13.7.12

sara tommasi e il film porno in streaming o donwload

incuriosito dalle polemiche   ( secondo me  montate ad  arte   per  farsi pubblicità ,  forse  fin troppo bene  da rendere  credibile la cosa  èperchè se  dovesse  essere vero che  sia stata  drogata  , se  non l'ha  presa  lei stessa  , come  mai  non  c'è  ancora nessuna denuncia  alle forze dell'ordine  ?  ) ho visto non so  se  integralmente  , o solo una parte  visto che dura  20 minuti troppo  poco per  un film porno  generalmente  durano massimo  un ora il film in questione . 
Film porno per modo di dire  , ho visto di meglio  , aveva  ragione  il grande  faber   quando diceva nella canzone la città vecchia : << dove sono andati i tempi di una volta per Giunone quando ci voleva per fare il mestiere anche un po' di vocazione. >>
per chi fosse interessato visto che i link dei film in streaming variamno continuamente eccoviu nuna serie di url per il donwload e lo streaming presi da http://it.answers.yahoo.com/più precisamente  qui  

favola della volpe e dell'uccellino





Oscar Giannino scende in campo. La Destra intelligente e non compromessa si rimbocca le maniche e si schiera apertamente contro Silvio Berlusconi.

da sergiodicorimodigliania  di Libero Pensiero: la casa degli italiani esuli in patria
di Sergio Di Cori Modigliani. Il sale della democrazia è il confronto dialettico tra parti antagoniste. Il mio ideale di nazione è quella in cui la sinistra e la destra, entrambe, riescono a esprimere leadership di alto livello, con rappresentanti onesti, in gamba e per bene, su entrambi i fronti, che rappresentano interpretazioni opposte della vita sociale, comunque sempre con l'obiettivo di fare gli interessi della collettività. Qualcosa del genere Alcide De Gasperi-Pietro Nenni. Qui di seguito, in copia e incolla, accludo il comunicato del prof. Oscar Giannino, in questo mome  continua.... »

Addio ad Alfredo Provenzali voce storica di "Tutto il calcio"

Addio ad Alfredo Provenzali voce storica di "Tutto il calcio"peccato , mi mancheranno le sue cronache , anche se odiavo il calcio dei salotti mediatici .

Audio Le sue cronache, da Messico '68 a Calciopoli

Nato nel 1934 a Genova, con Ciotti e Ameri ha segnato l'epoca d'oro del programma radiofonico domenicale sul campionato, dal 1966 come inviato sui campi e dal 1992 come direttore

la crisi e i suoi effetti

Il primo  è un effetto benefico e positivo   che  consiste  in un ritorno alle  origini almeno di  quasi 100 anni   è  la  figura  dell'aggiustattutto . Ecco che al riciclo degli oggetti gia' utilizzati e da riparare ci si arriva per gradi, ma dopo diventa anche una simpatica moda con un risparmio non del tutto indifferente..... per  chi vuole  saperne di più  http://www.aggiustatutto.it/






da  repubblica  online 




IL CASO
Il signor aggiustatutto è il mestiere della crisi Dal cappotto al frigo: il nuovo boom delle riparazioni. Gli elettrodomestici sono la new entry del riuso: i clienti sono disposti a spendere di più. Si fa per necessità o scelta: oltre alla difficoltà economica incide una diversa coscienza ecologista




di PAOLO GRISERI



DI FRONTE alla crisi, l'Italia corre ai ripari. Rammenda, rattoppa, riusa, crea gruppi di incontro. Segue un'idea nata ad Amsterdam e ormai diffusa in tutta Europa. Il recupero di ciò che si ritiene erroneamente inutile farebbe risparmiare agli italiani 11 miliardi all'anno, più della spending review. Ripartire da ciò che è stato rifiutato per fare economia?
Si riusa tutto, sempre di più. Come Pinocchio che, spinto dalla fame, si accontentò anche di mangiare il torsolo della mela. Giuliano Andreucci è il responsabile di Zyp, una sessantina di negozi, soprattutto a Roma e provincia, che ripara abiti. "Ultimamente il nostro fatturato è in aumento - rivela - e naturalmente si adatta alle caratteristiche dei diversi quartieri". Se nelle zone della Roma povera, come il Quadraro, "si riparano i cappotti della nonna", a Prati "si fa l'orlo ai capi pret-à-porter". Ma prima della crisi l'orlo si faceva al Quadraro e a Prati si andava dal sarto a comperare il vestito su misura. 
Riparare il cappotto della nonna può addirittura diventare trendy, basta vendere bene il servizio, la crisi aguzza l'ingegno. Cristina Righetti, sarta torinese, ha aperto un sito internet per quelle che ha definito "riparazioni d'autore, vere e proprie ristrutturazioni" dei vecchi vestiti. "È una tendenza che si va diffondendo, soprattutto per gli abiti da cerimonia", racconta svelando qualche segreto: "Molti clientivengono a proporci piccoli aggiustamenti per abiti che avevano comperato magari dieci anni fa per un matrimonio. Se non si fa parte della prima cerchia dei parenti, quelli che sono praticamente obbligati ad acquistare il vestito nuovo, basta aggiungere un tocco originale a quello vecchio. Con poca spesa si fa bella figura e non se ne accorge nessuno". Non è strano, nella città dell'auto, il ricorso al restyling.
Se libri, mobili e vestiti sono i settori merceologici tradizionali per il riuso, quella degli elettromestici è certamente una new entry. Lorenzo Bellachioma, fondatore dell'associazione riparatori elettrodomestici (Are) spiega che "il cambio di mentalità non si vede tanto dai fatturati dei riparatori quanto dalle scelte dei clienti". I riparatori subiscono la crisi come i venditori del prodotto nuovo ma "i clienti sono disposti a spendere molto più di prima per aggiustare il vecchio frigorifero". Normalmente, metà delle riparazioni vengono fatte al momento in cui il cliente entra in negozio. Per l'altra metà è necessario un preventivo: "Fino allo scorso anno - racconta Bellachioma - solo un cliente su venti accettava il preventivo, gli altri rinunciavano e comperavano un prodotto nuovo. Oggi si ripara di più anche accettando di spendere 250 euro per un elettrodomestico che ne vale 400".

Non si ripara solo per necessità, anche per scelta. Soprattutto all'estero. I "café reparation", nati ad Amsterdam e diffusi in molti paesi d'Europa sono punti di incontro dove ci si scambia informazioni sulla riparazione e dove ci si aiuta, gratuitamente, a rimettere in pista gli oggetti fino a ieri considerati inservibili. "È la dimostrazione che la cultura del riuso si va diffondendo. In altre forme capita anche da noi", spiega Guido Viale, autore del libro "La civiltà del riuso" (Laterza). Viale snocciola l'elenco dei mercatini, dei luoghi di scambio e baratto diffusi in Italia: "Fino a qualche tempo fa erano luoghi nei quali si creava una singolare commistione sociale tra il popolo snob degli amanti del vintage e gli immigrati stranieri in cerca di risparmio". Ora la crisi e una diversa coscienza ecologica spingono un po' tutti a frequentare gli spazi del riciclo. Ma solo in alcune città (a Torino con la cooperativa "Il triciclo", a Modena con il centro raccolta "Tric & Trac") vicino alle isole ecologiche comunali sorgono spazi dedicati al riuso. Il sistema funziona se nel centro modenese un terzo di ciò che entra come rifiuto viene riacquistato come oggetto funzionante. "Purtroppo - osserva Viale - fino a quando una legge non obbligherà le amministrazioni a creare spazi simili in tutte le città, questi esempi rimarranno casi isolati". 
L'unica esperienza difficile da imporre per legge è quella del cuore, del sentimento. La palma dell'originalità va così a Maddalena Vantaggi, creatrice, insieme a due colleghe dell'università di Venezia, del progetto "Rifiuti con affetto": "Ci sono cose che dispiace buttare via", ha detto Vantaggi ai ricercatori del ministero dell'ambiente che hanno realizzato il "Rapporto sul riutilizzo 2011". Perché gettare nell'immondizia ciò che non ci serve più ma è stato per lungo tempo parte della nostra quotidianità: "Abbiamo creato un cassonetto-vetrina - racconta Vantaggi - in modo che chiunque possa aprire e prendere un oggetto o lasciarne a sua volta uno. Finora l'esperimento ha funzionato". In tempi di crisi, non si getta certo alle ortiche un sentimento.

(12 luglio 2012)



la seconda  è un effetto  negativo  


SI TAGLIA IL CIBO DI QUALITÀ

Crisi, addio alla dieta mediterraneaSi consuma meno olio d’oliva, verdure e carni bianche
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Tempi di crisi, si taglia sul cibo di qualità. Le famiglie a basso-medio reddito (fino a 25.000 euro) non consumano quasi più l'olio di oliva e le verdure, consumano poche carni bianche e cereali. Nel carrello mettono invece carni precotte, margarina, grassi animali e alcolici. 

Segue i principi della dieta mediterranea dal 50 al 68% di chi guadagna almeno 40.000 euro l'anno comprando pesce, carni bianche, frutta e legumi, yogurt e cereali. Le differenze si vedono sulla bilancia: le famiglie italiane a basso reddito hanno un tasso di obesità pari al 36%, quelle ad alto reddito al 20%. 
La dieta mediterranea è in via di estinzione in Italia. Lo segnalano i ricercatori Marialaura Bonaccio e Giovanni de Gaetano dei laboratori di ricerca della Fondazione "Giovanni Paolo II" dell'università Cattolica del Sacro Cuore di Campobasso, autori di un'indagine sulle abitudini alimentari rispetto al reddito di 13.262 italiani, uomini e donne, di 53 anni in media di età.  
Propone di tassare i cibi spazzatura Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri nella prefazione del libro "La dieta mediterranea ai tempi della crisi", scritto dai due ricercatori: "I governi non si occupano seriamente del problema dell'alimentazione in rapporto alla salute. E' necessaria l'incentivazione, attraverso un accurato impiego della tassazione, della componente vegetale della dieta e disincentivando le componenti dannose contenenti acidi grassi pericolosi e prodotti ricchi di grassi". 
"Soprattutto in questi ultimi due anni il reddito fa da spartiacque in modo decisivo sulle scelte alimentari e quindi sulla salute" sottolinea Marialaura Bonacci. "E' dimostrato che acquistare cibi più economici come carboidrati raffinati, grassi e zuccheri porta il sovrappeso e induce alla lunga patologie cardiovascolari, artrosi, diabete e tumori. I giovani italiani inoltre mangiano tutti pochissima frutta e verdura e il consumo di pesce e legumi è diventato raro. Fanno lo stesso gli spagnoli, i greci e i popoli del bacino mediterraneo nonostante portino sulle loro spalle il peso di una tradizione millenaria come la dieta mediterranea". 
Per Eugenio Del Toma, professore associato di nutrizione clinica al Campus Biomedico di Roma, da una parte emerge un aspetto della crisi ''su quanti debbano far di conto anche per la spesa alimentare, dall'altra evidenza il problema di fondo della mancanza di tempo. E spesso chi guadagna meno, ha anche meno tempo per mettersi in cucina. Ma in tempo di crisi economica andrebbe piuttosto sottolineato il perdurante fenomeno degli sprechi di cibo".

come passa il tempo monaco 1972



contemporaneamente di londra 20'12 quest'anno si celebra l'anniversario di quest'altra



  da  http://it.eurosport.yahoo.com/notizie/


l massacro di Monaco 1972
Quando il terrorismo sconvolse i Giochi: la carneficina di "Settembre Nero"Scritto da Mattia FONTANA | Eurosport – domenica 8 luglio 2012 08:42 

Ci sono momenti memorabili e momenti che non puoi dimenticare. Ci sono imprese olimpiche che si tramandano di generazione in generazione e avvenimenti legati a questo evento che si devono tramandare. L’Olimpiade di Monaco di Baviera 1972 è stata l’uno e l’altro. La rassegna dominata dalle sette medaglie d’oro di Mark Spitz. E l’avvenimento a cinque cerchi più funesto di sempre. La gioia dello sport e il dramma del terrorismo che stravolge tutte le logiche della “pax olimpica”.Siamo nel luglio del 1972 e l’organizzazione terroristica palestinese dal nome “Settembre Nero” decide di fare il colpo grosso dopo aver subito lo smacco di un dirottamento aereo concluso con la cattura dei criminali che lo avevano organizzato. Per dare la svolta si decide di punire il CIO per non aver permesso a una delegazione palestinese di partecipare all’Olimpiade. E di punirlo nel più sanguinoso dei modi. Nasce l’operazione conosciuta come “Biraam” o “Ikrit” dal nome di due villaggi che erano stati presi dagli israeliani nel 1948.L’organizzazione è agile: otto membri di un commando facente capo a Luttif Afif, ingegnere di costruzione dello stesso villaggio olimpico di Monaco, e a Yusuf Nazzal. Gli altri sei, profughi addestrati in Libia, poco sanno di quella missione. Arrivano in Germania Ovest pochi giorni prima dell’inizio dell’Olimpiade, si nascondono dietro a passaporti falsi e si riuniscono tutti assieme poche ore prima della strage. È la notte tra il 4 e il 5 settembre. E poche ore prima dell’alba il commando fa irruzione nel villaggio olimpico, mirando alla palazzina degli atleti israeliani.Vengono catturati undici uomini. Uno di questi, il pesista Gad Tsobari riesce in qualche modo a fuggire. Un altro, Yossef Romano, reagisce e viene ucciso da una raffica di mitra prima di essere torturato. È l’inizio della strage. All’alba iniziano le trattative. Il corpo di Moshe Weinberg, già ferito, viene restituito come cadavere, mentre i sequestratori chiedono la liberazione entro quattro ore di 234 detenuti nelle carceri israeliane oltre ai due terroristi tedeschi Andreas Baader e Ulrike Meinhof. In caso contrario sarebbe stato ucciso un ostaggio ogni ora.È il panico, è il paradosso. Il presidente del CIO Avery Brundage, al corrente della situazione, non ferma le gare in programma quella mattina e alle 8:15 si svolge come se nulla fosse il programma di equitazione. Gli Stati Uniti, invece, mettono le mani avanti e fanno prelevare dalla polizia proprio Spitz, nel timore che sia un obiettivo dei terroristi.Israele non accetta le condizioni poste dal commando, anzi si offre di inviare a Monaco di Baviera un’unità di Forze Speciali per un blitz. I tedeschi rifiutano a loro volta, cercano di prendere tempo e l’ultimatum viene esteso di tre ore, sino a mezzogiorno. Soltanto allora si decide di sospendere i Giochi, soltanto allora le telecamere si spostano sulle trattative. Va in scena il dramma, va in scena il 31 di Connollystrasse, l’edificio del sequestro. L’ultimatum si sposta sempre più avanti, sino alle 17. Proprio quello che volevano i terroristi, che raggiungono l’apice dell’attenzione.Alle 16 la polizia tenta un blitz dai condotti di ventilazione posti sul tetto, il tutto in diretta televisiva. Ma, paradossalmente, i terroristi stavano guardando la diretta. E fecero subito capire che non era il caso di provarci. Avanzano una nuova richiesta: essere trasferiti al Cairo, da dove avrebbero continuato le trattative. Arriva l’ok delle autorità tedesche, che prima chiedono e ottengono di verificare le condizioni degli ostaggi.Due elicotteri atterrano in un piazzale del villaggio olimpico per portare i terroristi all’aeroporto di Furstenfeldbruck. L’obiettivo della polizia diventa quello di ucciderli nel trasferimento. Un’operazione disperata, anche perché soltanto durante il volo in elicottero l’unità di crisi si accorge che gli attentatori sono otto e non cinque. La polizia apre il fuoco nella pista d’atterraggio, è una carneficina. Tutti e nove gli ostaggi rimasti, oltre a cinque sequestratori e un poliziotto, vengono uccisi. Tre terroristi vengono prima arrestati, poi scambiati in seguito a un altro attentato organizzato dallo stesso governo tedesco per liberarsi di loro e, infine, uccisi dal Mossad. L’Olimpiade, nonostante tutto, va avanti, limitandosi a una cerimonia di commemorazione allo Stadio Olimpico. Quando si dice “the show must go on”.

11.7.12

le forze dell'ordine sono da radare al suolo e rifarle , non sono solo mele marce ma tutto l'albero Bufera sull'Arma: per il manuale dei Carabinieri i gay sono dei degenerati

da  YAHOO  NEWS 
L'omosessualità come «l'esibizionismo, il feticismo, il sadismo, il masochismo, l'incestuosità, la necrofilia, la bestialità (o zoofilia)». È questa l'incredibile (ma vera) assimilazione che compare nel manuale dei Carabinieri per il concorso di maresciallo aiutante. Si tratta di una dispensa di 585 pagine, datata dicembre 2011 e approvata dal comandante Pasquale Santoro, che è stata scaricata attraverso il circuito Intranet dell'Arma dai candidati al concorso nazionale che si è tenuto il 25 giugno a Padova.
Il passaggio «incriminato» del testo equipara l'omosessualità a una «degenerazione sessuale» vera e propria. Tra le notizie da annotare nel cartellino biografico dei «soggetti di interesse operativo» (ossia i delinquenti abituali), si annoverano infatti anche le perversioni della sfera sessuale («perché l'istinto sessuale prende parte molto attiva nella formazione del carattere e nello sviluppo delle attività individuali»), e tra di esse figura appunto l'omosessualità.
Immediate le reazioni del mondo Lgbt: Aurelio Mancuso, già presidente di ArcyGay e fondatore di Equality Italia si è detto sorpreso dall'accostamento - «Sembra di essere tornati indietro di decenni», mentre la deputata del Pd Anna Paola Concia, si attende quanto prima le scuse dell'Arma.