8.1.21

le parole per l'inclusione fra rispetto e boiata del politicamente corretto il caso Confcommercio e lo spot contestato: l’uomo «lavoratore» e «sua moglie, la sua famiglia

Bertolt Brecht: " Guai a quel Paese che ha bisogno di eroi". E ancor di più, che sfrutta le donne chiamandole "eroine". Le donne lavorano doppiamente, fuori casa e poi in casa, allevano i figli, accudiscono i genitori.
Vanno valorizzate concretamente. Lo spot di Confcommercio è retrogrado perchè non tiene conto che    l'umanità  è   cambiata  anche se  esistono ancora  sacche  di resistenza    anche  in paesi  che  dovrebbero   aver  dato per  acquisite   tali  conquiste  . Ma  soprattutto  non  s'accorge  o   fa  finta  di non   accorgersene   che   i tempi sono  cambiati  per parafrasare    questa   famosa  canzone     degli anni  60    riporta  nella  cover  di  Brandi Carlile performing " live in the KEXP studio. Recorded March 27, 2018.


Ora   pur   non essendo   specializzato  linguista  o   filologo  (    sono   gli esami  a  cui  ho  ottenuto il  voto più basso e  che  ho ripetuto     all'università  )   ha  in parte   concordo   con  quanto   dice   
 Paolo Borzacchiello in questo intervento su https://www.thesocialpost.it del  8\1\2021

Se io mi volessi rivolgere a una persona che non ha ancora ben chiara la propria identità di genere o che sta semplicemente attraversando una fase della sua vita in cui sta decidendo in quale “pelle” si sente più a suo agio, dovrei stare attento, per rispettare la persona con la quale sto parlando ed evitare che i miei pregiudizi o le mie abitudini le arrechino danno.
Perché, contrariamente a quel che molti credono, anche la scelta della vocale da utilizzare alla fine di un aggettivo può rappresentare una importante differenza.
Questioni di vocali
Che cosa chiedo, quindi, a una persona che si definisce “non binary”, ovvero priva della rigida distinzione “maschio – femmina”? Prima di dedicarci a queste sottili (che poi sottili non sono) disquisizioni, dobbiamo tuttavia rilevare che ancora oggi, primi mesi del 2021, spesso anche chi si occupa di comunicazione istituzionale dimostra di avere in testa preconcetti difficili da estirpare e di essere ignorante, in materia di diritti s’intende, come una panchina (che dire ignorante come una capra sarebbe offensivo per un animale che, tutto sommato, dimostra di avere un certo piglio).
Confcommercio, 1920.
In realtà, parliamo di una campagna di Confcommercio che sembra stata scritta nei primi anni 20 del secolo scorso e che invece è stata concepita a dicembre appena trascorso.
Nell’epoca storica in cui si combattono ogni giorno sacrosante battaglie che riguardano pari diritti e pari opportunità, il geniale pubblicitario di Confcommercio se ne esce con un cartellone in cui vediamo raffigurata la silhouette di un uomo, dotato di occhi e naso, vicino alla dicitura “un lavoratore, un padre che guarda speranzoso al futuro”.
A fianco a lui, senza occhi ne naso, la sagoma di una donna, recante la dicitura “sua moglie, la sua famiglia” e, infine, piccolo e pure lui senza naso, il figlio, vicino alla scritta “suo figlio, il suo futuro”.
Difficile immaginare una comunicazione peggiore di questa: l’uomo è l’unico che lavora, la donna è raffigurata più piccola e senza accessori sensoriali, sia la donna sia il bambino sono di proprietà del padre famiglia (“sua”, “suo”) e via discorrendo, implicazione dopo implicazione. Certamente, di strada ce n’è ancora da fare, e parecchia. [.....]  continua  


per il resto  il resto  dell'articolo  che   trovate    qui   mi  sembra  una  boiata    dal politicamente  corretto   come tutti quei neolinguisti ed i loro seguaci acritici che adottano ed usano ne dell’asterisco al posto della vocale finale che marca il genere grammaticale, con lo scopo di riferirsi a entrambi i generi, evitando l’uso del maschile indifferenziato (il tutti della frase proposta si chiama così: maschile indifferenziato), attualmente previsto dalla norma (secondo cui cari tutti e cari colleghi vale sia per gli uomini sia per le donne) es car* tutt* e simili. Ora  va bene    rispettare  le  identità sessuali   e  psicologiche  di ciascuno\a  di noi   ma  senza  per  questo  rinunciare  in nome  di  una   falsa  parità  ed  uguaglianza   che uccide  la  propria   diversità  rendendoci  tutti  uguali  come  autonomi  .  Ma  soprattutto  si snatura la  lingua  e  la  s'imbastardisce  omologandola  annullandone le differenze identitarie  . Infatti  


[....] Tale uso dell’asterisco è però foriero di alcuni inconvenienti: il più banale e non scientifico (sotto il profilo linguistico) è che, nel caso di car*tutt*, sembra di avere a che fare con un supermercato. Il secondo inconveniente è meno soggettivo: l’effetto è molto da modulo burocratico, ricorda, anche se per contrasto, le doppie uscite maschile femminile divise da una barra: il/la || sottoscritto/a || nato/a eccetera. Il terzo inconveniente sembra più decisivo. L’asterisco si usa in tre circostanze: 1. In un testo, rinvia a una nota a piè di pagina oppure è messo dopo una firma per rinviare a una qualifica a fondo pagina, per esempio, a un articolo: Mario Rossi* > *Presidente di “Cieli puliti”. 2. In un testo, quando l’autore omette volontariamente un nome di luogo o di persona, sostituendoli con tre asterischi era nato a *** nella contea di ***. 3. Infine, si mette prima di una parola o frase per segnalare che è agrammaticale o insensata. In tutti questi casi l’asterisco funziona come un segnale, ma non incide nel corpo della parola. Invece, nel car* tutt* e simili, viene messa in gioco addirittura la morfologia, un livello cioè strutturale del sistema lingua.
              da  https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/domande_e_risposte/grammatica/grammatica_1665.html




speriamo che il QAnon italiano e i loro seguaci non ripetano nella giornata della memoria ( 27 gennaio ) quanto fece Alessandro Meluzzi su twitter l'anno scorso con l'immagine del cancello di

La  settimana  "  rompi  "  sta  per  iniziare  . speriamo    che per  questo  27   gennaio d non  dover  assistere  di  novo a  simili  bestialità   come    quella  fatta   da Alessandro Meluzzi su Twitter il  cui post  è  stato  rimosso  (  forse  in un barlume  di   razionalità  o  forse  per  evitare  insulti personali  )  ma  fortunatamente  la  foto    dell'orripilante  misfatto  è stata   salvata  in tempo    per  essere  messa  in circolo  nella rete  . 


La foto ritoccata e postata ( poi rimossa visto che se si cerca su twitter compare la scritta : << Questo Tweet non è disponibile. ) da Alessandro Meluzzi 



Purtroppo non è la prima volta che succede, che il fotoritocco, cioè, arrivi a prenderla a prestito. A taroccarla. A cambiarne le parole. A utilizzarla, nonostante ciò che rappresenta di per sé, per veicolare messaggi di altro tipo. Accadde nel 2014 con Beppe Grillo, che la scelse, stravolgendola tra le polemiche, per attaccare il Colle e il governo. Riaccade oggi con Alessandro Meluzzi, psichiatra e già parlamentare - nel 1994 e 1996 - con Forza Italia. Opinionista televisivo, è riallacciandosi all'emergenza Covid che su Twitter Meluzzi pubblica un post con la foto del campo nazista. In alto, la rivisitazione della scritta: al posto de Il Lavoro Rende Liberi, il copia e incolla di un leit motiv degli ultimi mesi, quell'Andrà Tutto Bene che ha accompagnato emotivamente le settimane di lockdown prima dell'estate (sui balconi, alle finestre, nei selfie dei bambini) e che ora, con la risalita del numero dei contagi e il ritorno delle misure restrittive, si ripropone per molti. 


Premetto  che non sono    del   Pd  e  non lo  voto  più  perchè  ..  ma    questo  è  un altro  discorso  . Ma    concordo  con loro  

[... ]

Pd si è levato un coro di polemiche per l'uso di un'immagine che riconduce ai crimini dell'Olocausto. "Twitter oscuri il 'cinguettio' dello psichiatra Alessandro Meluzzi con un richiamo a Auschwitz". È quanto chiede Alessia Morani (Pd), sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico. Nel tweet, spiega Morani, "c'è una foto dell'ingresso al campo di sterminio con la scritta Arbeit macht frei sostituita da Andrà tutto bene. Io mi chiedo come Twitter possa consentire questa vergogna. Ma oscuratelo santo cielo!", conclude la sottosegretaria.Le fa eco il deputato dem Andrea Romano: "Chi si fa beffe della Shoah per la propria piccola, misera propaganda non merita la dignità di interlocutore. Nel mio piccolo, non parteciperò ad alcuna trasmissione televisiva che abbia questo signore tra i suoi ospiti #orabasta".


"Questo Meluzzi, psichiatra, passa la giornata sui canali Mediaset a dispensare lezioni su qualsiasi aspetto della vita umana. Qui ha toccato il fondo". Lo scrive il responsabile esteri del Pd, Emanuele Fiano, su Facebook commentando la fotografia pubblicata da Meluzzi. "Io non ammetto scuse con chi gioca con il simbolo dell'abominio dell'essere umano. Auschwitz. Utilizzare il simbolo della fabbrica della morte nazista, dove un milione e duecentomila persone sono state rese schiave, torturate, picchiate gasate e bruciate, dove è stata cancellata l'idea stessa di umanità per pura propaganda politica, a me fa orrore e schifo", aggiunge Fiano. "Fossi un conduttore di Mediaset non chiamerei più una persona del genere in trasmissione".

da    repubblica   del 19\10\2020   qui l'articolo

7.1.21

Nonostante il fatto che siamo nel 21° secolo, molti paesi arabi e persiani vietano alle loro donne di mostrare il viso in pubblico o vestire all'occidentale. il caso della scacchista Dorsa Derakhshani

 ritorno  ancora   , e qui chiudo  ,  a parlare   dopo    i miei II   precedenti post   delle  donne  e  di libertà  negli  scacchi  riportando la  storia che  trovate  sotto     questa  storia  da  questo mio contatto  fb  



Nonostante il fatto che siamo nel 21° secolo, molti paesi arabi e persiani vietano alle loro donne di mostrare il viso in pubblico o vestire all'occidentale.
Dorsa Derakhshani (nata nel 1998) è una giocatrice di scacchi iraniana. Ha vinto diversi titoli. Nel 2017 la federazione scacchisti del suo paese le ha proibito di giocare nella nazionale in qualsiasi torneo perché ha partecipato al Tradewise Gibraltar Chess Festival 2017 senza indossare lo hijab. In seguito al divieto si è trasferita all'università di Saint Louis per studiare biologia, ha vinto una borsa di studio ed ora partecipa ai tornei di scacchi rappresentando la nazionale americana. Oltre all'intelligenza, alla forza e alla volontà, è una donna bellissima.

ecco una sua biografia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


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Dorsa Derakhshani
Dorsa Derakhshani.png
Dorsa Derakhshani nel 2017
NazionalitàIran Iran (sino al 2017)
Stati Uniti Stati Uniti
Scacchi Chess.svg
CategoriaWGM e IM
Ranking2277, al mondo 227º
Best ranking2405, al mondo 65º
Statistiche aggiornate al 5 aprile 2019

Dorsa Derakhshani (in persiano درسا درخشانی; Teheran15 aprile 1998) è una scacchista iraniana Grande Maestro Femminile e Maestro Internazionale[1], giocatrice per la Federazione statunitense[2].

Carriera scacchistica[modifica | modifica wikitesto]

Ha vinto per tre volte il Campionato asiatico giovanile. È allenatore FIDE ed è accreditata come giornalista FIDE.[1] Ha raggiunto il suo punteggio Elo massimo nella lista FIDE di luglio 2016 con 2405 punti.[3]

Contrasti con la Federazione Iraniana[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2017 la Federazione Scacchistica Iraniana le ha proibito di giocare per la Nazionale o di giocare in qualsiasi torneo in Iran per "aver danneggiato gli interessi nazionali" dopo che ha partecipato al Tradewise Gibraltar Chess Festival 2017 senza indossare lo hijab. Il suo fratello quindicenne, il Maestro FIDE Borna, è stato similmente punito per aver giocato contro il Grande maestro israeliano Alexander Huzman nel primo turno dello stesso evento.[4][5] Derakhshani aveva già giocato diversi tornei senza hijab.

Passaggio di Federazione[modifica | modifica wikitesto]

A partire dal settembre 2017 Derakhshani gioca per la Federazione statunitense. Ad agosto 2018 studia biologia presso la Saint Louis University, della quale fa parte, assieme a, tra gli altri, Alejandro RamírezFrancesco RambaldiOleksandr Ipatov e Dariusz Świercz[6] della squadra di scacchi.

Nel 2018 ha partecipato al Campionato statunitense femminile, giungendo ultima con 2,5 su 11.[7] È invece giunta terza nell'evento nel 2020, edizione disputata online a cadenza semilampo a causa dei problemi legati alla Pandemia di COVID-19 del 2019-2021.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Salta a:a b (ENFIDE Chess Profile, su ratings.fide.comURL consultato il 13 aprile 2017.
  2. ^ (ENTransfers in 2017, su ratings.fide.comURL consultato il 14 settembre 2017.
  3. ^ (ENTop 100 Women July 2016 - Archive, su ratings.fide.comURL consultato il 5 aprile 2019.
  4. ^ (ENIran bans teenage chessplayers for "harming national interests", su en.chessbase.comURL consultato il 13 aprile 2017.
  5. ^ (ENOusted Iranian Player: 'My Wardrobe Should Not Be Anyone's Business!', su chess.comURL consultato il 13 aprile 2017.
  6. ^ (ENAbout the SLU Chess Team, su slu.eduURL consultato il 17 agosto 2018.
  7. ^ (ENPairings & Results - Women's Ch, su uschesschamps.comURL consultato il 17 agosto 2018.
  8. ^ (ENIrina Krush takes 2020 U.S. Women’s Championship, su fide.comURL consultato il 9 novembre 2020.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


4.1.21

anche la chiesa ha i suoi cani sciolti . Reggio Emilia morto a 90 anni don Artoni il "prete comunista" che aiutò la Primula Nera


da https://bologna.repubblica.it/cronaca/2021/01/04/


Morto  don Artoni il "prete comunista" che aiutò la Primula Nera



REGGIO EMILIA
  È morto stamattina all'ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, dov'era ricoverato da settimane, don Ercole Artoni.( foto a   sinistra  )  Aveva 90 anni ed era conosciuto con gli appellativi di "prete scomodo" e "prete comunista" perché negli
anni '80 divenne famoso in tutta Italia per essere eletto come consigliere comunale nella città del Tricolore tra le fila del Pci, un'esperienza che gli costò una sorta di 'scomunica' dall'allora vescovo di Reggio Emilia, monsignor Gilberto Baroni. Il sacerdote anticonformista nel '77 ospitò nella sua parrocchia, a Mancasale - nella periferia reggiana - ex detenuti e pazienti dell'ospedale pschiatrico giudiziario, per recuperarli dalla marginalità sociale. In seguito fondò il centro sociale 'Papa Giovanni XXIII' che ancora oggi accoglie numerosi tossicodipendenti e alcolisti, aiutandoli a uscire dal tunnel delle loro dipendenze. Nel suo passato vanta anche collaborazioni con Loris Malaguzzi, noto pedagogista e 'papà' del modello d'insegnamento 'Reggio Children', che aiutò nello sviluppo di missioni in Brasile. Inoltre andò a Mosca nella delegazione italiana per aiutare il Vietnam e a Berlino nella Commissione Disarmo.Il parroco ebbe però anche alcuni guai con la giustizia. Negli anni '80 finì in carcere, in isolamento, accusato di favoreggiamento nei confronti di Paolo Bellini, la 'Primula Nerà, killer della criminalità organizzata. La stessa accusa gli venne mossa nell'ambito del sequestro Finco nel 1982 e poi finì in cella ancora per truffa e peculato. Infine, storia recente, nel settembre 2017 è finito nuovamente arrestato per le presunte minacce di morte e intimidazioni al giudice Cristina Beretti, nonché presidente del tribunale di Reggio Emilia. Dopo due mesi di domiciliari, venne rimesso in libertà e tornò nella sua comunità. Infine il 9 dicembre scorso è stato assolto.