25.10.04

metodi alternativi alle vivisezione


questo post è un'aggiunta al post o una continuazione del post precedente sulla vivisezione per  vuole  può leggerlo qua   http://edit.splinder.com/myblog/post/3220011/yes



Cenni storici L’origine del dibattito sui metodi alternativi alla sperimentazione animale risale al 1959, momento in cui lo zoologo William Russell ed il microbiologo Rex Burch teorizzarono un impiego più “umano” degli animali utilizzati nei laboratori. Le conclusioni del loro studio, presentato in occasione del meeting della American Association of Laboratory Animal Science a Washington D.C., sono riassunti nel principio delle 3 R (replacement, reducement, refinement). In virtù di questo principio, le normative internazionali e nazionali in materia di sperimentazione animale ed in genere il mondo scientifico, intendono per metodo alternativo non solo il metodo che di fatto sostituisce l’impiego di animali tout court (replacement), ma anche tutte quelle procedure, che pur utilizzando animali, ricorrono a tecniche meno invasive (refinement) o semplicemente riducono il numero di animali normalmente impiegati (reducement). Qui di seguito, si prenderà in considerazione il termine alternativo solo nel senso di replacement, quindi sostituzione degli animali e verrà considerato sinonimo di “sostitutivo” , termine in effetti più appropriato. E’ possibile suddividere i metodi alternativi in due grandi categorie: metodi non biologici e metodi biologici. Del primo gruppo fanno parte la ricerca in silico, i metodi chimici, tutte le indagini di tipo statistico, come l’epidemiologia e la metanalisi; sono invece metodi biologici, quelli che impiegano microrganismi, cellule, tessuti o organi.Perché i metodi alternativi, a differenza degli esperimenti su animali, sono metodi scientifici. Si considerino due fondamentali presupposti: la definizione di modello sperimentale e l’interpretazione dei dati sperimentali. Per modello sperimentale si intende la riproduzione del fenomeno oggetto dello studio eliminando delle variabili, in modo da renderlo più semplicemente analizzabile; nessun animale, di qualsiasi specie esso sia, può considerarsi un “uomo semplificato”, quindi anche una coltura cellulare di topo o ratto non può che dare indicazioni sulla specie e solo su quella da cui proviene. Ne consegue anche che una coltura cellulare di cellule umane, volendo indagare una patologia o un qualsiasi meccanismo umano, è viceversa un metodo scientifico di fare ricerca, rispondendo alla definizione data di modello sperimentale. In secondo luogo, essendo quella tra animale ed uomo una analogia, nessuna ipotesi di lavoro può essere dimostrata o confutata semplicemente sulla base di essa, da qui l’impossibilità oggettiva di trasferire i dati ottenuti dall’animale non umano a quello umano senza aleatorietà.Metodi non biologici. Le indagini epidemiologiche sono studi finalizzati ad individuare la relazione tra una patologia e la sua causa individuando così il possibile fattore scatenante (un classico esempio è l’elevata incidenza di cancro al polmone in popolazioni di fumatori rispetto a non fumatori). Purtroppo questo potente strumento di ricerca non viene adeguatamente considerato, infatti esiste la pessima abitudine da parte di molti ricercatori di voler trasferire in laboratorio, ovvero sugli animali, ciò che è già stato osservato sull’uomo. Si pretende non solo di riprodurre la patologia oggetto dello studio in un animale, metodo già di per sé artificioso e non scientifico, ma anche di estrapolare i risultati ottenuti sull’animale all’uomo. Altre indagini di tipo statistico mirano invece a prendere in esame le pubblicazioni già esistenti su un dato argomento di interesse medico – biologico, al fine di evitare la ripetizione di esperimenti o comunque per ottimizzare il numero di animali utilizzati; in questi casi , pur trattandosi di metodi che non fanno uso di animali , non si tratta di sostituzione vera e propria; un esempio è la metanalisi. Le ragioni di questo modo di agire da parte dei ricercatori sono soprattutto di ordine pratico, dal momento che gli animali non umani sono facilmente maneggevoli e controllabili rispetto agli umani, nella maggior parte dei casi hanno un ciclo vitale notevolmente più breve, quindi questo rapido “turnover” di soggetti sperimentali consente anche di produrre più velocemente pubblicazioni scientifiche, ovvero di fare carriera, cosa che lo studio su esseri umani non permette. Metodologia QSAR (Relazione Quantitativa fra Struttura e Attività): si tratta di programmi impiegati per studiare la relazione tra sostanze chimiche (farmaci, pesticidi, additivi alimentari…etc) e cellule dell’organismo per verificare il loro possibile effetto sull’organismo umano. Il loro funzionamento si basa sulla conoscenza dei recettori presenti sulla superficie cellulare e sulla struttura chimica della sostanza da testare, inserendo questo tipo di nozioni nel programma è possibile prevedere l’effetto del chemical anziché iniettarlo in conigli, topi, ratti, cani e scimmie, provocando sofferenze tanto invalidanti (se non letali) quanto inutili. Altri metodi non biologici sono per esempio l’uso di software e simulatori per la didattica: programmi di anatomia, fisiologia, biochimica, farmacologia e simulatori per l’esercitazione dei chirurghi. Il vantaggio di questi supporti è che l’operatore può ripetere l’operazione tutte le volte che questo si renda necessario, inoltre ne è stata dimostrata la maggiore efficacia didattica rispetto alle prove su animali, oltre che un vantaggio economico e minore impatto ambientale (per approfondire l’argomento si rimanda alla seconda edizione di “From Guinea Pig to Computer Mouse” edito da interniche, www.interniche.org). Tra i metodi chimici vi sono quelli che ad esempio, testano sostanze chimiche su modelli artificiali di pelle umana, come Episkin, Epiderm, Corrositex, impiegati per valutare fenomeni come la corrosività di sostanze chimiche sulla pelle (per ulteriori informazioni : www.ecvam-sis.jrc.it e www.iss.it). Metodi biologici. Sono i cosiddetti metodi in vitro, ovvero tecniche che prevedono la coltivazione di cellule, tessuti e organi provenienti da materiale biologico di scarto da interventi chirurgici, biopsie, cadavere. Per ragioni sia etiche che scientifiche è opportuno che il materiale di provenienza sia specie – specifico rispetto al soggetto interesse dello studio, quindi tessuti e cellule umane se l’oggetto destinatario dello studio è l’uomo, tessuti o cellule animali se il soggetto non è un animale umano, da reperire però con gli stessi criteri di eticità garantiti per l’uomo, quindi, nel caso specifico, ambulatori, cliniche veterinarie o laboratori di analisi previo il consenso dell’affidatario dell’animale. Questi metodi trovano diverse applicazioni sia nella ricerca di base che applicata, quindi rispettivamente, sia per lo studio di meccanismi biologici e patologie, sia per testare gli effetti di una sostanza sull’organismi, visto che prima di poter immettere una sostanza sul mercato deve essere presentato un dossier tossicologico alle Autorità sanitarie. Il Decreto Legislativo 116/92, che recepisce la Direttiva Europea 86/609 in materia di sperimentazione animale, prevede che l’impiego di animali debba essere evitato quando vi siano a disposizione metodi alternativi e che lo sviluppo e la diffusione di questi venga incentivata. Sulla base di questo principio è nato l’ECVAM, il Centro Europeo per la Validazione dei Metodi Alternativi, che si occupa di valutare la scientificità di un metodo al fine di poterlo inserire nella normativa comunitaria come metodo utilizzabile ufficialmente ( www.ecvam-sis.jrc.it).

Io, Me & La Filosofia Spicciola delle 12 del Mattino

A volte credo sia inutile cercare di voler assolutamente cambiare le cose.
Lottare perseguire un fine... tempo perso.
Ci sono troppe cose da tenere sotto controllo: la voglia, l'impegno, un ideale per cui valga veramente mettersi in gioco, le rotture di coglioni di chi non capisce e pensa di capire, i bambini, i cazzi e tutto il resto.

La politica, la televisione, i mass media, le multinazionali, il Mac Donald's, le imprese, le case discografiche.
Ognuna di queste cose è perfettamente incastrata nel grande ingranaggio che è la società.

La Società c’impone che una coppia, per essere veramente definita tale, deve essere sposata regolarmente in chiesa e magari avere un bambino: lui deve necessariamente avere il lavoro fisso, lei deve necessariamente avere un lavoro (forse) e prendersi cura della casa, delle faccende domestiche, dell'economia familiare, della cucina  e bla bla bla.

La Società ci dice che vestirsi con dei jeans stracciati ed avere i dred in testa, è sinonimo di sporcizia, di "ah quello fuma le canne"; uno così è necessariamente un drogato all'ultimo stadio che non ha un lavoro e l'unica cosa che sa fare e chiedere spiccioli per strada.

La Società ci dà tanti modelli di riferimento, quasi tutti sbagliati, da imitare: le veline, i calciatori, i presentatori con il parrucchino, il cantante che fa soldi scrivendo canzoni sull'11 settembre, il coglione che per risolvere i problemi della vita mangia un Ferrero Rochert, il pilota che non sa parlare italiano, il giornalista schierato politicamente (il che è un controsenso, visto che in genere il giornalista dovrebbe essere obbiettivo), il nonnino tanto carino che va a spasso con i nipotini portandosi appresso la merendina.

Che schifo.

I disadattati sono esistiti in qualunque epoca. Nel fascismo, nel nazismo, nel medioevo eccetera.
Coloro i quali non potevano e non volevano adattarsi, quelli che ad un certo punto hanno detto basta, quelli che hanno pensato che la cosa migliore da fare fosse mollare tutto e darsi alla macchia, quelli che per le loro idee, per i loro ideali (giusti o sbagliati che siano) sono finiti in gabbia, sono stati ammazzati, sono stati sepolti e nessuno sa più che siano.
La società ci impone che devi obbedire, che devi sottostare, che devi sopportare, che devi importi, che devi mangiare gli altri.
Chi non si adatta, chi non è d’accordo, chi, un giorno, si alza al mattino e dice "NO", è semplicemente destinato a non avere più voce in capitolo. Sono quelli che lavorano fuori dalla porta di servizio, quelli che riescono a lottare per qualcosa anche quando non c'è più nulla da fare, sono quelli che riescono a fare o a dire.

Non sono sicuro che esistano ancora persone del genere.
Li invidio e ne ho paura;
Li imiterei se non fossi ancora legato così tanto alla società, ai genitori, alla legge, alla televisione.

Primo: Reagire.

La rivoluzione sta nella testa.

Nella mia testa ci vedo tante cose, molte delle quasi non è che mi piacciano più di tanto.
Mi consolo sapendo che almeno riesco ancora a pensare, riesco ancora a giudicare cosa sia giusto o sbagliato secondo il mio modo di vedere.

Ariporco, come dice un amico mio.

Magra consolazione

Senza titolo 339


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

Come mai non provo odio verso certe persone


Come anticipato nel mio precedente post ecco il tema che avrei dovuto trattare oggi  che non è altro che la  continuazione  e l'approfondimento sulle trematiche  dell'odio  , e dell 'orgoglio e pregiudizio   di cui   ho parlòato nei mesi precedenti  .


Dopo alcune letture , in particolare i pensieri dell’agenda ( che poi ho acquistato ) giorni non violenti 2005 , le chiacherate e i confronti con gli amici \ che del bottega cittadina del commercio equo e solidale ; questa frase di M. Luter King trovata sui libricini di storia dell’Unita o del IL manifesto : <<La violenza è un modo immorale e poco pratico di ottenere giustizia. Poco pratico perché è una spirale che porta alla distruzione. La vecchia legge dell'occhio per occhio ci lascia tutti ciechi. E' immorale perché cerca di umiliare l'opponente, invece di educarlo. Cerca di annientarlo invece di convertirlo. La violenza è immorale perché si nutre di odio, non di amore. Distrugge la comunità e rende impossibile la fratellanza. Provoca un monologo invece che un dialogo. La violenza annienta se stessa. Amareggia i sopravvissuti e brutalizza gli annientatori.>>;L’aver ascoltato ad un dibattito con Alex Zanotelli ho capito ( anzi ho rafforzato ulteriormente il processo iniziato in questo blog ) che :1) l’odio verso le persone qualunque sia il loro pensiero politico e culturale non s’addice alla mia opera d’arte al mio viaggio . L’unico odio che ho deciso ( almeno fin quando non deciderò di mettere anche questo mio modo di pensare in discussione ) di mantenere è quello verso il fanatismo religioso e verso il nazismo e fascismo e tutte le altre forme di pensiero che hanno portato nel secolo scorso alle dittature . 2) che l’odio è : << secondo alcuni uno spreco d’energia .un emozione inutile che impedisce di realizzare le proprie potenzialità >> ( la morte di Superman di Dan Jurgens che trovate ancora in edicola con il quotidiano la repubblica per chi vuole saperne di più sulle prossime uscite puo consultare http://www.repubblica.it/speciale/2004/fumetti/opere.html ) non sono totalmente d’accordo (almeno per ora ) con l’ultima frase perché , essendo l’odio ineliminabile , si può trasformare in amore o per “combattere “ le cose ( il perbenismo , la morale , ecc ) imposte dall’alto e le strutture che le eseguono,ovvero : << odiare il male o odiare le istituzioni che producono le istituzioni…>> Enrico Malatesta [ da Diminuire il dolore umano (per quanto possibile ) ] .


Approfitto del post in questione per rispondere a una domanda fattami su un ng ( gruppo di discussione.<< ciao ho letto il tuo blog sulla tua scheda del portale di bynoi eccovi url http://www.bynoi.com/ulisse.html . Ora leggendo il tuo blog sono confuso e mi chiedo : o sei cambiato rapidamente o quella scheda e quindi i post in essa riportati sono una presa in giro. Cosa c’è di vero e cosa c’è di falso ? Se tale scheda è tutta vera o lo è solo in parte ,come mai non ti sei vendicato o non provi odio \ rancore verso quelli che hanno fatto questa scheda e
quelli che contribuiscono ad ampliarla o a ingigantirla come affermi qui in uno dei tuoi post ?
Rispondendo a questa email , spiegherò come mai non riesco dopo questo tragitto interiore (in cui ho messo in discussione alcune mie esperienze in cui ho fatto uso della vendetta , talvolta colpendo anche nel mucchio e gente che non c’entrava niente solo perché era amica di quella persona ) ad odiare e provare rancore e desiderio di vendetta o violenza verso certe persone , ma uso la tecnica dell’indifferenza ed scelto di fare mio il celebre motto dantesco : << non ti curar di loro ma guarda e passa >> . Concludo con la precisazione spero stavolta definitiva che la pseudo scheda di bynoi oltre a prendermi in giro ( metaforicamente parlando ) al limite estremo fra lo scherzo e la calunnia , il 95% di quelle cose contenute sono false o amplificate , in quanto usano delle mie risposte ironiche alle loro stupide provocazioni in cu prendono in giro pesantemente il mio scrivere in fretta e gli errori d’ortografia e spesso di grammatica dovuti sia alla fortissima miopia non operabile [sic] sia ai 28 anni di sordità quasi totale
( risolta parzialmente dopo alcuni interventi in micro chirurgia ) ,dovuti ad otite da colesteatoma e alla mia abitudine adesso trasformata in citazioni ,come avrete potuto notare voi che scrivete e leggete il mio blog ) del copia e incolla , tanto da definirmi su bynoi : << E' il troll del copia/incolla (…) >> e alla mia , adesso in parte trasformata e i parte quasi eliminata tendenza a provocare dibattiti , discussioni , e per tastare le reazioni delle persone .  non  so più cos'altro dire    tocca a  voi continuare  .

24.10.04

Senza titolo 338

Ciao sono a corto di idee ma passo a salutarti velocemente. a presto un bacione anna

La luce oltre la forma







Vorrei segnalarvi , purtroppo nopn sono ancora in grado di copiare immagini nel mio pc o nelle mie email qui sul blog , la mostra Alessandra Bonoli Michele De Luca Domenico D’Oora Albano Morandi Manlio Onorato





Folini Arte Contemporanea– Chiasso (Svizzera) dal 30 ottobre al 18 novembre 2004


Museo Casabianca – Malo (VI) dal 7 novembre al 5 dicembre 2004



testo in catalogo di Diego Collovini





Il progetto LA LUCE OLTRE LA FORMA, a cura di Diego Collovini con gli artisti Alessandra Bonoli, Michele De Luca, Domenico D’Oora, Albano Morandi e Manlio Onorato, prosegue il suo itinerario espositivo; dopo le mostre alla Galleria Comunale dArte Contemporanea di Portogruaro (VE) e alla galleria Peccolo di Livorno approda alla galleria Folini Arte Contemporanea di Chiasso (Svizzera), con inaugurazione sabato 30 ottobre alle ore 18, e al Museo Casabianca di Malo (VI), noto per la sua importante collezione di grafica (oltre 1200 opere di 700 artisti dagli anni ’60 ad oggi), con inaugurazione domenica 7 novembre alle ore 11.


LA LUCE OLTRE LA FORMA si propone come un momento di analisi e di riflessione sull’aspetto linguistico della ricerca artistica contemporanea. In particolare la ricerca artistica che si vuole evidenziare si muove su personali ed individuali interpretazioni della luce, dalle pitture quasi monocrome di D’Oora, per arrivare all’ideale di profondità proposta nei diversi piani cromatici di Onorato, affrontando, contemporaneamente, le illusorie forme che De Luca traccia sulla superficie bidimensionale o nel seguire la disseminazione delle forme tridimensionali di Morandi, divenute ormai unica unità con sé stesse e lo spazio intorno; per poi spingersi fino alla scultura vera e propria e misurarsi fisicamente con la forma spaziale realizzata da Bonoli. Quindi se da un lato la forma è quell’elemento che registra l’atto creativo ed indissolubile del “fare”, dall’altro la luce si fa metafora dell’assoluto, della percezione, ma è anche quell’elemento linguistico che dà consistenza alla materia, al corpo pittorico


In occasione del ciclo di mostre i cinque artisti hanno realizzato alcune cartelle contenenti ciascuna cinque disegni, uno per autore: una piccola ma significativa raccolta di opere uniche.





La mostra negli spazi della galleria Folini Arte resterà aperta fino al 27 novembre con i seguenti orari: da martedì a ve-nerdì dalle 14 alle 18:30 e sabato dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18:30 (chiuso la domenica). Al Museo Casabianca l’esposizione proseguirà invece fino al 5 dicembre con apertura la domenica e nei giorni festivi dalle 10 alle 12:30 e dalle 15 alle 18:30 e dal lunedì al venerdì su appuntamento.


Successivamente i cinque artisti esporranno all'Artestudio Clocchiatti di Udine.

23.10.04

Senza titolo 337


 


Sulla pelle…





















 


 


 


 


 


 


 


 


Dopo tanto ho incontrato un pezzo di passato che non avrei mai creduto potessi rivivere …


E invece…


Eccoci dopo 5anni a ristare insieme…


Ieri


Serata con le vecchie amiche di scuola…


(sempre sembrate un po’ tristi queste rimpatriate)


Tutte così cambiate


Eppure uguali…


Tutte un po’ più donne…


Tutte con qualcosa da raccontare…


E una col pancione…


Serata che non mi aspettavo mettesse tanta felicità….


 

Senza titolo 336


IL tema che avevo in mente era un altro ( che sarà ripreso la prossima volta ) , ma dopo aver visto la puntata del programma report ( venerdì 22\10\2004 ) sulla vivisezione intitolata UOMINI E TOPI , di cui riporto uno stralcio tratto dal loro libro , a cura dei bravissimi giornalisti freelance ( come tutti gli altri della redazione Chiara Baldassari, Giovanna Boursier Scienza , ho deciso di affrontare tali tematiche .


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


















  << C'è chi sostiene che la sperimentazione sugli animali è essenziale per il progresso scientifico, e chi invece spiega che la scientificità dei test sugli animali non è mai stata provata e che, in molti casi, se ne potrebbe fare a meno, perché gli animali sono così diversi tra loro e soprattutto così diversi dall'uomo che è sbagliato usarli come modello per la ricerca.


Nel nostro paese circa un milione di animali vengono usati come cavie ogni anno: servono per la ricerca di base (ovvero lo studio delle malattie), per la didattica (per esercitarsi e imparare a fare i medici) e per testare la tossicità di farmaci o sostanze che usiamo ogni giorno al fine di evitare che vengano immessi sul mercato prodotti dannosi alla salute. Entrare nei laboratori è difficile. A volte impossibile. Vedere gli esperimenti ancora di più. E, se si riesce, capita di trovare ricercatori che curano la sclerosi multipla sui topi e altri che spiegano che per la paralisi progressiva il topo non serve. Alcuni farmaci introdotti nel mercato dopo esse stati testati sugli animali, sono stati in seguito ritirati perché dannosi sull'uomo. Oggi la sperimentazione animale è, in molti casi, l'unico metodo esistente per non sperimentare direttamente sull'uomo. Ma non bisogna abusarne ed è essenziale rispettare la legge che dice che gli animali vanno usati solo quando non esiste una "valida alternativa". Le alternative esistono da molti anni, perché non si usano? La legge dice anche che l'animale deve essere trattato con rispetto. Dove le telecamere sono riuscite ad entrare, mostrano un'altra realtà. […] >> per chi fosse interessato .>> http://www.report.rai.it/2liv.asp?e=2005 per chi fosse interessato al resto della puntata con interviste pro e contro continua sui su http://www.report.rai.it/2liv.asp?s=208 .


Unn’ottima definizione di vivisezione la si può trovare sul sito della Lav (Lega Anti Vivisezione) http://www.infolav.org/lenostrecampagne/vivisezione/presentazione oppure ,ma con delle immagini scioccanti ( da cui ho tratto questa foto , ed è sconsigliabile ai deboli di stomaco J ) http://www.novivisezione.org/mostra/pan1.htm : << Per vivisezione, o sperimentazione "in vivo", si intende qualsiasi esperimento eseguito su animali. Non tutti gli esperimenti prevedono la dissezione dal vivo, ma sono ugualmente cruenti ed invasivi nei confronti degli animali, per questo, ed anche per ragioni giuridiche, il termine vivisezione è usato come sinonimo del più generico "sperimentazione animale".Ogni anno, solo in Italia, più di 900.000 animali (G.U. n. 279 del 30-11-2001), circa 3.000 al giorno, vengono utilizzati sia nella ricerca di base che applicata. I test a cui vengono sottoposti sono spesso richiesti da leggi antiquate e forniscono risultati inapplicabili all'uomo e di conseguenza, oltre ad essere inutili, hanno di frequente frenato l'impiego di sostanze e tecniche valide, così come hanno causato molti danni, dai meno gravi e diffusi ai peggiori. Le stesse prove vengono ripetute successivamente, con altre forme e tempi, sul destinatario ultimo: l'uomo. Questo avviene dopo i risultati aleatori ottenuti su animali e frequentemente senza fornire alle persone che subiscono la sperimentazione una corretta ed approfondita informazione sui possibili rischi e benefici.Nella vivisezione vengono usati questi animali : Gatti, cani, primati, cavalli, ratti, topi, mucche, maiali, pecore, piccioni, furetti, rettili, pesci, uccelli e ora anche le scimmie , provenienti da allevamenti o, per alcune specie, da catture in natura. Ma non vi è una sola specie che possa essere modello sperimentale per un'altra. Ognuna è differente da un’altra per struttura fisica e biochimica; e poi gli animali “da laboratorio”, spesso selezionati o manipolati geneticamente, sono esseri viventi che nulla più hanno a che fare persino con i loro simili in libertà, così come le malattie che vengono indotte sperimentalmente nulla hanno a che fare con quelle che si manifestano naturalmente. Da un punto di vista etico non può esserci alcuna giustificazione a questo massacro legalizzato. Chi sostiene la vivisezione, per porre in difficoltà l'avversario, che accusa di "sentimentalismo" nei confronti degli animali, non trova di meglio che far leva, lui stesso, sul sentimentalismo e sulle emozioni, ma di verso opposto, quelle dettate dall'egoismo, dal "morte tua, vita mia". Chiedono dunque:"Ma preferite salvare un topo o un bambino?" Ma è qui che sbagliano: perché noi vogliamo salvare sia il topo che il bambino, perché non bisogna mai mettersi nelle condizioni di dover scegliere tra due mali. Al di là delle considerazioni scientifiche, secondo cui con la vivisezione non si salva né l'uno né l'altro, ocorre capire che una scienza che faccia sua la massima "il fine giustifica i mezzi" è una scienza malata, che potrà così giustificare qualsiasi atrocità, sia sugli animali non umani che sull'uomo, pur di trovare un fine abbastanza elevato per il quale abbassarsi a mezzi meschini. Citiamo una frase, molto vera e molto nota del filosofo JEREMY BENTHAM egli disse : Il problema non è possono ragionare?, né"possono parlare?, ma "possono soffrire ?. “ Perché, possiamo aggiungere, se anche un essere umano fosse sottoposto a quelle torture, non è certo il suo saper parlare o il suo saper risolvere equazioni differenziali, né il suo quoziente di intelligenza a farlo soffrire di più, o di meno. Einstein o un cerebroleso soffrirebbero allo stesso modo. E allo stesso modo soffrono gli animali, e chi è colpevole di queste sofferenze commette un orrendo crimine, in qualsiasi modo voglia giustificarsi, davanti agli altri o di fronte alla sua coscienza, sia che lo faccia credendo di "far del bene all'umanità" sia che lo faccia (come molto spesso avviene) solo per motivi di carriera e di prestigio. >> .Ora come la penso io . Se esistono come dicono alcuni scienziati intervistati nel programma report fra cui : CLAUDE REISS un biologo del Cnr(Centre National Recherches ) di Parigi :<< È dimostrato in modo assolutamente rigoroso che i cromosomi sono caratteristici di ogni specie tanto che non si possono sposare con quelli di un’altra. Allora se testiamo un prodotto su due specie differenti il risultato può essere lo stesso, ma anche opposto. Perciò è inutile fare un esperimento su una specie presa a modello, come un topo o un ratto, perché non è detto che il risultato si possa trasferire sull’uomo. Farlo è un po’ come giocare alla roulette russa con la salute. Il che non è accettabile.>> e il IAN ROBERTS - epidemiologo Università di Londra :<< Quando noi abbiamo fatto una revisione sistematica degli esperimenti sugli uomini e di quelli sugli animali abbiamo visto che, mettendo insieme tutti i dati, non c’era alcuna prova che i test sugli animali fossero efficaci ma si è comunque passati alla fase clinica, cioè all’uomo .>> ( sempre dalla stessa puntata di report ) sono contrario se invece e impossibile non usare gli animali che almeno essi siano trattati senza sofferenza , e che sia applicata ma seriamente con controlli severi e ben fatti il Decreto Legislativo n°116\1992 pongono dei limiti all'impiego degli animali nella ricerca, da un altro sanciscono anche le relative deroghe. Così si scopre che si può non usare l'anestesia, si possono impiegare tutte le specie animali comprese quelle in via di estinzione e la Legge n°413 del 16 ottobre 1993 che sancisce il riconoscimento del diritto di obiezione di coscienza alla vivisezione da parte di studenti universitari, ma anche dei lavoratori di industrie private.


Adesso a voi la parola





Riferimenti


Anti vivisezione


http://www.infolav.org/


http://www.infolav.org/link/link/2458.htm


http://www.infolav.org/link/link/770.htm


www.novivisezione.org/


http://www.geocities.com/umbrianimalista/vivisezione.htm



non sono riuscito a trovare siti a favore delal vivisezione quindi chiedo scusa se il mio articolo dovesse risultare poco obiettivo e fazioso



fumetti



Dylan Dog


n. 23 L’isola misteriosa ; n . 45 Goblin













Senza titolo 335

22.10.04

Senza titolo 334

Lasciami Così.


 


Lasciami così


muta di parole.


Non sempre ho labbra


pronte.


Lasciami così


con gli occhi chiusi


e il corpo inerme


al buio mio mentale,


non sempre ho voglia


di  capire la luce.


Lasciami così e


aspettami,


 -dopo-


avrò lingua sciolta.


20.10.04

Senza titolo 331

Nel mio paese c'è gente che approva l'uccisione programmata di milioni di bambini ma che considera "eticamente scorretta" l'unione fra esseri dello stesso sesso.
E pensate che il mio paese non fa parte di qualche "barbaro" posto mediorientale... anzi!

Ora faccio un televoto (visto che vanno di moda):
E' immorale cosa accade al ragazzo con i capelli chiari nella foto 1 o è immorale cosa accade (o è accaduto) alla bambina nella foto 2?
La risposta, purtroppo, non è così banale!



SOBRIETÀ.

 


da  “Giorni nonviolenti 2004”






Edizioni Qualevita


Via Buonconsiglio n.2  67030 Torre dei Nolfi (AQ)  conto corrente postale n.10750677  Tel. 0864.46448 - Cell. 349.5843946


 


Il biografo latino Svetonio racconta che Diogene stava lavando delle lenticchie per farsi la minestra. Il filosofo Aristippo, che se la passava bene perché si era messo a corteggiare il re, gli disse sprezzante: “Se tu imparassi ad adulare il re, non dovresti contentarti di un piatto di lenticchie”. “E se tu avessi imparato a vivere di lenticchie” ribatté Diogene con altrettanto sprezzo “non avresti bisogno di adulare il re”.Un piatto di lenticchie o la svendita della propria dignità. Una vita vissuta nella sobrietà non solo come scelta singola o intimistica ma come coinvolgimento di popolo contro l’arroganza degli imperatori di turno.Meno siamo sobri come comunità, come popolo, oltre che come persone, e meno siamo interessati alla dimensione pubblica (partecipazione, attività politica, senso di appartenenza a una collettività). E meno persone coltivano questi interessi, meglio è per la struttura di potere.È solo imboccando la strada di un diverso stile di vita, ispirato agli antichi valori della SOBRIETÀ che possiamo prendere davvero coscienza dei diritti umani e civili calpestati sempre di più presso larghe fette di umanità. È solo così che si può reagire alle contraddizioni della globalizzazione, uscendo una volta per tutte dalla sterilità degli slogans.Il filo che unisce i giorni e i mesi dell'agenda di quest'anno non è un vago, inconcludente e moralistico appello alla sobrietà dei comportamenti quotidiani. È un invito, a noi e a voi, a far diventare la SOBRIETÀ un atto politico, un mezzo genuinamente nonviolento che impensierisca finalmente i potenti.

Senza titolo 330

FABRIZIO DE ANDRE'
Maria nella botteaga d'un
falegname (1970)


Maria:
"Falegname col martello
perché fai den den?
Con la pialla su quel legno
perché fai fren fren?
Costruisci le stampelle
per chi in guerra andò?
Dalla Nubia sulle mani
a casa ritornò?"

Il falegname:
"Mio martello non colpisce,
pialla mia non taglia
per foggiare gambe nuove
a chi le offrì in battaglia,
ma tre croci, due per chi
disertò per rubare,
la più grande per chi guerra
insegnò a disertare".

La gente:
"Alle tempie addormentate
di questa città
pulsa il cuore di un martello,
quando smetterà?
Falegname, su quel legno,
quanti corpi ormai,
quanto ancora con la pialla
lo assottiglierai?"

Maria:
"Alle piaghe, alle ferite
che sul legno fai,
falegname su quei tagli
manca il sangue, ormai,
perché spieghino da soli,
con le loro voci,
quali volti sbiancheranno
sopra le tue croci".

Il falegname:
"Questi ceppi che han portato
perché il mio sudore
li trasformi nell'immagine
di tre dolori,
vedran lacrime di Dimaco
e di Tito al ciglio
il più grande che tu guardi
abbraccerà tuo figlio".

La gente:
"Dalla strada alla montagna
sale il tuo den den
ogni valle di Giordania
impara il tuo fren fren;
qualche gruppo di dolore
muove il passo inquieto,
altri aspettan di far bere
a quelle seti aceto".

Senza titolo 329

Io


 



Io prima argilla del mondo


come bambina inizio


a formulare parole


andando lenta nel


passo con te che non


ci sei per arrivare ferma


e sicura al richiamo


del batticuore.


Con la forza dell’amore


piena mi sento di te,


ubriaca del sapore


che ora è  però


volato altrove.


a greysky

 Modena City Ramblers > La Grande Famiglia (1996) > La Strada


Di tutti i poeti e i pazzi
che abbiamo incontrato per strada
ho tenuto una faccia o un nome
una lacrima o qualche risata
abbiamo bevuto a Galway
fatto tardi nei bar di Lisbona
riscoperto le storie d'Italia
sulle note di qualche canzone.

Abbiamo girato insieme
e ascoltato le voci dei matti
incontrato la gente più strana
e imbarcato compagni di viaggio
qualcuno è rimasto
qualcuno è andato e non s'è più sentito
un giorno anche tu hai deciso
un abbraccio e poi sei partito.

Buon viaggio hermano querido
e buon cammino ovunque tu vada
forse un giorno potremo incontrarci
di nuovo lungo la strada.

Di tutti i paesi e le piazze
dove abbiamo fermato il furgone
abbiamo perso un minuto ad ascoltare
un partigiano o qualche ubriacone
le strane storie dei vecchi al bar
e dei bambini col tè del deserto
sono state lezioni di vita
che ho imparato e ancora conservo.

Buon viaggio...

Non sto piangendo sui tempi andati
o sul passato e le solite storie
perché è stupido fare casino
su un ricordo o su qualche canzone
non voltarti ti prego
nessun rimpianto per quello che è stato
che le stelle ti guidino sempre
e la strada ti porti lontano

Buon viaggio...


Tributo a Rimbaud

Il 20 Ottobre 1854, esattamente 150 anni fa, nasceva a Charleville un Genio poetico destinato a rivoluzionare la poesia. Costui era Arthur Rimbaud: Profeta, Ladro di Fuoco, l'Uomo dalle suole di vento…

Per ricordarlo il maniera degna riporto di seguito alcuni dei brani più famosi della nota “Lettera del Veggente”:


“[...]

Il Poeta si fa veggente mediante un lungo, immenso e ragionato disordine di tutti i sensi. Tutte le forme d'amore, di sofferenza, di pazzia; egli cerca se stesso, esaurisce in sé tutti i veleni, per non conservarne che la quintessenza. Ineffabile tortura nella quale ha bisogno di tutta la fede, di tutta la forza sovrumana, nella quale diventa il grande infermo, il grande criminale, il grande maledetto, - e il sommo Sapiente! - Egli giunge infatti all'ignoto! Poiché ha coltivato la sua anima, già ricca, più di qualsiasi altro! Egli giunge all'ignoto, e quand'anche, smarrito, finisse col perdere l'intelligenza delle proprie visioni, le avrà pur viste! Che crepi nel suo balzo attraverso le cose inaudite e innominabili: verranno altri orribili lavoratori; cominceranno dagli orizzonti sui quali l'altro si è abbattuto!

[...]

Dunque il poeta è veramente un ladro di fuoco.

Ha l'incarico dell'umanità, degli animali addirittura; dovrà far sentire, palpare, ascoltare le sue invenzioni; se ciò che riporta di laggiù ha forma, egli dà forma; se è informe, egli dà l'informe, Trovare una lingua; - Del resto, dato che ogni parola è idea, verrà il tempo di un linguaggio universale! [...]

Questa lingua sarà dell'anima per l'anima, riassumerà tutto: profumi, suoni, colori; pensiero che uncina il pensiero e che tira. Il poeta definirebbe la quantità di ignoto che nel suo tempo si desta nell'anima universale: egli darebbe di più - della formula del suo pensiero, della notazione della sua marcia verso il Progresso! Enormità che si fa norma, assorbita da tutti, egli sarebbe veramente un moltiplicatore di progresso!

Quest'avvenire sarà materialista, come lei vede; - Sempre piene di Numeri e di Armonia, queste poesie saranno fatte per restare.

[...]”

Senza titolo 328


                                                                                   


                                                                                                                                



La magia dell'Aurora Boreale Photo by Patricia Cowern

19.10.04

Senza titolo 327

CAPRICCI


Papà, mi compri un SAM-650?
Dai, ti lavo la macchina... Anche i vetri... Ti trovo una ragazza della mia età...
No, eh? Umpf...


PS: ma è il mio browser che visualizza questo blog in maniera orribile o c'è effettivamente qualche problema? Linea allo studio...

Senza titolo 326

I DOGMI DELLA VITA…



 




 



Certe cose vanno prese così come vengono senza chiedersi troppi perché … nella mia vita ci sono molte cose di cui ho rinunciato a chiedermi i perché. Come la briscola, la briscola a 5, la chitarra e la matematica…basta, non le capisco, le prendo così come sono…ho imparato a conviverci, girandogli attentamente alla larga. Sono i grandi misteri della vita, quasi dogmi, che vanno presi a scatola chiusa, presi x buoni anche se incomprensibili; come quello racchiuso nella canzone di Marco Ferradini, teorema: “prendi una donna (ma io oserei dire che valga anche x l’uomo) trattala male, lascia che ti aspetti x ore, non farti vivo e quando la chiami fallo come se fosse un favore… e allora si vedrai che ti amerà, chi meno ama e’ più forte si sa…” parole sante di quel gran guru. Hanno provato in molti a dare una spiegazione razionale a questa cosa ma non c’è… no, non c’è una spiegazione, è un dogma, non c’è un perché che ci spinge a fuggire davanti ad una persona che ci ama e a rincorrere una persona che non ci vuole, è anche contro la natura dell’uomo quale animale sociale. Fermiamoci su questo punto. Ma se sappiamo che è così, “se sappiamo che il banco vince sempre, perché continuiamo a giocare?” (giustissima osservazione sollevata da Carrie nell’ultima puntata di Sex and the City), la sfida, la rincorsa costante, il mettersi in gioco, il rischio… la risposta provo a darla io, con un sms di risposta che ho mandato al mio amico Andrea proprio ieri sera : “Nella vita non c’è gusto senza rischio…ma attenzione, il rischio deve valere la candela altrimenti si rischia solo di farsi del male”. Lui mi ha chiesto quando una persona si accorge che non ne vale più la pena, qual è la soglia oltrepassata la quale non si può più tornare indietro? Non lo so, quello è affidato al buon senso o forse alle capacità valutative delle persone e le mie si sono dimostrate, in questi ultimi tempi, estremamente inefficaci. Avendo questo gravissimo deficit devo comunque sopperire in qualche modo. La mia filosofia? Lavorare piano, ma lavorare sodo per i propri obiettivi, pur essendo estremamente pigra sono molto testarda, proprio Goethe diceva: “Come raggiungere un traguardo? Senza fretta ma senza sosta.”  Quando mi metto in testa io una cosa è difficile farmi tornare indietro e il più delle volte ho la meglio, incostante sì, ma implacabile nel raggiungimento di ciò che realmente mi interessa, a volte ben al di là del normale buon senso, lo so, lo riconosco (la mia pazienza è proverbiale). E poi come dice lo spot della nissan terrano (mica ferraglia eh?) i “confini sono un’invenzione fastidiosa…non ti rimane che superarli.” Testarda sì, ferma sui miei obiettivi certo…Cogliona e ottusa no. Quando e' il caso di lasciar perdere? Allora mi ritorna in mente una frase che ho letto: “Se ciò che state facendo non funziona, qualsiasi altro comportamento rischia di farvi ottenere ciò che volete.” Ecco allora la risposta alla domanda di Andrea, perché secondo me la vita tocca prenderla a mozzichi, altrimenti te se magna, con una riserva di "commodus discessus" che, attenzione attenzione, non e' fuga... e' solo pararsi il culo cautamente prima di sbatterlo per terra.


Senza titolo 325

Giuseppe, continua sempre a volare e non permettere a nessuno di ostacolare il tuo volo verso la libertà!
Un saluto


Senza titolo 324

La Notte



La notte ha stelle chiare stasera.
Seduta contemplo l’infinito e ne assorbo l’attimo
partecipe di questa verità/realtà.
Ogni stella è una dimora dove rifugiati in sordina, stanno
I desideri espressi.
Sono piccoli cassetti a mia disposizione
dove immersa con la mente
frugo fra le mille cianfrusaglie.
Alcune luccicano , altre sono piene di polvere
posatasi nel tempo passato.
Pochi sono pieni, di visi d’amare,
mani da stringere e speranze cercate.
Altri sono ancora da riempire di sogni da far rivivere.
Lunga è la notte , ho tempo di sognare e di riporre con
cura nella stella del mio cuore, l’ ardente
desiderio e spolverarlo per farlo brillare sempre
nel lento ma continuo mio mutare.

TROVA IL TEMPO

Trova il tempo per essere affettuoso:
è quella la strada per la felicità.
Trova il tempo per sognare
è quello il modo per attaccare il tuo carro a una stella.
Trova il tempo per amare ed essere amato:
è il privilegio degli dei.
Trova il tempo per guardarti intorno:
la vita è troppo breve per essere egoisti.
Trova il tempo per ridere: è la musica dell'anima.

Antica preghiera inglese

Tigri romantiche, trapianti suini, bestemmiatori fatali, smemorati fedeli, babbi Natale atletici, docenti truffaldini e omicidi su Google

Il prof di Economia si laurea in Fisica sfruttando un errore e gli esami di un omonimo L’accademico dell’anno è il prof. Sergio Barile, doce...