l'inizio ( ? ) del razzismo in italia 30 anni fa l’omicidio di Jerry Masslo. Quando scoprimmo di essere razzisti

di cosa  stiamo parlando 
Negro di m.": a Roma scritta razzista sull'auto di medico della Croce Rossa

L'insulto contro un dottore trentenne originario del Camerun dell'Area salute del comitato nazionale della Cri. Era andato a cena fuori e aveva parcheggiato al Pigneto. Un anno fa a Cantù una paziente rifiutò di farsi curare da lui perchè di colore

Un medico della Croce Rossa italiana (Cri) ieri sera è stato vittima a Roma di una aggressione a sfondo razzista. A raccontare la dinamica dell'accaduto all'Adnkronos è proprio la Cri. Ieri sera Andi Nganso, un medico 30 enne originario del Camerun impiegato nell'Area salute del comitato nazionale della Cri era andato a cena fuori e aveva parcheggiato al sua auto personale al Pigneto.
Terminata la cena il medico è tornato alla macchina e ha trovato la frase incisa forse con una chiave 
Andi Nganso, 31 anni 
sul cofano. Sull'auto era ben visibile l'adesivo della Croce Rossa sul parabrezza. Il 30enne ha subito sporto denuncia.
"Non bastavano gli insulti al volontario di Loano - dice Francesco Rocca il presidente nazionale Croce Rossa - ieri notte un nuovo episodio esecrabile a Roma. È ora di fermare questo clima di razzismo, odio e intolleranza che sta crescendo nel nostro paese. Ribadiamo con forza e passione che 'Siamo tutti fratelli e tutti con Andi".
Nel gennaio di un anno fa mentre era in servizio nell'ambulatorio della Guardia medica di Cantù, in Lombardia, subì un'altra offesa: una donna rifiutò di farsi assistere da lui, perchè di colore. Lui rispose ironicamente sui social: "Ti ringrazio. Ho un quarto d'ora in più per bere un caffè"







Ora  Partendo     da  questo estratto    ( qui  il post integrale  )    di Andi Nganso del protagonista  dell'ennesimo atto   di razzismo    citato prima  

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A voi, concittadini sensibili alla battaglia antirazzista:
Ci viene facile continuare a pensare che il razzismo in Italia sia degenerato negli ultimi mesi con il precedente governo. È una falsità.NON SIAMO DI FRONTE AD UN’ EMERGENZA, né tantomeno di fronte un'emergenza la cui sola responsabilità è da imputare al governo dimissionario.Siamo, invece di fronte a un persistente problema culturale del rifiuto del diverso che non possiamo più liquidare con delle semplici frasi ad effetto.Non è più sufficiente denunciare il razzismo e basta. L'antirazzismo è una lotta che, per essere combattuta, necessita vera onestà intellettuale e un impegno che non sia solo radicamento retorico spolverato di umanità.Vivo in Italia da 13 anni e non mi ricordo un periodo nel quale non sia stato testimone di atti di razzismo. I ragazzi nati e cresciuti qua non hanno mai avuto il privilegio di poter dire che hanno passato periodi con meno aggressioni verbali e fisiche.
L'immagine può contenere: auto e spazio all'aperto

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Mi ha riportato alla memoria questo che smentisce clamorosamente quelli che : nascondono la testa sotto la sabbia , che sminuiscono i segnali ( già presenti nella nostra cultura e politica vedi i pogrom contro gli slavi ad iniziare dal 1920 e l'italianizzazione forzata in Jugoslavia e al periodo dai divieti contro i matrimoni misti durante l'impresa coloniale in Africa ( 1936 ) e le leggi razziali ( 1938 ) che vennero abolite solo 1947 . 

E le politiche della Lega



30 anni fa l’omicidio di Jerry Masslo. Quando scoprimmo di essere razzisti



VILLA LITERNO – Trenta lunghissimi anni. Era il 25 Agosto del 1989 quando nelle campagne di Villa Literno veniva ucciso Jerry Essan Masslo, da una banda di balordi del luogo, per essere derubato dei pochi spiccioli guadagnati in una giornata intera passata nei campi a raccogliere pomodori.

Dopo quella morte, la morte di un ragazzo sudafricano che a dicembre avrebbe compiuto 30 anni, l’Italia scoprì di essere razzista.Tanto tempo è passato ma ogni volta che arriva questa data, e quest’anno più che mai, tocca fare il punto della situazione in fatto di politiche migratorie che, soprattutto in queste terre, hanno visto scorrere molto altro sangue: basti pensare alla tremenda strage di San Gennaro del 2008 quando la “cieca” mano della camorra sparò nel mucchio di una sartoria per punire l’intero popolo africano.Dalla morte di Jerry ad oggi le politiche riguardanti l’immigrazione sono oltremodo peggiorate. Il sacrificio di Jerry Masslo rappresenta sì la storia di trenta anni fa, ma è anche drammaticamente attuale.Era un rifugiato che scappava dall’apartheid ed oggi è sotto gli occhi di tutti come spesso la politica abbia aizzato all’odio sociale che non risparmia nemmeno i rifugiati. Jerry, all’epoca, lavorava per trecento lire ad ogni cassetta di pomodoro ed ancora oggi c’è caporalato e schiavismo nei campi.«L’omicidio di Jerry Masslo commosse l’Italia – scrive in una nota la Comunità di Sant’Egidio – provocò la prima grande manifestazione antirazzista dell’ottobre 1989 e spinse il governo di allora a emanare i primi provvedimenti per la regolarizzazione dei migranti con la legge Martelli. Da allora in poi molte cose sono cambiate ma resta il gravissimo problema dei braccianti stranieri sfruttati nelle campagne per pochi soldi e costretti a vivere in alloggi più che precari. E restano soprattutto sentimenti di intolleranza e di xenofobia – cresciuti purtroppo negli ultimi tempi – che occorre condannare. L’Italia – prosegue l’organizzazione – se tiene al suo futuro, deve allontanare ogni radice di odio e di discriminazione e puntare su integrazione, diritti e un lavoro dignitoso per tutti».Che la morte di Jerry non sia vana, dunque, e per non dimenticare sabato 24 agosto alle ore 17 al cimitero di Villa Literno una delegazione di italiani e stranieri, provenienti da Roma, Napoli e altre città, darà luogo ad una marcia silenziosa alla fine della quale, la Comunità di Sant’Egidio, i sindacati, le associazioni e alcune autorità locali ricorderanno il sacrificio del bracciante sudafricano senza dimenticare un omaggio alle tombe di migranti, senza nome, collocate accanto a quella di Masslo e che ospitano le spoglie mortali di giovani africani che si trovavano in quelle campagne per il lavoro stagionale dei campi e di cui non si conosce nulla. Ricordando, in questo modo, tutti i migranti che in Italia sono morti nelle campagne, nel raccogliere i frutti della terra, e coloro che hanno perso la vita durante il trasferimento nei campi o mentre facevano ritorno nei luoghi dove alloggiavano.Non dimentichiamo Masslo e non dimentichiamo nemmeno che in questi 30 anni si è moltiplicata in alcuni settori della politica e della società una sorta di “cattiveria” verso i migranti. Una cattiveria che è contro la storia e contro quello in cui credeva Jerry Masslo: la multiculturalità e la convivenza civile. Ripartiamo da qui: ripartiamo da Villa Literno.

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