Purtroppo non avevo voglia e avevo problemi di salute di farmi tutto il percorso della processione e quindi l'ho presa solo di striscio nel corso principale del paese. Una festa una festa molto sentita.... Ma nn è soltanto religiosa è anche civile..... Si festeggia sempre la prima domenica di settembre.... Quest'anno è stata anticipata di un giorno perché x domani ha dato pioggia . Alcuni commentano cosi : << Poche preghiere.......TUTTO folclore!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >>
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
31.8.19
prime feste d'autunno tra sacro e profano Sant' Isidoro tempio pausania edizione 2019
ricollegandomi al post precedente sull'autunno ( https://bit.ly/2Lf7QF3 ) eccovi alcune foto foto della Festa di Sant'Isidoro -#TempioPausania 30-31-Agosto 01 Settembre 2019 .
Gian Marco Carboni, ex Dimonios, strappò alla morte un carabiniere Premiato con la medaglia d’argento, ora fa il passacarte. Il motivo: è bipolare
SASSARI. Ogni tanto la sindrome bipolare trasforma il soffitto della sua camera in un widescreen. La notte, in quel buio non buio rischiarato dai pensieri, Gian Marco Carboni spalanca gli occhi, e la mente va in rewind. Rivede le immagini che scorrono. Sono perlopiù anime ancora sporche di morte, che forse non lo abbandoneranno mai.
Ora sta bene. Dice: «Vedi cosa ha scritto il mio psichiatra tre giorni fa? Compensato. Quindi tranquillo: non stai parlando con un matto».
L’autoironia è un’ottima medicina, che lui assume in dosi massicce. Poi ci sono gli altri farmaci, quelli chimici, che si trasformano in un navigatore interiore, capace di mantenere l’umore sulla retta via. Ma talvolta la sindrome bipolare riprende il volante, sterza bruscamente e preme sull’acceleratore della vita. Se Gian Marco Carboni ora si ritrova nel presidio sanitario di San Camillo, a Sassari, con una scrivania davanti, una penna tra le mani, l’umore sotto i piedi e una risma di fogli da fotocopiare, invece di stringere un bisturi chino su un letto operatorio, lo deve agli smottamenti emotivi della sua malattia. Lui, medico di trincea, promettente chirurgo, Dimonios, eroe di guerra, medaglia d’argento al valore che ha salvato vite a rischio della propria, ora si sente in stand-by esistenziale, a mollo nella burocrazia.
Dodici novembre del 2003. ore 10,30. «Svolgevo le visite mattinali negli ambulatori dell’infermeria della Brigata Sassari. Avevo 28 anni, ero sottotenente medico del 151° reggimento fanteria: ero un Dimonios. All’improvviso udii un forte botto, e pensai a un petardo. La nostra base, White Horse, distava 7 chilometri da Nassiriya. Uscii e guardai la piana sterminata: vidi una coltre di fumo densissima, e capii che doveva essere successo qualcosa di grave. La chiamata radio, qualche secondo dopo, confermò i miei timori». Carboni organizza rapidamente la squadra sanitaria e si dirige verso l’esplosione. «A un centinaio di metri dal luogo dell’attentato c’era un ponticello. Lì vidi un carretto pieno di frutta, e attaccato un mulo. All’animale mancava il ventre, perché l’onda d’urto era stata talmente devastante, da avergliela asportata». Quell’animale sbudellato sarà una delle sequenze di morte trasmesso in loop dal soffitto insonne.
Un’autocisterna carica di nafta aveva puntato a tutta velocità sulla santa barbara della caserma dei carabinieri e si era fatta saltare in aria. Il cratere scavato dalla deflagrazione, la palazzina dilaniata, la devastazione fisica del paesaggio è un’altra istantanea che contaminerà per sempre i pensieri.
«Io mi ritrovai in mezzo a uno scenario di guerra, con i caricatori e le munizioni custoditi nella riservetta che, avvolti dalle fiamme, continuavano a sparare proiettili intorno. Colpi di ak 47, beretta calibro 9, ar 70-90, uno dietro l’altro. Era come stare sotto tiro. Vidi un Vm blindato ribaltato su un lato, con il portellone aperto. Mi levai il casco per entrare, violando qualunque norma sulla sicurezza. Tirai fuori con tutta la forza che avevo un ragazzo. Mi accorsi subito che c’era poco da fare. Ma non volevo lasciarlo lì. Aveva 24 anni, volevo dargli una chance. Quando provai a rianimarlo era già morto».
Non c’è paura in questi scenari estremi. Il cervello va in autoprotezione, ti immerge in un liquido amniotico di imperturbabile onnipotenza: «Io non so se ci fosse già lo zampino della mia patologia, che cominciava già a lavorare sulla testa, fino a quel momento non mi aveva dato segnali. Però io, in quel frangente, mi sentivo immortale. Ricordo bene questa sensazione, e so di non essere l’unico soldato ad averla provata. Io dopo Nassiriya non ho più paura. Temo solo che i miei figli si possano ammalare. Posso avere incubi, rivedere fantasmi. Ma la morte non mi spaventa più».
L’ha vista posarsi da un corpo all’altro, mentre l’ospedale degli americani in pochi minuti si trasformava in una catena di montaggio. I soccorritori arrivavano come tante formichine che depositavano uomini fatti a pezzi. Un ufficiale a un certo punto grida: «We need a surgeon, ci serve un chirurgo». Gian Marco Carboni si fa avanti. «Avevano bisogno di me per un carabiniere colpito da una scheggia, con una emorragia toracica. Si chiamava Vittorio De Rasis, un abruzzese, che riconobbe la mia divisa e mi disse: tenente la prego mi salvi, ho dei bambini a casa che mi aspettano. Guardai la ferita e applicai un trucco che avevo “rubato” al mio primario Mario Trignano. Spruzzai dell’acqua ossigenata, che fa schiuma, per individuare l’origine del fiotto di sangue. E alla cieca tamponai il danno: era impensabile isolare l’arteria e suturarla. Feci la cosa più immediata per non farlo morire: chiusi il rubinetto con una pinza. E grazie a questo accorgimento un po’ rudimentale, De Rasis rivide i propri figli».
Il direttore sanitario del presidio Usa il giorno dopo si complimenta. «Mi fece chiamare e mi disse: “You are very qualified”. Io, specializzando al terzo anno, risposi: I’m very lucky. Sono solo fortunato».
Ma quel piccolo miracolo, assieme al coraggio e all’energia dimostrata durante i soccorsi, nel maggio del 2006 gli sono valsi la medaglia d’argento al valore militare. Che non equivale esattamente a un “bravo” accompagnato da una pacca sulla spalla. «Alla cerimonia di consegna ricordo un colonnello che, davanti alla mia onorificenza, è scattato sull’attenti». Poi però la medaglia e soprattutto i ricordi hanno un loro peso, e finiscono per trascinare a fondo Gian Marco Carboni. La sindrome bipolare a distanza di un anno presenta il conto. «Ha fatto un bel po’ di casino nella mia testa, e ci sono voluti cinque specialisti per rimettere ordine». Per risalire a galla bisogna spogliarsi dei fardelli, e dopo il congedo dalla Brigata l’ex medico del fronte comincia a denudarsi degli orpelli in maniera molto francescana. Il 12 luglio del 2013 regala la sua medaglia d’Argento al Museo della Brigata Sassari. «L’ho fatto per tre motivi: per prima cosa volevo lasciare un ricordo di quel che è accaduto a Nassiriya. Ritengo sia stato il più terribile attentato subito dall’Italia, ancor più di Piazza Fontana. Voglio che tutti sappiano cosa sia capace di fare l’uomo a un altro uomo. Poi l’ho fatto per me: per alleggerirmi di un peso, perché quell’esperienza è una ferita aperta. E infine perché ai miei figli un giorno possa capitare quel che è già successo a mio nipote. In gita scolastica al museo, ha guardato la mia foto e ha esclamato: ehi, ma quello è mio zio! E i compagni: non dire cazzate! Ma sì, c’è il nome: Gian Marco Carboni».
Un mese fa è andato all’ospedale di Ozieri alterato. «Avevo pasticciato con i farmaci, non mi rendevo conto, ero in fase ipomaniacale». Significa irascibilità a dieci tacche, niente freni inibitori, un traliccio ad alta tensione. «Ho avuto un diverbio con una collega, c’era il mio primario e una paziente: ho perso il controllo e sono andato in escandescenze. Tre mesi dopo, a causa del mio disturbo, sono stato sollevato dagli incarichi assistenziali e chirurgici e trasferito a San Camillo a sbrigare compiti burocratici. In pratica mi stanno ammazzando una seconda volta».
Prende ancora un respiro, lascia andare piano le parole: «Io ho sempre tenuto un profilo basso, ho preferito privarmi di ogni luccichio. Ma ora la mia medaglia la tiro fuori. Perché se non sono morto a Nassiriya non voglio morire pian piano nella depressione. Ho dato tanto e pretendo una possibilità. La sindrome bipolare è una patologia che si può controllare, come il diabete. E io resto un bravo chirurgo. Non ho mai avuto una denuncia, mai un danno a un paziente. La mia capacità diagnostica mi viene riconosciuta, so gestire un reparto, posso dare il mio contributo. Non pretendo di operare, ma in un momento di difficoltà non merito di essere gettato via così».
Perché il soffitto della sua stanza, da qualche tempo non è più solo uno schermo che trasmette i ricordi: rischia di diventare un buco nero che assorbe la luce della vita.
sta combattendo contro il suo ( e di tutti quelli che tornano da guerre )
mi ha dato la forza di riprendere a leggere il suo nome era guerra ( ultimo n di dylan dog )
un numero : Fiero ed indigesto l'ultimo Dylan dog visto gli elementi di rottura che ci sono contenuti per coloro abituato al vecchio stile ,i nostalgici insomma, o abituati che una cosa non cambi o si trasformi . Ottimo uno, forse il più bello ,di questo ciclo . Speriamo che lo sceneggiatore vi rimanga in pianta stabile . Un po' Troppo splatter da non leggere di notte e prendersi dopo averlo letto una bella camomilla antiemetico come fa Block
con questo è tutto alla prossima
30.8.19
l'estate sta finendo , l'autunno è alle porte ed io continuo ad essere vivo
lo so che convenzionalmente l'autunno inizia Nell'emisfero boreale, l'inizio dell'autunno è convenzionalmente individuato attorno al 23 settembre: in tale data, si verifica infatti l'equinozio.e durerà fino al 21 dicembre, quando avviene il solstizio invernale. Ma la temperatura inizia a diminuire e le giornate ad accorciarsi ed gli uccelli ad intraprendere la via del ritorno e come testimoniano questi brevi versi che chiudono l'album dopo il lungo inverno dei modena City Ramblers
che è , una delle cose della vita e che da un senso ( proprio come una famosa canzone di Vasco Rossi ) , testimoniato da questo Murales sardo da me fotografato tempo fa
Ma soprattutto a me piace pensarla diversamente dalla cultura di massa ( cioè dal 'immaginario collettivo ) inquadra l'autunno come la stagione della decadenza, dopo i calori portati dall'estate e come alcuni ( sognatori , nostalgici , utopisti ) che invece, lo vedono tratta di un periodo di rinascita o di preparazione al lungo inverno ( vedere la i versi dei Mcr ) I raccolti e le vendemmie, propri della stagione, rappresentano invece una preparazione in vista dell'inverno .
Autunno, dipinto di Giuseppe Arcimboldo (Museo del Louvre, Parigi).
Una serie di ricerche condotte in America è giunta alla conclusione che le persone nate in autunno, specialmente nel mese di novembre, possano vivere più a lungo toccando anche i 100 anni.
Ci sono storie e passioni e fuoco
e una grande aia per il raccolto
C'è il raccolto di un'altra semina prima della notte e prima del prossimo inverno
Lula 5\10\2015 murales di Elena Marras con la partecipazione di : la nipote Carla Monni e Francesco Porcu versi di Giovanni Piga |
Autunno, dipinto di Giuseppe Arcimboldo (Museo del Louvre, Parigi).
Una serie di ricerche condotte in America è giunta alla conclusione che le persone nate in autunno, specialmente nel mese di novembre, possano vivere più a lungo toccando anche i 100 anni.
E poi non è completamente vero che sia triste in quanto ci sono numerose feste ( alcune inventate per fare casa e guadagnarci qualche € ) ci sono numerose feste quelle più conosciute ( alcune intatte altre mercificate a voi capire quali 😎😇😉 altre non italiane ma purché tutto fa soldi ed ormai c'è un americanizzazione imperante non mancheranno , spero il più tardi possibile , anche se vedono che con Halloween li molti e molti \ defunti è venuto il contrario ) , importate in italia della stagione autunnale sono:
- la festa dei nonni e il ricordo degli angeli custodi, che cadono entrambe il 2 ottobre
- l'Oktoberfest, comunemente detta «festa della birra», che ha luogo tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre
- Halloween, Ognissanti e la Commemorazione dei defunti: tali feste si celebrano in 3 giorni consecutivi, dal 31 ottobre al 2 novembre
- la notte dei falò, che ricorre il 5 novembre per ricordare la cosiddetta "congiura delle polveri"
- l'estate di San Martino, celebrata l'11 novembre
- il giorno del ringraziamento: essendo una festa mobile, la data precisa varia. In Canada si celebra il secondo lunedì di ottobre (settimana dall'8 al 14 ottobre), mentre negli Stati Uniti il quarto giovedì di novembre (settimana dal 22 al 28 novembre)
- l'immacolata Concezione, che si festeggia l'8 dicembre
Ecco quindi che Un altra estate della nostra vita é andata ed un altro giorno è ormai passato
Speriamo solo che
Speriamo solo che
29.8.19
la dolorosa confessione di Massimiliano Tellico, 20 anni da non gay o gay
Questo , che leggete sotto non è , secondo un commento .... che vuole nascondere tali problematiche sotto il tappetto un argomento per le sue ovvie implicazioni sociali da trattare su un blog di un quotidiano. E’ un errore trattare di comportamento ed orientamento sessuale su qualcosa che è letto da persone che non hanno una cultura in psicologia. Dovrebbe essere una discussione tra psicologi ed addetti ai lavori, in caso contrario vengono espressi giudizi e posizioni che non hanno nulla di scientifico, ma esprimono pregiudizi e orientamenti morali e religiosi che creano solo confusione.
Personalmente mi astengo da qualsiasi valutazione e spero anche altri.
Ora secondo questo commenti possono discutere di politica solo i Politologi , gli iscritti o laureati in scienze politiche e storia ? Secondo me Ogni uno può ( anzi deve perchè il silenzio ne uccide più di una morte fisica ) invece esprimere sull'argomento un proprio parere, purché rimanga in un ambito di tolleranza di rispetto e di comprensione . in un percorso difficile che può,poi ovviamente dipende da caso a caso, come dice questo commento << dopo la laurea in Lettere, mi sono specializzato in Psicologia. Ne ho letti a bizzeffe di articoli, saggi e testimonianze omosessualità, ma le cause psicofisiche sono tuttora misteriose. Anche perché presenta sfaccettature e sfumature infinite, e a volte rientra in fasi di bisessualità, temporanee o permanenti. >> portare a determinate conseguenze
da http://invececoncita.blogautore.repubblica.it/ del 29\8\2019
Non sono gay, Dio è contrario
Massimiliano Tellico, 20 anni, di Catania, studia Lingue e culture straniere, pratica arti marziali
“Non sono gay. E non capisco perché quest’idea, tutt’a un tratto. A me sono piaciute sempre e solo le ragazze, com’è giusto che sia. Figuriamoci se, con tanta gente al mondo, debba esserlo proprio io. Non sono gay. Vado sempre in chiesa coi miei genitori e Dio è contrario. L’uomo è fatto per stare con la donna: solo loro, insieme, possono avere figli. I miei, comunque, dicono che i peccatori verranno giudicati per le loro azioni"."Guardo il telegiornale, un ragazzo si è suicidato, perché vessato dai bulli. Aveva la mia stessa età, ma lui era un gay. Mi dispiace, ma il suicidio è sbagliato: poteva curarsi. È stato un vigliacco. Ora ho anche una ragazza, Greta, ed è bellissima. Quando siamo insieme mi sento strano, e non mi smuove come penso dovrebbe, ma, in fondo, sono un romantico: quando sarà il momento saprò cosa fare. Non sono gay. I miei amici stanno insultando un ragazzo: 'Ti piace il c... ricchione?' dicono. Lo difenderei anche, ma se lo facessi finirebbero per prendere anche me per gay. Io sono normale e non voglio pagare per gli errori degli altri"."Non sono gay, Lorenzo è solo un’avventura. Con Greta non va benissimo, e lei non è tenuta a saperlo. Certo, è carino, e con lui mi sento davvero bene. È solo una distrazione e poi, se non trasgredisco a quest’età. Non sono gay. È successo un casino: Greta ha visto me e Lorenzo insieme, l’altro giorno. Si è messa a dire in giro che sono gay e che l’ho tradita con un ragazzo. Ora non posso entrare a scuola, che tutti mi guardano male o ridono alle mie spalle. Sono qui solo come un cane, a trattenere le lacrime, non devo piangere. Mi siedo su un muretto, mi sento toccare la spalla. È Lorenzo, ha visto tutto. Ma io mi alzo inorridito. 'È colpa tua!' lo accuso"."Non sono gay. Sto a casa da giorni, finto malato. Mia madre non si beve più la storia della febbre, così mi manda a fare la spesa. Arrivo al supermercato col morale a terra. 'Ciao', ma chi può essere? È Sofia, della classe accanto. 'Ma quindi è vero che sei gay? Ma è bellissimo!' sorridendomi. La conversazione non è durata molto e, nonostante l’imbarazzo iniziale, mi sono sentito meglio.Ok, forse sono gay. E non m’importa. Ho dei nuovi amici, ora, e mi vogliono bene così come sono. Ho anche chiarito con Lorenzo e stiamo cominciando a uscire, senza vergogna ora. Per la prima volta in vita mia sento davvero bene, così come sono, e non ci rinuncerei per nulla al mondo".
concludo condividendo questo commento
4 ore fa
Assunta Guarino
Caro Massimiliano, diciamo la verità, l'uomo del terzo millennio deve ancora capire tante cose.
Si cercano le regole, si fanno i regolamenti, si disciplinano le differenze in nome della legge, della scienza, della tecnologia, della morale, degli usi.
Ma non è ancora cambiato l'approccio alla diversità, altrimenti la diversità medesima non sarebbe tale.
La diversità la crea l'uomo con i suoi comportamenti che cercano una radice nel "così si fa, così è, così dev'essere".
Se invece il comportamento fosse inclusivo a prescindere dai canoni, allora tutti staremmo meglio.
Perchè non ci sarebbe bisogno alcuno di legiferare per la tutela dei diritti di chi è diverso, e chi è diverso ora non lo sarebbe affatto.
Il gioco sta tutto lì, allargare la mente e farci entrare tutte le differenze.
Ma tu sei sulla buona strada, anche se spesso ti taglierai i piedi sui cocci di vetro che ti lanceranno quelli normali. In bocca al lupo e buona vita!
26.8.19
borghi fantasmi i nuovi monasteri e rifugi dalla civiltà tecnologica ed iper connessa ? il caso di Savogno e di Gairo
l'articolo che trovate sotto conferma tale storia che circola sul web da diversi giorni .
https://bari.repubblica.it/cronaca/2019/08/25/news/vacanza_in_puglia_il_post_e_virale-234320226/
"Quando un forestiero viene al sud piange due volte, quando arriva e quando riparte". Alessandra, una ragazza di Milano tornata a casa dopo l'estate in Puglia, chiude così il suo post dedicato ai luoghi in cui ha trascorso le vacanze. Una dichiarazione d'amore ("colpo di fulmine", lo definisce lei) per la Puglia che era destinata ai suoi amici virtuali ma è andata oltre le aspettative, raggiungendo in meno di 24 ore mezzo milione di persone.
Inchiostro di Puglia, il portale che Michele Galgano ha dedicato a storie e persone della sua regione d'origine, ha infatti ripubblicato il post della ragazza sulla propria pagina: nelle ore immediatamente successive alla pubblicazione il post è stato letto, condiviso e commentato da migliaia di persone. Toccate, evidentemente, dalla descrizione di una regione
Questo è un post diverso dal solito. Nel senso che non è una lettera che qualcuno ci ha inviato. Ma è un pensiero pubblicato sul proprio profilo da Alessandra, una ragazza milanese, al ritorno dalle sue vacanze in Puglia.
Ce lo hanno segnalato e noi glielo abbiamo rubato :)
...
Diario di bordo della Puglia.
Sono tornata al nord. Neanche il sole pugliese mi ha dato un po' di colore.
Sono tornata al nord. Neanche il sole pugliese mi ha dato un po' di colore.
Già immagino i vostri "ma come sei bianca!! " raga lo dico qui per TUTTI io ero sotto l'ombrellone a mangiare.
Panzerotti, focaccia, polpettine, orecchiette alle cime di rapa, capocollo, cacioricotta, salsicce, bombette, gelati, polipo fritto, pasticciotto e un'altra infinità di cose troppe buone.
Sono ingrassata, ho messo su qualche chilo ma di felicità (o meglio, sui fianchi li ho messi davvero) felicità di aver visto dei posti meravigliosi. Ho visto posti incantevoli, mi sono innamorata del "bianco Puglia" che non è il classico bianco raga, è bianco Puglia!
Apro una parentesi non ho mai, e dico mai sentito suonare un clacson quando ero indecisa ad un bivio, ho avuto tutto il tempo per decidere da che parte andare senza che nessuno ti mettesse la pressa al culo. Una volta deciso via e non ci sta il concerto di clacson che ti fa da sottofondo. (...)
Il pezzo forte è l'accoglienza, raga non c'è storia. Sono entrata in un negozio per comprare un paio di occhiali e adesso so tutta la storia familiare della commessa. Perché a quanto pare lì funziona cosi, funziona che tutti parlano con tutti: tu chiedi un caffè e ti ritrovi a mangiare panzerotti, funziona che tu chiedi una bottiglietta d'acqua e ti ritrovi a parlare dello scioglimento dei ghiacciai.
Altra meraviglia è il mare (visto poco ma visto) e che mare! Sono stata a Miami ad Aprile, ok? Bene, non c'entra una cazzo. Miami spostati e fai spazio al mare pugliese mèèè!
I prezzi altro punto forte, cono medio 3 gusti con panna 2.50€, insomma un gelato vero. Strano per chi è abituato ai prezzi di Milano.
Cmq inutile dirvi che io dei posti così belli non li ho mai visti, delle persone così ospitali nemmeno.
Sono stata in America, bella. Sono stata in Russia, bella. Sono stata in diversi Paesi Europei, belli. Portogallo bellissimo raga, lo consiglio, Parigi è magica, va bene Berlino stupenda la porta di Brandeburgo. Bella la Lombardia, bella Milano la mia città, mi piace anche il Duomo, buono il risotto alla milanese, per carità anche l'osso-buco (la cassoeula no mi fa cagare) ma La Puglia è un'altra storia. È un'altra storia. La Puglia mi è entrata nel cuore. È stato un colpo di fulmine.
E posso affermare con certezza che per quanto mi riguarda non c'è partita con i viaggi che ho fatto fino ad ora. Puglia voto 10 e lode. Presto comprerò un Trullo e vado ad abitarci dentro.
A quelli che abitano a Bosco Verticale o ai futuri Giardini d'Inverno dico avrete anche i soldi ma la vera ricchezza non sapete neanche dove sta di casa.
MÈÈÈ saluto la Puglia con la gioia nel cuore e con una massima "Quando un forstiero viene al sud piange due volte, quando arriva e quando riparte".
P.s. Se non riesco a comprare un trullo, spero che mia zia o la mia amica mi aiutino a progettare il Trullo Verticale
e tale canzone
Nella provincia di Sondrio, a quota 932 metri sul livello del mare, sorge il piccolo borgo di Savogno:
una paese abbandonato nel 1968 che oggi testimonia la bellezza della vita rurale in montagna. Le mura in pietra e i loggiati in legno perfettamente conservati richiamano ogni estate tanti turisti ed escursionisti, ma non è facile arrivare all’abitato. Savogno non è mai stato raggiungibile in macchina e l’unica via d’accesso al paese è una ripida mulattiera di 2.886 scalini tra le montagne e le cascate dell’Acquafraggia.
A cura di Sofia Gadici
ed eccone due in Sardegna
eccone altri non sardi e sardi
dai video di repubblica
25.8.19
cio' che dovrebbe essere normale diventa speciale . il caso di Trapani, mamme fanno da baby sitter alla bimba dell’ambulante donna sulla spiaggia
in una nazione dove sui media a causa dei politicanti che parlano alla pancia o usano il fenomeno immigrazione per cercare voti e consenso ed fanno più notizia i crimini degli immigrati o gli atti di razzismo nei loro confronti o anche succede anche queste dei turisti e di bambino adottati di colore , un evento come quello riportato sotto
da https://www.tpi.it/2019/08/25/mamme-baby-sitter-ambulante-spiaggia-trapani/
Trapani, mamme fanno da baby sitter alla bimba dell’ambulante donna sulla spiaggia
L'italiano non ha bisogno di grandi gesti, la solidarietà femminile non ha colore o etnia. Ci si aiuta con naturalezza e spontaneità
Di Lara Tomasetta 25 Ago. 2019
Trapani, mamme fanno da baby sitter alla bimba dell’ambulante
L’Italia quella bella oggi la racconta Desirè Nica, una ragazza di Roma che, in vacanza a Trapani, ha potuto testimoniare come la parte migliore del nostro Paese esiste e non si vergogna di fare la parte da “buonista”.
L’episodio, di cui lei stessa è protagonista, è accaduto sulla spiaggia del litorale siciliano.
“Sono le 13.00, e arriva sulla spiaggia uno dei tanti ambulanti che cercano di vendere qualcosa”, scrive in un post su Facebook Desirè.
“Solo che stavolta è donna. Solo che stavolta è mamma. Ha una cesta enorme che tiene in bilico sulla testa, con dentro tutto ciò che vorrebbe vendere, e dietro, legata sulla fascia, la sua bambina. Avrà 2 anni e mezzo, 3 al massimo. Sta sotto al sole in groppa alla sua mamma mi chiedo da chissà quante ore”.
Nonostante in questi mesi ci siamo dovuti abituare a narrazioni in cui l’odio e il razzismo sembrano aver avuto la meglio, c’è una parte del Paese che ha tutt’altra propensione e di fronte alle difficoltà del prossimo – italiano o straniero che sia – prova disagio e desiderio di aiutare.
“Guardo mia figlia e penso che sono 3 ore che mi affanno per farle scegliere cosa mangiare, per coprirle la testa dal sole, per stare attenta che non beva acqua troppo fredda”, scrive Desirè.
“Dico a Gabri che vado a comprare qualcosa da quella mamma e che vado a portare un po’ di frutta fresca alla bimba e darle qualcosa da mangiare. Ma non c’è stato bisogno di fare niente.
Perché oggi l’Italia bella è stata quella delle mie vicine di ombrellone che tutte insieme hanno detto a quella mamma come loro, di andare a lavorare tranquilla, perché alla sua bambina ci avrebbero pensato loro”.
“Ed è proprio così che è andata. La mamma ha continuato il suo giro per le spiagge, e la piccola ha mangiato insieme a tutti i nostri figli sotto l’ ombra del ristorante dello stabilimento, ha giocato sulla riva, ha fatto i gavettoni insieme agli altri bambini della spiaggia. E io oggi sono felice, perché è stato davvero bello vedere tutto questo”.
Già, perché l’italiano non ha bisogno di grandi gesti, la solidarietà femminile non ha colore o etnia. Ci si aiuta con naturalezza e spontaneità.
dovrebbe essere la norma visto che
Grazia Capone
Ce ne sono mille episodi del genere, diffondiamoli, contagiamoli.
da https://www.tpi.it/2019/08/25/mamme-baby-sitter-ambulante-spiaggia-trapani/
Trapani, mamme fanno da baby sitter alla bimba dell’ambulante donna sulla spiaggia
L'italiano non ha bisogno di grandi gesti, la solidarietà femminile non ha colore o etnia. Ci si aiuta con naturalezza e spontaneità
Di Lara Tomasetta 25 Ago. 2019
Trapani, mamme fanno da baby sitter alla bimba dell’ambulante
L’Italia quella bella oggi la racconta Desirè Nica, una ragazza di Roma che, in vacanza a Trapani, ha potuto testimoniare come la parte migliore del nostro Paese esiste e non si vergogna di fare la parte da “buonista”.
L’episodio, di cui lei stessa è protagonista, è accaduto sulla spiaggia del litorale siciliano.
“Sono le 13.00, e arriva sulla spiaggia uno dei tanti ambulanti che cercano di vendere qualcosa”, scrive in un post su Facebook Desirè.
“Solo che stavolta è donna. Solo che stavolta è mamma. Ha una cesta enorme che tiene in bilico sulla testa, con dentro tutto ciò che vorrebbe vendere, e dietro, legata sulla fascia, la sua bambina. Avrà 2 anni e mezzo, 3 al massimo. Sta sotto al sole in groppa alla sua mamma mi chiedo da chissà quante ore”.
Nonostante in questi mesi ci siamo dovuti abituare a narrazioni in cui l’odio e il razzismo sembrano aver avuto la meglio, c’è una parte del Paese che ha tutt’altra propensione e di fronte alle difficoltà del prossimo – italiano o straniero che sia – prova disagio e desiderio di aiutare.
“Guardo mia figlia e penso che sono 3 ore che mi affanno per farle scegliere cosa mangiare, per coprirle la testa dal sole, per stare attenta che non beva acqua troppo fredda”, scrive Desirè.
“Dico a Gabri che vado a comprare qualcosa da quella mamma e che vado a portare un po’ di frutta fresca alla bimba e darle qualcosa da mangiare. Ma non c’è stato bisogno di fare niente.
Perché oggi l’Italia bella è stata quella delle mie vicine di ombrellone che tutte insieme hanno detto a quella mamma come loro, di andare a lavorare tranquilla, perché alla sua bambina ci avrebbero pensato loro”.
“Ed è proprio così che è andata. La mamma ha continuato il suo giro per le spiagge, e la piccola ha mangiato insieme a tutti i nostri figli sotto l’ ombra del ristorante dello stabilimento, ha giocato sulla riva, ha fatto i gavettoni insieme agli altri bambini della spiaggia. E io oggi sono felice, perché è stato davvero bello vedere tutto questo”.
Già, perché l’italiano non ha bisogno di grandi gesti, la solidarietà femminile non ha colore o etnia. Ci si aiuta con naturalezza e spontaneità.
dovrebbe essere la norma visto che
Infatti un commento su https://www.facebook.com/Il-Tulipano-Il-Web-Magazine-Indipendente-scritto-dal-Popolo-129052657118508/Dopo che la storia è stata diffusa in rete Dall'Ogliastra, un'altra turista, Marina Carta, ha raccontato che "da anni un'ambulante lascia suo figlio a giocare con i nostri", accompagnando anche in questo caso le sue parole con un'immagine di bimbi che giocano sereni tutti insieme sulla spiaggia sarda. E pare che non sia un caso isolato: "Stessa situazione. Golfo di Baratti. La bimba della venditrice ambulante gioca con i miei nipoti mentre la mamma fa il giro della spiaggia. È nata un'amicizia", ha scritto Luisa Giolli. continua qui su https://www.fanpage.it/attualita
Grazia Capone
Ce ne sono mille episodi del genere, diffondiamoli, contagiamoli.
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