definizione, prende in considerazione solo "…vicende degne di memoria della (intera) società umana", ma secondo il criterio di "cronaca", fatto dalla ricerca di responsabilità personali e soggettive, con l'aggiunta d'affinità ideologiche, di specifici, quanto condannabili, fatti di violenza susseguitesi nella fase post bellica. Che "tutto" il torto, o "tutta" la ragione - di fronte all'orrore di una guerra fratricida - non fossero collocabili da una parte sola, lo sapevamo già. Mai, però, avremmo pensato che avere torto, dal punto di vista "storico" e avere magari ragione, dal punto di vista della "cronaca", in alcuni fatti specifici di violenza cieca, potesse essere considerata "la stessa cosa" e posta sullo stesso piano dei valori di riferimento del nostro sistema democratico. Ci voleva proprio l'avvento della nuova moda degli storici revisionisti, dediti al "fai da te", ad affermarlo e la malafede di chi, allora, aveva torto a sostenerlo. >> ( Alessandro Guidi Sulla storia della Resistenza 11 novembre 2003 da www.ossimoro.it ) e che l’ideologia fascista esiste ancora sia in maniera pseudo democratica e liberale ovvero la destra parlamentare , sia quella nostalgica e in alcuni casi legata al nazi-fascismo cioè quella extra parlamentare . E che quindi bisogna combattere enon abbassare mai la guardia contro tali eventi e che Sempre più avvertiamo il distacco, il disinteresse dei giovani verso le discipline scolastiche. Io ritengo che l’aspetto più inquietanti di questo fenomeno sia la perdita della memoria storica, l’incapacità di cogliere continuità ed insegnamento dagli eventi storici, di comprendere quando le vicende attuali siano legate a quelle della nostra storia.I genitori accusano gli insegnanti pretendendo da loro carisma e capacità di coinvolgimento, virtù che probabilmente pochi di noi sanno avere o trovano il tempo di avere con i propri figli. E’ spesso più facile cercare di rendere felici i nostri ragazzi con regali e concessioni piuttosto che far loro assumere responsabilità verso il loro primo reale impegno sociale: la scuola.Gli insegnati lamentano la mancanza di studio, la scarsa capacità di concentrarsi ed il dovere sempre più abbassare il livello del linguaggio e dei ragionamenti per sperare di essere compresi e seguiti.E’ una inutile diatriba: l’incapacità dei giovani di concentrarsi su ragionamenti articolati, complessi non sta solo sui genitori o sugli insegnanti ma più in generale nella crisi culturale e morale in cui è entrato, in assenza di una reale dialettica culturale, il nostro sistema sociale.non vi sembra che in nome del libero mercato abbiamo immolato tanti valori e, purtroppo, non solo la nostra memoria storica ? Ma riflettiamo: E’ proprio su questa superficialità, su uno spessore culturale ormai ridotto agli stereotipi patinati della pubblicità che molti politicanti, giocando sull’immagine, su pochi ragionamenti demagogici e di convenienza immediata, sull’effetto martellante dei mezzi di comunicazione cercano consensi con tecniche da marketing piuttosto che con la forza di nuove idee; altri urlano e polemizzano ai dibattiti televisivi per cercare audience, raschiano sul fondo del barile dei sentimenti umani antichi razzismi ed interessi egoistici e particolari.Anche il giornalismo scritto e televisivo, che tanto ruolo potrebbe avere nella acquisizione di una maggiore capacità critica e una maggiore riflessione nei giovani, finisce con il privilegiare gli obbiettivi di mercato, riducendo spesso le pagine dei giornali ad una “cronaca fatta di miserie, di sospetti, di cimici, di letti sfatti e maleodoranti, di pettegolezzi da portineria ed altro letame” (da un articolo di Montanelli del ‘96) di cui, vi assicuro io sono stanco e nauseato.In una società fatta di spot pubblicitari, indici d’ascolto, ed eroi virtuali, perché meravigliarsi che i giovani guardino alla storia, o alle storie della letteratura, delle arti, delle scienze, come ad un reperto archeologico senza trarne cultura e coscienza.Non insegniamo forse alle giovani leve come produrre più efficientemente e competitivamente oggetti (inutili) per poi bombardarli di spots per invitarli a consumarli il più rapidamente possibile prima che domani passino di moda ? Se i giovani d’oggi non sentono il bisogno d’imparare la storia, non bisogna compiangerli, ma farci carico d’insegnargliela. infatti concludo con questo pensiero tratto da questo sito che recensisce tale iniziativa :<< Ha ancora senso prendere partito, scegliere da che parte stare, dichiarare i propri intenti?Uscire dalla tentazione di un ritrarsi nell’individualismo via via più profondo in cui si tende a rifugiarsi per recuperare una dimensione di sociale, di civile, in una prospettiva di lotta e di impegno, nonché di una riscoperta di valori da condividere ? Il modello corrotto e profondamente ingiusto di società in cui viviamo non impone forse, non grida con forza, con la stessa imprescindibile necessità ed urgenza dei tempi di guerra vissuti dai nostri nonni\e o [adirittura anche dei bisnonni],di resistere ? Resistere contro l’ineguaglianza \Resistere contro l’omologazione\Resistere contro l’ovvietà\Resistere per la propria vita >> ; e con questo racconto \ opera teatrale << Nei giorni dei grandi temporali il cielo era rosso.La pioggia portava con sé la polvere dei deserti d’oltre mare.I vecchi dissero: ci sarà la guerra! Nessuno prestò credito alle loro parole.E nessuno fece nulla. Giacché, cosa si poteva fare contro la profezia?Solo cantammo per intere giornate,fino a restare senza voce, per poter consumare tutte le vecchie canzoni,perché non ne restasse nessuna che venisse sporcata dal tempo. Quando intravedono il primo cadavere per la strada, le persone voltano la testa, vomitano e perdono i sensi. Senti il tremore per primo nelle ginocchia, poi ti manca l’aria, ti gira la testa.Sono d’aiuto in questi casi l’acqua fredda, leggeri schiaffi.Se lo svenuto non rinviene, sdraialo sulla schiena e sollevagli le gambe in aria.Se il cadavere di quel giorno era un suo parente o comunque un vicino, non permettergli di avvicinarsi e di guardarlo. Le ferite causate dalle granate sono in genere causa di un nuovo svenimento. E non si ha tanto tempo a disposizione.E’ raccomandabile piangere, fa bene al cuore. Ma neppure per questo c’è tempo a disposizione Non devi stupirti di nulla. Di ogni possibile prodigio. Non devi farti deprimere da nessuna cosa. Anche prima erano tutti fatti così, solo che le condizioni erano diverse da quelle di adesso. Questa è la prima occasione per mettersi alla prova. Così tanti sono delusi da se stessi che in confronto la tua delusione è un nonnulla. Se qualcuno ti tradisce una volta, non lasciargli la possibilità di farlo un’altra volta >> da Indicazioni sparse per strada” di Nedzad Maksumic, poeta bosniaco e regista del Lik Teatar qui un altro "pezzo" dell'autore tradotto italiano dall'ex gruppo degli ex Csi di Lindo ferretti . A chi mi dovesse chiedere , perchè frastornato da " i miei viaggi virtuali " , dove sta il collegamento tra i due film e soprattutto del perchè considero l'Italia un paese mancato , non potendo spiegarlo per motivi di lunga del post e perchpè vadio di fretta consiglio di : 1) guardarsi questi due film da me recensiti e di leggersi e guardarsi quei film e leggersi i libri di cui ho parlato nel precedenti e pèost e da quando ho iniziato il blog e poi analizzarli con un buon manuale storia contemporanea ( in particolare sulla storia del nostro paese , anche quelle opere giornalistiche e pseudo giornalistiche ) magari meglio uno storico di destra e uno di sinistra e poi faccia come me un processo di sintesi e antitesi e tragga le sue conclusioni . " ) lo stesso può fare guardandosi le trasmissioni o registrandosele visto gli orari assurdi in cui vanno in onda oppure abbonandosi a raiclik o cercandole su emule (o altri file di condivisone \di scambio ) le trasmissioni di lucarelli , di Zavoli , di Biagi ; di Minoli Inoltre : << .... «È forse necessario chiedersi se in questo percorso il Palazzo e parti significative del paese non si siano in realtà «avvicinate», con quei tratti che Pasolini aveva delineato: lo spregio delle regole, il crescente disinteresse per i valori collettivi, un privilegiamento dell’affermazione individuale e di gruppo che considera le norme un impaccio (e tratta chi le difende come un nemico da sconfiggere o da corrompere (p.604).>> (tratto da una recensione da me letta su tale libro ( di cui ho già parlato nel corso de blog ) e da cui hanno tratto quel documentario da me recensito nel post precedente . Per chi volesse invce viaggiare nella rete c'è tutto un elenco di siti ( oltre a quelli sparsi per il blog ) che posso aiutarvi a rispondere alle vostre domande . Per chi volesse sapere il processo \ viaggio culminato con questidue film -documentari che mi ha portato a condividere ciò che affermano questi duie documentari può ; A) contattarmi via email ; B) via messanger di hotmai a giuseppe_scano@hotmail.com occhio al simbolo underscore \ "_" fra il nome ed il cognome C) per chi è della provincia della Ex prtovincia di Sassari o della nuova provincia Olbia-Gallura trova il mio numero di cel, all'interno del mio profilo dul lato destro del template ( 328 6849962) e per contattarci e per metterci d'accordo vederci dal vivo o fare due chiacchere Sperando d'aver sodisfatto le vostre curiositàù vi saluto e vi faccio auguri di buone feste
appendici elenco dellle canzoni prensenti nel cd e nel film alcuni ancora in attività altri sciolti o quasi o di cui non sia più notizia filmografia di davide ferrario filmografia e opere di di Guido chiesa teatro , cortometraggi , vdeoclip , documentarti analisi delle canzoni di F.De Andrè citate all'inizio Link Sulla resistenza italiana , sull'antifascismo sulla nostra reppubblica su altro materiale che non ha a che fare direttamente con la resistenza ma che è allo stesso tempo resistente e non
Commedia, Italia 2004
Con Silvio Orlando, Diego Abatantuono, Valentina Cervi, Flavio Insinna, Ugo Conti
Commedia, Italia 1998
Con Giuseppe Cederna, Gabriele Benedetti, Luciano LigabueDocumentario, Italia 1997
Commedia, Italia 1994
Festivals: Neo Narrative (New York), Festival di Salsomaggiore, Festival di Murcia, Festival del Cinema Giovani di Torino, Festival di Bellaria Regia: Guido Chiesa
Festivals: Festival di Mannheim, Festival di Maisons Laffitte, Festival di Mill Valley, Festival di Brest, Festival Cinema Giovani di Torino, Arcipelago Roma, Festival di Seattle Regia: Guido Chiesa
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