Per me i Santi sono i miei vicini di casa, che accompagnavano tutti i giorni mio figlio a scuola perché io non potevo.
Sante sono le amiche che mi hanno ascoltata per tempi e respiri infiniti, senza giudicarmi mai.
Che mi accompagnavano a fare la spesa.
Che mi facevano i dolci. Che si prendevano cura dei miei figli come fossero i loro.
E che ancora lo fanno.
Sante sono le ragazze del centro antiviolenza.
Santo è chi mi ha dato un'opportunità mentre naufragavo nella vergogna e nella miseria della violenza e dell'isolamento.
Santo è chi si è preso cura della mia salute, chi ha medicato le mie ferite quando io non vedevo neppure dove fossero.
Santi sono quelli che mi hanno chiamata per dirmi che c'erano e che poi, dopo avermi chiamata, si sono anche presentati alla porta perché ne fossi davvero sicura.
Santi sono quelli che hanno visto in me la donna che vedo adesso, quando io nemmeno pensavo più di esistere.
Santi sono tutti quelli che mi hanno aiutato a portare un peso, che hanno regalato tenerezza e fiducia ai miei bambini, che ci hanno abbracciato quando non avevamo più speranza.
Sante sono le persone che condividono la nostra battaglia di Giustizia perché sanno che è una battaglia di tutti.
Tutti gli altri, vivi o morti, gattemorte e gattimorti, circensi e leccaculo, soloni e ipocriti giudicanti, bugiardi senza vergogna, testimoni comprati e finti martiri, gente che non ha mai avuto parole di pietà e una sola opportunità per me, e tutti quelli che continuano ancora a fare branco, a coccolare la violenza, possono festeggiarsi tra di loro il due novembre, nella ricorrenza che è già la loro.
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