2.5.22

in campania la Chirurgia estetica promossa nelle scuole.

Nei  giorni scorsi   ho  rivisto  una  mia  fidale coetanea    che   s'è  rovinata  il  sorriso ,    che   a  suo tempo  m' aveva  fatto innamorare  (  e scompaginare  i miei  ormoni  ) di lei   alle  superiori   , con la chirurgia    estetica  siliconandosi le  labbra  . Ora  come   IHAVEAVOICE    di cui  trovate  a  fine  post  un mia intervista  volante  , mi chiedo ma  la  morte    e  qui  chiudo su tale  argomentoi  altrimenti rischio  di finire  come i cercatori di morbosità di Samantha  Migliore  e  i danni  che  le donne  , ragazzine si   fanno  al  loro corpo . Non   sono  un bacchettone  o un retrogrado , ma  ogni modifica  che    facciamo  su noi  stessi ed  il nostro  corpo ed  aspetto  fisico   dev'essere  consapevole  delle conseguenze   che porta dietro . Parlo   da uomo cresciuto   negli anni 70 quando  ancora  il lifting  e il  silicone  erano solo  all'inizio    e  non ormai  cosi  radicati ,  e quindi  ma educato  alla bellezza pura  e  non  sintetica .<< [...] il punto è questo: non siamo a disagio col nostro corpo perché non piacciamo a noi stesse, ma perché siamo bombardate da canoni estetici spesso irreali. Promuovere la chirurgia estetica per risolvere i disagi sul proprio corpo non risolve il problema, anzi, lo ingrandisce. Più persone si modificano diventando “perfette” più disagio si arrecherà agli altri che non sono “perfetti”. Fino ad arrivare agli estremi della Corea, dove praticamente tutti i giovani, appena maggiorenni, si cambiano totalmente i connotati, diventando, peraltro, un esercito di persone omologate, tutti uguali. Quindi chi promuove la chirurgia estetica al grido di “empowerment femminile” o “il mio corpo, la mia scelta” o “lo faccio per me” quello che sta veramente facendo è soggiogarsi all’imposizione dei canoni estetici e creare ulteriore disagio e imposizione agli altri.[....] da Ihaveavoice - Post Facebook >>
Leggo mi pare  sempre  su  la  loro   pagina   facebook   che    A meno di una settimana dalla morte di una donna per un trattamento estetico, l'assessora all'Istruzione della Campania Lucia Fortini vuole promuovere la chirurgia estetica addirittura con camper informativi appostati fuori dalle scuole di tutta la regione.Si parla quindi di minorenni. Si Parla di "percorso di salute fisica e mentale grazie all’intervento di medici ed esperti". Fin qui   niente  di male   se  i ragazzi  ,  le  ragazze specialmente   sia insegnato  ad  rapportarsi con il proprio  corpo . Ma  Ancora una volta una narrazione tossica che fa passare un senso di disagio inculcato, soprattutto alle più giovani, attraverso l’imposizione di canoni
l'assessora all'Istruzione della Campania Lucia Fortini 
estetici irreali, a cui poi viene propinata la meravigliosa soluzione di spendere migliaia di euro per interventi chirurgici al 90 % inutili    che  deturpano  il  corpo e  gli  fanno perdere la  naturale  attrazione   ed   carica  erotica  per  crearne  una  artificiale   ed  plastificata  .  Infatti guarda caso --- sempre secondo https://ihaveavoice.it/  ---  questa fantastica idea le è venuta in un convegno di chirurgia estetica, promosso da chirurghi che, guarda ancora il caso, andranno ad arricchirsi grazie a quei “salvifici” interventi.
La cosa più rivoltante di tutto questo è che mirano proprio alle ragazzine adolescenti, in una fase molto delicata della loro vita , proprio  in un periodo in cui si passa  dalla pubertà alla maturità   e s'inizia ad  esplorare      il rapporto con il proprio  corpo , dove la pressione sociale e il bisogno di omologarsi e apparire è altissimo, bombardate costantemente nei media   soprattutto   sui i social da immagini totalmente modificate da filtri, quindi irreali e innaturali. Ci credo che venga la dismorfia corporea, che non si stia bene col proprio corpo, che ci si senta sbagliate, che si voglia modificarsi. Quando invece, per risolvere questi disagi, basterebbe guardare  con  spirito critico  o se   si  è più coraggiosi \e  non guardare più i social, coltivare interessi diversi dal farsi selfie da pubblicare sui suddetti social, capire che il nostro valore va al di là del nostro aspetto fisico e che siamo molto, ma molto di più del nostro corpo.La  cosa  grave   è    che

 [.....] 
l'iniziativa  viene proprio dall’assessora all'Istruzione, in un Paese dove la scuola ha mille problemi, dalle aule inadeguate, alla mancanza di tecnologia, perfino la mancanza del riscaldamento e di  carta igienica, il suo problema principale è quello di spendere soldi per pubblicizzare la chirurgia estetica ?!
[.....]   da https://www.facebook.com/I.have.a.voice1/posts/5659373917423197

Io spero che i campani facciano una rivolta e chiedano le dimissioni immediate.a che se fossero questi gli insegnamenti . 
Ora non sono come voi sapete femminista anche se , come compagno di strada condivido alcune battaglie . soprattutto quella di un uso consapevole del corpo della donna e della chirurgia estetica vedi i

i miei post  su tali argomenti  e  foto  sopra   com'erano prima e come  sono ora   alcune vip  ,  ho  deciso d'approfondire   l'argomento  con una " intervista volante "  alla  responsabile  di haveavoice



come rispondere a quelle ragazze e done che vogliono farsi il lifting perchè si considerano brutte o non accettano e vogliono  correggere a tutti i costi i loro difetti fisici

Devono capire che queste imposizioni estetiche non hanno nulla a che fare col loro vero valore. Siamo nate per essere come siamo, diverse le une dalle altre, ognuna con qualcosa che ci caratterizza, ma soprattutto che l'avanzare dell'età è una cosa normale che deve essere apprezzata e non stigmatizzata. Dobbiamo essere libere di invecchiare senza vergognarci!

come far capire che la chirurgia estetica si è trasformata in conformismo perdendo quel carattere se mai l'avuto di libertà di trasgressione di decidere da parte della donna ( e dell'uomo ) dell'uso del proprio corpo

Volersi modificare attraverso la chirurgia per rincorrere canoni imposti dalla società, dai social, magari addirittura attraverso filtri e photoshop, quindi irraggiungibili nemmeno con la chirurgia stessa, non è liberà espressione di sé, ma schiavitù dell'industria della bellezza.



il vostro libro è solo per le bambine o anche per i bambini ? se si volesse regalare o far leggere per quale genere di età è consigliato ?
I nostri libri sono consigliati dai 6 ai 12 anni, ma sono una lettura utile, anche se semplice, per gli adulti, che possono trovare ispirazione dalle storie raccontate!

Bella   questa   vostra  frase : << Quando invece, per risolvere questi disagi, basterebbe non guardare più i social, coltivare interessi diversi dal farsi selfie da pubblicare sui suddetti social, capire che il nostro valore va al di là del nostro aspetto fisico e che siamo molto, ma molto di più del nostro corpo.>> MA come metterla in pratica ?

Smettere di seguire tutti i programmi e influencer che promuovono un certo canone estetico, guardarsi meno allo specchio e più dentro, cercando di capire cosa ci rende veramente speciali (lo scopo del nostro libro, ecco perché è utile anche per gli adulti).


Infatti  il loro  libro "Maddy e la ricerca della Bellezza", un inno al body positive, contro la superficialità e il bullismo, pensato per il bambini, ma utile anche per i più grandi, per amare se stessi e rispettare gli altri!  https://ihaveavoice.it/corgimaddy/










1.5.22

un gesto speciale per gente normale gesto normale per gente speciale quello accaduto Accade a Roma, in pieno giorno, a bordo di un autobus della linea 788 dell’Atac.

 da  Lorenzo Tosa | Facebook


Un uomo di 42 anni sta molestando in modo pesante una donna di 28. La segue fin sopra il mezzo, le ordina di sedersi di fianco a lui. E, di fronte al suo rifiuto e al tentativo di scendere, l’uomo la blocca per un braccio e comincia a palpeggiarla.
Ed è qui che interviene il conducente del bus. Che si accorge della violenza, ferma il mezzo, chiama immediatamente la polizia e chiude le porte per impedirgli di fuggire. È finita così, con l’uomo arrestato in flagranza di reato, la donna sotto shock ma sana e salva. Tutto grazie al sangue freddo di un autista che ha fatto la cosa giusta, nei tempi giusti e nel modo giusto, riuscendo a sventare uno stupro.Poco importa se sia eroismo o “solo” un grande gesto di coraggio e umanità, di sicuro è un esempio che merita di essere raccontato. E premiato.
E a tutti\e quelli che dicono “dovrebbe essere la normalità, altro che premio” hanno la più vaga idea di cosa voglia dire trovarsi di fronte a un tentato stupro? Il tutto mentre stai lavorando e hai la responsabilità di tutte le persone all’interno del mezzo (compreso, paradossalmente, il carnefice)? Hanno una vaga idea dell’assoluta straordinarietà della situazione (senza per giunta neanche sapere se l’uomo è armato)? Di come nulla ti prepari ad affrontarla e di quanto sia difficile decidere in una frazione di secondo cosa fare per non mettere a rischio sé stesso, la vittima e infine tutti i passeggeri? È tutto “normale”, tutto “ordinario”, tutto “ovvio”, certo. Davanti a una tastiera.Infatti  ecco  il mio titolo  ad  effetto 

come si celebra la squadra maschile ( Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Antonio “Tonino” Zugarelli) si ricordi anche la tennista Monica Giorgi che per protesta contro l'aphartaid fu espulsa dal FiT

 in  questi  giorni   dovrebbe uscire  il  documentario  Una squadra di Domenico Procacci  in  cui si  ricorda  la  vittoria   nel  1976  della  coppa  davis     della  nazionale maschile  di  tennis  .  certo  è un onore   perchè   Perché la vittoria di quella mitica insalatiera non è mai stata veramente e degnamente celebrata, ricordano a gran voce i campioni e protagonisti dell’impresa: Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Antonio “Tonino” Zugarelli, capitanati dall’inossidabile Nicola Pietrangeli. Avendo indossato   diurante  la partita  come  gesto doi protesta     contro il  regime  di
pinochet  una maglietta  rossa  la  vittoria non solo cade      nel   DIMENTICATOIO  quasi    totale  in quanto  perché percepita politicamente scorretta – il dibattito sull’opportunità che la squadra italiana di tennis andasse a casa dell’efferato dittatore di estrema destra a giocarsi la Davis era più acceso che mai – fu osteggiata dagli intellettuali dell’epoca, privata della diretta tv, “persino Modugno si mise in mezzo” ricorda il dream team, che invece partì – e vinse – nonostante il clima ostile. E non bastarono le magliette rosse omaggiate nel bel doc di Mimmo Calopresti del 2009, ma di cui a quel tempo “nessuno s’accorse” ricorda Panatta. E quindi   è giusto     che  Il mondo dello sport se l’è colpevolmente scordata, quello del cinema e della tv prova a risarcire.
Speriamo   che  si  faccia lo  stesso   ricordando  la  vicenda  ed il gesto politico a favore dei black della tennista Monica Giorgi nel Sudafrica razzista dei 70, un gesto che le costò la sospensione dalla Fit.


IN CAMPO COME NELLA VITA: STORIA DI MONICA GIORGI, LA TENNISTA RIBELLE CHE COMBATTEVA L'APARTHEID
Correva l’anno 1972 e a Johannesburg si disputava la Federation Cup.
Per la prima volta il governo Sudafricano concedeva la possibilità alle atlete di colore di partecipare ad una gara internazionale di tennis dentro i suoi confini. Questa scelta tuttavia non era affatto il preludio al miglioramento delle condizioni della popolazione nera, costretta a vivere
n un regime di violenta segregazione da cui sarebbe uscita solo molti anni dopo.
Nella delegazione italiana c’è Monica Giorgi, livornese classe 1946, che nel corso della sua carriera sarà per ben sei volte campionessa nazionale di doppio e parteciperà a quasi tutti i tornei del Grande Slam. Monica ha un’idea precisa sull’apartheid e sul razzismo. Li detesta. Così quando esce dagli spogliatoi dell’Ellis Park Stadium indossa una maglia in cui due coppie di piedi bianchi e neri sono sovrapposti, come a mimare un rapporto sessuale. Non solo, l’atleta italiana rivolge un saluto affettuoso agli spettatori di colore, rinchiusi in una piccola porzione di stadio più simile ad una prigione che ad una gradinata.
Il pubblico bianco non tarda a far sentire un lungo brusio di disapprovazione mentre quello nero resta ammutolito. La federazione Sudafricana invierà formale atto d’accusa a quella italiana, che al ritorno della Giorgi in patria decide di squalificarla per diverso tempo dalle gare internazionali.
Poco male per Monica, che prima e dopo questo gesto, resterà una tennista a dir poco controcorrente.
Fuori dalle righe tanto nell’estetica quanto nella costanza. Nel tennis di quegli anni in cui le ragazze portano sempre e solo la gonna, la Giorgi indossa irriverenti calzoncini. Fuori dal campo invece dei tradizionali party che i tennisti sono soliti benedire con la propria presenza, frequenta i circoli del movimento femminista di cui diventa un attivista instancabile.
È una che non sa stare in difesa Monica. Sempre all'attacco. Con la racchetta in mano diventa un simbolo di quel tennis che preferisce le giocate a rete e gli smash all’attendismo dei cosiddetti “pallettari”.
Con la penna invece si batte per i diritti delle donne e poi per quelli dei carcerati, fondando il collettivo “niente più sbarre”.
Sono prese di posizioni dure che le costano il biasimo e la scomunica di un ambiente, come quello del tennis di quegli anni, particolarmente classista. E soprattutto le costano un processo, con tanto di condanna in primo grado e assoluzione in appello, per un reato di sequestro che ovviamente non aveva mai commesso. È il prezzo che paga per frequentare circoli anarchici e ritrovi radicali, ma Monica lo paga senza problemi.
Con il tempo lascerà il professionismo ma mai la racchetta; né tantomeno abbandonerà i suoi ideali. Monica resterà per sempre “la ragazza con la racchetta in mano che sognava un mondo migliore.”

incuriosito ecco ulteriori news su di lei prese da wikipedia

Monica Giorgi

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Monica Giorgi
MGiorgi PMarzano.jpg
Monica Giorgi e Piero Marzano agli "Assoluti" del 1979
NazionalitàItalia Italia
Tennis Tennis pictogram.svg
Termine carriera1979
Carriera
Singolare1
Vittorie/sconfitte
Titoli vinti
Miglior ranking
Risultati nei tornei del Grande Slam
Australia Australian Open
Francia Roland Garros3T (19671969)
Regno Unito Wimbledon2T (1966)
Stati Uniti US Open
Doppio1
Vittorie/sconfitte
Titoli vinti
Miglior ranking
Risultati nei tornei del Grande Slam
Australia Australian Open
Francia Roland Garros2T (1966)
Regno Unito Wimbledon3T (1973)
Stati Uniti US Open
Doppio misto1
Vittorie/sconfitte
Titoli vinti
Risultati nei tornei del Grande Slam
Australia Australian Open
Francia Roland Garros
Regno Unito Wimbledon3T (1970)
Stati Uniti US Open
1 Dati relativi al circuito maggiore professionistico.
Statistiche aggiornate al definitivo

Monica Cerutti-Giorgi, nota anche semplicemente come Monica Giorgi (Livorno3 gennaio 1946), è un'ex tennistasaggista e insegnante italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Carriera sportiva[modifica | modifica wikitesto]

Da junior ha vinto la Coppa Lambertenghi, a Milano (1960) [1].

Come singolarista, ha raggiunto il terzo turno al Roland Garros nel 1967 e nel 1969 e il secondo turno al torneo di Wimbledon nel 1966; in doppio ha raggiunto il secondo turno al Roland Garros, nel 1966, in coppia con Graziella Perna e il terzo turno a Wimbledon, nel 1973, in coppia con Daniela Marzano; mentre nel doppio misto ha raggiunto il terzo turno a Wimbledon, nel 1971, in coppia con Franco Bartoni[2].

Alle Universiadi di Tokyo, nel 1967, ha vinto due medaglie d'argento, nel doppio e nel doppio misto, in coppia, rispettivamente, con Alessandra Gobbò e Giordano Maioli.

È stata sei volte campionessa d'Italia nel doppio: nel 1964 e nel 1965, in coppia con Graziella Perna, nel 1968 con Roberta Beltrame, nel 1971 e nel 1979, con Anna-Maria Nasuelli e nel 1972, con Lucia Bassi. Ha vinto anche un titolo nel doppio misto, nel 1970, in coppia con Franco Bartoni.

Impegno politico e culturale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1972 per protesta contro l’Apartheid, Monica Giorgi si presentò in campo, a Johannesburg, in Sudafrica, indossando una provocatoria maglietta con due piedi bianchi e due neri sovrapposti come in un rapporto sessuale. Al ritorno, a seguito di un esposto della federazione sudafricana, fu squalificata per un certo periodo[3].

Dopo il ritiro, essendo laureata in filosofia, ha insegnato storia e filosofia nei licei[3]Femminista, atea e anarchica, ha costituito l’associazione “Niente più sbarre”, con la tematica delle condizioni dei detenuti in carcere[4].

Ha scritto un saggio sulla filosofa francese Simone Weil, intitolato La clown di Dio, edito da Zero in Condotta, nel 2013, e pubblicato in estratto anche da Rivista anarchica[4].

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel 1970 Monica Giorgi ha partecipato alla trasmissione televisiva Rischiatutto, concorrendo per la vita e le opere di Franz Kafka[5].

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

AnnoManifestazioneSedeEventoRisultatoNote
1967UniversiadiGiappone TokyoDoppio femminileArgento Argento[6]
Doppio mistoArgento Argento[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ ALBO D’ORO, su tcmbonacossa.itURL consultato il 26 febbraio 2019.
  2. ^ Tennis Abstract: Monica Giorgi WTA Match Results, Splits, and Analysis, su tennisabstract.comURL consultato il 26 febbraio 2019.
  3. ^ Salta a:a b Campioni da non dimenticare – Monica Giorgi, su spaziotennis.comURL consultato il 26 febbraio 2019.
  4. ^ Salta a:a b MONICA GIORGI Tennis, studio e anarchia, su nazioneindiana.comURL consultato il 26 febbraio 2019.
  5. ^ La Stampa, 16 ottobre 1970
  6. ^ In coppia con Alessandra Gobbò
  7. ^ In coppia con Giordano Maioli

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Monica Cerutti-Giorgi, La clown di Dio, Zero in Condotta, Milano, 2013.
  • Monica Cerutti-Giorgi, Franca Cleis e Karin Stefanski (a cura di), Alla luce del presente. Relazioni, pratiche e mediazioni di donne, Archivi riuniti delle donne del Ticino, 2010.
  • Monica Cerutti-Giorgi, (a cura di), Marirì Martinengo, Wanda Tommasi, Vita Cosentini, et. al., Il simbolico delle donne. Percorsi fra storia, filosofia e traduzione, Balerna. Ulivo, 2006.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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