Oltre a loro ringrazio o la mia neo amica Giorgia perché stasera non riesco a scrivere niente sul 8 marzo ma grazie alle sue , e ora mie parole , ho trovato il coraggio cosi come ho trovato il coraggio di rispondere anche a quelle domande che mi rivolgono sia uomini ( che come capre regalano mimose o altro pur di tenersi buona la propria partner , mentre in privato e a volte anche pubblicamente sono dei beceri maschilisti e non sanno controllare gli stimoli misogini e distinguere quando e con chi usarli ) sia donna che la reputano ( non a torto ) negativamente : << [... ] Da quando hanno trasformato la “giornata internazionale della donna” in una inutilissima ”festa delle donne” , banalizzando quello che era un giorno di lotta, di presa di coscienza, trasformandolo in una festa consumistica come fosse la festa degli innamorati o quella della mamma provo un senso di fastidio per l’ipocrisia di questo giorno >> o decidono di festeggiarlo con false trasgressioni ( spogliareli maschili , pizzate di sole donne , ecc prendendo in giro e deridendo i malcapitati, esperienza personale che è capita quando qualche anno fa , quando per ironia della sorte l'8 marzo era capitato di sabato qualche ano fa in o in pizzeria in quel giorno ) La poesia s'intitola
Poichè Sono una Donna
Poiché sono donna, nessu
no, più di me,
conosce il silenzio del tempo che muta,
le parole del conforto, il dolore dell’abbandono.
So della caducità della vita e dell’illusione dell’apparenza,
ma intuisco più di altri l’eternita'
di un gesto compiuto nella bellezza.
Poiché sono donna,
porto su di me il peso dei reietti,
e di tutti coloro che in ogni epoca furono emarginati.
Sul mio viso si scorgono ancora
le sofferenze delle donne che mi hanno preceduto.
Nel mio grembo, la pienezza di tutte coloro che hanno procreato.
Poiché sono donna, so cos’è il dono.
E ho imparato, nel tempo, a vivere nella sua dimensione.
Raramente sono stata ascoltata, più spesso osservata
con brama, con sospetto, con disprezzo,
con risoluta indifferenza.
La mia voce dice di voci mai considerate.
La mia penna di menti che, per loro natura e per la propria diversità,
non sono state comprese.
Poiché sono donna sogno,
e sognando sperimento l’esistere di differenti creazioni.
Nella mia complessità nutro in silenzio
il seme del caos da cui proveniamo
e che non potrò mai, poiché sono una donna,
fingere di non aver avvertito.
Giorgia Vezzoli
attacchidipoesia.blogspot.com
Riporto anche quelle e più prettamente maschiliste ( che di solito cestino ) , ma anche di donne , comprensibile , stanche della retorica del 8 marzo perchè : 1) è per gente come loro che scrivo , finendo talvolta per essere ovvio e scontato ., 2) sono convinto che dai diamanti non nasce niete dal letame nascono i fiori ( citazione poetico \ musicale ) 3) ma soprattutto perchè quando non si tratta di cosi isolati purtroppo vale la pena di rispondere .
Ecco la liste di domande che ricevo
perché la festeggi mica sei donna o hai una stedda d'accontentare almeno che tu non stia cambiando sesso dal maschile al femminile ., non sarebbe ora di finirla di celebrare una festa solo di donne che monopolizzano i locali e quando un uomo ci mette piede viene deriso ., sei , visto che non è la prima volta che parli d'argomenti femminili , per caso diventato succube dell'altro sesso ., è una festa vecchia e stantia , ideologizzata in mano ai comunisti , è solo buinees o mercificazione , l'evento di cui si fa risalire la festa non è avvenuto l'8 marzo ma il 25 è stato strumentalizzato dalle sinistre contro gli imprenditori
Inizio , il sesso femminile capirà da quelli più prettamente maschilisti e misogini .
Non sto cambiando sesso per diventare donna ne tanto meno ho una partner d'accontentare . Ma la giornata del 8 marzo ovviamente la lotta per i diritti e contro certi atteggiamenti di cui non sono immuni neppure i giornali progressisti o pseudo tali , ne trovate sotto un esempio se non si dovesse vedere lo trovate qui
va combattuta giorno per giorno . Ma soprattutto come ho già detto nel post ( url ) e come potete leggere nella poesia finale le donne sono importanti . infatti e grazie a loro , alla loro cultura , alle loro emozioni ,che ho trovato ( oltre che in quelle maschile ) e ancora trovo , punti importanti di riferimento per la mia opera d'arte ed in certi momenti la forza per andare avanti e di lottare anche se non sempre ci riesco contro la mia porno dipendenza . E poi per parafrasare due famosissime canzoni
la prima
la prima
la seconda
Inoltre le donne da sempre sono tate escluse da discorsi politici \ politiki ( o già spiegato più volte cosa intendo per questo termine chi volesse saperlo di puiù oltre a cercare nell'archivio dell'altro blog visto che questo è recente , si legga Speranze, Milano, Rizzoli, 1994. ISBN 88-17-84339-3 di Mario Capanna )
e di guerra come se non gli interessasse e coinvolgesse .
Ma in realtà non solo con i movimenti delle suffragette , la maggior parte delle donne sono sempre state presenti quando l'uomo era al fronte come infermiere negli ospedali o lavorano enle fabbriche d'armi per mantenere a famiglia , oppure nel 1943\45 in europa occupata dai nazisti facevano staffette trasportando armi , vivveri , ordii , ecc , nascondendo prigionieri o armi o,lavori in maglia per far abiti per l'inverno da dare ai partigiani( o i repubblichini ) o addirittura combattevano essi o esse si prostituivano si prostituivano per fornire informazioni , si offrivano come scambi di prigionieri , ecc. Oppure dopo a guerra facevano i salti mortali con borsa nera o case chiuse per sfamare la famiglia
Ecco che esse , nei momenti più brutti sono state e lo sono ancora salvezza nei momenti più brutti e di crisi . Ed hanno pagato e contiuano a pagare più duramente il prezzo dela ovviamente senza generalizzare dela nostra stupidità . Esse hanno sofferto e sono morte per i diritti di noi tutti\e integrandol con la dignità d'essere donna .
Ma in realtà non solo con i movimenti delle suffragette , la maggior parte delle donne sono sempre state presenti quando l'uomo era al fronte come infermiere negli ospedali o lavorano enle fabbriche d'armi per mantenere a famiglia , oppure nel 1943\45 in europa occupata dai nazisti facevano staffette trasportando armi , vivveri , ordii , ecc , nascondendo prigionieri o armi o,lavori in maglia per far abiti per l'inverno da dare ai partigiani( o i repubblichini ) o addirittura combattevano essi o esse si prostituivano si prostituivano per fornire informazioni , si offrivano come scambi di prigionieri , ecc. Oppure dopo a guerra facevano i salti mortali con borsa nera o case chiuse per sfamare la famiglia
Ecco che esse , nei momenti più brutti sono state e lo sono ancora salvezza nei momenti più brutti e di crisi . Ed hanno pagato e contiuano a pagare più duramente il prezzo dela ovviamente senza generalizzare dela nostra stupidità . Esse hanno sofferto e sono morte per i diritti di noi tutti\e integrandol con la dignità d'essere donna .
Rispondo ora alle donne
Vero . Però a maggior ragione , in periodo in cui la classe politica \ culturale ritorna indietro rimettendo indiscussione le conquiste fatte o s'utilizza vere primo video , il corpo dela dona come oggetto allora vale la pena di ricordare celebrare ( ovviamente senza limitarsi ad un giorno solo ) tale data anche è stata usata e portata a vanti da una detterminata parte politica culturale
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Il «Woman's Day» negli Stati Uniti (1908-1909)
Nel VII Congresso della II Internazionale socialista, tenuto a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907, nel quale erano presenti 884 delegati di 25 nazioni - tra i quali i maggiori dirigenti socialisti del tempo, come i tedeschi Rosa Luxemburg, Clara Zetkin, August Bebel, i russi Lenin e Martov, il francese Jean Jaurès - vennero discusse tesi sull’atteggiamento da tenere in caso di una guerra europea, sul colonialismo e anche sulla questione femminile e sulla rivendicazione del voto alla donne.
Clara Zetkin |
Su quest'ultimo argomento il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a «lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne», senza «allearsi con le femministe borghesi che reclamano il diritto di suffragio, ma con i partiti socialisti che lottano per il suffragio delle donne». Due giorni dopo, dal 26 al 27 agosto, fu tenuta una Conferenza internazionale delle donne socialiste, alla presenza di 58 delegate di 13 paesi, nella quale si decise la creazione di un Ufficio di informazione delle donne socialiste: Clara Zetkin fu eletta segretaria e la rivista da lei redatta, Die Gleichheit (L’uguaglianza), divenne l’organo dell’Internazionale delle donne socialiste.
Non tutti condivisero la decisione di escludere ogni alleanza con le «femministe borghesi»: negli Stati Uniti, la socialista Corinne Brown scrisse, nel febbraio del 1908 sulla rivista The Socialist Woman, che il Congresso non avrebbe avuto «alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione». Fu la stessa Corinne Brown a presiedere, il 3 maggio 1908, causa l’assenza dell’oratore ufficiale designato, la conferenza tenuta ogni domenica dal Partito socialista di Chicago nel Garrick Theater: quella conferenza, a cui tutte le donne erano invitate, fu chiamata «Woman’s Day», il giorno della donna. Si discusse infatti dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne.
Quell’iniziativa non ebbe un seguito immediato, ma alla fine dell'anno il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali «di riservare l’ultima domenica di febbraio 1909 per l’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile». Fu così che negli Stati Uniti la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 28 febbraio 1909.
La Conferenza di Copenaghen (1910)
Aleksandra Kollontaj |
socialista - di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.
Negli ordini del giorno dei lavori e nelle risoluzioni approvate in quella Conferenza non risulta che le 100 donne presenti in rappresentanza di 17 paesi abbiano istituito una giornata dedicata ai diritti delle donne: risulta però nel Die Gleichheit, redatto da Clara Zetkin, che una mozione per l'istituzione della Giornata internazionale della donna fosse «stata assunta come risoluzione».
Mentre negli Stati Uniti continuò a tenersi l'ultima domenica di febbraio, in alcuni paesi europei - Germania, Austria, Svizzera e Danimarca - la giornata della donna si tenne per la prima volta il 19 marzo 1911[1] su scelta del Segretariato internazionale delle donne socialiste. Secondo la testimonianza di Aleksandra Kollontaj, quella data fu scelta perché, in Germania, «il 19 marzo 1848 durante la rivoluzione il re di Prussia dovette per la prima volta riconoscere la potenza di un popolo armato e cedere davanti alla minaccia di una rivolta proletaria. Tra le molte promesse che fece allora e che in seguito dimenticò, figurava il riconoscimento del diritto di voto alle donne». In Francia la manifestazione si tenne il 18 marzo 1911, data in cui cadeva il quarantennale della Comune di Parigi[2].
Non fu però ripetuta tutti gli anni, né celebrata in tutti i paesi: in Russia si tenne per la prima volta a San Pietroburgo solo nel 1913, il 3 marzo, su iniziativa del Partito bolscevico, con una manifestazione nella Borsa Kalašaikovskij, e fu interrotta dalla polizia zarista che operò numerosi arresti. In Germania, dopo la celebrazione del 1911, fu ripetuta per la prima volta l'8 marzo 1914, giorno d'inizio di una «settimana rossa» di agitazioni proclamata dai socialisti tedeschi, mentre in Francia si tenne con una manifestazione organizzata dal Partito socialista a Parigi il 9 marzo 1914.
L'8 marzo 1917
Le celebrazioni furono interrotte dalla Prima guerra mondiale in tutti i paesi belligeranti, finché a San Pietroburgo, l'8 marzo 1917 (il 23 febbraio secondo il calendario giuliano allora in vigore in Russia) le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra[3]: la fiacca reazione dei cosacchi inviati a reprimere la protesta incoraggiò successive manifestazioni di protesta che portarono al crollo dello zarismo, ormai completamente screditato e privo anche dell'appoggio delle forze armate, così che l'8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l'inizio della «Rivoluzione russa di febbraio». Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca una settimana prima dell’apertura del III congresso dell’Internazionale comunista, fissò all'8 marzo la «Giornata internazionale dell'operaia».
In Italia la Giornata internazionale della donna fu tenuta per la prima volta soltanto nel 1922, per iniziativa del Partito comunista d'Italia, che volle celebrarla il 12 marzo, in quanto prima domenica successiva all'ormai fatidico 8 marzo. In quei giorni fu fondato il periodico quindicinale Compagna, che il 1º marzo 1925 riportò un articolo di Lenin, scomparso l'anno precedente, che ricordava l'8 marzo come Giornata internazionale della donna, la quale aveva avuto una parte attiva nelle lotte sociali e nel rovesciamento dello zarismo.
La connotazione fortemente politica della Giornata della donna, l’isolamento politico della Russia e del movimento comunista e, infine, le vicende della Seconda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l’8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l’incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori, in gran parte giovani donne immigrate dall'Europa. Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857,[4] mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti verificatesi a Chicago, a Boston o a New York.
Nonostante le ricerche effettuate da diverse femministe tra la fine degli anni '70 e gli '80 abbiano dimostrato l'erroneità di queste ricostruzioni, le stesse sono ancora diffuse sia tra i mass media che nella propaganda delle organizzazioni sindacali.[5][6][7][8]
>>
Vero anche questo .
Ma si sà i simboli -- specie , quando come questì'anno , ricorre il centenario e e di cui grazie all'accurattisimo stidio di Micheal hirh è stato completato l'eklenco dele vittime di cui buona parte era rimasta ignota ( fra cui 3 italiane emigrate o figlie emiggrate ) ---- sono difficil da sconfiggere nonostante siano stati smentiti storicamente . Ma è anche per questo che bisogna festeggiare ovviamente in maniera nuove e con nuove parole per evitare che diventi solo retorica e sia svuotata del suo significato originario .
quidi concludo con una poesia concludo
(,..)
perchè la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente
(...)
di edoardo Sanguinetti Ballata delle donne per il testo integrale www.ilcorpodelledonne.net/?p=510
e come il sito citato qui in questo post ridiamo dignità al'8 marzo e che non sia solo una giornata all'anno ma tutto l'anno e <<
Basta adeguarsi al maschio, basta scimmiottarlo ( questa sera molte donne uscirano e l’unica cosa che sapranno fare sarà quella di andare a vedere un tristissimo spogliarello maschile … scendendo a livello del maschio più becero…), basta assumerne le modalità comportamentali (le poche donne al potere usano sistemi maschili addirittura esasperandoli) .
Basta “festa della donna”.
Ritroviamo la dignità di persone aventi diritti. Riprendiamoci gli spazi che abbiamo ceduto per amore di figli , mariti e di tutti gli uomini che ci circondano.
Inventiamo un modo nuovo di essere donne. Ricreiamo la solidarietà femminile . Troviamo nuove vie per collocarci in politica , lavoro , famiglia.
Il modello maschile è un modello prevaricatore che non tiene conto delle nostre peculiarità. Rifiutiamoci di imitarlo.
Ritroviamo la gioia di un 8 marzo fatto di solidarietà , consapevolezza , amicizia , al femminile. Perchè sia un giorno utile alle donne e non un giorno di festeggiamenti immotivati. >>
all'anno prossimo