Matteotti personaggio eretico per la destra e [ sic ] per la sinistra : 100 anni dopo nessuno dice che Mussolini fu il mandante

 

Visto      che  nessuno   per   le  celeberazioni  per  il  100   di Matteotti  ha trattato questi temi tabù con profondità è  evidente  che   fu   : <<  Un eretico, inviso a destra e a sinistra >> (  articolo  de  il sito    www.quotidiano.net/ del l  31\5\2024 )  .
 Infatti  mi
 chiedo    se avrebbero ,   fatto più bella  figura    a coltivare   come  fanno  sempre  l'oblio   o  a  gettargli  fango , che   fare  celebrazioni   ipocrite    di Giacomo Matteotti    . 
Forse sarebbe     stato meglio  
 affidare un ritratto privato di Matteotti a Bruno Vespa . Ma a cosa serve informare 100 anni dopo la nazione che “l’insospettabile carica erotica delle lettere di De Gasperi alla moglie è assente in quelle di Matteotti”? Indegno anche Luciano Violante. L’ex magistrato, già responsabile giustizia del PCI, avrebbe potuto accennare al ruolo fondamentale dei giudici nel caso. Se sappiamo oggi molte cose sull’omicidio lo dobbiamo ai giudici Del Giudice e Tancredi. Mussolini li fece promuovere e sostituire con il cognato di Farinacci. Invece di ricordare l’importanza dell’autonomia della magistratura (tema attuale) Violante ha preferito fare esattamente quel che ci si aspetta ormai da Violante: un bel discorso sull'accettazione della diversità in Parlamento con la citazione di due nemici della democrazia. Prima il cattivo Hitler subito bilanciato dal cattivo Lenin. 

Alla Camera Ignazio La Russa, Giorgia Meloni FOTO ANSA

E poi il richiamo all’insegnamento dell’ex MSI Pinuccio Tatarella. Magari c’entrava poco con Matteotti ma certo era musica per le orecchie di Meloni e La Russa.Lo storico Emilio Gentile è partito bene, a parte forse il plurale: “si conoscono esecutori, mandanti e moventi dell'omicidio di Matteotti”. Peccato che poi abbia messo tra parentesi la questione principale (“c’è chi dubita ancora che sia stato Mussolini a volerne la morte”). Gentile ha perso un’occasione. Non gli capiterà più di avere seduta davanti Giorgia Meloni, attenta come una scolaretta, alla quale spiegare perché era una bestemmia quel che disse nel lontano 1996 a 19 anni: “Mussolini è stato un buon politico”. Non gli capiterà più di poter svelare a La Russa che il mandante dell’omicidio del padre della democrazia è proprio quel signore pelato del quale conserva il busto in salone.Tutta la celebrazione di ieri è stata centrata sul discorso del 30 maggio 1924. Qualcuno ha fatto intendere che sia il movente. Nessuno ha detto che le ricerche dello storico Mauro Canali (non a caso mai citato) dimostrano il contrario: i killer arrivarono a Roma una settimana prima. Il movente non può essere quello anche se piace a tutti i politici. Alla fine il clima ipocrita della celebrazione ci rende simpatici i due studenti che si sono addormentati in tribuna. Uno si è svegliato solo quando il compagno - per evitare foto o reprimende - lo ha preso a gomitate. Forse il suo sonno critico era più degno di Matteotti di tanti discorsi.Degnissimo di Matteotti ieri è stato Alessandro Preziosi. La sua interpretazione magistrale del discorso del 30 maggio ha fatto rivivere il leader socialista sul suo scranno. E vedere Meloni e La Russa ascoltare quel Matteotti risuscitato denunciare una a una le violenze del fascismo è stata una scena indimenticabile. Immaginare Matteotti gridare quelle denunce nel 1924 davanti a quel Parlamento è stata una formidabile cartina di tornasole dello scarso coraggio di chi ieri aveva parlato prima di lui.

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