31.8.23

prima dello schianto fatale. Il crocifisso del saldatore. In fondo anche Cristo fu un manovale di DANIELA TUSCANO

kevin laganà, 22 anni. michael zanera, 34 anni. giuseppe sorvillo, 43 anni. giuseppe saverio lombardo, 53 anni. giuseppe aversa, 49 anni.

Nomi, età e volti dei cinque #operai travolti da un treno a #brandizzo, in #piemonte, nello svolgimento del loro lavoro. "Mentre lavoro mi è apparso un #crocifisso", scrive Michael nell'ultimo post, poco prima dello schianto fatale. Il crocifisso del saldatore. In fondo anche Cristo fu un manovale. Nomi, età e volti di gente perbene. L'Italia ha il diritto-dovere di vedere non soltanto gli aspetti del Male (gli stupratori di #palermo e #caivano, gli adolescenti ricchi e annoiati che si sono "divertiti" a massacrare una bestiola...), ma di conoscere altri visi, in cui finalmente identificarsi. Perché Kevin, Michael e i tre Giuseppe sono tutti noi. Non un anonimo numero statistico. Il paese ha risposto con l'ingratitudine al loro impegno quotidiano e discreto. Non abbiamo saputo riconoscerli, come non abbiamo riconosciuto il Messia.




DIARIO DI BORDO N°4 ANNO I . invece di indagare sulle cause della tragedia degli operai morti a torino si tiura in ballo la religione ., pur di giustificare Giambruno e gli altri cattivi maestri s'accusano strumentalmente i genitori delle vittime ., giornalisti che sparano ... come gli influenzer per far parlare di loro e nascondere fatti negativi

 Ma solo io ed pochi altri fra cui Lorenzo tosa Ma solo io trovo morbosa, fuori luogo e persino pericolosa questa insistenza di (quasi) tutti i giornali sul particolare del crocifisso “comparso” a uno degli operai vittime della strage ferroviaria di Torino ? << Di fronte a una tragedia come questa >> ---- come dice Lorenzo --- << abbiamo bisogno di un’informazione che racconti senza sconti la dinamica dei fatti, che indaghi sui sistemi di protezione, sulle certificazioni di sicurezza scadute, sul sistema degli appalti e dei subappalti che mette a rischio la vita dei lavoratori per far risparmiare le imprese. Abbiamo bisogno di tutto meno di giornali acchiappaclick che, come avvoltoi, cavalcano le più viete superstizioni e approffittano della fede delle persone, distogliendo più o meno volontariamente l’attenzione dall’unico vero tema di cui dovremmo parlare oggi e sempre: la sicurezza sul lavoro. >> Infatti quello che è successo a Torino non ha la mano di Dio ma mani e responsabilità umanissime che toccherà agli inquirenti individuare e stabilire.<< Le cinque persone morte investite da un treno a Torino non sono morte per una disgrazia ma perché non sono stati messi in condizione di lavorare - e questo è un fatto - con standard di sicurezza accettabili in un Paese civile, nel 2023.>>Un pensiero non formale alle cinque vittime di questa (ennesima) tragedia sul lavoro e alle loro famiglie. Meritano di essere ricordati con nome e cognome:



L’unico modo di onorarli è la giustizia.

----

Contemporaneamente   alla ...   ehm ... parata  di  Meloni   alcuni   giornali online ed  social    parlano   del  fatto  di Caivano   in  modo strumentale . Infatti  già  dal titolo  e dal memem e ripstato a  sinistra     questo   sito   \  canali  social   https://www.dcnews.it/

AGOSTO 31, 2023
Caivano, la mamma delle ragazzine violentate pretende di trasferirsi a spese nostre: deve ancora spiegare come si possano lasciare in giro di notte a 10, 12 anni senza controlli

 dimostra    che  questo  non è   essere   liberi ed  andare  in direzione  ostinata ed  contraria   nel ver senso  della  parola   in quanto    anche  in essa   non  dovrebbe  mai  mancare  il rispetto  e il buon senso  . Infatti  solo l'articolo   che  qui  evito  di linkare  ed   riportare  fa  schifo  in  quanto  usa  in modo  strumentale   per  giustificare   i  cattivi maestri  come Giambruno  e  company   delle  critiche  giuste  . Infatti  su  una  delle  famiglie   sono intervenute  i  servizi sociali   togliendoli momentaneamente  la  figlia   e  trasferendola  in una  comunità .  


----


Tale intervento che trovate sotto risponde al mio dubbio espresso precedentemente sia sui social sia su queste pagine : <<Mi chiedo ma i politicanti ed i loro giornalisti usano lo stesso sistema di comunicazione degli influencer o vip in declino per ritornare in auge cioè sparare cazzate pur di distrarre i media ed l'opinione pubblica /la massa o nel caso delle dichiarazioni del compagno della Meloni sui fatti di Palermo far da foglia di fico o parafulmine alle gaffe e agli errori del governo preferendo fare figure di 💩 ? Oppure esiste una terza via cioè pensano davvero quel che dicono ? >>

da il Fq del

Aziende commissariate per sfruttamento, Coppi: “La politica discute di Giambruno e Vannacci. Così a tutelare i diritti restano i magistrati”



I colossi della vigilanza privata commissariati dalle Procure per sfruttamento dei lavoratori. I contratti collettivi disapplicati dai giudici perché prevedono salari indegni, o al contrario applicati d’ufficio a lavoratori privi di tutele come i rider. Il diritto al suicidio assistito riconosciuto solo dalla Consulta, grazie alla questione di costituzionalità sollevata dai pm di Milano. Ancora, anni prima, il sequestro disposto da un gip dell’area a caldo dell’ex Ilva di Taranto, necessario a tutelare “la salute e la vita umana”. Il caso Cosmopol – l’ennesima società di vigilanza sottoposta a controllo giudiziario per aver corrisposto “retribuzioni al di sotto della soglia di povertà” – conferma una tradizione del nostro Paese: l’intervento della magistratura per affermare diritti che la politica non sa o non vuole tutelare. Per Franco Coppi, l’avvocato penalista più celebre d’Italia (difensore tra gli altri di Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi), il motivo è semplice: “Chi dovrebbe fare le leggi passa mesi a discutere del nulla. In questo modo a tutelare la dignità delle persone restano solo i tribunali”. ....  segue  su  Aziende commissariate per sfruttamento, Coppi: "La politica discute di Giambruno e Vannacci. Così a tutelare i diritti restano i magistrati" - Il Fatto Quotidiano

30.8.23

Mussolini su Giambruno: “Una frase da medioevo, il solito uomo che dice: te la sei cercata

 le  dichiarazioni  della Mussolini  ( lontano anni  luce  dalla  mia  cultura  politica   )   sono   una  bellissima    risposta    da destra   a    tutti  quei  siti  ,  account  social  ,  e  lachè    della  sua stessa parte   politica  e   dell'antipolitica   e  non  che  difendono   a  tutti  i  costi    Giambruno   e  che  considerano feccia  coloro   che   lo  criticano per  le  sue    prese  di  posizione   .  

Ecco  cosa     ha  detto 
repubblica   30 AGOSTO 2023 ALLE 01:00

L’eurodeputata di Forza Italia: “Non m’importa che sia il fidanzato di Meloni ma questa mentalità diffusa. Più grave perché l’ha detto in tv”

Alessandra Mussolini, dopo una parentesi tra tv e attivismo Lgbtq+, da novembre è tornata sui banchi del Parlamento Ue, tra i Popolari. È appena atterrata a Bruxelles, ma non è rimasta indifferente alle parole del compagno della premier su Rete4.
Andrea Giambruno ieri ha commentato lo stupro di gruppo di Palermo con parole che hanno creato clamore. Lei come ha reagito quando le ha sentite?

«È stata una violenza inaudita. Un fatto gravissimo, soprattutto se pronunciato da chi è tenuto ad essere quanto più imparziale e in un momento in cui i femminicidi sono all’ordine del giorno. Non si può dare un’opinione così, a maggior ragione se quella che esprimi ci riporta dritti al medioevo. Quando si parla, si hanno sempre conseguenze, non c’è smentita o contestualizzazione che tengano».




«Se eviti di ubriacarti, eviti di incorrere in problematiche perché poi il lupo lo trovi» sono parole 
che portano di nuovo a colpevolizzare la vittima?
«Sì, ed è una barbarie. Mi chiedo: stiamo anche scagionando gli uomini che, invece, possono alzare il livello alcolico a discapito di noi donne? Con l’esternazione di Giambruno siamo alle solite: un uomo che dice “te la sei cercata”. Quello che non vogliono capire è che io se volessi, dovrei avere il diritto di camminare con il sedere in bella vista, perché non c’è nulla che giustifichi un uomo violento. Lo stupro è stupro, se non capiamo questo, per noi donne è davvero finita».
Giambruno è il compagno della premier Meloni. Si aspetta che la presidente prenda posizione?

«Non mi interessa il legame sentimentale, ma la mentalità diffusa. Come il fidanzato di Meloni ce ne sono a migliaia, lui è semplicemente uno in più. Diventa più grave perché quelle parole sono state dette davanti a una platea di donne, alimentando ancora una volta la paura di denunciare . Se non pensassimo alle conseguenze per chi è vittima e lo ascolta, bisognerebbe semplicemente rispondere con una pernacchia, perché nel 2023 queste cose non si possono più ascoltare».
Nel 1998 lei fu protagonista di una feroce battaglia contro la sentenza scandalo della Cassazione, dove nero su bianco legiferava che fosse impossibile lo stupro se la ragazza indossava i jeans. In 25 anni si sono fatti passi avanti?

«Ricordo che per essermi impegnata in prima linea contro quello scandalo giudiziario la Cassazione mi denunciò chiedendomi un miliardo di lire di risarcimento. Anche lì si dichiarava che una parte di colpa ce l’avesse la vittima, un’assurdità. Oggi le ragazze hanno più coraggio, ma la mentalità è ancora preoccupante. Le battute, le pacche sul sedere, la goliardia diffusa a dispetto delle donne sono piaghe con cui stiamo convivendo. Questa superficialità ci porta ad accettare tutto, come l’esternazione di Giambruno, che rischia di indebolire anni di battaglie».

Si può dire, scrivere, cantare tutto? Sì, ma poi bisogna assumersene le responsabilità e pagare le conseguenze se si viola la legge , i casi di Vannacci e di Daniele de Martino

 Si può dire, scrivere, cantare tutto? Si può schermare ogni cosa dietro la libertà di parola e di opinione? Come noto questa estate il tema è stato ampiamente oggetto di dibattito per il libro (? )  di Roberto Vannacci. Ma c’è un’altra vicenda di questi giorni che ha diversi punti di contatto con la questione del volume del generale. È quella che riguarda l’annullamento dei concerti del cantante neomelodico Daniele De Martino nei comuni di Canosa e di Sant’Agata di Puglia dopo


che le relative Questure hanno rilevato elementi di “criticità” ed “esigenze di sicurezza e ordine pubblico”. Con un video dai suoi canali De Martino si difende “io non credo che cantare sia diventato un crimine”.
Facciamo un passo indietro. Daniele De Martino, al secolo Agostino Galluzzo, nato a Palermo nel 1995, è uno dei più famosi cantanti neomelodici, i suoi concerti fanno il pienone e i suoi social raccolgono centinaia di migliaia di follower, le sue canzoni su YouTube hanno milioni di ascolti. Nonostante l’entusiasmo dei fan, però, i testi delle sue canzoni, le performance durante feste private a casa di persone legate alla criminalità organizzata e la vicinanza dello stesso a personaggi di spicco di Cosa nostra, hanno indotto le autorità a vietare i suoi eventi. Per De Martino si tratta di un “accanimento contro i neomelodici” e argomenta: “è vero che in passato ho fatto 3 canzoni che parlavano di malavita, e anche se la malavita la vediamo tutti i giorni nei film, nelle fiction. In ogni caso quelle canzoni non le ho più cantate e le ho tolte dalle scalette dei concerti”. E allude al fatto che testi di quel genere siano acqua passata. Ma “Stanotte”, un pezzo nel cui video De Martino sembra essere un detenuto al 41-bis, è uscito 8 mesi fa. “Si nu pentito” è del 2021 e il testo recita: “sei un pentito, ci hai traditi, tu non vali niente, sei la vergogna della gente, uomo fallito [...] Non scordarti, pure tra cento anni ti posso trovare”. Nel 2019 a far discutere, invece, è il video di “Samara” - oltre 3 milioni di visualizzazioni - girato a Bari, nel quartiere San Paolo, dove il cantante e altri personaggi impugnano pistole e kalashnikov, e scorazzano senza caschi in cortei di scooter. Al 2017 risale “Comando io”, che dà voce a un figlio pronto a vendicare il padre ammazzato. È vero che questi temi sono oggetto anche di popolari fiction - De Martino cita “Mare fuori”- ma, per esempio, il regista e gli attori di questa serie e di altre simili non sono mai stati chiamati a esibirsi, come De Martino, a casa di persone vicine a organizzazioni criminali, a riprova del fatto che in queste opere non vi è un esplicito inneggiare al mondo di valori criminale. Su questo il cantante risponde: “Quando ci chiamano, dietro a un telefono, non possiamo sapere chi ci sta chiamando, è il mio lavoro: canto, vengo pagato e me ne vado”. E sulle foto che lo ritraggono con persone vicine a Cosa nostra dice: “ho fatto solo una foto con il cugino di mia nonna”. Il riferimento è a una foto con il boss Francesco Spadaro.
A difendere De Martino c’è un seguito di fan davvero impressionante e ci sono anche rappresentanti istituzionali. Come a Sambuceto, in provincia di Chieti, dove nonostante le polemiche di alcuni cittadini, De Martino si è esibito in una piazza gremita di persone, incassando pure la benedizione del parroco don Massimo D’Angelo: "mi sento in dovere di ringraziare e chiedere scusa a Daniele De Martino per le critiche violente e le accuse che hanno recato a lui solo perché Tutti siamo cattivi in una storia raccontata male".
Ecco, a sostenere la libera espressione di De Martino sono molti, moltissimi. Sono, diciamo, la maggioranza. Ed è qui che torna una delle questioni poste dal generale Vannacci: la democrazia come legge della maggioranza. Dove le minoranze non possono che adeguarsi, e se non lo fanno, se pretendono voce e diritti allora tradiscono una “dittatura della minoranza”. Dunque: è giusto vietare i concerti di un artista amato dalla maggioranza? Si può dire, scrivere, cantare tutto? Sì, si può. Ma poi ci si deve assumere le responsabilità: se Vannacci denigra la democrazia e i valori della Costituzione,le  diversità ,  è giusto che risponda di apologia di fascismo. Così come se De Martino esalta atteggiamenti di tipo mafioso allora è bene che gli sia impedito di farlo in posti  simbolo   come Canosa: una terra dove si registra uno dei più alti tassi di di criminalità d’Italia, caratterizzato dal primato dei furti di autovetture, ma anche da estorsioni, usura e spaccio di sostanze stupefacenti.

29.8.23

il problema degli stupri specie quelli condotti da minorenni non va affrontato di pancia di Gennaro Pagano

 visto  che mi dice  che  esagero quado parlo  degli stupri  e dei femminicidio    che   siamo di fronte  ad  emergenza  culturale  ed  sociale  , lascio la  parola  ad  un esperto     che  ne   sà  più di  me 


Quanto accaduto a Caivano, come a Palermo, atterrisce. E atterrisce altrettanto gli opinionisti e i
tuttologi che sparano la soluzione mediatica ad alto impatto oppure che si limitano a descrivere l'evidente senza andare oltre. Il problema della sessualità, dell'abuso da parte di giovanissimi verso ragazze poco meno che coetanee, della violenza gratuita e bestiale è un problema complesso e che come tale va affrontato, analizzato, affrontato di pancia capito, andando oltre il politicamente corretto di uno sdegno sterile, tutto pancia e niente testa (la “pancia” è utile, necessaria e sacrosanta ma se non muove ad un pensiero capace di dirigere un’azione è socialmente sterile).In questo breve post voglio fermarmi su quattro parole chiave che meriterebbero un'analisi ulteriore. Condivido questi pensieri assolutamente non esaustivi per spingere a riflettere e ad andare oltre gli slogan :

1. Empatia. Spesso durante il mio servizio all’Ipm di Nisida e durante l’attività di psicoterapeuta mi è capitato di incontrare adolescenti "sotto anestesia"emotiva, completamente incapace non solo di elaborare ma anche di riconoscere le proprie emozioni e quelle della loro vittima. Negli ultimi anni vi è un "distanziamento emotivo" molto preoccupante e pericoloso, correlato senz'altro in molti giovani all'utilizzo smodato di social network, video, schermi e tastiere: non si tratta di "influenza" dei social, attenzione, ma di un vero e proprio mutamento di reti neuronali che nei nativi digitali sta avvenendo, come dimostrano numerosi studi avviati. Se a questo si aggiunge spesso la mancanza di mediazione e narrazione della realtà da parte del mondo adulto, tutto diventa più comprensibile.
2. Porno. Non se ne parla. Pare un discorso da bigotti e politicamente scorretto. Ma chiunque abbia esperienza di accompagnamento psicologico di adolescenti e ragazzi sa bene quanto l'esposizione pressoché quotidiana - che non di rado sfocia in una vera e propria dipendenza - a siti e video pornografici abbia delle ricadute importanti sulla concezione del sesso, delle pratiche sessuali, del rapporto e degli atteggiamenti da assumere. L'altra/o viene "cosificata", ridotta a merce da consumare e buttar via. Non si gode della relazione (anche sessuale) ma dell'oggetto da consumo che diventa il corpo dell'altro. Del porno e del suo effetto sugli adolescenti si parla poco: ricordiamoci che è una delle industrie più fiorenti di sempre. Ricordiamoci anche che ci troviamo dinanzi ad un inedito storico: mai l'accesso alla pornografia è stato così facile e potenzialmente continuo come negli ultimi venti anni. Questo vuol dire che chi liquida questo problema lo fa con superficialità e senza pensare.
3. Consumismo. Il "consumismo", parola che andava tanto di moda negli anni '80 e '90 , è diventato sempre più un concetto anche relazionale ed esperienziale. Non si tratta più di consumare merci e cose ma anche persone, corpi, relazioni. Non superando mai la fase infantile, narcisistica ed egocentrica, in cui l'altro viene concepito unicamente come funzionale al mio bene e, perché no, al mio piacere. L’altro non è più persona ma merce, cosa fa consumare. Anche sessualmente.
4. Povertà. Abusi e stupri possono avvenire ovunque come dimostra la storia e la casistica ma in alcuni casi, soprattutto in quello che vede protagonisti minori o giovanissimi, vediamo che avviene più spesso in contesti sociali o territoriali segnati dalla povertà educativa, dalla marginalità sociale, dal degrado morale. Questo significa che anche in quest'ambito i più poveri sono quelli che subiscono di più: nascere in una famiglia difficile, di un quartiere difficile di una realtà difficile espone maggiormente a traiettorie di vita deviate.
In tutti questi ambiti occorre lavorare con un metodo seriamente preventivo, transdisciplinare e di rete. E nonostante l'urgenza occorre essere preparati ai frutti che non arriveranno domani ma dopo domani: si tratta di cambiamenti della mente "sociale" e questo richiede tempo.E in questo tempo occorre lavorare con solerzia, coraggio, passione e senza protagonismi di sorta ad aiutare le vittime e ad evitare, vigilando, che ve ne siano altre.

Vannacci fa scuola a Giambruno compagno della Meloni

Prima d'inziare a mettere il concime alle rose mi faccio mia rassegna stampa e social e cosa trovo



 
Oltre a quelle vedere post precedente dei capo dei vigili di San Gavino Monreale ecco altre vergognose dichiarazioni .Mi chiedquindio ma i politicanti ed i loro giornalisti usano lo stesso sistema di comunicazione degli influencer cioè sparare cazzate pur di distrarre i media ed l'opinione pubblica /la massa o nel caso delle dichiarazioni del compagno della Meloni sui fatti di Palermo far da foglia di fico o parafulmine alle gaffe e agli errori del governo preferendo fare figure di 💩 ? Oppure esiste una terza via cioè pensano davvero quel che dicono ?

28.8.23

avete scelto d'andare ad un concerto di morgan sapendo come vi avrebbe trattato e poi postate il video ipocriti

 

da  repubblica 

Coglioni”, “bifolchi”, “stupidi” e pure un bel “frocio di merda”. Solo perché gli avevano chiesto una cover del grande Battiato. come giustamente dice l'account social de L'opinionista social 
#Morgan non è più un artista da anni. È un personaggio che ha divorato l’artista. É lo Sgarbi della musica; vive solo di polemiche, insulti e deliri egoriferiti. Il problema vero non è lui ma chi continua a fargli fare spettacolo

Infatti se paghi ( vai gratuitamente , al'epoca all'aAgnata de De andrè i concerti erano gratuiti ) per andare a vederlo  gli insulti te li meriti proprio . Perchè o sei sadico o non sai distinguere la spazzatura dalla qualità . coincludo con questo fotomontaggio preso su twitter



quanto ha detto


Il problema non è Morgan, che per motivi noti e evidenti sta come sta ed è quello che è. Il problema è chi, anzichè limitarne i danni, voleva portarlo al ministero della Cultura. Dove in effetti, visti i tempi, manco stonerebbe.

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...