da Quotidiano.Net
Pesaro, 14 ottobre 2022 - E’ morta Bibi Cecchini, aveva 77 anni. Si era sposata il 21 agosto scorso con Enzo, il compagno di una vita. La cerimonia, officiata dal sindaco di Fano Massimo Seri, avvenne in una camera dell’ospedale di Fano dove Bibi era ricoverata per una grave malattia. Poche settimane dopo, il 18 settembre, è sopraggiunta la morte. Che Bibi aveva chiesto di non rivelare a nessuno, se non dopo qualche tempo dalla cremazione. E’ così è stato. Emidia Cecchini, pesarese, era salita alla ribalta della cronaca internazionale perché proprietaria di un quadro raffigurante Isabella d’Este (un olio su tela di 61 per 46,5 centimetri foto sotto a destra trattta da wikipedia ), che alcuni studiosi avevano attribuito, almeno per il viso, alla mano di Leonardo da Vinci.
Emidia Cecchini © FOTOPRINT
Un dipinto, che nel febbraio 2015
era stato sequestrato a Lugano,
in un caveau, su ordine della procura di Pesaro per esportazione illegale dall’Italia. Si arrivò all’opera intercettando un legale sul treno che lo riportava in Italia, il quale aveva in tasca una lettera di incarico da parte di Bibi per vendere il quadro
attribuibile a Leonardo. Questo mise in moto l’indagine e il successivo sequestro a Lugano che le autorità svizzere concessero, almeno in un primo momento. Bibi, dalla sua casa popolare di Pesaro, in via Bramante, rispose al clamore del sequestro dicendo che quel quadro
era sempre rimasto
in Svizzera fin dal 1913, quando venne acquistato da alcuni suoi familiari che vivevano lì. La contesa è arrivata fino alla Cassazione, con la condanna passata in giudicato di Bibi per l’esportazione illegale del dipinto a cui è seguito l’ordine di confiscarlo. Ma questo non è stato eseguito per il semplice fatto che il dipinto è rimasto in Svizzera. Lo Stato elvetico
si è rifiutato di riconsegnare l’opera dando ragione a Bibi Cecchini perché la "punibilità è determinata dalla legge – scrissero i giudici – sul trasferimento internazionale dei beni culturali" secondo la quale "l’esportazione è illegale solo se l’opera è iscritta nell’inventario federale o, in questo caso, in uno corrispondente italiano. Ma non è il caso del “Ritratto di Isabella d’Este".
Pertanto il quadro
venne riconsegnato a Emidia Cecchini che lo lasciò in Svizzera in attesa di compratori, i quali però, fino all’ultimo, non ci sono stati. Il dipinto che lo studioso Carlo Pedretti attribuiva in gran parte a Leonardo aveva raggiunto una quotazione teorica di
400 milioni di euro ma le polemiche sulla autenticità non lo hanno mai abbandonato. Per il critico d’arte Vittorio Sgarbi, pur non avendolo mai visto da vicino ma solo in foto, non si poteva nemmeno lontanamente pensare ad un quadro di Leonardo ma al massimo ad un’opera buona per il mercatino di "Porta Portese".
Bibi Cecchini però non perse la speranza
di vendere quel quadro e scontata la pena con la messa alla prova, si affidò a dei legali per le trattative internazionali creando una fondazione che seguisse le sorti del dipinto, fino alla sua vendita. Che non è ancora avvenuta ma che Bibi
anelava per poter vivere gli ultimi anni della sua vita in Spagna, un Paese che amava molto per esserci vissuta in gioventù e che non aveva mai dimenticato. Ma non ne ha avuto il tempo.
Nessun commento:
Posta un commento