da Lorenzo Tosa
Bisogna che si parli di quello che ha appena combinato in vasca questa ragazza qui, Sara Curtis da Savigliano (Cuneo), che a 18 anni ha buttato giù di 17 centesimi il record italiano sui 100 stile libero che apparteneva da nove anni alla Divina Federica Pellegrini.Le sarebbe bastato un 53.8 per qualificarsi ai Mondiali. Lei ha toccato nel tempo monstre di 53.01, 8 decimi prima, con una nuotata che non si vedeva da anni con questo mix di grazia e potenza. Primo posto per distacco, pass per Singapore e miglior crono stagionale al mondo. Tutto insieme. E poco fa si è ripetuta nei 50 stile, nuotati in 24.52, quattro centesimi meno del suo stesso primato italiano. Figlia di madre nigeriana e padre italiano, Sara è anche l’emblema di una nuova Italia che molti ancora si rifiutano di vedere e riconoscere, a meno che non siano campionesse, ovvio… Non chiamatela “la Ceccon femminile”. Come se, per una donna, l’unico modo per essere riconosciuta fosse quello di essere accostata a un collega maschio.Sara è solo Sara, quella che a due anni era già in vasca e che a 18 anni non ha nessuna intenzione di smettere di studiare. Anzi, vorrebbe pure iscriversi a Psicologia. “Nuotare mi aiuta a studiare”. E viceversa.Più del record (straordinario), mi ha colpito Sara Curtis come persona, la semplicità, l’umiltà, il garbo con cui racconta e si racconta.L’augurio è che si goda tutto, senza ansia e con la minima pressionepossibile (un po’ è inevitabile quando hai un talento del genere), coi tempi giusti e senza perdere nulla del percorso.La strada è quella giusta.
Sara non è “la Ceccon femminile”. Sara è Sara Curtis, ed è già un nome che risuona fortissimo da solo. Una ragazza che unisce talento, umiltà e voglia di conoscenza: un modello autentico per l’Italia che verrà, quella che accoglie, cresce e splende con orgoglio.Grazie Sara per questa emozione. E avanti tutta, con il cuore leggero e lo sguardo fiero!
