17.10.22

GJUANNI testo e disegno di Simone Sanna

 

GJUANNI ERA ORMAI IN PENSIONE DA ANNI. DIRETTORE DELLE POSTE,CON LA BUONUSCITA AVEVA RISTRUTTURATO CASA RICAVANDONE UN PICCOLO APPARTAMENTO INDIPENDENTE CHE AFFITTAVA SALTUARIAMENTE.
UN SUO COLLEGA DI SASSARI GLI INDIRIZZÒ UNA GIOVANE MAESTRINA FIGLIA DI AMICI CHE AVEVA FINALMENTE AVUTO LA CATTEDRA NEL PICCOLO PAESINO.
ROSA ,COSÌ SI CHIAMAVA, SI PRESENTÒ AL “SIGNOR GIOVANNI” CON UNA INNOCENZA CHE COLPI’ SUBITO L’UOMO FACENDOGLI APRIRE IL CUORE.
GJUANNI TROVÒ NEL SORRISO DELLA PICCOLA MAESTRINA IL RICORDO DI QUALCOSA CHE AVEVA DESIDERATO E MAI AVUTO. ERA UN SENSO DI PROTEZIONE ,DI DELICATEZZA, UN SENTIMENTO PATERNO DI DOLCEZZA.
GLI PREPARAVA OGNI MATTINA LA COLAZIONE E QUANDO IL SUO PICCOLO ORTO DAVA I FRUTTI LA INVITAVA A PRANZO O A CENA PER FARLE PROVARE QUELLE PRELIBATEZZE “CHE A SASSARI VE LE SOGNATE” DICEVA.
LA SERA PER DARLE LA BUONANOTTE LE PREPARAVA LA TISANA PER ADDOLCIRLE QUEI TERRIBILI MAL DI TESTA.
E INTANTO LA VEDEVA LAVORARE,PREPARARE LE LEZIONI PER IL GIORNO DOPO,INVITARE I BAMBINI DELLA SUA CLASSE A CASA PER FARE MERENDA. E LUI ORGOGLIOSO DELLA SUA MAESTRINA SORRIDEVA MENTRE PREPARAVA AI PICCOLI SCOLARI LE FETTE BISCOTTATE CON LA MARMELLATA DI CILIEGIE DEL SUO ALBERO.
“SIGNOR GIOVANNI VADO A SASSARI PER QUALCHE GIORNO,MAMMA HA PRESO L’APPUNTAMENTO COL DOTTORE ,QUESTO MAL DI TESTA NON MI FA PIÙ DORMIRE”.
GJUANNI LA SALUTÒ RINCUORANDOLA E AVVERTENDOLA DI TORNARE PRESTO CHE LE CILIEGIE ERANO QUASI MATURE E AVEVA BISOGNO DI AIUTO PER CONFETTARLE.
QUANDO ARRIVÒ LA NOTIZIA DELLA MORTE DI ROSA IL SIGNOR GIOVANNI PRESE LE CHIAVI DELL’APPARTAMENTO DOVE ROSA AVEVA LASCIATO LE SUE COSE. ENTRÒ IN PUNTA DI PIEDI,CHIUSE BENE LE PERSIANE E LE FINESTRE POI USCITO CHIUSE LA PORTA A CHIAVE.
NON LO AFFITTÒ MAI PIÙ.
L’ALBERO DEL CILIEGIO OGNI ANNO DAVA I SUOI FRUTTI CHE GJUANNI NON RACCOGLIEVA.
SOLO AI BAMBINI PERMETTEVA DI ENTRARE NEL SUO TERRENO E MANGIARNE I FRUTTI

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