contro l'astensione di stato .....
..... Andiamo a tutti votare o per il No o per il SI . perchè parafrasando la famosissima canzone di Giorgio Gaber la libertà non è star sopra un albero è partecipazione . Data la massiccia compagna per l'astensione bipartisan si è taqlmente confusi che non si sa più se davvero si andrà a votare per abrogare una legge. O se invece saremo costretti a recarci alle urne in difesa dei principi cardine di una democrazia sempre più calpestata. Dalla politica degli interessi privati del premier, dallo sfascismo della Lega antiitaliana, dalle figure barbine in Europa, dalle intromissioni vaticane e dalle sottomissioni di parte delle cariche dello Stato ai voleri della Santa Sede. Il referendum sulla procreazione assistita, infatti, ci sta mettendo di fronte a questa ennesima variante dello scenario di crisi istituzionale. E di fronte a una scelta decisiva: votare in difesa del diritto-dovere del voto, al di là delle diverse posizioni che si possano avere sulla legge e sulla fecondazione eterologa. Votare in difesa del diritto di uno Stato laico di decidere senza gli anatemi della Chiesa, senza dover fare i conti con le indicazioni di non-voto del Papa e dei vescovi. Insomma, votare. Sì o no, ma votare, per impedire il gioco assurdo del disimpegno dalle urne teso a impedire il raggiungimento del quorum, ed eludere così il parere degli italiani sul tema spinoso del referendum. Un gioco - quello dell'astensione - che ha visto all'opera non solo Rutelli folgorato sulla via di Ruini, ma anche i presidenti di Camera e Senato che poco elegantemente chiedono ai cittadini di non essere
cittadini consapevoli di uno Stato democratico. Sarebbe stata preferibile una battaglia forte e chiara sulle ragioni del sì o del no. E invece questa possibilità ci è stata sottratta. Così come ci è stata sottratta la possibilità di avere una opinione diversa rispetto ai due schieramenti in campo. Invece a cinque giorni dal voto siamo arrivati a una simile radicalizzazione dello scontro su un tema che tocca questioni delicate, che attengono più alla morale che alla politica. E che in tal modo sono state schematizzate e ridotte a uno sbilenco dibattito politico, se così si può chiamare, sotto gli influssi della Chiesa che non ricordavamo così pressante dai tempi dei referendum sul divorzio ( 1975 ) e sull'aborto ( 1981). Con il sospetto che l'astensionismo, in questo caso, possa significare di più per il Paese che il fallimento del referendum sulla procreazione assistita, e possa dare il via libera ad altre operazioni oscurantiste: più da stato confessionale che laico. Concludo con una citazione « L’esercizio del votoèdovere civico, dice la Costituzione.Per questo mi causa un profondo senso di sdegno il fatto che proprio chi ricopre incarichi istituzionali inviti a non votare Ricordino che hanno giurato fedeltà alla Costituzione della Repubblica» ( Maurizio Viroli, storico, Università di Princenton, in Corriere della Sera,5 c.m ) trovate qui news in merito http://tinyurl.com/cgnnq
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Commenti
Il referendum è uno strumento legislativo adatto a risolvere situazioni "definitive"...o bianco o nero...non quando nel mezzo ci sono miliardi di sfumature...è aberrante che questi 4 referendum siano arrivati fino al voto...