Invece di infiltrarsi loro stessi come baristi , camerieri , clienti cosa fanno usano i minori addirittura i loro figli per verificare se le segnalazioni ricevute fossero veritire . Bravi adesso per colpa vostra essi subiranno atti di bullismo ,vendette ed insulti dai loor coetanei consumatori di alcoool o parenti dei baristi e d gestorei dei locali sia quelli interessati e non . A pensarci prima no . Adesso non fate le lacrime di coccodrillo quando la colpa é vostra
che strana la giustizia in italia non fermano ill padre o parigno ma il ragazzino che ha difeso la madre . Succede sempre cosi nonostante le varie denunce fatte dalle donne ai mariti o al partner li danno gli domiciliari e le violenze continuano arrivando ad ucciderle
unione sarda CRONACA » SASSARI Oggi alle 14:16- ultimo aggiornamento alle 17:13
Sassari, 14enne accoltella il compagno della madre per difenderla dalle botte
Immagine simbolo (Archivio L'Unione Sarda)
Esasperato dalle continue violenze subite dalla madre, un ragazzino di soli 14 anni ha accoltellato il compagno della donna, facendolo finire in ospedale in gravi condizioni.
È accaduto a Sassari.
Dopo l'allarme, l'adolescente è stato preso in consegna dalle forze dell'ordine e temporaneamente affidato a una comunità per minori.Il ferito è stato portato in ospedale.
dopo il precedente caso , vedere url sopra , di violenza e di barbarie commesso da " italiano " (metto fra virgolette il termine italiano perchè abborro mettere in evidenza la nazionalità del criminale perchè chi comette tali crimini è semprem un criminmale indipendentemente dall'apartenenza etnica e dala nazionalità ) ecco un altro atto criminale di cui salvini ed i malpancisti tacciono o minimizzano
Si chiamava Loredana, l’ha uccisa un italiano: Salvini, spendi una parola anche per lei.
Loredana è l'ennesima donna uccisa da un uomo italiano e sarebbe bello sentire il ministro spendere qualche parola anche per tutte le vittime di femminicidio
Loredana Lopiano
Un classico terribile caso di nera: alle 7:30 del mattino, ad Avola, in provincia di Ragusa, una donna, Loredana Lopiano, infermiera di 47 anni, è stata aggredita da un uomo che le ha inferto una serie di coltellate che l'hanno lasciata senza vita sull'asfalto. Il colpevole è stato identificato nell'ex fidanzato della figlia, che ora è interrogato dalla polizia. Un ennesimo caso di femminicidio, come ce ne sono tanti, che sarà presto dimenticato fino al prossimo [ corsivo mio ] . Eppure, la morte di Loredana non dovrebbe passare inosservata, per troppe ragioni. Una di queste è che un'altra donna è stata uccisa, è stata uccisa da un uomo italiano e il Ministro Salvini non ha detto una parola. E già si sentono i "ma che c'entra Salvini?" o i "non potete tirarlo fuori ogni volta che succede qualcosa di brutto". E invece c'entra, eccome se c'entra. Perché se il Ministro dell'Interno sente il bisogno di definire "infame" il quarto rapinatore di Lanciano, colpevole della tremenda rapina ai danni di due anziani, solo perché straniero, viene spontaneo chiedersi se lo avrebbe apostrofato così se italiano. O, peggio, se avrebbe fatto come fa sempre, per ogni crimine commesso da italiani, ossia ostentare un vergognoso silenzio.
Ora Loredana è stata uccisa per motivi che le inchieste chiariranno e non è giusto associare la sua morte o il suo nome a una polemica sterile politica. Ma purtroppo vale la pena per qquel che conta visto che la maggior parte dell'informazione e appiattita su salvini e company notare, di questi tempi, che un'altra donna è morta, che un altro uomo italiano l'ha uccisa e che il Ministro della Sicurezza non dice come sempre una parola su di loro e su nessun altro. Vale la pena notare che, ancora una volta, esistono crimini di serie A e di serie B, come i cittadini di questo paese, almeno per il nostro Ministro e per chi lo supporta e chi lo ha votato facendosi prendere dala paura ed dal maldipancia Accusatemi di
Salvina PinnaScusate se siamo in Italia e abbiamo già i nostri criminali.1GestireMi piaceGiuseppe ScanoSalvina Pinna Vero , non ti biasimo . Ma un ministro dell'interno , indipendentemente dallo schieramento politico d'appartenenza ,dovrebbe essere super partes ,ed condannare tutti i criminali sia italiani che stranieri . Immigranti che non hanno i titoli ma sono in attesa d'ottenerli o che magari in Italia d,anni ma non hanno ancora la cittadinanza sono in attesa d'ottenerli o che magari in Italia d,anni ma non hanno ancora la cittadinanzaGestireMi piace
voler difendere gli immigrati ed altre ammenita . Ma sappiate che , e chi mi conosce dovrebbe saperlo , che una persona che commette simili fatti italiano o meno cominque sempre un deliquente ed criminale è !!
Ieri 27.9.2018 al concerto di Martha Argerich per il classic musical festival 2018 non ho fatto nè foto nè video miei o di altri ma solo foto di repetorio vedere sotto o della locandina dell''evento ( foto a sinistra ) .
Non perchè ( a volte mi succede ) avessi il cellulare scarico o l'avessi dimenticato a casa ma perchè a volte la bellezza è meglio viverla che " distrarsi " a documentarla ( o bloccarla ed fissarla " con una foto o un video " fisicamente " meglio farlo psicologicamente dentro di te . Ma soprattutto volevo cercare , ed sono contento d'eserci riuscito , almeno per una volta , di liberarmi dalla mia compulsività nel fotografare nel riprendere ( vedi post precedente ) .
Inoltre tali concerti tenuti in questo caso da "fuoriclasse" come lei ed Sergei Nakarriakov vanno ascoltati con attenzione non sono musica da sottofondo o da locali \ feste paesane . Infatti i pezzi suonati con la sua magistrale interpretazione erano di un tale complessità anche per chi ascolta la musica classica , specie quella sinfonica , fin da piccolo . Infatti uno degli autori da lei suonato con il trombettista M° Sergeri Nakariakov, considerato il n 1 al mondo, diretti dal M° M. Zuccarini con l'Orchestra A. Vivaldi di Venezia è Dmitrij Šostakovic ( 1906-1975) è uno dei più compessi artisti del secolo scorso
Un concerto bellissimo . Quest'anno Il Costa Smeralda Classic Music Festival di Porto Cervo, quest'anno presenta un programma di prim'ordine.
Solisti di fama internazionale e la presenza della grande pianista Martha Argerich daranno vita ad una settimana di concerti di altissimo livello.
27 settembre la grande pianista Martha Argerich e il trombettista M° Sergeri Nakariakov, considerato il n 1 al mondo, diretti dal M° M. Zuccarini con l'Orchestra A. Vivaldi di Venezia eseguiranno il Concerto di Schostakovich per pianoforte tromba e orchestra. Il M° Nakariakov eseguirà inoltre il Concerto di F.J. Haydn per tromba e orchestra.
Ulteriori informazioni su tale manifestazione si possono trovare consultando i siti www.costasmeraldaclassicmusicfestival.com oppure www.consorziocostasmeralda.com
dall'articolo citato del corriere della sera
Nonostante odi il mondo spocchioso mondo dei vip , e la stra maggior parte d'essi , ci sono anzi ritornato dopo quasi 30 anni andato perchè ogni tanto in mezzo alla m ... ehm .. spazzatura ci sono delle perle e delle belle iniziative culturali . Ciò che mi piace di lei è che affronta , come de andrè ma senza alcool e tabacco , ma suonando con altri le sue crisi d'Ansia ( ed è un aiuto un punto di riferimento in quanto ne soffro anch'io ) Infatti :
(...) Avrà sognato di scappare via. Una voglia di fuga che le è rimasta addosso. Sono noti i suoi tentativi di resistenza prima dei concerti, i suoi forfait...
«Suonare in pubblico è il mio problema. Più passa il tempo più amo la musica ma esibirmi continua a mettermi ansia. È un atteggiamento contraddittorio, lo so, ma è così. Daniel dice che è colpa del mio perfezionismo. Claudio Abbado, altro amico, mi ammoniva: “Ricordati che il nostro mestiere è un privilegio”. E io: “Sì, ma non necessariamente in pubblico”. La solitudine del pianista è terribile».
Difatti da tempo non suona più da sola. A Lugano ha creato il Progetto Martha Argerich, laboratorio di incontri con amici e giovani talenti.
«Mi piace suonare con gli amici. Mi aiutano a vincere le paure, a ritrovare la gioia di fare musica. Con Daniel è bellissimo. Lui non è mai stanco. Alla fine di un concerto se gli dico: adesso suoniamo noi due. Lui mi risponde sempre: suoniamo!».( ....)
concludo con l'articolo dela nuovva sardegna del 27\9\2018
MARTHA ARGERICH: «IO E IL PIANOFORTE...
Martha Argerich: «Io e il pianoforte infinita storia d’amore»
Stasera a Porto Cervo l’attesissimo concerto con Nakariakov «Il palco mi mette ansia, per questo suono con altri amici»di Monica De Murtas
SASSARI.
«L'ho incontrato quando ero piccola e da quel giorno non ci siamo più lasciati, col passare del tempo l'amore è cresciuto e oggi questo sentimento è ancora più forte rispetto al passato ma in modo diverso, più intimo, quasi solitario. Mi piace stare da sola con lui ma anche suonare insieme agli amici. Sì è davvero il più grande amore della mia vita». Racconta così Martha Argerich, leggenda vivente del pianoforte, l’amore per lo strumento che suona da quando aveva cinque anni ed è per lei un compagno di vita, una passione inesauribile.
Bambina prodigio, poi giovanissima stella del concertismo, Martha Argerich in questi settant'anni di carriera ha vinto premi prestigiosi e calcato i palcoscenici più importanti del pianeta, eppure, prima di ogni concerto si emoziona come fosse la prima volta. Anche stasera alle 21.30 quando Martha Argerich salirà sul palco del Conference Center di Porto Cervo l'emozione sarà palpabile e certamente non solo per la pianista, ma anche per il pubblico presente che potrà assistere all'esibizione di una delle più autorevoli interpreti della nostra epoca. «Il mio rapporto con l'ansia – spiega – mi rende sempre difficile affrontare il momento prima del concerto, è un'emozione troppo forte che ormai supero solo suonando insieme ad amici musicisti. Non mi piace salire sola sul palco anche se quando inizio a suonare tutto diventa più facile». Icona della musica classica, Martha Argerich è riuscita a conquistare una popolarità che va oltre l'ambito del repertorio classico: capelli lunghi, sciolti, presenza scenica potente la leonessa della tastiera, com'è stata spesso definita, ha raggiunto nel tempo una fama da popstar tanto che la Lego le ha dedicato un personaggio con relativo pianoforte da assemblare. «Non so come mi vedano gli altri – prosegue – certo mi fa piacere essere apprezzata dal pubblico ma io sono una persona che vive una vita normale, da sempre». Accanto alla pianista c'è sua figlia, Lyda Chen-Argerich, violinista affermata ospite anche lei del Costa Smeralda musica festival che sorride e annuisce ascoltando il racconto della madre. Riservata e schiva, Martha Argerich ama fare sorprese al suo pubblico come è accaduto martedì scorso durante il secondo concerto del festival di Porto Cervo che aveva come ospite il grande pianista italiano Pietro De Maria. Accompagnato dall'orchestra Antonio Vivaldi di Venezia diretta da Guglielmo De Stasio il pianista ha eseguito il concerto K482 di W.A di Mozart. De Maria ha poi invitato Martha Argerich (seduta tra il pubblico) a esibirsi insieme a lui in una esecuzione a quattro mani del “Ma mère l'oye” di Ravel che ha incantato il pubblico di Porto Cervo. «Sono felice – prosegue – che il Consorzio stia investendo nella cultura e in sole due edizioni abbia raggiunto un alto livello internazionale». Il festival organizzato da Consorzio Costa Smeralda e associazione Aristosseno per la direzione artistica di Guglielmo De Stasio è un evento no profit ad ingresso gratuito che vuole sostenere e divulgare la musica classica. Il grande successo dell'iniziativa, che ha registrato in ogni serata il tutto esaurito, conferma l'interesse del pubblico per il grande repertorio classico. «Anche stasera – conclude Martha Argerich – non salirò sul palco da sola ma con un amico: Sergei Nakariakov». I due eseguiranno il primo concerto in do minore
per pianoforte e tromba obbligata di Schostakovich. Il duo d'eccezione sarà accompagnato dall’Orchestra Vivaldi di Venezia diretta dal maestro Marco Zuccarini. La rassegna si conclude sabato con tre eccellenze del concertismo: Massimo Quarta, Lyda Chen Argerich e Marie Francoise Pallot.
dall'inserto lamiaisola della nuova sardegna
Lamiere e passione: il carrozziere di Laerru che fa rivivere vecchie Ferrari, Alfa e Maserati
Nel laboratorio di Aldo Fraoni, un artigiano che con pazienza cesella pezzi d'epoca
di Roberto Sanna
L’Alfa Romeo 1750 ti accoglie rossa e aggressiva al centro della stanza. Poco distanti sonnecchiano una Ferrari 400i azzurra e una Lancia Beta Montecarlo rossa, mentre una Renault Alpine attende con pazienza il suo momento e sul ponte una Mercedes SE del 1961 osserva dall’alto la scena. Aldo Fraoni emerge dal suo regno con un sorriso, per farsi spazio sposta una Fiat 500 L degli anni ’70. Quelle automobili in via rinascita sono le sue compagne di vita, assieme a loro trascorre ore e ore in quello che visto dall’esterno è un anonimo capannone arroccato su una collina all’uscita di Laerru e all’interno si rivela una gioia per gli amanti delle quattro ruote.
La scuola varesina
Dei suoi 62 anni, Aldo ne ha trascorsi 50 a rimettere a nuovo automobili: «Ho cominciato presto, a Varese, dove la mia famiglia si è trasferita quando avevo otto anni. Sotto casa c’era un’officina, già a tredici anni, finita la scuola, andavo a dare una mano. A dir la verità avrei voluto proseguire gli studi ma non avevamo le possibilità, così ho continuato a lavorare. Roba pesante, la mattina appena arrivati cominciavamo a martellare paraurti di camion, io li tenevo e lui picchiava. Ci portavano anche auto sportive, rifacevamo i musetti delle Formula 3. Le carrozzerie che adesso mi portano da rimettere a nuovo le ho già fatte in quegli anni, so dove mettere le mani: Lancia, Millecento, Giulia, “Fulviette” HF, a Varese ho toccato le prime Ferrari». In quegli anni il lavoro si trasforma in una passione che non lo abbandonerà più: «Ero intraprendente, a vent’anni mi sono messo in proprio esono arrivato ad avere sette dipendenti. Poi nel 1985 mi sono stufato di stare a Varese e ho deciso di rientrare in paese. Ho venduto tutto e riaperto qui a Laerru, non mi lamento, la mia vita è qui, in mezzo alle automobili».
Vecchio è bello.
Quando si parla con lui bisogna fare una distinzione. C’è un Aldo Fraoni carrozziere, quello che rimette a posto le auto dopo un incidente o una manovra di parcheggio eseguita male; e poi c’è l’Aldo artigiano che dà una nuova vita ad auto che sembravano destinate a marcire per sempre in un garage o in qualche spiazzo di campagna: «Sono due cose diverse. Il lavoro è il lavoro, bisogna chiudere il mese. E, salvo situazioni particolari, le auto di oggi si fa in fretta a rimetterle in sesto. Anche perché non è più come una volta, è soprattutto una questione di pezzi. Anche troppo, ormai se fai un lavoro con quattromila euro di ricambi devi aggiungerne ottocento di mano d’opera, una sproporzione assurda. E le auto sono tutta un’altra cosa, a volte basta un danno da tre-quattromila euro e rischi di buttarle. Prima no, erano fatte per durare e col lavoro e la pazienza rimettevi a posto quasi tutto. Non parliamo della verniciatura, adesso due-tre mani sono anche troppe, prima passavamo fino a ventiquattro mani».
Portata a casa la pagnotta, Aldo Fraoni si dedica ai suoi gioielli: «Ci lavoro sere intere, anche la notte. Mi affeziono tanto che quando le portano via mi dispiace. Il mio non è un lavoro di restauro, il termine è improprio: preferisco parlare di ricondizionamento. Se accetto un incarico lo porto sempre a termine. Mettendo subito un chiaro una cosa col cliente: bisogna avere pazienza, se è un lavoro da cento ore, cento ore bisogna dedicarsi, non serve avere fretta. Anche se il cliente dopo un po’ comincia a diventare impaziente e lo capisco anche, quando ti porta qualcosa la vuole vedere pronta il prima possibile. Però serve tempo, bisogna recuperare i ricambi, poi c’è anche la parte meccanica. E non sempre le auto sono quelle che sembrano al primo sguardo, le devi aprire, controllare il fondo, vedere come sono state trattate in precedenza: per esempio, in Svizzera molti carrozzieri lavoravano aggiungendo lamiera su lamiera, ti ritrovi a tirare via tre-quattro strati prima ancora di cominciare».
I costi
«Quando un cliente ti porta un’automobile conciata male, sa che deve sborsare.I ricambi della Cinquecento bene o male le trovi, se invece è una Ferrari arriva la botta anche perché la parte dei ricambi è in Inghilterra: un semplice lunotto costa anche diverse migliaia di euro, tanto per dire. Sono orgoglioso del fatto che chi si rivolge a me lo fa per avere un lavoro fatto bene, ho ricevuto pochissime lamentele. A parte quelle per il tempo. In compenso i prezzi del mercato stanno aumentando e una Ferrari 208 la paghi anche quarantamila euro, un tempo le trovavi facilmente a poco. Sono passatempi costosi e devo anche dire che la maggior parte dei clienti se lo può permettere, se c’è bisogno di spendere lo fanno».
Auto da sogno
Nel suo laboratorio sono passati pezzi da museo e non per modo di dire: «Ho rimesso in sesto una Ferrari e una Lancia Stratos che poi sono state esposte negli Usa. E la Ferrari resta l’auto più bella che uno come me possa rimettere a nuovo, non c’è paragone. Se mi chiedete quale sia stato il modello che più mi ha dato soddisfazione e quello che vorrei nella mia officina la risposta è la stessa: una Ferrari degli anni Sessanta-Settanta, magari un Gto o una California o una Daytona, mi è capitato di provarle ed è un’emozione pazzesca. Adesso sto portando avanti un’operazione incredibile con una Maserati Mistral che vale più di duecentomila euro. Un’auto che il padrone ha recuperato da un capannone nautico di Alghero dove era rimasta per trent’anni parcheggiata in mezzo a motoscafi e gommoni. Tanto per capirci, quando ho aperto il cofano era pieno di topi morti. Pian piano l’ho riportata in vita, adesso è dal meccanico, i pezzi del motore li abbiamo presi dalla fabbrica, non appena la riportano a Laerru la finisco e so già che sarà una grande soddisfazione. Ricordo anche una Porsche cabrio che non riuscivo a completare. Ci lavoravo la notte, al mattino la prima cosa che facevo era ricontrollarla e trovavo sempre un errore, sono andato avanti così per due settimane, era diventato un affare personale».
Passione senza fine.
Aldo Fraoni non riesce a immaginarsi lontano dalle “sue” auto: «Mi chiedono perché non sono in pensione ma non vedo il motivo, dovessi ritirarmi andrei a curare la mia campagna e quello lo faccio già, al mattino presto e la sera dopo che chiudo. Le mie giornate sono qui, la passione non è mai calata, ho riempito la soffitta di riviste specializzate fino a quando mia moglie non mi ha minacciato. Mi dispiace solo non aver trasmesso la mia passione a qualche giovane. A Varese ho visto i miei dipendenti mettersi in proprio nel corso degli anni e per me è stata una soddisfazione, qui non ci sono riuscito. C’è stato qualcuno ma interpretava il lavoro in maniera sbagliata, alle cinque smetteva. Non funziona così, se ami qualcosa ti dedichi con tutto te stesso, non poche ore al giorno».
Speriamo che non sia solo un caso isolato e avvenga anche a livello nazionale. i tempi cambiano. Magari nel virtuale la religione trova la sua cifra migliore e potrebbe essere un antidoto al proselitismo che viene fatto dal fondamentalismo islamico e da cattolici più retrogradi e conservatori che ancora predicano , come se : l'illuminismo ,le rivoluzioni liberali, il '900 non siano mia avvenuti l'alleanza trono altare .
LIVORNO. La Diocesi di Livorno sbarca ancor di più sui social: sarà perfino possibile prenotare la confessione. A fianco alla pagina Facebook del giornale on line (La Settimana Tutti i Giorni) in questi giorni è stata aperta infatti una nuova pagina Facebook, anzi un profilo, "Diocesi di Livorno", curata da due giovani seminaristi Gerardo Lavorgna e Vincenzo Cioppa con lo scopo di avvicinare chi non frequenta i luoghi della Chiesa.Sarà possibile seguire in diretta
gli incontri del vescovo Simone Giusti e le varie celebrazioni. Un’altra novità: la possibilità anche entrare in contatto con alcuni preti che hanno dato la loro disponibilità per ascoltare e offrire un sostegno spirituale a chi lo richiede, direttamente attraverso il social
tempi cambiano. Magari nel virtuale la religione trova la sua cifra migliore. i tempi cambiano. Magari nel virtuale la religione trova la sua cifra migliore. i tempi cambiano. Magari nel virtuale la religione trova la sua cifra migliore. i tempi cambiano. Magari nel virtuale la religione trova la sua cifra migliore. i tempi cambiano. Magari nel virtuale la religione trova la sua cifra migliore.
Quante volte ci chiediamo se arriva il momento giusto d'essere felici ed in forma con noi e con il mondo.... attendiamo, chi paziente, chi meno. Chi rincorre e si immerge in miriadi di cose per non pensare, e far scorrere le ore più velocemente, chi tra i pensieri annega la mente ed impazzisce per non capire... Le risposte son in noi e nel credere che nessuno di noi è sbagliato o meno di qualcuno. Ognuno può sentire e vedere, ma soprattutto può vivere il suo brivido.
Mario FioriniLa felicità... condizione che da sempre l'essere umano rincorre, ma quasi mai raggiunge.
non ha tutti i torti perchè essa non è mai fissa e definitiva infatti ( scusate se mi ripeto , ma io la vedo cosi , se poi qualcuno\a mi convivicerà che sbaglio ben venga )