4.8.24

Non solo Sinner, il tennis azzurro che "si emancipa" e porta medaglie: la sorpresa delle Olimpiadi Musetti ed il bronzo che vale cent'anni, il duo Errani-Paolini che si giocano l'oro nel doppio: i successi olimpici del tennis, nonostante l'assenza di Jannik: cosa sta succedendo e perché

 


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Il bronzo: la medaglia attesa cent'anni, ed è grande tennis azzurro


Il momento atteso cento anni è arrivato sulla terra rossa del Roland Garros: l'Italia del tennis torna a conquistare una medaglia alle Olimpiadi. Lo fa con Lorenzo Musetti, vincitore della finale per il bronzo del singolare maschile di Parigi 2024 in tre set con il canadese Felix Auger-Aliassime 

Olimpiadi di Parigi 2024 - Tennis, Lorenzo Musetti, 3 agosto 2024
Olimpiadi di Parigi 2024 - Tennis, Lorenzo Musetti, 3 agosto 2024 (LaPresse)
Premetto che non ho visto la partita ,i quanto ho appreso la news ( ero a cena d'amici ed eravamo lontani dalla tv ) ma vista la detterminazione di Mussetti ( vedere l'incontro della semifinale ) ha fatto un ottima partita come sembra confermare la cronaca su rainews :

Musetti rimette in sesto la testa dopo un momentaneo svarione, e poi uno smash per andare sul 4-3, poi il break del 5-3 mettendo in mostra colpi da maestro. Come la palla corta sul match point che chiude i conti. E fa scoppiare la festa azzurra.E' bronzo.

Dopo  Musetti  Questa sera invece, un'altra gemma del tennis azzurro, con la finalissima  del doppio femminile di Sara Errani e Jasmine Paolini che sfideranno le russe, sotto bandiera neutrale, Mirra Andreeva e Diana Shnaider.  Ke  italiane    hanno disputato  una   semifinale da combattimento
Le azzurre, testa di serie numero 3 del tabellone, hanno steso in semifinale le ceche Muchova-Noskova 6-3 6-2: dal break del primo set, due nel secondo: è Paolini che costruisce e macina punti da fondo campo mentre Errani conclude con maestria a a rete. Ed è questo che ha originato la battuta sessista : << A sinistra c'è Sara Errani che comanda, fa tutto lei: i piatti, cucina, lava>>.

La vittoria di Lorenzo Musetti

 03/08/2024
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Cosa succede (in positivo) al tennis azzurro a Parigi 2024? 

Se lo stanno chiedendo anche loro, le espressioni - eloquenti - sui visi dei "ragazzi" del tennis, con Musetti che centra un bronzo atteso da cent'anni, ed Errani-Paolini che si abbracciano e quasi non si credono, oggi pomeriggio sfideranno le russe per una medaglia che sarà d'oro o d'argento, ed il tutto condito da un'assenza pesantissima, un "convitato di pietra" che sembra aleggiare tra i sussurri di corridoio - si può esserne certi - perchè il numero 1 Atp, Jannik Sinner, giocherà in contemporanea con le Olimpiadi - dopo il ritiro e dalle quali è lontano - mercoledì prossimo 7 agosto. Jannik sarà infatti a Montreal per i Canadian Open, mentre - a causa di una tonsillite - non ha potuto giocare le sue formidabili carte a Parigi 2024.

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Tennis da sogno e riscosse azzurre
Ma intanto, il momento atteso cento anni è arrivato sulla terra rossa del Roland Garros: l'Italia del tennis ieri sera, è tornata a conquistare una medaglia alle Olimpiadi. E lo ha fatto con Lorenzo Musetti, vincitore della finale per il bronzo del singolare maschile di Parigi 2024 in tre set con il canadese Felix Auger-Aliassime.

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Olimpiadi di Parigi 2024 - Tennis, Lorenzo Musetti, 3 agosto 2024
Olimpiadi di Parigi 2024 - Tennis, Lorenzo Musetti, 3 agosto 2024 (LaPresse)

L'ultimo duello per il break: e Musetti vince
All'ultimo duello, Musetti rimette in sesto la testa dopo un momentaneo svarione, e poi uno smash per andare sul 4-3, poi il break del 5-3 mettendo in mostra colpi da maestro. Come la palla corta sul match point che chiude i conti. E fa scoppiare la festa azzurra. E' bronzo.

Olimpiadi di Parigi 2024 - Tennis, Lorenzo Musetti, 3 agosto 2024
Olimpiadi di Parigi 2024 - Tennis, Lorenzo Musetti, 3 agosto 2024 (LaPresse)

Olimpiadi di Parigi 2024, Tennis - vincono Sara Errani e Jasmine Paolini

 02/08/2024
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Tennis, si gioca per l'oro: finale storica per Errani & Paolini
Questa sera invece, un'altra gemma del tennis azzurro, con la finale del doppio femminile di Sara Errani e Jasmine Paolini che sfideranno le russe, sotto bandiera neutrale, Mirra Andreeva e Diana Shnaider. 
 

Tennis, finale storica per Errani & Paolini: "È un sogno"

 02/08/2024
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Una semifinale da combattimento
Le azzurre, testa di serie numero 3 del tabellone, hanno steso in semifinale le ceche Muchova-Noskova 6-3 6-2: dal break del primo set, due nel secondo: è Paolini che costruisce e macina punti da fondo campo mentre Errani conclude con maestria a a rete. La sintesi della partitona vinta dalle azzurre e che le porta alla caccia all'oro di oggi pomeriggio. 

 

Tennis, il match point del trionfo Paolini-Errani

 19/05/2024
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E conferma una stagione da sogno per la coppia Errani-Paolini dopo il trionfo agli Internazionali d'Italia e la finale al Roland Garros. 

Olimpiadi di Parigi 2024, Tennis - vanno in finale Sara Errani e Jasmine Paolini, 2 agosto 2024
Olimpiadi di Parigi 2024, Tennis - vanno in finale Sara Errani e Jasmine Paolini, 2 agosto 2024 (GettyImages)


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 03/08/2024
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Ma intanto, il momento atteso cento anni è arrivato sulla terra rossa del Roland Garros: l'Italia del tennis ieri sera, è tornata a conquistare una medaglia alle Olimpiadi. E lo ha fatto con Lorenzo Musetti, vincitore della finale per il bronzo del singolare maschile di Parigi 2024 in tre set con il canadese Felix Auger-Aliassime.

Il bronzo: la medaglia attesa cent'anni, ed è grande tennis azzurro
 

Olimpiadi di Parigi 2024 - Tennis, Lorenzo Musetti, 3 agosto 2024
Olimpiadi di Parigi 2024 - Tennis, Lorenzo Musetti, 3 agosto 2024 (LaPresse)

L'ultimo duello per il break: e Musetti vince
All'ultimo duello, Musetti rimette in sesto la testa dopo un momentaneo svarione, e poi uno smash per andare sul 4-3, poi il break del 5-3 mettendo in mostra colpi da maestro. Come la palla corta sul match point che chiude i conti. E fa scoppiare la festa azzurra. E' bronzo.

Olimpiadi di Parigi 2024 - Tennis, Lorenzo Musetti, 3 agosto 2024
Olimpiadi di Parigi 2024 - Tennis, Lorenzo Musetti, 3 agosto 2024 (LaPresse)

Olimpiadi di Parigi 2024, Tennis - vincono Sara Errani e Jasmine Paolini

 02/08/2024
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Tennis, si gioca per l'oro: finale storica per Errani & Paolini
Questa sera invece, un'altra gemma del tennis azzurro, con la finale del doppio femminile di Sara Errani e Jasmine Paolini che sfideranno le russe, sotto bandiera neutrale, Mirra Andreeva e Diana Shnaider. 
 

Tennis, finale storica per Errani & Paolini: "È un sogno"

 02/08/2024
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Una semifinale da combattimento
Le azzurre, testa di serie numero 3 del tabellone, hanno steso in semifinale le ceche Muchova-Noskova 6-3 6-2: dal break del primo set, due nel secondo: è Paolini che costruisce e macina punti da fondo campo mentre Errani conclude con maestria a a rete. La sintesi della partitona vinta dalle azzurre e che le porta alla caccia all'oro di oggi pomeriggio. 

 

Tennis, il match point del trionfo Paolini-Errani

 19/05/2024
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E conferma una stagione da sogno per la coppia Errani-Paolini dopo il trionfo agli Internazionali d'Italia e la finale al Roland Garros. 

Olimpiadi di Parigi 2024, Tennis - vanno in finale Sara Errani e Jasmine Paolini, 2 agosto 2024
Olimpiadi di Parigi 2024, Tennis - vanno in finale Sara Errani e Jasmine Paolini, 2 agosto 2024 (GettyImages)
Olimpiadi di Parigi 2024, Tennis - Sara Errani e Jasmine Paolini, 2 agosto 2024
Olimpiadi di Parigi 2024, Tennis - Sara Errani e Jasmine Paolini, 2 agosto 2024 (Afp)

Ma intanto, un convitato di pietra affila le sue racchette molto, molto lontano: in terra canadese.

Sinner in Aereoporto a Montreal
Sinner in Aereoporto a Montreal (@OBNmontreal)

Per Jannik il "torneo facile" di Montreal
E forse sorride ancora, Jannik Sinner, assente per tonsillite alle Olimpiadi, ma presente al torneo "National Bank Open", sesto Atp Masters 1000 della stagione, in programma a Montreal (in Canada) la prossima settimana: infatti dopo Carlos Alcaraz, anche Lorenzo Musetti e Novak Djokovic hanno dato forfait, per via del doppio impegno.E quando scenderà in campo - questo mercoledì, 7 agosto - ci sarà una curiosa coincidenza: a Parigi 2024 sarà il giorno di un altra bandiera azzurra, scenderà in campo infatti Gimbo Tamberi, uno degli atleti simbolo dell'atletica italiana assieme a Marcell Jacobs, e forse una delle icone più forti dello sport italiano in generale, sui prosceni internazionali. 

Per vincere una medaglia olimpica bisogna essere “cattivi” o per forza essere delusi se non la si vince ? ., La prima medaglia di Santa Lucia, non una qualsiasi ., medaglie storiche nel tennis e nl windsurf ., Il record di Henry Fieldman: medaglia maschile e medaglia femminile polemiche sulle condizioni del villaggio olimpico






Per vincere una medaglia olimpica bisogna essere “cattivi” o per  forza  essere  delusi    se  non la  si vince  ? 

Per vincere una medaglia olimpica bisogna essere “cattivi”? Lo ha scritto – con la tipica retorica nostalgica dei tempi passati – il giornalista Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, sostenendo che i fiorettisti italiani oggi avranno poche possibilità di vittoria nel torneo a squadre, perché pur essendo fortissimi sarebbero troppo bravi ragazzi. Gli ha risposto in modo molto critico un ex fiorettista, Daniele Garozzo, che è stato campione olimpico e mondiale, indicando quella posizione come «fuori luogo e anacronistica» e spiegando che la trasformazione sociale descritta da Cazzullo «non è una debolezza, ma una forza».
A questi Giochi sembra -- come testimonia la newsletters    di pari del ilpost.it   una delle  mie fonti pricipali oltre  il portale msn.it   e   google --- essere cambiato qualcosa nel rapporto tra atleti e media, in Italia: sembra che sia saltata definitivamente la vecchia convenzione per cui sono solo giornali e televisioni a poter commentare quello che fanno o dovrebbero fare le atlete e gli atleti, introducendo la possibilità che avvenga il contrario.Ma  soprattutto essere  delusi    se  non la  si  vince  . Il punto di rottura è stato forse il quarto posto – per un solo centesimo – della nuotatrice Benedetta Pilato nei 100 metri rana, che aveva detto in lacrime di essere felicissima per quel risultato suscitando la reazione sorpresa e un po' severa dell'intervistatrice della Rai Elisabetta Caporale. Pilato era poi stata criticata in modo spiacevole e con tono di scherno sempre sulla Rai dall'ex schermitrice Elisa Di Francisca, oggi commentatrice in tv.
Da lì in poi diversi atleti hanno cominciato a rispondere  giustamente  a tono, cercando di contrastare un certo tipo di racconto mediatico dei risultati sportivi. Dopo il suo quarto posto nei tuffi sincronizzati, per esempio, Lorenzo Marsaglia aveva detto proprio alla Rai: «Speriamo che non ci sia nessuno che dice che non possiamo essere felici di questo quarto posto».
E' vero che In molte competizioni sportive arrivare secondi o terzi vuol dire avere perso, alle Olimpiadi no: un argento o un bronzo possono valere una carriera. E naturalmente un secondo posto è meglio di un terzo, così come un primo è meglio di un secondo, no? Non sempre, forse.
Molte discipline olimpiche, quelle che si svolgono come tornei con un tabellone a eliminazione diretta, prevedono necessariamente che gli sconfitti delle semifinali si affrontino in una “finalina” per assegnare il bronzo. Questo può creare qualche discreto cortocircuito sul podio, se ci pensate: perché il bronzo lo si vince vincendo, mentre l'argento lo si vince perdendo, e magari dopo aver fatto la bocca all'oro.
Sul podio, insomma, spesso chi vince l'argento è l'unico scontento: l'ultimo esempio è il fioretto a squadre femminile di ieri sera, in cui l'Italia è arrivata seconda perdendo contro gli Stati Uniti in finale. Arianna Errigo, Alice Volpi, Martina Favaretto e Francesca Palumbo erano visibilmente tristi nonostante un risultato di grande valore, mentre le avversarie giapponesi battute in semifinale e poi medaglia di bronzo sembravano più felici di chi aveva vinto l'oro. Ma appuno dipnde dalle
persone . Quindi in In medio stat virtus (o anche in medio virtus stat) come dicevano gli antichi.
Belissima  va letta  tutta  la  risposta      di Daniele Grozzo a Cazzullo 

Caro Aldo Cazzullo,
Sono Daniele Garozzo, campione olimpico, mondiale ed europeo di scherma, nonché medico. Mi piace pensare di essere un bravo ragazzo, come molti altri nella nostra disciplina. Trovo piuttosto curioso, per non dire assurdo, il messaggio sottinteso nel suo articolo: che essere "cattivi" sia una qualità essenziale per vincere. Questa idea è non solo falsa, ma anche diseducativa.
Affermare che "essere cattivi" porti alla vittoria sminuisce i successi di tanti atleti che, come me, hanno raggiunto i più alti traguardi grazie a impegno, sacrificio e una sana competitività. La narrativa romantica del guerriero spietato potrebbe essere affascinante nei racconti epici, ma nella realtà dello sport moderno è fuori luogo e anacronistica.
Essere bravi ragazzi non significa essere deboli o meno competitivi. Significa avere la maturità di comprendere che il vero valore dello sport sta nel rispetto delle regole, degli avversari e di se stessi. È attraverso questo rispetto che si costruisce una carriera duratura e un esempio positivo per le generazioni future.
Inoltre, la trasformazione culturale e sociale che hai descritto non è una debolezza, ma una forza. Atleti istruiti, rispettosi e consapevoli sono ambasciatori migliori per il nostro sport e per i valori che esso rappresenta. La scherma non è solo una questione di medaglie, ma di carattere e integrità.
Invito tutti a riflettere su ciò che veramente rende grande uno schermidore. Non è la cattiveria, ma la passione, l'impegno e la capacità di ispirare gli altri con il proprio esempio positivo.
Con rispetto,
                                         Daniele Garozzo

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La prima medaglia di Santa Lucia, non una qualsiasi


I festeggiamenti per la vittoria di Alfred, appena finita la gara (AP Photo/Matthias Schrader)



La nuova campionessa olimpica dei 100 metri, Julien Alfred, viene da Santa Lucia, uno stato insulare caraibico che ha poco più di 180mila abitanti e che prima d'ora non aveva mai vinto una medaglia alle Olimpiadi. Alfred ha concluso la gara in 10,72 secondi, l'ottavo tempo di sempre nei 100 metri femminili, davanti a due statunitensi: Sha'Carri Richardson, che era considerata la favorita, e Melissa Jefferson.
È una storia piena di cose eccezionali, come si può intuire, a partire dal fatto che :Santa Lucia è un posto che non ha le strutture per sostenere l'attività di un'atleta del livello di Alfred, che infatti si allena negli Stati Uniti dal 2018. Ma non è stata nemmeno una vittoria del tutto inaspettata, come mostra l'enorme attesa che c'era a Santa Lucia per l'evento ;  che  in in certi paesi  i quelli che  un tempo vanivano  chiamati sud del mondo  una medaglia   rispetto  al resto del mondo  non viene  valorizzzata  economicamente  . 

Il resto delle cose successe ieri invece è riassunto qui fra cui le due belllissime medaglie storiche italiane quella d’oro di Marta Maggetti nella vela   ( in realta  è  e windsurf  )  che  mancava  all'italia  dalle  olimpiadi  del 2000 se non ricordo male     e quella di bronzo di Lorenzo Musetti nel tennis che  mancava  da  cent'anni 


ma  soptrattutto     è stato molto  modesto    :
"Dietro a questa medaglia c'è il lavoro di un team, di persone che mi supportano. È stata una partita difficile sotto tutto i punti di vista, si è sentita la stanchezza di questo mese ma questa medaglia l'ho voluta veramente e meritata a pieno". Commenta così Lorenzo Musetti dopo la vittoria contro il canadese Felix Auger-Aliassime in tre set per 6-4, 1-6, 6-3. Il tennista sottolinea: "Ho fatto meglio di venerdì, però in alcuni momenti di nervosismo non sono riuscito a esprimere il mio tennis al 100%. Nel terzo set ho alzato il livello, non era facile ma ne sono uscito da giocatore, facendo belle giocate, prendendo dei rischi ed essendo coraggioso: questo vale la medaglia".

......

Il record di Henry Fieldman: medaglia maschile a Tokio, medaglia femminile a Parigi



Henry Fieldman potrebbe diventare un nome da ricordare per chi ama i quiz olimpici. Infatti, grazie alle recenti modifiche nel regolamento del canottaggio olimpico, Fieldman è entrato nella storia come il primo atleta a vincere medaglie sia in competizioni maschili che femminili. Nato a Hammersmith e cresciuto a Barnes, sobborgo di Londra, il timoniere britannico ha conquistato questo primato durante le Olimpiadi di Parigi.
Regolamento rivoluzionario nel canottaggio
Nel 2017, il regolamento del canottaggio ha subito un cambiamento significativo, permettendo ai timonieri uomini di partecipare a competizioni femminili. Questo ha aperto la strada a Fieldman, che ha guidato l’otto femminile britannico alla conquista del bronzo nella regata tenutasi allo stadio nautico di Vaires-sur-Marne. L’equipaggio, composto da Annie Campbell-Orde, Holly Dunford, Emily Ford, Lauren Irwin, Heidi Long, Rowan McKellar, Eve Stewart e Hattie Taylor, si è classificato terzo, dietro Romania e Canada.
Una carriera di successi
Henry Fieldman non è nuovo al podio olimpico: aveva già vinto una medaglia di bronzo con la squadra maschile britannica a Tokyo 2020, oltre a due titoli mondiali e due titoli europei. Questa doppietta di medaglie olimpiche in ambiti maschili e femminili è un’impresa senza precedenti che lo distingue nella storia dei Giochi.
Oltre le competizioni
Oltre ai suoi successi in acqua, Fieldman è un rinomato coach e gestisce la sua attività, la Coxing Consultancy. Questa organizzazione ha formato diversi timonieri junior, che hanno ottenuto successi ai Campionati mondiali di categoria. Fieldman condivide le sue esperienze e insegnamenti anche tramite discorsi a club sportivi e dirigenti aziendali, arricchendo il mondo sportivo con la sua esperienza e visione unica.

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dopo la gazzosa della cerimonia d'apertura , molto scenografica e piena di polemiche continuano le polemiche ( non ricordo d'averne sentite per le altre olimpiadi ) Le condizioni del Villaggio Olimpico di Parigi 2024 stanno suscitando molte polemiche tra gli atleti.

 Un video pubblicato dal canottiere saudita Husein Alireza su Instagram, e poi rimbalzato su X, mostra una persona che dorme su un prato, indossando pantaloncini con il tricolore italiano e uno zaino simile a quelli della delegazione italiana. Molti si sono chiesti se si trattasse del nuotatore azzurro Thomas Ceccon, campione olimpico nei 100 dorso. Nelle prime ore di apertura del Villaggio Olimpico il ristorante che si trova al suo interno ha dovuto affrontare l’emergenza cibo. Dopo aver tentato di gestire la mancanza di derrate alimentari, alcune squadre hanno provveduto ad inviare a Parigi i propri chef per rispondere alle esigenze dei propri atleti.Oltre al cibo, anche la qualità del sonno lascia a desiderare. C’è stato chi si è fatto arrivare letti e materassi dalla propria nazione, chi li ha acquistati on line e se li è fatti consegnare direttamente al Villaggio. Dopo qualche giorno, alcuni atleti hanno deciso di lasciare il villaggio e soggiornare in alberghi o addirittura rifugi alpini. Insomma, un autentico disastro. Il video che sta spopolando sul web, certifica le condizioni non proprio ottimali della struttura.
Leggi anche: Olimpiadi di Parigi 2024, ecco perché i letti degli atleti sono fatti di cartone


non credo di sentirmi benissimo, quello è Ceccon? ⚰️⚰️ pic.twitter.com/5Mt7VoBn1e— r o x 🍂 (@lovesetmefree) August 3, 2024Il video ha alimentato le discussioni sui social media, con molti utenti che esprimono solidarietà per gli atleti e criticano l’organizzazione del villaggio. Il campione olimpico nei 100 dorso aveva dichiarato: “Nel Villaggio non c’è aria condizionata, fa caldo, si mangia male. Molti atleti si spostano per questo… non è un alibi è la pura cronaca di ciò che forse non tutti sanno. Sottolineo che non vuole essere una giustificazione o un alibi, tutti stiamo vivendo le medesime situazioni e siamo nelle stesse condizioni. Una cosa che probabilmente molti non sanno ed è giusto raccontarla”.

3.8.24

Nei fumetti Disney non si può più parlare di Olimpiadi ? sembra di si . infatti nnon coi sono dal 2020 storie olimpiche

Che tristezza. Ricordo con molto affetto le storie dedicate alle olimpiadi, ai mondiali di calcio (quella di Amelia che cerca di far vincere l'Italia è fantastica), a Sanremo. Mi sembra assurdo dover rinunciare per motivi di diritti . Sommando tutto ciò di cui non vi si può più parlare e anche disegnare, mi meraviglia che tali fumetti non siano ancora spariti...gusci vuoti come sono sempre più. E sull'ona  della nostalgia     che    riporto   quest articolo di  

da Fumettologica
Di Andrea Fiamma 1 Agosto 2024
La copertina di Topolino 1072 del 13 giugno 1976, dedicate alle Olimpiadi di Montréal di quell’anno

I fumetti Disney, e la rivista Topolino in particolare, hanno sempre celebrato le Olimpiadi come evento collettivo in grado di ravvivare lo spirito nazionale, trasmettendone i valori più edificanti e cercando di avvicinare i lettori più piccoli allo sport – una missione che il settimanale ha portato avanti per decenni in tanti modi, dalle storie realizzate con la collaborazione delle federazioni sportive fino al Trofeo Topolino. Ma da un po’ non è più così.
Il primo incontro tra i fumetti Disney e le Olimpiadi avvenne nel 1956. Ispirato dallo spunto di Paperino e le prove olimpiche, una storia breve di Carl Barks in cui il protagonista, aspirante atleta per Paperopoli, combina una serie di guai durante le qualificazioni olimpiche, il direttore di Topolino Mario Gentilini commissionò a Guido Martina e Giovan Battista Carpi un fumetto simile, dal titolo Paperino alle
Olimpiadi, in cui il papero è costretto a correre alle Olimpiadi dopo aver fatto arrestare un criminale che avrebbe dovuto gareggiare per conto di Paperone. Martina e Carpi lo realizzarono in tempi record, ma la storia uscì comunque nell’autunno del 1956, quando ormai i giochi erano conclusi.
Le iniziative serie partirono nel 1960, anno delle Olimpiadi di Roma, un’edizione particolarmente significativa per l’Italia. In quell’estate Topolino dedicò ampio spazio ai giochi olimpici, tra servizi, giochi e illustrazioni (perfino qualche pubblicità era a tema). L’editore Mondadori diede inoltre alle stampe, nella serie I Classici di Walt Disney, il volume Paperino alle Olimpiadi, nel quale, oltre a storie sportive collegate tra loro da una vicenda-cornice, erano presenti fatti storici, foto e primati delle edizioni passate. Il progetto, fatto anche per creare un oggetto ricordo, ebbe grande successo e fu replicato con Topolino alle Olimpiadi nel 1964 e Paperone alle Olimpiadi nel 1968.Un Pippo campione di Hula Hoop su una copertina di una pubblicazione Disney dedicata alle Olimpiadi nel 1984

In occasione dei giochi olimpici di Monaco del 1972, Topolino fece le cose in grande: per il volume Pippo alle Olimpiadi, sempre della collana I Classici di Walt Disney, Romano Scarpa scrisse e disegnò la storia inedita Pippo e i parastinchi di Olympia (il personaggio fu scelto in sinergia con l’uscita nei cinema del film a episodi Pippo olimpionico), che con le sue 134 pagine era una delle storie più lunghe mai prodotte sino a quel momento, nonché una delle più riuscite di Scarpa. Nel frattempo, su Topolino uscì la saga Operazione Olimpiadi, accompagnata da un sontuoso gadget: sei medaglie ritraenti i personaggi Disney in attività sportive.L’idea del gadget fu replicata quattro anni dopo, in occasione delle Olimpiadi di Montréal del 1976, con un’iniziativa ancora più importante, in collaborazione con l’azienda Findus: dodici figure in metallo raffiguranti i “superatleti”, ovvero i personaggi Disney alle prese con gli sport. Su Topolino furono allegati sei di questi gadget, oltre al raccoglitore, mentre gli altri vennero inclusi nelle confezioni di bastoncini di pesce Findus.Per Topolino, celebrare le Olimpiadi diventò una ricorrenza immancabile, al pari delle feste natalizie o di altri eventi di grande risonanza, e così, negli anni, oltre a redazionali, gadget e volumi speciali, apparvero molte storie dedicate all’evento, tra cui l’apprezzata Paperolimpiadi, realizzata nel 1988 sempre da Scarpa e sempre con una lunghezza record: 250 pagine, l’avventura Disney più lunga mai pubblicata fino ad allora.Negli ultimi anni, però, tutto si è complicato. Le manifestazioni esistenti ed esterne al mondo Disney sono state messe da parte per non incorrere in problemi di diritti intellettuali, autorizzazioni mancate, promozione impropria o potenziali polemiche.Un esempio di come sono state ripensate le storie Disney a tema Olimpiadi

Dato che il nome delle Olimpiadi e i suoi simboli (i cinque anelli, la torcia, le mascotte) sono protetti da copyright, Disney ha preferito non utilizzarli nelle storie, anche alla luce del controllo più stringente del CIO, il comitato internazionale per le Olimpiadi, che ha iniziato a chiedere a ogni comitato sportivo nazionale di vigilare con più solerzia. Nel 2017, un pub francese fu multato perché aveva stampato sottobicchieri con i cerchi olimpici, iniziativa che era stata considerata un incentivo commerciale per attirare i clienti.
In questo addio ha probabilmente contato anche il fatto che quelle olimpiche fossero storie difficili da realizzare, perché, dati i tempi lunghi per confezionarle, i soggetti dovevano sempre restare su linee generali, facendo riferimenti diretti alla realtà ma non troppo puntuali. Per smarcarsi da queste problematiche, spesso si sceglieva una via fantasy che si allontanava dal discorso olimpico. L’esercizio, di non facile esecuzione, consisteva nel fare respirare al lettore l’aria del momento, senza però inserire troppi elementi che datassero la storia, per renderla fruibile anche nelle riedizione successive. Una pagina dalla storia “Los Angeles ‘84” pubblicata su Topolino per le Olimpiadi di quell’anno

Per esempio, nel 1984, Fabio Michelini e Giorgio Cavazzano riuscirono a confezionare una storia sulle Olimpiadi di Los Angeles, intitolata Los Angeles ‘84, talmente astratta dal contesto – eppure godibile, con il solito Paperino impegnato in mille discipline – che nelle riedizioni successive bastò cambiare il titolo per farla funzionare, diventando Barcellona ‘92 e poi Sidney 2000 (e addirittura Atene ‘04 in una versione pubblicata in Grecia). In un’epoca, quella contemporanea, in cui le storie arrivano su Topolino con l’idea di essere rieditate in volume a stretto giro, forse creare qualcosa che parla dell’oggi non ha più tanto senso, da un punto di vista editoriale.«Era una tradizione, che poi magari non produceva le storie più belle del mondo, però era uno di quegli appuntamenti che ci si aspettava e che faceva la Storia di Topolino» commenta a Fumettologica Valentina De Poli, direttrice di Topolino dal 2007 al 2018.L’ultima Olimpiade protagonista di Topolino è stata quella di Rio 2016. In quell’estate, oltre alla storia a puntate I signori dei metalli, uscirono 12 medaglie con i personaggi Disney allegate a Topolino e altre testate, in un’involontaria chiusura del cerchio con l’iniziativa del 1972.«Per Rio 2016 avevo sudato un bel po’ con il CONI, il comitato olimpico italiano, per ottenere un gentlemen agreement che mi portò alla pubblicazione della storia e all’uso del logo olimpico in copertina» spiega ancora De Poli, che durante la sua gestione ebbe modo di supervisionare i progetti legati a tre Olimpiadi, dando sempre risalto ed eco all’evento. «Continuo a pensare che, essendo Topolino un giornale in tutto e per tutto, registrato al tribunale, creato da giornalisti, esista il diritto di cronaca e parodia, e quindi in teoria non ci dovrebbero essere veti o pericoli. Fa tutto parte della nuova follia dei tempi, dell’esasperazione delle precauzioni.» Topolino ha riservato pochissimo spazio a Tokyo 2020 e ancora meno a Parigi 2024: Nell’estate 2021 uscirono dei redazionali (e questa è anche una delle contraddizioni di un colosso come Disney, che spesso predica i propri valori a targhe alterne), una storia giallo-agonistica intitolata Topolino e l’oscura finale e dei gadget sportivi, riproposti identici a luglio 2024.La decisione di Disney di non affrontare più l’argomento olimpico nei fumetti è retroattiva, ed è probabile che molte delle storie prodotte fino al 2016 non saranno più rieditate (Topolino il signore dei cerchi, realizzata per Pechino 2008, non è mai stata riproposta in Italia, per esempio). Tutte quelle ripubblicate finora hanno invece subito correzioni più o meno invasive, fatte sempre senza consultare gli autori originali. Di alcune, però, sarebbe impossibile sradicare la componente olimpica senza perdere il senso della trama. Nel volume di Giunti Paperiadi, pubblicato nel 2021 e tornato sugli scaffali nel 2024 in una nuova edizione, tutte le storie a tema olimpico sono state modificate per togliere ogni simbolo o parola relativa alla manifestazione, perfino quelle che trattano le Olimpiadi in ottica storica, come Paperino e l’olimpionico universale, un’avventura del 2008 sulle origini dei giochi.Pubblicata per la prima volta nell’agosto 2008, “Paperino e l’olimpionico universale” è stata ristampata senza modifiche nel 2016, per poi diventare “Paperino atleta universale” nel volume Paperiadi, pubblicato nel 2021 e nel 2024: nelle ristampe, la parola “olimpiade” è diventata “gara sportiva”

Senza i giochi olimpici a sorreggerne la trama, le storie hanno dovuto cambiare la loro cornice narrativa, con esiti spesso innocui (imprecisati “giochi sportivi mondiali” hanno preso il posto delle Olimpiadi) ma a volte involontariamente goffi o comici. Nella riedizione di Codice Olimpo, un’avventura di DoubleDuck realizzata per le Olimpiadi di Londra 2012, sono stati tolti tutti i riferimenti alla competizione, a eccezione del titolo, che ha perso così di senso.Le ultime riedizioni conservative sono del 2017 e da allora si è preferito evitare ogni riferimento ai Giochi – almeno in Italia, perché in Germania è stato dato alle stampe un recente volume contenente storie olimpiche che non presentano modifiche.La pratica di dribblare manifestazioni reali nei fumetti Disney si estende a molti altri eventi di richiamo oltre le Olimpiadi, come Lucca Comics & Games, i Mondiali di calcio, il Giro d’Italia o il Festival di Sanremo – in passato tutti protagonisti di storie ma che ora, come le Olimpiadi, richiederebbero un livello di coordinamento dispendioso e varie autorizzazioni (che talvolta sono state concesse, come nel caso della storia del 2020 Zio Paperone e il Giro da capogiro, realizzata in collaborazione con il gruppo RCS, detentore del marchio) – ma anche ad argomenti un tempo considerati veri e propri valori per Topolino, come l’ecologia o la lotta al razzismo. Essendo diventati argomenti divisivi nel discorso pubblico, politicizzati e potenziali fonte di polemiche, la casa madre ha preferito glissare, arrivando a piallare ogni asperità, perfino la più inoppugnabile e incontrovertibile.Proprio nella storia olimpica Londra 2012 – Caccia all’oro! di Roberto Gagnor e Marco Mazzarello (diventata Papermedaglie, caccia all’oro! nelle riedizioni successive), Paperino, Topolino e Pippo tornano indietro nel tempo e incontrano il velocista Jesse Owens, protagonista di quattro storiche vittorie a Berlino 1936. Nella storia, Owens è prigioniero della polizia di Zirconia (una versione Disney della Germania nazista creata da Giorgio Cavazzano per la storia Topolino – Minni in “Casablanca”) e, nella versione originale, Topolino spiega che gli zirconiani non lo vogliono fare correre perché «ha il colore della pelle diverso dal loro», semplificando con delicatezza il tema del razzismo. Nelle riedizioni successive, oltre a rimuovere i riferimenti olimpici, la battuta è stata corretta in «a causa di una ingiusta discriminazione». Per paura di non calcare la mano, Disney ha cercato una formula talmente vaga da essere incomprensibile.La vignetta tratta da “Londra 2012 – Caccia all’oro!” nella versione originale, a destra, e in quella modificata nelle ristampe, a sinistra

Nel libro Un’educazione paperopolese, Valentina De Poli definisce Topolino «un ponte tra il mondo della realtà e quello della fantasia», ed eventi come le Olimpiadi, secondo la sua visione, hanno lo scopo di «calare e sintonizzare il giornale nel tempo in cui vive, renderlo rappresentativo del momento storico a cui appartiene. […] Per diventare, e mantenersi tale, un fenomeno mainstream è necessario che faccia parte del mainstream. Ecco allora la complicità con il mondo dello sport, del cinema, della musica e della tv, in genere tutti fenomeni della cultura popolare».Topolino è stato, ed è, una fucina importante per il fumetto italiano, che attraverso i personaggi Disney è riuscito a portare avanti iniziative ed esprimere concetti che parlano della società e alla società. Gli autori possono continuare a realizzare storie su generici “giochi sportivi mondiali”, ma togliendo la possibilità di dialogare con l’immediatezza del reale, questa capacità di parlare del presente che vivono i lettori viene meno.Su questo, l’attuale direttore di Topolino Alex Bertani ha un’opinione diversa: per lui l’abbandono di questi riferimenti non rappresenta un handicap, da una parte perché, dice a Fumettolologica, «nessuno decide di comprarsi un fumetto solo perché una storia è ispirata a una convention o a un famoso evento sportivo, quand’anche lo facesse si tratterebbe perlopiù di un fatto episodico», e dall’altra perché «nel tempo della sovra-informazione contemporanea, bombardati di continuo da notizie e dettagli su tutto, credo che i lettori vivano sempre più in modo distinto il mondo della fiction e quello della realtà».Una storia olimpica relativa ai giochi invernali di Torino 2006, nella versione originale e in quella ristampata

«Siamo nell’era delle grandi prudenze rispetto alle grandi aperture, anche esagerate magari, del passato» commenta invece a Fumettologica Francesco Artibani, sceneggiatore di Codice Olimpo. «Pezzo dopo pezzo, questo atteggiamento depaupera il lavoro di tutti perché sgancia le storie dalla realtà. Lo slancio a banalizzare i personaggi e le situazioni è una forma di autolesionismo incredibile, anche perché i lettori, inclusi i più piccoli, vivono nel mondo e vedono cosa succede.»“Sganciarsi dalla realtà” è la stessa espressione che usa Roberto Gagnor, sceneggiatore di Londra 2012 – Caccia all’oro!, per segnalare il rischio che corrono i fumetti Disney, «anche quando l’omaggio sarebbe probabilmente innocuo e anzi utile a entrambe le parti».«Alla fine», dichiara Bertani, «nulla impedisce che le stesse emozioni e atmosfere i lettori le possano vivere tramite parallelismi frutto della mera fantasia, che proprio perché separati e svincolati dalla realtà (in alcuni casi meno romantica di quanto si possa ritenere) riescono a svolgere una funzione archetipica a volte persino più forte».Come puntualizza giustamente il direttore, non significa che non si possano realizzare belle storie su temi importanti: gli autori Disney hanno da sempre dovuto confrontarsi con paletti e limiti e li hanno saputi aggirare con la forza dell’allusione. Tuttavia, questo ulteriore restringimento degli immaginari rischia di togliere lo spigolo vivo alle storie e privarle di quello spirito del tempo che invecchia le storie e obbliga i grafici a sostituire “Los Angeles ‘84” con “Barcellona ‘92” ma allo stesso tempo le rende materia immediata e pulsante di vita.

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