Oggi nel giorno del clandestino day leggo sul il nord sardegna questa tristissima storia .
Evito ogni commento per evitare le solite banalità di circostanza , e quindi preferisco che a parlare siano i fatti Oltre che la Musica che ho in sottofondo in questo momento "Dietro casa" di Ludovico Enaudi
adatta a tale evento perchè spesso tali fatti avvengono dietro casa nostra e neppure ce ne accorgiamo
Evito ogni commento per evitare le solite banalità di circostanza , e quindi preferisco che a parlare siano i fatti Oltre che la Musica che ho in sottofondo in questo momento "Dietro casa" di Ludovico Enaudi
adatta a tale evento perchè spesso tali fatti avvengono dietro casa nostra e neppure ce ne accorgiamo
Arzachena.
Da tempo il marocchino di 39 anni aveva rinunciato alle cure per la condizione di irregolare Malato di tumore ma clandestino muore senza assistenza medica
Lo status di irregolare non permetteva aSaidFenandi avere accesso allecure sanitarie
Francesco giorgioni
francesco.giorgioni@epolis.sm
Said Fenan aveva 39 anni e veniva dal Marocco. È morto poco prima della mezzanotte di mercoledì in un roulotte che era la sua casa, condivisa con un senza dimora tedesco che sarà
anche uno dei pochi a piangerne la fine. Said è morto solo come un cane, senza assistenza medica nè altri conforti. Perchè a chi non ha in tasca un permesso di soggiorno questa pietà umana non si può più riconoscere. E Said, clandestino,quel pezzo di carta in tasca non ce l'aveva.
Lottava da tempo contro un tumore alla gola che da mesi lo aveva condannato a morte. Gli ultimi giorni li ha trascorsi in una specie di ghetto stadio Biagio Pirina: quattro roulotte in mezzo ad una radura attorniata da eucalipti, tutt'attorno ville faraoniche con piscina di una delle nuove zone residenziali di Arzachena, Comune della Costa Smeralda. Pare le abbiano fatte sistemare dal Comune, per dare un tetto pur precario a chi dalla vita non ha avuto fortuna. Come Said ci sia arrivato, in quella specie di villaggio, nessuno lo sa.
Prima che subebntrasse la norma che impedisce ai medici di assistere i clandestini, risulta che Said fosse stato per qualche tempo ricoverato all'ospedale di Olbia. In paese, qualcuno conferma che per un periodo Said avesse ricevuto assistenza dalla Caritas. Poi, per lui, l'esigenza di far la franca ha prevalso sull'istinto di sopravvivenza. Viveva imboscato, perchè andare dal medico avrebbe significato denunciare la sua condizione di irregolare e farsi espellere. Il male ha continuato a progredire senza che nessuna cura lo potesse ostacolare poi,nelle ultime settimane, le condizioni dell'immigrato marocchino sono peggiorate per le privazioni imposte dal Ramadan, che aveva osservato nonostante il fisico debilitato.
IL coinquilino tedesco dicedi avere chiesto aiuto, vedendoche le condizioni di Said peggioravano di giorno in giorno.Ma il moribondo è rimasto da solo, nella roulotte, anche nelle ultime ore della sua esistenza.Mercoledì sera, Said ha perso conoscenza. Gli abitanti della baraccopoli, un quarto d'ora prima di mezzanotte, hanno chiamato il 118 che ha inviato un'ambulanza. Lo hanno caricato, ma ormai le sofferenze di Said erano finite. Il suo corpo è stato trasferito nella sala mortuaria del cimitero a poche centinaia di metri dal suo letto di morte. Passato a migliore vita.
Certamente migliore di quella che aveva vissuto, senza diritto all'assistenza perchè in tasca non aveva quel pezzo di carta,limite invalicabile per l'umana comprensione.
La colonne sonor di oggi è tratta da http://clandestino.carta.org/ dove trovate gli audio
Francesco giorgioni
francesco.giorgioni@epolis.sm
Said Fenan aveva 39 anni e veniva dal Marocco. È morto poco prima della mezzanotte di mercoledì in un roulotte che era la sua casa, condivisa con un senza dimora tedesco che sarà
anche uno dei pochi a piangerne la fine. Said è morto solo come un cane, senza assistenza medica nè altri conforti. Perchè a chi non ha in tasca un permesso di soggiorno questa pietà umana non si può più riconoscere. E Said, clandestino,quel pezzo di carta in tasca non ce l'aveva.
Lottava da tempo contro un tumore alla gola che da mesi lo aveva condannato a morte. Gli ultimi giorni li ha trascorsi in una specie di ghetto stadio Biagio Pirina: quattro roulotte in mezzo ad una radura attorniata da eucalipti, tutt'attorno ville faraoniche con piscina di una delle nuove zone residenziali di Arzachena, Comune della Costa Smeralda. Pare le abbiano fatte sistemare dal Comune, per dare un tetto pur precario a chi dalla vita non ha avuto fortuna. Come Said ci sia arrivato, in quella specie di villaggio, nessuno lo sa.
Prima che subebntrasse la norma che impedisce ai medici di assistere i clandestini, risulta che Said fosse stato per qualche tempo ricoverato all'ospedale di Olbia. In paese, qualcuno conferma che per un periodo Said avesse ricevuto assistenza dalla Caritas. Poi, per lui, l'esigenza di far la franca ha prevalso sull'istinto di sopravvivenza. Viveva imboscato, perchè andare dal medico avrebbe significato denunciare la sua condizione di irregolare e farsi espellere. Il male ha continuato a progredire senza che nessuna cura lo potesse ostacolare poi,nelle ultime settimane, le condizioni dell'immigrato marocchino sono peggiorate per le privazioni imposte dal Ramadan, che aveva osservato nonostante il fisico debilitato.
IL coinquilino tedesco dicedi avere chiesto aiuto, vedendoche le condizioni di Said peggioravano di giorno in giorno.Ma il moribondo è rimasto da solo, nella roulotte, anche nelle ultime ore della sua esistenza.Mercoledì sera, Said ha perso conoscenza. Gli abitanti della baraccopoli, un quarto d'ora prima di mezzanotte, hanno chiamato il 118 che ha inviato un'ambulanza. Lo hanno caricato, ma ormai le sofferenze di Said erano finite. Il suo corpo è stato trasferito nella sala mortuaria del cimitero a poche centinaia di metri dal suo letto di morte. Passato a migliore vita.
Certamente migliore di quella che aveva vissuto, senza diritto all'assistenza perchè in tasca non aveva quel pezzo di carta,limite invalicabile per l'umana comprensione.
La colonne sonor di oggi è tratta da http://clandestino.carta.org/ dove trovate gli audio
- Lampedusa 24/01/2009 di Giacomo Sferlazzo tratta dall'album "Il figlio di Abele"
- Una barca in mezzo al mar Testo e musica di Annamaria Sarzotti
- Il campo di Marco Rovelli tratto dall'album LibertAria
1 commento:
probabilmente sarebbe morto comunque..e comunque sono migliai i calndestini ricoverati negli ospedali e curati gratis anche ora...non mi pare si possa dare colpa a uwesta legge che sinceramente non disprezzo del tutto, in quanto mi scoccia che io, precaria da dieci nni, devo pagare anche per chi non ha diritto a stare qui.
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