Arianna Lomuscio macchinista sui treni merci sfata i luoghi comuni: "Dicono che non sia un mestiere da donne perché faticoso, sbagliano"
di Gennaro Totorizzo
Arianna Lomuscio al suo primo viaggio da macchinista
Quello del macchinista, in particolare sui treni merci, è un lavoro che richiede un grande sforzo fisico, stancante, e quindi non adatto per una donna. “C’è questa concezione errata, anche se nessuno me lo ha mai detto chiaramente. E all’inizio mi ha frenato”. Arianna Lomuscio, ventitreenne di Toritto, nel Barese, non si è data però per vinta e ha sfatato il luogo comune: da una settimana è alla conduzione dei treni Gts, come secondo agente. Nell’azienda barese di trasporto merci è accaduto per la prima volta.
Arianna non giocava con i trenini da bambina. Ma quella per le locomotive è una passione insita, cresciuta nel tempo: “Mi è sempre piaciuto ma non avevo mai avuto il coraggio di intraprendere questa strada – racconta – Non è una scelta molto usuale per le donne e sono stata sempre frenata da questo. Ma ne ero affascinata: ero curiosa di sapere come fosse fatto un treno e cosa si provasse a condurlo. È un controsenso, ma non ho mai avuto l’opportunità di viaggiare e quindi anche per questo ne ero attratta: mi è venuto naturale”.
Arianna, dopo aver frequentato l’istituto alberghiero ad Altamura, ha lavorato nei bar dei paesi limitrofi e quindi non aveva mai avuto l’occasione di potersi spostare. “Poi con la pandemia c’era poca possibilità di lavorare, ero stanca di quella vita e quindi volevo trovare un impiego più stabile. Ho sempre avuto la tendenza a essere indipendente, non voglio chiedere soldi ai miei genitori e quindi questo percorso mi avrebbe permesso di andare oltre e non rimanere nei soliti paesini vicino casa, ma di intraprendere una nuova esperienza di vita”.
Così ha voluto rivoluzionarla: ha seguito il consiglio di un amico e nell’agosto del 2020 si è iscritta alla Rail academy, una scuola di formazione barese per macchinisti. Ha conseguito la licenza e poi ha continuato a studiare per diventare secondo agente, cioè il macchinista che affianca il primo. Il percorso si è concluso nel marzo dello scorso anno. “Gli istruttori erano molto bravi e disponibili. All’inizio mi sono sentita un po’ spaesata perché si trattava di un lavoro completamente diverso da quelli fatti in precedenza, ma poi ho iniziato ad abituarmi. È stato un po’ pesante ma alla fine ne è valsa la pena”.
Nel maggio scorso, Gts le ha dato l’opportunità di iniziare a lavorare. Prima ha affrontato alcuni mesi di formazione, si è trasferita a Piacenza e il 10 ottobre ha condotto per la prima volta un treno, assieme al primo macchinista, verso Domodossola. “Mi assegnano una tratta, mi danno l’orario nel quale mi devo presentare in stazione, vado in anticipo per condurre le attività preliminari e, quando finiamo, possiamo partire”. L’orario di lavoro dipende naturalmente dalla tratta, variabile: la prima, tra andata e ritorno, ha richiesto dieci ore. E Arianna non la dimenticherà mai.
“Sembravo un bambino per la prima volta al luna park – ammette – all’inizio sei teso, senti una grande responsabilità addosso e hai occhi dappertutto, guardi costantemente le azioni del primo macchinista, mentre poi dopo ti rilassi rimanendo però sempre molto concentrata”. L’attenzione è massima, ma capita di sbirciare fuori dal finestrino e guardare il panorama: “Ci sono paesaggi bellissimi: nel primo viaggio c’era un tratto accanto al lago Maggiore spettacolare”.
Domani 15 ottobre, Arianna partirà per Genova. “Questo lavoro mi sta piacendo molto, sta andando oltre le aspettative. È tutt’altra cosa rispetto alla vita che conducevo prima. Casa comunque mi manca, anche se sono lontana soltanto da una settimana”.
Arianna però è tenace. E tiene a lanciare un messaggio alle donne che vogliono intraprendere lo stesso percorso: “Si pensa che sia un lavoro non adatto alle donne perché a volte bisogna fare sforzi fisici, come quando si aggancia il materiale alla locomotiva, e si pensa che non possiamo farlo: in realtà non è così. È una bellissima esperienza: dopo averla intrapresa sei pronta a tutto. Non pensate a ciò che dice la gente ma a cosa volete fare realmente: anche se può sembrare difficile, seguite la vostra strada. Non demordete”.
Quello del macchinista, in particolare sui treni merci, è un lavoro che richiede un grande sforzo fisico, stancante, e quindi non adatto per una donna. “C’è questa concezione errata, anche se nessuno me lo ha mai detto chiaramente. E all’inizio mi ha frenato”. Arianna Lomuscio, ventitreenne di Toritto, nel Barese, non si è data però per vinta e ha sfatato il luogo comune: da una settimana è alla conduzione dei treni Gts, come secondo agente. Nell’azienda barese di trasporto merci è accaduto per la prima volta.
Arianna non giocava con i trenini da bambina. Ma quella per le locomotive è una passione insita, cresciuta nel tempo: “Mi è sempre piaciuto ma non avevo mai avuto il coraggio di intraprendere questa strada – racconta – Non è una scelta molto usuale per le donne e sono stata sempre frenata da questo. Ma ne ero affascinata: ero curiosa di sapere come fosse fatto un treno e cosa si provasse a condurlo. È un controsenso, ma non ho mai avuto l’opportunità di viaggiare e quindi anche per questo ne ero attratta: mi è venuto naturale”.
Arianna, dopo aver frequentato l’istituto alberghiero ad Altamura, ha lavorato nei bar dei paesi limitrofi e quindi non aveva mai avuto l’occasione di potersi spostare. “Poi con la pandemia c’era poca possibilità di lavorare, ero stanca di quella vita e quindi volevo trovare un impiego più stabile. Ho sempre avuto la tendenza a essere indipendente, non voglio chiedere soldi ai miei genitori e quindi questo percorso mi avrebbe permesso di andare oltre e non rimanere nei soliti paesini vicino casa, ma di intraprendere una nuova esperienza di vita”.
Così ha voluto rivoluzionarla: ha seguito il consiglio di un amico e nell’agosto del 2020 si è iscritta alla Rail academy, una scuola di formazione barese per macchinisti. Ha conseguito la licenza e poi ha continuato a studiare per diventare secondo agente, cioè il macchinista che affianca il primo. Il percorso si è concluso nel marzo dello scorso anno. “Gli istruttori erano molto bravi e disponibili. All’inizio mi sono sentita un po’ spaesata perché si trattava di un lavoro completamente diverso da quelli fatti in precedenza, ma poi ho iniziato ad abituarmi. È stato un po’ pesante ma alla fine ne è valsa la pena”.
Nel maggio scorso, Gts le ha dato l’opportunità di iniziare a lavorare. Prima ha affrontato alcuni mesi di formazione, si è trasferita a Piacenza e il 10 ottobre ha condotto per la prima volta un treno, assieme al primo macchinista, verso Domodossola. “Mi assegnano una tratta, mi danno l’orario nel quale mi devo presentare in stazione, vado in anticipo per condurre le attività preliminari e, quando finiamo, possiamo partire”. L’orario di lavoro dipende naturalmente dalla tratta, variabile: la prima, tra andata e ritorno, ha richiesto dieci ore. E Arianna non la dimenticherà mai.
“Sembravo un bambino per la prima volta al luna park – ammette – all’inizio sei teso, senti una grande responsabilità addosso e hai occhi dappertutto, guardi costantemente le azioni del primo macchinista, mentre poi dopo ti rilassi rimanendo però sempre molto concentrata”. L’attenzione è massima, ma capita di sbirciare fuori dal finestrino e guardare il panorama: “Ci sono paesaggi bellissimi: nel primo viaggio c’era un tratto accanto al lago Maggiore spettacolare”.
Domani 15 ottobre, Arianna partirà per Genova. “Questo lavoro mi sta piacendo molto, sta andando oltre le aspettative. È tutt’altra cosa rispetto alla vita che conducevo prima. Casa comunque mi manca, anche se sono lontana soltanto da una settimana”.
Arianna però è tenace. E tiene a lanciare un messaggio alle donne che vogliono intraprendere lo stesso percorso: “Si pensa che sia un lavoro non adatto alle donne perché a volte bisogna fare sforzi fisici, come quando si aggancia il materiale alla locomotiva, e si pensa che non possiamo farlo: in realtà non è così. È una bellissima esperienza: dopo averla intrapresa sei pronta a tutto. Non pensate a ciò che dice la gente ma a cosa volete fare realmente: anche se può sembrare difficile, seguite la vostra strada. Non demordete”.
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