2.12.04

Senza titolo 421

fosco oscuro


mare nero


quello che lasciò


tergere l’ombra


mia nell’esausto


respiro del terrore


accarezzando il


tetro tremore delle


carni esauste


non c’è senso


nella paura se


non quello di


perdersi in pensieri


ebri d’emozione


catalizzando l’aria


e lo sguardo


stringendo il mondo


in fondo allo


stomaco lasciandosi


andare fino


al coraggio

bhopal 3\12\1984 - 3\12\2004 ( II )


240 mesi di tosse e fame e, adesso, 555 dollari e 55 centesimi a testa per smettere di protestare



 








Una nube tossica provocò una catastrofe: decine di migliaia di morti


Bhopal vent'anni dopo. 555 dollari per il silenzio


I sopravvissuti aspettano i soldi della Union Carbide. In cambio l'impegno di smettere di protestare


DAL NOSTRO INVIATO








Una donna di Bhopal, rimasta vedova dopo l'incidente della Union Carbide (Reuters)
BHOPAL -
La tosse: per Arman, Raju e Ajju, che hanno 20 anni nel 2004, è la colonna sonora della loro vita. La tosse dei loro padri, delle madri, dei fratelli, delle sorelle, e dei vicini, oltre le sottili tramezze. Notte e giorno, estate e inverno, le pareti nude di casa riecheggiano i colpi di tosse. Non arriva e non arriverà mai quello liberatorio, quello che riuscirà a espellere il male dai bronchi sconquassati. Sopravvivere alla catastrofe chimica del 3 dicembre 1984 non è stato un grande affare: 240 mesi di tosse e fame e, adesso, 555 dollari e 55 centesimi a testa per smettere di protestare. Per lasciar finalmente sbiadire sui muri la scritta «Hang Anderson», impiccate Anderson, rinfrescata ancora ieri e riferita a Warren, l’ex amministratore delegato della Union Carbide, la fabbrica americana di pesticidi che ha trasformato una delle più belle e secolari città dell’India centrale in un assordante lazzaretto di tisici inguaribili.
Venticinquemila rupie per smettere di lamentare cecità, nausee, vomiti e fitte al petto. Per lasciare che il mondo dimentichi il nome di Bhopal e le cifre mai precisate della strage.
Tra i sedicimila e i trentamila morti, mezzo milione di superstiti malconci, 150 mila coi polmoni sfiniti e gli occhi cauterizzati dalla grande ustione chimica. E nessun processo per stabilire come sia accaduto.
Arman, Raju e Ajju, classe 1984 come la fuga di 40 tonnellate di gas, sono amici d’infanzia, cresciuti insieme nelle strade di terra battuta e pozzanghere di Congress Nagar, il quartiere musulmano a sud del vecchio stabilimento. Il destino loro e del vicinato quella notte tra il 2 e il 3 dicembre fu deciso dal vento che inseguì i fuggitivi verso meridione, con la sua nube carica di isocianato di metile, lo sterminatore di parassiti campestri, implacabile ingrediente di una miscela brevettata dalla Union Carbide col marchio «Sevin».
L’efficacia collaudata sugli insetti nei laboratori della Virginia occidentale diventò evidente, senza microscopio, ingigantita a misura d’uomo in India. Non erano cocciniglie e pidocchi a contorcersi nell’erba e nell’asfissia. Donne, uomini, bambini soffocavano nel loro sangue e nel loro vomito, bruciavano senza fuoco. Minuti, ore, giorni, mesi, anni: l’agonia si rivelò di proporzioni variabili. Proprio quanto le stime del disastro, delle conseguenze e delle responsabilità. E dell’impennata di tumori.
Vent’anni di congetture, che ad Arman, Raju e Ajju non interessano granché: vogliono solamente 555 dollari e spiccioli ciascuno, al più presto. «Perché senza quei soldi non possiamo far nulla» dice Arman, il più loquace del terzetto, accovacciato sul pavimento di casa accanto al padre, Feroz, venditore di farina, che dorme avvolto in una vecchia coperta. Per i loro 1.666 dollari e rotti, i tre ragazzi hanno piani precisi e comuni: «Prima cure mediche private e poi il business». Il business? «Sì, un negozio. O un’altra attività, che ci permetta di farci anche una famiglia». Con una ragazza di Bhopal? «Quelle di fuori sono più sane - parla chiaro Arman, con un guizzo astuto negli occhi -. Molte ragazze qui invecchiano senza un marito. A meno che siano molto belle e molto ricche».








Una donna indiana davanti a un muro di Bhopal (Afp)
I tre amici riscuoteranno probabilmente i loro soldi prima di compiere i 21 anni,
e da quel momento nulla potranno più pretendere o rivendicare per la loro infanzia bruciata e la loro adolescenza rubata al calcio, al cricket, alla scuola: «Siamo cresciuti analfabeti e deboli» apre bocca finalmente il timido Raju. Il quotidiano locale, Sandhya Prakash , pubblica l’elenco dei convocati il giorno dopo in tribunale, per la distribuzione degli assegni di risarcimento: le vendite sono triplicate, come il prezzo del giornale, da due a sei rupie. Dieci centesimi di euro ben spesi per quanti scopriranno di poter incassare, vent’anni dopo, il corrispettivo della loro salute. O dei loro morti: fino a un massimo di 100 mila rupie, 2.222 dollari e 22 centesimi, per un genitore o un figlio perduti. E’ la somma riconosciuta a 3.017 vittime. Respinte altre 12 mila richieste.
Non sono pochi soldi, ma si dissolvono subito nelle mani inesperte dei poveri, se arrivano a destinazione. E’ già successo con la prima rata, anticipata dal governo indiano tra il 1991 e il ’96: «Molti si sono comprati il televisore o sono stati spogliati dagli avvocati» racconta Rachna Dhinagra, portavoce della Campagna Internazionale Giustizia per Bhopal. Ora che la Corte Suprema indiana ha sbloccato i 327 milioni di dollari depositati dalla Union Carbide per 566 mila vittime, si cerca di scongiurare lo sperpero: «Stiamo organizzando gruppi di assistenza finanziaria - annuncia Rachna -, suggeriamo di investire in azioni delle Poste indiane, che rendono il 9 per cento, o di costruire una casa con pannelli a energia solare».
Nata 26 anni fa a Delhi e cresciuta per 21 a Detroit, Rachna ha abbandonato una carriera di consulente informatica in un’azienda americana quando ha scoperto che la sua prima cliente sarebbe stata la Dow Chemicals, il colosso che aveva assorbito la Union Carbide. E’ tornata in India e ora lavora alla Sambhavna Gynecological Clinic for Survivors, il Day hospital fondato dallo scrittore Dominique Lapierre con i diritti d’autore dei suoi successi: «La città della gioia», «I mille soli» e, naturalmente, «Mezzanotte e cinque a Bhopal».
Lapierre è arrivato ieri sera, trionfalmente accolto dall’armata di superstiti e attivisti. Le portabandiera sono due cinquantenni, Rashida Bee e Champa Devi Shukla, che hanno brandito minacciosamente le loro scope sotto le sedi della Dow Chemical di mezzo mondo, finché non hanno spuntato i risarcimenti. Contente? «No, vogliamo che i dirigenti della Dow vengano qui, in ginocchio - risponde Rashida -. Ci riusciremo. Devono ripulire la fabbrica abbandonata». Le scorie tossiche sono filtrate nel sottosuolo, hanno raggiunto la falda freatica, che disseta 14 comunità nel raggio di due chilometri: «Ventimila persone si stanno avvelenando giorno dopo giorno», Rachna cita analisi e studi concordi. La battaglia legale continua, come la tosse, come la contaminazione, come le marce e gli scioperi della fame. Perché continua a uccidere anche il killer, evaso a mezzanotte e cinque del 3 dicembre 1984, da un sistema di sicurezza governato al risparmio. Un killer che, da vent’anni, non fa differenza fra uomini e pidocchi.

Elisabetta Rosaspina

2 dicembre 2004 







http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/12_Dicembre/02/bhopal.shtml

1.12.04

A Natale regala solidarietà, regala la Cholita!

                ricevo via  email dall' associazione magia delle  Anmde   questa iniziativa 






 



















Campagna di raccolta fondi per il progetto Huaro
 
Gentile amico,
in questo periodo la nostra associazione, che come ben sai gestisce Portale Perù, sta raccogliendo fondi per la realizzazione di una scuola per disabili nel villaggio di Huaro che è situato vicino a Cusco - Perù.
I costi per il completamento di questo centro sono considerevoli e quindi abbiamo pensato di istituire una serie di iniziative utili a conseguire l’obiettivo. Nelle prossime settimane riceverai altre newsletter simili a queste dove verranno promosse le varie attività; nel caso tu non fossi interessato ti chiediamo gentilmente di diffondere il messaggio ad amici e conoscenti.
Grazie per la tua collaborazione e comprensione.

Il Presidente dell’associazione Magie delle Ande
Gabriele Poli
 
 
Una bambola per Huaro è la nuova proposta dell’associazione Magie delle Ande per contribuire in modo concreto alla realizzazione del Centro Scolastico per bimbi e ragazzi disabili a Huaro.
Le bambole sono artisticamente e artigianalmente prodotte da Serena, la nostra amica che produce meraviglie nel suo laboratorio di Roma.
Tutte le bambole sono numerate e ogni numero corrisponde ad un nome.
Per maggiori informazioni clicca qui!

Senza titolo 420

Giornata contro l'Aids, ma l'Italia non dà i fondi

Cresce l'allarme ma a causa dei tagli alla Finanziaria il governo non onorerà gli impegni e non finanzierà il Fondo Globale

 


ROMA - «Nel 2004 l'Italia non sarà in grado di versare la sua quota annuale al Global Found per la lotta all'Aids». Lo ha confermato Giuseppe Deodato, direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo (Ministero degli Affari Esteri), alla vigilia della Giornata mondiale per la lotta all'Aids che si celebra il 1 dicembre in tutto il mondo. L'Italia, che insieme al Giappone è uno dei Paesi che contribuisce di più al fondo globale, ha ricordato Deodato, «ha avuto, infatti, grossi impedimenti a onorare il suo annuale impegno di 100 milioni di euro». L'impossibilità è data dal taglio per il 2004 che la Finanziaria ha previsto nell'ambito della cooperazione, taglio che ammonta esattamente a 100 milioni di euro sui 600 stanziati per il Ministero degli Esteri. L'Italia così non ha rispettato la prima scadenza del 31 luglio, né quella del 30 settembre per il versamento al Fondo, nato nel 2001, delle Nazioni Unite.
E questo nonostante l'allarme lanciato dagli infettivologi anche in Italia: il trend decrescente dei nuovi casi annuali si è interrotto e l'Italia, con
4000 nuovi casi annui torna a essere un Paese a rischio di crescita dell'epidemia (l'anno scorso erano 3500). Nel mondo i nuovi casi del 2004 ammontano a 5 milioni stima il rapporto 2004 di Unaids.



Fonte Corriere della Sera

 

Senza titolo 419


ALTA VELOCITA’


**(copyright SIAE)**


 




Tutto è curato


niente è improvvisato


due minuti un caffè giù al bar


ed il giornale da poco uscito


solo i titoli tempo non c'è




 


le gambe accavallate


di una ragazza in tram


frammentano i pensieri


ma non c'è tempo anche se lei sorride


e a saperlo non prendevi il caffè...




 


Alta velocità


corri formica a costruire l'eternità


alta velocità


ogni celletta uguale nell'alveare


alta velocità


se sbagli una curva finirai


fuori strada


alta velocità


cosa faresti se sapessi che


non c'è arrivo



 


Pillole rosse


per calmare i nervi


quelle gialle per tirarti su


son pance piene


gli schedari stracolmi


di notizie che non hanno un perché




 


ed al ritorno


niente gambe e i pensieri


quanto a quelli figurati ormai


hai letto che


pensano anche le scimmie


quindi è inutile pensare



anche noi


 


(che andiamo ad)



 


Alta velocità


sempre più forte senza mai più freno


alta velocità


al motto di «chi si pensa è perduto»


alta velocità


voglio arrivare prima d'esser partito


alta velocità


solo così potrò vedermi partire


alta velocità


corri formica a costruire l'eternità


alta velocità


cosa faresti se sapessi che...


non c'è arrivo

30.11.04

Senza titolo 418









"Il potere dei sogni ha il sopravvento sulla vita di una persona
riuscendo a guidarla verso sentieri mai battuti prima.
Ciascun essere umano ha dentro di se' il sole, la luna, le stelle.
Bisogna soltanto ritrovare quel cielo..."


R. Battaglia

 

Maestri di vita














Molti i chiedono  come fare  a conciliare  fede  e   Il mio spirito  libero  . La  risposta  stà In quest'articolo preso dal  2  numero  di   http://www.psychologies.it/ (  una  rivista  uscita  da poco ) 









Gesù di Nazareth

L’uomo che dava  del tu a Dio








 






















Le Sue date
25 dicembre Nascita di Gesù. Festività di Natale.
6 gennaio I magi adorano  Gesù bambino nella mangiatoia.  Festività dell’Epifania.
2 febbraio Presentazione di Gesù  al Tempio. Festività della Candelora.
Pasqua (Data  variabile secondo  l’anno liturgico). Morte e Risurrezione di Gesù.
Quaranta giorni dopo Pasqua  Ascensione di Gesù al cielo. Festività dell’Ascensione.
Dieci giorni dopo l’Ascensione  Lo Spirito Santo  scende su Maria e gli apostoli. Festività della Pentecoste.


Poco più di duemila anni fa, a Betlemme, un piccolo paese della Palestina, nasceva un uomo che avrebbe cambiato il destino dell’umanità. Cosa conosciamo di questo giudeo chiamato Gesù o Yeshoua in lingua ebraica? Gli episodi essenziali della sua vita e del suo rivoluzionario messaggio sono stati tramandati attraverso i quattro Vangeli, scritti dagli apostoli Matteo e Giovanni, da Luca, discepolo di Paolo, e da Marco, discepolo di Pietro. Da numerosi suoi contemporanei era considerato il Messia, cioè l’inviato da Dio, ma da molti altri era visto come il “Messia politico”, cioè il liberatore dall’occupazione romana. Gesù si presentava invece sia come “Figlio dell’uomo” sia come “Figlio di Dio”. Quest’ultima affermazione gli attirò l’odio delle autorità religiose e gli procurò la condanna a morte. Gli apostoli, raccontano i Vangeli, hanno visto Gesù risorto tre giorni dopo la sua morte. Hanno inoltre testimoniato che, nei quaranta giorni successivi, apparve loro più volte prima della sua definitiva ascensione al cielo.

e dal considerare ( come mi  ha insegnato mio padre che  a  differenza di me  è di " educaziopne  " marxista - lennisnista   )    sia  quei cattolici  di cui riporto   fra i miei preferiti  i loro siti  , sia  Gesu \  Dio  il primo rivoluzionario   della  storia 

Cane Triste

...stavo per piangere.qui mi prenderete per stupida,o per un'inguaribile romanticona ipersensibile,ma sul serio,quello che ho visto mi ha messo tristezza.
appena entrati in città,vicino a quello squallido posto pieno di cemento di murales e di mozziconi di cicca dove ci sono le rampe per lo skateboard,c'è una casa.una casa come tutte quelle che ci sono in quel quartiere,bianca,con un giardino incolto e la porta del garage tutta arrugginita.fino a qualche tempo fa,se la guardavo dal finestrino,vedevo due cani.due cuccioli identici di pastore tedesco,che camminavano insieme,o guardavano le macchine passare,accucciati l'uno di frotne all'altro,con le zampe anteriori che si toccavano.Da un po',ma io me ne sono resa conto del tutto solo adesso,ce n'è uno solo.Guarda le macchine allo stesso modo,resta fermo al suo posto,aspetta che il suo padrone esca per bagnare i fiori.Ma è da solo.Oggi mi sono chiesta dov'è finito l'altro,e mi è venuto da piangere.Mi facevano una tenerezza pazzesca.


(il tutto risale a maggio...ma avevo una gran voglia di postarlo di nuovo da qualche parte...^_^)

Senza titolo 417

Taglio Irpef, il 60 per cento degli italiani non vedrà un euro


Una prima verità. Una verità ufficiale e certificata dal governo. A rivelarla è la relazione tecnica che accompagna l’emendamento alla Finanziaria presentato al Senato. I numeri, dunque, numeri che anche Berlusconi e soci non possono nascondere.



Il taglio delle tasse riguarderà soltanto il 40,7 per cento dei contribuenti, in tutto 15,6 milioni di persone. Non pochi, certo, ma cosa dirà il restante 59,3 per cento, 22,7 milioni di persone che non vedranno un euro? E cosa diranno quei malcapitati 13mila che, invece di guadagnarci, dovranno pagare 50 euro in più all’anno? Difficile che la propaganda governativa li commuova.


Il risparmio medio di imposta pro-capite sarà di circa 369 euro, il che naturalmente vuol dire che sarà superiore a quella cifra per i pochi ricchi e inferiore per gli altri. Ovvero ampiamente riassorbito dai tagli ai servizi e dall’aumento delle altre imposte.


Fonte: www.unita.it

La pubblicità è nuda

 


  



 


 vorrei riallacciarmi alla domanda  fatta  in un post  (   non ricordo quale  di questo  blog  )   come mai le  donne  non reagiscono alla   mercificazione  del loro corpo  ? alla quale fanno  da contraltare   due  altre  1) che fine ha fatto il femminismo? 2) esistono ancora le donne?", domande  simili   che aprono  la rubrica di Umberto Galimberti su D La Repubblica delle donne del 10 aprile, ed è citata da una lettera di un signore di Arezzo. Il quale chiede ancora cosa fanno le donne "contro la crescente mercificazione del corpo femminile". Galimberti non solo è d'accordo, ma afferma che "nella pubblicità la donna è esposta come una pietra preziosa e irriducibilmente ridotta a oggetto totale e inutile". Ora apro la  rivista che esce appunto ogni sabato insieme a "Repubblica", e cosa trovo? Dopo una copertina con la solita adolescente lolitiana dal viso un po' perverso, pubblicità a tutta pagina e a tutta... birra: dai profumi alle calze, dall'intimo ai jeans, dalle creme ai gioielli, dagli occhiali agli accessori, e tutta basata sul richiamo chiaramente allusivo al sesso. Qualche esempio? Cavalli: un serpente boa striscia sul corpo ramato di una longilinea stesa sulle dune; lo stesso serpente dà forma al flacone del profumo; la Diesel Society si serve invece di un voyeur che si arrampica su una roccia al di sotto delle gambe abbronzate di una fanciulla; Ferré: altro flacone dalla forma fallica, disteso su donna nuda in penombra; Acqua di Roma, dell'ineffabile Laura Biagiotti: due giocherelloni, maschio e femmina, fanno all'amore in piedi, "per amore e per gioco", recita la pudica didascalia: e via alludendo e mercificando. Per non parlare poi delle pagine della moda, che propone ormai soltanto teenager acerbe e proterve, corrucciate e "incavolate", che noi  uomini  , a  volte  anch’io   la  compriamo  per le  nostre attività onanistiche  facendone  un surrogato alle  riviste  pornografiche   .Nonostante  questo  , a volte  oltre “l’arrappamento”  provo   disagio  , stanchezza , disgusto  ,  nello sfogliare  tale pagine . IL  vedere le foto di adolescenti in erba, innocenti negli sguardi e dal pudore sottolineato da un trucco sulle gote irreale, quei bei corpi, nudi e vitali, offerti per reclamizzare oggetti che li renderebbero migliori e di successo, mi ha reso profondamente  schifato  ,  come  se non bastassero   gli altri settimanali  ( l’espresso e panorama  ,  solo per  citare  i  più importanti  ) . Di certo ha pesato su tale sentimento allorquando ho sovrapposto i loro visi a quelli, perfetti e sconosciuti come bambolotti, dei modelli. Poi però è subentrata la consapevolezza che il retro pensiero alla base di tale malinconia era riflettere il turbamento provato dalle ragazzine  di  10\14   non ancora  formate   criticamente per  respingere  o accettare non passivamente   i modelli imposti   dal sistema  ;  e  quello che  viene definito dai benpensanti   un  potenziale infangatore  d’anime,  o peggio  comunemente denominato pedofilo , e  a quali considerazioni deduttive potrebbero approdare    tali persone  di individui?  Riporto qui  la  risposta  di  galimberti  : <<. Le risposte sono ovvie. Le ragazzine proveranno invidia che di solito genera processi di imitazione che, se ostacolati, alimentano scontrosità e vissuti di incomprensione in famiglia, il pedofilo proverà desiderio inseguendo i tortuosi percorsi della sua abiezione. Due effetti nefasti di una rivista che, quando io ero adolescente, sarebbe stata considerata pornografica. Con la sola differenza che le riviste pornografiche le compravano e le comprano i masturbatori, mentre le riviste femminili abbinate ai quotidiani girano ovunque sotto gli occhi di tutti, adolescenti compresi. L'obiezione la immagino: "I tempi sono cambiati", come se il cambiamento fosse per sé un valore che allude all'emancipazione. Per "emancipazione" si deve intendere, nel caso specifico, la liberazione sessuale della donna che, nella fattispecie, è il suo denudamento sulle riviste femminili per la gioia dei voyeurs e dei produttori di merci estetiche, le cui pubblicità sono l'ossigeno dei giornali che non saprebbero come altrimenti finanziarsi. La nostra libertà d'informazione e quindi la nostra democrazia sono garantite dalla pubblicità che impone la sua legge, e lo può fare perché in Italia gli acquirenti dei quotidiani sono solo il dieci per cento della popolazione (cinque milioni, compresi gli acquirenti dei giornali sportivi). Ne consegue che responsabile dello strapotere della pubblicità siamo tutti noi che non frequentiamo le edicole e, non comprando abbastanza quotidiani, non li rendiamo finanziariamente più liberi dalla pubblicità. Le nostre, anche giuste, rimostranze non ci fanno del tutto innocenti. >>


Vogliamo darci una mossa   o  vogliamo  che    i  giovani  ragazzi \  e  continuino a  diventare   schiavi  della  moda   o di tutto  quello  che  gli si impone  attraverso la  tv ( divenuta sempre  di più   salvo alcuni programmi di nicchia   , visti gli orari  assurdi  ,  strumento  per  imbambolarci  e  farci smettere di pensare  ?  )   o   la pubblicità che  ha  reso conformismo ciò che  prima era   trasgressione   ,  facendo si  che   la  vera trasgressione   non esiste  più  e  la  vera   rivoluzione  è il non trasgredire a  tutti i costi  ?   o tutto  venga   ( compreso il corpo delle  donne e  al cultura  )  mercificato  e  omologato  ?  << E se >> come dice  galimberti <<  la democrazia fosse solo un effetto secondario della pubblicità che, per vendere le sue merci, è costretta a spostare sempre più in là i paletti del comune senso del pudore? >>


 


 

29.11.04

Senza titolo 416

Confessione


d’amore occhi


che tremano e


canto di foglie


morte le lacrime


affondano nella


faccia l’indifferenza


che t’abbraccia tra


i tuoi occhi di cera


le parole si fanno


gelo e pendo stretto


dalla tua voce


per quel che ho


detto sento i


chiodi oltre la


croce per un po’


d’amore guarda che


vita devo fare hai


dimenticato il passato


mentre te ne vai nei


passi che hanno calcato la


mia immaturità, il tuo


amore

ecco il testo dela Guzzanti : alla discoteca

lunedì alla  discoteca                                                                                                                                                             martedì alla discoteca                                                                                                                                                            mercoledì alla discoteca
giovedì non ci volevo andare
ma Fabio è venuto a cercarmi
così sono andata
alla discoteca
venerdì alla discoteca
ed il sabato alla discoteca
la domenica alla discoteca
lunedì alla discoteca
martedì alla discoteca
mercoledì ho lavato le mutande
e le ho stese alla discoteca
giovedì non ci volevo andare
ma Fabio è venuto a cercarmi
così sono andata
alla discoteca
venerdì mi sono tolta un callo
ma nella metrica non ci stava
allora ho battuto due colpi di caracssa
pum pum
e poi sono andata
pum pum
alla discoteca
sabato mi son schiantata sulla strada della discoteca
ma sai che ti dico
è meglio morì
non ne potevo più di sta discoteca
sai che ti dico è meglio così
che passar la vita alla discoteca
dicono sempre alla televisione
che è pericoloso guidare dopo la discoteca
ma c'è un' altra cosa
che è ancora più pericolosa
e questa cosa
è la discoteeeeca::
-Alla discoteca-

Bhopal 3\12\1984-3\12\2004 per NON DIMENTICARE E RIFLETTERE SULAL E RIGLETTERE SULLA POLITICA LIBERISTICA












Il convegno Da Bhopal alla chimica del futuro
Venerdì 3 dicembre 2004, ore 16.00, via Poerio 32, Mestre - VE


Programma del Seminario



Relatori

Roberto Ferrigno
Direttore Campagne di Greenpeace
Gianfranco Bettin
Prosindaco di Mestre.
Michele Vianello
Vicepresidente della Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti.
Andrea Di Stefano
Responsabile delle attività istituzionali di Novamont.
Vittoria Polidori
Responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace.
Marco Caldiroli
Medicina Democratica.
Interventi concordati
Anthony Candiello
Comitato Promotore del Referendum e dell'Assemblea Permanente contro il Pericolo Chimico.
Franco Rigosi
Fondazione Bortolozzo.
Moderatore
Nicoletta Benatelli, Giornalista


A 20 anni di distanza mi sembrava opportuno non dimenticare l’agonia di Bhopalper : Per evitare che il mio post venga confuso con la serie delle celebrazioni a volte ipocrite e retoriche del ventennale anticipo il mio post su tale avvenmimento.




Sono passati 20 anni dal peggior disastro industriale della storia. La notte tra il 2 e il 3 dicembre 1984, a Bhopal, in India, quaranta tonnellate di gas letali fuoriuscirono dalla fabbrica di pesticidi della Union Carbide. 20.000 furono i morti nell'immediato e 120.000 quelli registrati fino a oggi. I sopravvissuti non hanno mai ricevuto un risarcimento adeguato, ancora oggi il sito non è stato bonificato e la gente continua a bere acqua contaminata. La Dow Chemical possiede oggi la Union Carbide. Come vi renderete conto dai siti citati , la Dow opera in maniera diversa ma ugualmente irresponsabile in India come negli Stati Uniti .Esso è stato ( e continua ad essere ) uno dei più gravi incidenti ambientali , che è stato definito l’ Hiroshima della chimica , quello di Bhopal ( India ) . Esso avvenne << nella fabbrica Union Carbide, fu dovuto alla negligenza dell'azienda che per risparmiare sulla sicurezza , fece 10\15.000 vittime in 3 giorni , ancora oggi si continua a morire. E solo ora stanno arrivando i risarcimenti. Minimi. >> da D inserto del quotidiano la repubblica ( per chi volesse leggerselo tutto lo trovo fra i link sotto )


Di tale avvenimento ho solo un ricordo vago ( in quanto avevo solo 8 anni ) basato sui racconti dei miei genitori , le immagini viste a fuori orario o nei tg per il 10 anniversario e dalla recitazione fatta per una puntata del la trasmissione report di Marco Paolini su quello che era successo a Bhopal e a Marghera per colpa della stessa ditta . Quindi il post si baserà su articoli trovati sul web . Essa secondo Greenpeace Italia <<. non più di omicidio ma di negligenza deve essere imputato Warren Anderson (presidente della Union Carbide all’epoca del disastro) secondo la richiesta che il Governo indiano ha deciso di rivolgere alla Corte di Giustizia. Se così fosse Anderson, dal 1986 in pensione nel suo ritiro di Vero Beach e oggi latitante dopo il mandato di cattura internazionale spiccato a seguito delle denunce delle associazioni delle vittime della “bella fabbrica”, rischierebbe una leggera multa o al massimo due anni di galera, anziché i 10 previsti per omicidio […] >> continua qua . La storia di tale tragedia , della sua ingiustizia e delle conseguenze che ha tutt’ora oltre le 10.500 ( ? ) in tre giorni è abbastanza lunga e difficile da riassumere e qui lascio parlare sia questa testimonianza : << il mio nome è Tahira Sultan, ma mi chiamano tutti, con affetto, Ruby. Ho 22 anni, sono nato a Bhopal, la capitale del Madhya Pradesh. Sono allegro e spensierato e i miei amici mi apprezzano per questo; ho passato a Bhopal tutta la mia vita e ora studio per il mio Master in Scienza e Biotecnologia L'infanzia a Bhopal. Aspettiamo con ansia ogni nuovo giorno. O meglio ogni nuova settimana, nuovo anno. Ogni tanto ci sediamo e ci auguriamo di poter cancellare quel giorno terribile dal calendario, sarebbe meraviglioso se si potesse fare davvero. Il ricordo di quella notte tra il 2 e il 3 dicembre è per noi, sono sicuro, come l'11 settembre per gli americani... Per le persone coinvolte è stata la giornata più terribile della loro vita. Quella notte buia del 1984 è ancora una pagina aperta nella mia mente, come se fosse stato ieri... Quella domenica, a mezzanotte e mezza, mi sono svegliato tossendo e quando mi sono alzato e ho guardato attorno la stanza era piena di un fumo biancastro e gli occhi hanno iniziato a lacrimare. Ho chiesto a mia madre cosa succedesse e mi ha detto solo di coprirmi bene con il lenzuolo e di tornare a dormire. Nel frattempo lei andava nell'altra stanza a vedere come stavano i nonni ( ---) >> continua qua ; i siti qua sotto in particolare quelli di informationguerrila e peacelink ( in italiano ) e i vari siti \ portali bhopal ( in lingua in inglese ) .


Tale multinazionale non è responsabile solo di quello che è successo in india , ma di altre cose . Ecco qui un riassunto “ .


IL sito del collettivo di pane&rose ( lo trovate sotto il link insieme ad altri che parlano di quello che fa questa multinazionale ) ha fatto una contro inchiesta su la Dow chimica dove afferma che : l << E' la Dow Chemical la proprietaria dell'impianto esploso a Marghera, dopo averlo a la stessa ditta \multinazionale di bhopal ha acquisito dall'Enichem nel 2001.Le vittime di Bhopal non sono ancora state risarcite dalla Dow Chemical, la quale rifiuta a tutt'oggi di bonificare la zona inquinata, e di disporre tutele alla popolazione malata (---)>> . Inoltre la Dow Chimica secondo le mode diplomatique ( ecco l’url dell’articolo in questione è stata uno dei maggiori fornitori di Agente Arancio (defoliante a base di diossina) dell'esercito americano durante la guerra del Vietnam ) , e Produce inoltre ovviamente usando ( come tutte le multinazionali ) manodopera nel sud del mondo e usando numerose sostanze a base di cloro (PVC, pesticidi , solventi , ecc tra cui la diossina ) magari proibiti o limiti in patria ritenuti fonte di numerose sostanze tossiche . E per finire Negli Stati Uniti 8 donne hanno intententato una causa contro la Dow Chemical per protesi difettose; 1800 donne si sono costituite parte civile. La Dow Chemical fu dichiarata colpevole di negligenza nella sperimentazione delle protesi avendo mentito sui rischi derivati dalla loro applicazione



Non so più che altro dire Con questo è tutto . aspetto i vostri commenti e i vostri ricordi o impressioni



PICCOLO VOCBOLARIO



Metil-isocianato è la sostanza che si sprigiona dalle ciminiere di Bhopal e che causa 20mila morti e 500mila invalidi.


Toluene-isocianato è la sostanza contenuta nella nube sospesa sopra Mestre e Marghera il 28 novembre di quest'anno.





PUNTIDI RIFERIMENTO




http://www.bhopal.net/


http://www.bhopal.net/oldsite/poisonpapers.html


http://www.bhopal.net/oldsite/contaminationtour.html




http://www.bhopal.org/welcome2.html


http://www.bhopal.org


 



sito creato dalla Union Carbide per dare la loro versione , secondo me falsa , dei fatti accaduti


http://www.bhopal.com/chrono.htm


 http://www.bhopal.com/irs.htm


 






http://www.umich.edu/~snre492/lopatin.html ( dove è localizzato sulla carta geografica )


http://www.dweb.repubblica.it/dweb2/dweb/2002/09/21/attualita/attualita/127bho318127.html


http://italy.peacelink.org/ecologia/articles/art_5070.html http://www.informationguerrilla.org/la_vergogna_di_bhopal.htm


http://www.girodivite.it/article.php3?id_article=287


http://www.viaggiatorionline.com/solidarieta/bhopal/


http://web.tiscali.it/outis-wolit/vebhopal.htm


http://www.greenpeace.org/international_en/features/details?item_id=649195


http://www.greenpeace.it/bhopal/


http://www.universitadelledonne.it/bhopal.htm


http://www.mad-dowhttp://www.universitadelledonne.it/bhopal.htm-disease.com/tour/main.htm ( la mappa della centrale )


http://www.dweb.repubblica.it/dweb2/dweb/2004/11/20/attualita/attualita/032bho42732.html


http://www.mobydick.it/giorno/giorno.html


http://www.ecologiasociale.org/pg/dum_bhopal.html


 






( collegamento fra Bhopal e porto marghera )



http://www.pane-rose.it/pagina_art.php?id_art=1150&loc=1


http://www.panna.org


http://www.corpwatchindia.org/issues/PRT.jsp?articleid=64


http://www.zadig.it/


http://www.corpwatchindia.org/action/PRTA.jsp?articleid=1143


http://www.eni.it/italiano/notizie/comunicati/comunicati01/cs_09_02.html


http://contropiani2000.org/bsf/cs/kontroverso_glisolfato.htm


http://www.repubblica.it/online/cronaca/marghera/marghera/marghera.html


 





Libri




Mezzanotte e cinque a Bhopal di Dominique Lapierre e Javier Moro


Essi hanno ricostruito la storia della vicenda e fondato un'associazione per raccogliere aiuti per la popolazione di Bhopal. Si può anche visitare il loro sito: http://cityfjoyaid.org oppure scrivere a dominique.et.dominique.lapierre@wanadoo.fr . . Ecco un’ottima recensione www.nonleggere.it/narrativa/rosso1/ dominique_lapierre_testo/schedatesto.asp


 


Film 


BHOPAL EXPRESS
di Mahesh Mathai (2001)


per  ulteriori news  http://www.centraldocinema.it/Recensioni/19Set02/bhopal_express_di_mahesh_mathai.htm