Memorie di un tossico 1979 33 anni dopo di Matteo tassinari







Serpico a Forlì


di Matteo Tassinari


Stavo sbollendo uno dei miei tanti sballi in piazza Saffi, quella centrale, sotto i portici della chiesa san Mercuriale. La mia residua attenzione fu rapita da una serie di camionette di Vigili Urbani e Questura e auto in borghese più un blindato per eventuali viaggi verso le prigioni. Ai miei occhi, già di loro espressione di una forte alterazione in corso, sembrava di assistere allo sbarco in Normandia. In realtà era una delle tante retate del corpo Vigili Urbani sezione antidroga, capitanata da un certo Tatti che aveva sollecitato anche la Polizia capitanata dal commissario De Viola


Una psiche malata



Lo chiamavamo Serpico (o Eliminatore) e come tutte le uniforme eravamo rifiuti tossici. Si pavoneggiava a tutore impavido della legge, tracotante, aggrovigliato nelle proprie forsennate pulsioni da capo-branco o mandriano, destinato a perdersi nei confini devastati della sua realtà in una ciurma mal sana. Una fiumana infinita e ardimentosa di prodi temerari, manco fossimo dei narcotrafficanti. Aspirava a salire di grado, Tatti, perché si sentiva il più in gamba. Per assicurarsi uno scatto di carriera si dedicava a giochini di cui era maestro: trucchi, anche abietti, per danneggiare e confondere eventuali rivali. Tatti era un umiliatore per vocazione. In lui, era innato il senso del potere ‘sbirresco’, nel senso più deleterio del termine, quello che ti fa sentire un Eliminatore per giustizia personale e sociale, quindi autorizzato dalla società civile. Un'Eleminatore legale. Una razza orribile che avrei preferito non conoscere mai




Federico Aldrovandi, ucciso la notte del 25 settembre 2005 per arresto cardio-respiratorio
e trauma cranico-facciale dopo una "collutazione" con una pattuglia della polizia di Ferrara.


Vè, c'è un asino che vola


Un uomo prigioniero di una cervello arroventato, vittima della propria personalità patologicamente scissa. In tanto baccano mentale, penso che si sia fatta ampio spazio l’idea che la verità umana di noi tossici, non poteva che essere cacata, stracciata, deforme e falsa. In tale luridume psichico, c’era posto solo per l’inutile ragionevolezza che proveniva dalle sue viscere più interne... (a chi interessa il continuo di questa post, clicchi qui altrimenti, tanti saluti http://mattax-mattax.blogspot.it/ )

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