Premetto che pur essendo contro la matrernità surrogata ( utero in affitto come la chamano molti dettratori ed oppositori di tale pratica ) soprattutto quando essa sconfina nel lucro e nella mercificazione \ sfruttamento , sono del parere che vada , parlo soprattutto del nostro paese,regolamentata come lo è stato per l'aborto negli anni 70 , per evitare d'aggiungere sofferenza a sofferenza ed si abbiano dei casi dolorosi come quello riportato sotto . Ma soprattutto rendere chiaro cosa è permesso e cosa no in quanto c'è una ella differenza tra gravidanza per altri e maternità surrogata \ utero in affitto ,
soprattutto quando essa sconfina nel lucro e nella mercificazione \ sfruttamento , sono del parere che vada , parlo soprattutto del nostro paese,regolamentata come lo è stato per l'aborto negli anni 70 , per evitare d'aggiungere sofferenza a sofferenza ed si abbiano dei casi dolorosi come quello riportato sotto . Ma soprattutto rendere chiaro cosa è permesso e cosa no in quanto c'è una ella differenza tra gravidanza per altri e maternità surrogata \ utero in affitto ,
N.b
Pongo sotto questo post dei link per tutti /e coloro volessero farsi un idea o volessero ( o almeno provarci ) indiscussione la propria idea su tale argomento etico /morale
Figli di guerra e di madre ucraina: Emma ed Elia intrappolati a Tblisi
Elia ed Emma sono due gemellini nati a Tblisi, in Georgia, da una madre surrogata ucraina nel maggio scorso: oggi sono apolidi, senza diritti e “senza genitori”. Per una ragnatela di cavilli giudiziari, il tribunale georgiano si rifiuta di riconoscere la potestà dei due genitori italiani, Laura Z. ed Edoardo S., e
di rilasciare loro l’atto di nascita dei gemellini per farli rientrare in Italia. “Da maggio non sappiamo come lasciare questo Paese, ci sentiamo completamente abbandonati dalle autorità”. Quando racconta la sua storia – e la sua guerra – Laura, 35 anni, non cede mai alla disperazione: di battaglie ne ha combattute, fino a qui, già tante. Come in una matrioska dentro l’altra, si porta sulle spalle anni di lotte per diventare madre, a causa di una malattia invalidante. Per la procreazione assistita, le hanno detto che non c’era speranza. Per l’adozione, anche: per le sue condizioni di salute, “ha un’aspettativa di vita troppo bassa”. Invalida al 70%, insieme al marito Edoardo, 32 anni, decidono di ricorrere alla maternità surrogata in Ucraina. Nel 2020, durante la pandemia, si rivolgono alla società Gestlife – sede amministrativa in Spagna – che individua la madre naturale e la mette in contatto con loro. Costo: 80 mila euro. Circa un anno dopo, Marina, la ragazza ucraina, è incinta, ma quando scoppia la guerra è costretta a nascondersi nei bunker di Dnipro col suo figlio di 6 anni. “Per tutelarli abbiamo pagato per il loro trasferimento a Tblisi, l’agenzia ci aveva assicurato che la legislazione era identica a quella di Kiev”, racconta Laura. Ma non era vero: nell’approdo georgiano, i gemelli sono rimasti ingabbiati in un kafkiano processo che non riconosce ai minori di 4 mesi né patria, né genitori. “Kafkiano è pure l’atteggiamento delle autorità georgiane che non riconoscono il rapporto biologico tra i gemelli ed Edoardo, confermato dal test del Dna”, spiega l’avvocato della coppia, Giorgio Muccio. La maternità surrogata “è stata effettuata dai coniugi nel rispetto della legge ucraina, che prevede che la coppia sia sposata, che uno dei due fornisca materiale biologico, e che si faccia per ragioni sanitarie: la legge georgiana è identica, ma prevede che chi dona gli ovociti non sia anonimo, come invece accade in Ucraina”, continua Muccio.
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