7.8.24

polemiche olimpiache , richieste di matrimonio , fair play sportivo non slo tamberi , bufera sui commentatori Rai del volley: risatina e battuta indegna sull’inquadratura di un pallavolista morto recentemente

leggendo   ell'ennesima      richiesta    \  promessa    di matrimonio    all'olimpiade   mi    chiedo  ma  sta  diventando  una mania  😲😂❤😜 oppure    si è  stregati  da  Parigi   città dell'amore  .

Parigi, Alice Finot chiede al compagno di sposarla: la proposta a bordo pista dell'atleta francese dopo il record europeo




Arrivata al traguardo al quarto posto, si è avvicinata a bordo pista, si è inginocchiata e ha chiesto al compagno di sposarla emozionando la Francia e il mondo intero. L'atleta francese Alice Finot dopo aver conquistato il primato europeo nei 3000m siepi a Parigi 2024, per la prima volta nella sua carriera ha fatto registrale il tempo di 8’58”67, ha approfittato del personale giro d’onore per fare la proposta di matrimonio al suo compagno spagnolo.
La proposta di matrimonio era ad una condizione: che fosse battuto un record. Per Alice Finot il 9 coincide con il numero di anni trascorsi insieme al suo fidanzato e correre sotto il tempo prestabilito di 9 minuti è stato un segno del destino.

 «Non mi piace fare le cose come tutti gli altri. Gli ho dato una spilla con cui avevo corso, con la scritta ‘L’amore è a Parigi’. Volevo che mi desse quella forza per correre sotto i 9 minuti», ha dichiarato l'atleta dopo la gara. Parigi città dello Sport per le Olimpiadi, ma rimarrà sempre e soprattutto la città dell'amore. 


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Nel corso dei decenni, i Giochi Olimpici hanno conosciuto un gran numero di controversie, soprattutto perché ognuno di essi è accompagnato da una propria politica. I Giochi di Parigi del 2024 non sono da meno e, mentre alcune delle polemiche che hanno scosso l'evento quest'anno con ogni probabilità svaniranno nel dimenticatoio, di certo ci sono alcuni momenti eclatanti di cui si parlerà per gli anni a venire  e  che    forse  saranno  ricordati nella storia    dell'olimpiadi  .  Infatti  oltre  alla  cerimonia  d'apertura     , l'attacco coordinato alla rete ferroviaria ad alta velocità della Francia , le  condizioni del villaggio  olimpico    ce ne  sono state  altre   .  ecco le principali  

                acque  inquinate    della  senna  


 alle  acque  inquinate  della senna  che  nonostante siano stati investiti 1,5 miliardi di dollari per ripulire la Senna di Parigi, lo sforzo di bonifica si è rivelato apparentemente inutile, dato che l'acqua era ancora gravemente contaminata   tanto    che  la squadra olimpica belga

ha dovuto rinunciare al triathlon di nuoto dopo che una delle sue triatlete, Claire Michel (nella foto  a destra  ), si è ammalata di infezione da E. coli a causa della sua nuotata nella Senna il 31 luglio.





                                           Spionaggio con i droni
                                      ©Shutterstock

Prima ancora che iniziassero le Olimpiadi di Parigi, la squadra di calcio femminile canadese è stata coinvolta in uno scandalo che riguardava i droni. 

Durante un'esercitazione per la squadra neozelandese, un analista canadese è stato sorpreso a pilotare un drone e a usarlo per spiare la squadra. La Federazione Internazionale del Calcio d'Associazione (FIFA) ha avviato un'indagine  sulla vicenda e ha emesso pesanti sanzioni, tra cui un'ingente multa per il Canada Soccer e l'interdizione di un anno per tre allenatori canadesi, tra cui il capo allenatore Bev Priestman  ( foto a  sinistra  ) 


                                                          Scandalo doping cinese


©Getty Images


Nei giorni precedenti le Olimpiadi di Parigi, è stato rivelato che decine di nuotatori cinesi d'élite erano risultati positivi a una sostanza proibita prima dei Giochi di Tokyo del 2020, e sono stati comunque autorizzati a gareggiare. Molti altri atleti hanno condannato la decisione, resa più severa dopo le rivelazioni.

Divieto di hijab

Gli olimpionici di tutto il mondo si sono espressi pubblicamente contro la decisione della Francia che vieta agli atleti francesi di indossare l'hijab o il velo religioso durante alcuni eventi olimpici. Alle atlete è stato detto che non sarebbero state autorizzate a partecipare se avessero indossato l'abbigliamento.Il divieto francese di indossare l'hijab per le atlete ha suscitato critiche da tutto il mondo e molti hanno messo in discussione non solo la sacralità della libertà religiosa, ma anche l'innato sessismo che esiste nello sport



Altri Paesi, tra cui l'Egitto, si sono rifiutati di piegarsi all'obsoleta decisione della Francia. Anche la squadra femminile di beach volley del Paese si è espressa contro la Francia dopo aver gareggiato contro la Spagna con il proprio abbigliamento religioso.

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Oltre  al  caso di tamberi   un altro caso di fair play  è  ( magari ce  ne sono altri che mi saranno sfuggiti , segnalatemelo se volete 😜😇 ) questo avvenuto Al termine del match Italia Giappone di pallavolo maschile, in cui i nipponici sono stati ad un millimetro dalla vittoria, il nostro Gianluca Galassi, ancora prima di festeggiare il clamoroso successo  con  la  squadra  , va a consolare gli avversari.


Questo è lo spirito olimpico, esattamente questo.

Cosa  che  non    Andrea Lucchetta, ex azzurro della generazione dei fenomeni dell’Italvolley, ora  opinionita    rai  non  è  stato capace  di   fare  . Infatti   è incappato in una gaffe durante la telecronaca dell’Italia nell’emozionate successo in rimonta contro il Giappone. Una battuta su una foto portata in panchina dai nipponici ha scatenato il web che già lo paragonava ad Adani per i suoi commenti urlati.I giapponesi avrebbero voluto dedicare la vittoria sull’Italia a un loro ex compagno, Naonobu Fujiiun, morto di tumore allo stomaco nel 2023 a soli 31 anni. La nazionale nipponica ha portato una sua foto in panchina. Le telecamere delle Olimpiadi hanno ripreso l’immagine un paio di volte, poi sono stati i compagni a mostrarla. Dopo il ko con gli azzurri la squadra giapponese ha fatto l’ultima foto sul campo l’ha scattata anche con Naonobu Fujii. La foto con il pallavolista deceduto un anno fa era con tutta la squadra giapponese, e con tutto lo staff tecnico. Quando però la regia ha inquadrato la foto, Lucchetta in telecronaca si è messo a ridere, ignorando la vicenda, e dicendo: “Ma cosa è, un santino?” Video Player
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Lucky – apprezzatissimo nei commenti anche goliardici a “Notti Olimpiche – era stato criticato anche per le sue telecronache urlate, “alla Adani” per intenderci, con il web pronto a bastonarlo: “Lucchetta è un cartone animato vivente” e poi: “Immagino l’Inferno come un luogo pieno di sofferenza, ma con un piccolo svago il fine settimana: due televisori che trasmettono una partita di pallavolo e una partita di calcio, commentate rispettivamente da Lucchetta e Adani” e ancora: “Lucchetta grida agli errori degli avversari, inizia a snocciolare nomignoli e simpatiche fanfaronate sui giocatori della nazionale italiana, è irritante e non fa onore alla pallavolo”Quando l’ex azzurro ha fatto quella battuta sulla foto, però, ecco che sui social è scoppiata la polemica   con commenti  del tipo  : “L’hanno capito tutti tranne lui, non sapevo il nome del pallavolista ma si intuisce che era un amico e un compagno di squadra. Lucchetta irrispettoso” e poi: “Ma come si fa a fare dell’umorismo becero su degli atleti che portano alle Olimpiadi il ricordo di un compagno venuto a mancare così giovane…Lucchetta veramente incommentabile..” e ancora: “Uscita molto male quella frase anche se di base nonostante la storia sportiva a me Lucchetta non mi è mai rimasto proprio super simpatico. Anzi io ho quasi pianto per quella foto e da grandissima appassionata del Giappone ne sono rimasta un po’ dispiaciuta di questa partita”. In tanti però difendono Lucchetta: “Ma lo conoscete Lucchetta ? E’ una brava persona, non sapeva cosa fosse e ha parlato mentre cercava di capire cosa stava vedendo, non se lo aspettava nessuno un santino credo …. State più calmini” e poi: “Lucchetta è sempre uno gioviale, positivo e scherzoso. Penso non gli sia passato nell’anticamera del cervello fosse una roba seria. Non lo sapeva” e anche: “Ma che avete contro Lucchetta? Commentatore serio ed ironico. Neanche io sapevo il perché della foto. Penso non lo sapesse nessuno di voi. Infatti al rientro dalla pubblicità ha spiegato perché ci fosse quella cornice. Siete dei finti moralisti” e infine: “Lucchetta è una persona molto buona e uno sportivo più che corretto. non lo sapeva, non avrebbe mai preso in giro il Giappone, lo aveva scambiato per un giocatore in campo e che lo stessero osannando così”.Hanno   ragione  queli della  prima  schiera  . E' vero   checome  lui  , pure io   mi  stavo  mettedo a  ridere    vedendo  quell'immagine  , ma   mi sono  bloccato in  tempo  ,  dicendondomi ma  che  ....   sto  facendo  quello  è  un morto   e  gli stando dedicando la gara. Posso  capire    che  non sappia il  nome   , ma sei  colleghi la   la  vista   dell'immagine   con il pensiero  lo comprendi     subito  . Ma   se  non ci arrivi    meglio    stai zitto    si fa  più bella fiugura  . Oppure chiedi  scusa 


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IL BELLISIMO GESTO DI NOVAK DJOKOVIC DONMA IL PREMIO DELL'OLIMPIADE IN BENEFICENZA

dopo aver regalato a fine gara la maglia indossata nel match dell’Oro olimpico alla signora delle pulizie. Sua storica fan Novak Djokovic Il campione balcanico che ha raggiunto l'ultimo
grande record della sua carriera, ha vinto l'unica cosa che mancava al suo incredibile palmares, la medaglia d'oro olimpica. In passato Nole ha più volte inseguito questo risultato ma aveva sempre fallito ed è riuscito in quella che probabilmente era la sua ultima volta alle Olimpiadi.
In finale tutti davano Alcaraz favorito ma Nole ha smentito ancora una volta tutti e ha realizzato un'impresa titanica. Emozionanti le lacrime a fine match e l'abbraccio con il resto della famiglia ma il tennista serbo si è fatto riconoscere per un altro particolare motivo. Infatti come riporta il media serbo B92.net Novak Djokovic ha deciso di donare in beneficenza il premio da 200 mila euro che la federazione ha messo a disposizione per la vittoria delle medaglie.Nello specifico la federazione serba ha donato 200 mila euro a Djokovic per la vittoria della medaglia d'oro e il campione ha voluto donarlo ai più bisognosi. L'ennesimo bel gesto che vede protagonista il campione balcanico e che trstimonia quanto sia un campione sia dentro che fuori dal campo da tennis.


Tamberi a mezzo servizio, ma centra la finale. Poi soccorre l'amico-rivale Barshim ., Zheng Haohao, chi è l'atleta più giovane delle Olimpiadi 2024: ha 11 anni e ha finito da poco le elementari., Miracolo Anders Lind: dalla quasi paralisi alla partecipazione ai Giochi Olimpici., Cadute, minacce, risse accennate e cameraman in pista: ai Giochi succede di tutto

È finalmente cominciata l'avventura di Gianmarco Tamberi alle Olimpiadi di Parigi 2024. Il campione in carica del salto in alto (in coabitazione con il rivale-amico Mutaz Barshim) ha avuto una marcia d'avvicinamento complicata, tra infortuni, la fede persa nella Senna ed il recente attacco febbrile che ne ha ritardato la partenza per la Francia. È anche il primo atto di Parigi 2024 non è stato facile: Tamberi non è riuscito a passare la misura, per lui solitamente "facile", di 2,27, ma il percorso netto a 2.20 e 2.24 gli è valso il pass per la finale. 
 

Anche per Mutaz Barshim, co-campione in carica, la qualificazione non è stata facile.


 Il campione ha passato la quota di 2,27, ma ha a
ccusato un problema muscolare al polpaccio. Il primo a soccorrerlo? Proprio Tamberi.È come se i destini di questi due Signori dell’Atletica viaggiassero su un’unica rotta intelleggibile solo con criteri extra-sportivi: prima l’infortunio al tendine d’Achille, le rinunce olimpiche, le medaglie attese per una vita e centrate insieme a Tokyo (“Let’s make history, my friend”), infine i problemi e i brividi prima di quella che forse sarà l’ultima sfida olimpica diretta di due carriere già così leggendarie e due destini incrociati.
Non so voi, ma io quando vedo questa immagine, questi due atleti, sportivi, fenomeni, amici, scatta automatico il pensiero al momento per distacco più bello di Tokyo 2021 e mi commuovo.
Forza Gimbo, ma viva anche Barshim.

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Zheng Haohao, chi è l'atleta più giovane delle Olimpiadi 2024: ha 11 anni e ha finito da poco le elementari

                    © Social (Facebook etc)


Le Olimpiadi di Parigi 2024 sono state ricche di novità. Non solo per gli sport, visto che quest'anno sono entrati a far parte dei Giochi olimpici discipline come la breakdance, l'arrampicata e lo skateboard, ma anche per gli atleti. In particolare a far parlare molto di sé è Zheng Haohao, che ha gareggiato proprio nelle competizioni di skate. Nulla di così strano, se non che l'atleta ha soltanto 11 anni e ha finito le elementari da poche settimane.
Chi è Zheng Haohao
Lo skateboard è uno degli sport che, insieme al surf, attira giovani in tutto il mondo. Tanto da diventare anche una disciplina olimpica. Basta pensare alla medaglia d'oro vinta dalla Gran Bretagna a Tokyo 2020, grazie a Sky Brown (16 anni) che è riuscita a scalare la classifica fino a raggiungere il podio. E la stessa Brown è riuscita a battere Zheng Haohao. Quest'ultima ha rappresentato la Cina ed è riuscita a posizionarsi al 26esimo posto alla finale che si è svolta martedì 6 agosto. 

Zheng è nata l'11 agosto del 2012 in Cina, proprio il giorno prima delle finali delle Olimpiadi di Londra. Forse un segno del destino. Da piccola ha iniziato ad approcciarsi allo skate come un passatempo, fino a quando l'hobby non è diventato un vero e proprio sogno da seguire. Nel 2021, all'età di 9 anni, è stata reclutata per la rappresentativa provinciale e ai campionati nazionali è arrivata al 14esimo posto. Mentre a Parigi è riuscita a qualificarsi per aver superato le gare di Budapest e Shanghai.
L'ambizione di Los Angeles 2028
Lunedì 11 agosto, il giorno in cui finiranno le Olimpiadi, spegnerà dodici candeline. Secondo alcuni è una predestinata, anche se non è riuscita a raggiungere il podio, al cui primo posto invece è arrivato il Giappone. Adesso il suo sguardo è puntato alle prossime Olimpiadi, che si svolgeranno nel 2028 a Los Angeles.
In quell'anno la piccola atleta avrà 16 anni e la competizione sarà ancora più ambita, visto che gareggerà in un luogo in cui quello sport viene vissuto come un vero e proprio stile di vita da seguire. Ma, come ha spiegato alla stampa, lei sente di voler «spaccare il mondo». In un'intervista ha dichiarato: «Quando sono sullo skate sono felice, per me è puro divertimento. E, ogni volta che sono in strada, sento di riuscire a spaccare il mondo». 


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 Miracolo Anders Lind: dalla quasi paralisi alla partecipazione ai Giochi Olimpici

la carriera del giovane giocatore di ping pong danese di 25 anni ha preso una svolta inaspettata nel marzo 2021. Mentre guidava, il conducente dell'auto che precedeva la sua è stato colpito da un infarto. Sì, sembra un film ma non lo è.

Il veicolo di Anders Lind si è scontrato ad alta velocità con l'altra auto provocando all'atleta gravi fratture alla schiena in diversi punti.Le prime diagnosi rilasciate dall'ospedale erano poco incoraggianti. Secondo quanto riportato dai media danesi, il rischio di paralisi e di danni permanenti era stimato attorno al 90%, con l'alta probabilità di non poter continuare l'attività agonistica.

La giovane promessa del ping pong danese, a soli 22 anni, ha rischiato di perdere la capacità di camminare a seguito della frattura di tre vertebre.In genere, "con quelle ossa rotte, perdi la mobilità delle gambe, ma poiché non c'erano danni al midollo spinale, hanno visto che col tempo potevo tornare a camminare", ha commentato lo stesso Anders Lind in una diretta su Instagram.

Dopo l'incidente, ha seguito un anno di cure mediche e riabilitazione. L'atleta ha inevitabilmente saltato le Olimpiadi di Tokyo 2021, tenutesi quattro mesi dopo il terribile episodio. "Nessuno pensava che potessi tornare a giocare. Ho pianto per un'intera settimana", ha commentato sui social media, aggiungendo di aver intrapreso un percorso di recupero lento ma costante.Infatti   Dopo quattro settimane di immobilità e con l'aiuto di un corsetto, tre mesi dopo ha camminato di nuovo. "Ho iniziato a camminare 20 metri al giorno. Poi sono diventati 40. Poi 60 e, nel giro di qualche mese, ho potuto fare un po' di jogging." Anders Lind ha ripreso a camminare soli sei mesi dopo il grave incidente. Il danese, con due aste metalliche inserite nella colonna vertebrale, ha conquistato la medaglia di bronzo ai Campionati Europei.Questo duro percorso è culminato con la sua presenza ai Giochi Olimpici di Parigi, dove si è fermato agli ottavi di finale di fronte al giapponese Harimoto. Nonostante la sconfitta, la sua sola presenza ai Giochi è più che un miracolo, un esempio di resilienza e superamento.






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Cadute, minacce, risse accennate e cameraman in pista: ai Giochi succede di tutto


 
per   l'intera   seguenza Olimpiadi Parigi 2024, caduta di gruppo e rissa sfiorata: le foto (sportal.it)


Passerà alla storia come una delle batterie di atletica più surreali mai viste, quella dei 5000 metri maschili di Parigi 2024. Con spintoni, minacce, cadute e accuse che hanno trasformato la competizione in un film o quasi. Il momento topico si è raggiunto quando addirittura un cameraman distratto ha rischiato di scontrarsi con i corridori costringendoli a frenare, sterzare, scartare di lato per evitare la collisione e di farsi del male. Poco prima c’era stata una caduta di gruppo: il britannico George Mills è stato uno dei corridori più furiosi per essere inciampato in un altro concorrente, vedendo inizialmente compromessa la propria qualificazione. Era finito a terra perché ostacolato dal francese Hugo Hay.
Una volta raggiunta la linea del traguardo lo ha affrontato e tra i due c’è stato un alterco  e  sono qiuasoi venuti alle   mani  .



 “Sono stato penalizzato proprio mentre stavo per entrare nel rettilineo finale – ha ammesso il britannico alla BBC -. Il francese mi ha buttato per terra. Cosa gli ho urlato? Non posso ripeterlo”. I replay hanno evidenziato una leggera spinta a Mills mentre correvano fianco a fianco. Perso l’equilibro, è finito contro lo spagnolo Thierry Ndikumwenayo. Nel tonfo sono rimasti coinvolti anche l’atleta del Refugee Olympic Team, Dominic Lobalu, e l’olandese Mike Foppen.
Tutti gli atleti protagonisti dell’incidente hanno ottenuto un di bonus a parte dei commissari di gara e l’accesso alla finale. Indulgenza di cui ha beneficiato lo stesso Hay, non ritenuto responsabile. Nella seconda batteria, invece, il cameraman è rimasto in pista davanti al gruppo: era di spalle, nemmeno aveva visto partire gli atleti e in quel momento era all’opera per effettuare le riprese di un’altra disciplina (il lancio del giavellotto femminile) in corso in quegli istanti.

6.8.24

diario di bordo 69\70 anno II quando a stalkerare sono anche le donne ., "Labbra e liposculture, basta medici improvvisati"






Stalkerato per oltre un anno dalla ex fidanzata (e dalla madre di lei), l'incubo di un 26enne: «Avevo paura mi investisse»







Non ha accettato la fine della relazione, causata dalla sua gelosia, e ha pedinato e stalkerato l'ex per un anno, con la complicità della madre. La vittima, questa volta, è un ragazzo di 26 anni e la stalker è la sua ex compagna, insegnante della setssa età. Il 26enne, residente in Val Trompia (Brescia), esasperato dai comportamenti della ragazza l'ha denunciata per stalking. Le forze dell'ordine hanno fatto scattare braccialetto elettronico e divieto di avvicinamento, le misure previste dal Codice Rosso, sia per la ragazza che per la madre 51enne.
Come riporta il Corriere della Sera, per il giudice sussistono «gravi indizi di colpevolezza». Dal settembre 2023, poco dopo la fine di un storia durata appena 4 mesi, l'insegnante ha iniziato a pedinare l'ex fidanzato, cercando di incontrarlo «così da creargli un permanente senso di angoscia». La ragazza era «gelosa delle frequentazioni dell’ex», scrive la gip Alessandra Sabatucci, «mostrandosi intenzionata a interferire nella sua sfera privata, continuando a controllarne i rapporti sociali e gli spostamenti così, di fatto, perseverando nel contegno ossessivo che aveva indotto lui ad allontanarsi da lei».
I pedinamenti e la denuncia
Le due donne hanno seguito la vittima sotto casa, sua ma anche della sorella e della migliore amica, al supermercato, in palestra o al lavoro, in gita fuori provincia con gli amici. L'ultima volta, il 23 e 24 luglio scorsi, lo hanno seguito fino al comando di Polizia dove lui era andato a sporgere denuncia contro di loro. Un episodio che lo ha finalemnte convinto a formalizzare le accuse e che ha portato alle misure nei loro confronti.
«Sono arrivato a temere - ha raccontato il ragazzo - che la mia ex mi investisse: solo denunciando credo di poter recuperare la tranquillità e la mia totale libertà personale. Sono veramente esausto di questa situazione, non sono più libero di spostarmi senza il pensiero di essere seguito e osservato, angosciato dal fatto che possa trovarmele ovunque e con qualsiasi persona io mi trovi. O che mettano in mezzo la mia famiglia».

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"Labbra e liposculture, basta medici improvvisati"






«È avvilente. Al momento però c'è un unico modo per iniziare a combattere fenomeni di questo genere. Creare un alert. Redarguire turbando le persone».
In termini concreti?
«Una campagna shock come quella sui pacchetti delle sigarette e i danni del fumo. Mostrando cioè foto di complicanze, di lembi devastati dopo interventi chirurgici estetici realizzati da certi medici. La gente deve vedere tutto quello che può accadere qualora scelga approssimativamente un chirurgo, informandosi poco o niente, con una consapevolezza quasi pari a zero di quello che va a fare. Ci sono pazienti che guardano alla chirurgia estetica come a una boutique dove si sceglie un abito».
Stefania De Fazio, medico specializzata in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, è presidente della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica (Sicpre) ed è al vertice dell'International women plastic surgeons (Iwps) Forum, organismo che raccoglie le donne della chirurgia plastica, con lo scopo di creare network, programmi e opportunità dedicate. L'abbiamo interpellata dopo le due inchieste aperte dalle procure di Bari e Napoli nei confronti di Antonio Francesco Franco, conosciuto come Aesthetic Franco, il 30enne chirurgo star di Instagram, colpito da una settantina di denunce di pazienti vittime di liposculture, addominoplastiche e mastoplastiche dall'esito disastroso. Il dottor Franco, che adesso si troverebbe a Dubai, sostiene di essersi laureato in Romania e di aver frequentato un master in Colombia.
Un laureato in medicina nel nostro Paese privatamente può operare chi vuole e nel modo che ritiene più opportuno. Non gli serve la specializzazione.
«Solo radiologi e anestesisti devono avere la specializzazione anche per realizzare la loro attività privata, la libera professione. Tutti gli altri no. È vergognoso. La giurisprudenza italiana e l'università obbligano a una formazione orizzontale, quindi accessibile a tutti. Per arrivare alla specialità inoltre bisogna sostenere un concorso difficilissimo in Italia, 70-80 posti all'anno».
Poi c'è il business dei master. Che magari durano un fine settimana. E scopri che le lezioni erano online.
«Nei miei sogni i master dovrebbero essere dedicati solo a una super specializzazione. Chi li frequenta purtroppo se ne fregia quasi fossero sostitutivi della specialità e molta gente che non conosce il nostro ambiente ci casca. Ci sono per fortuna le università che erogano master o diplomi universitari a frequentazione di un anno o due. Poi ci sono tantissime società private che nascono e muoiono, ma non sono supportate dalla Sicpre e tanto meno hanno alle spalle le università o il ministero della Salute. Il documento che rilasciano non ha alcun valore, ma frequentare quei corsi costa parecchio, ecco il business».
In questa giungla come possiamo difenderci dagli «Aesthetic Franco» che verranno?
«Intanto diffidando dei social, che hanno rivoluzionato la nostra percezione di bellezza. Alla Sicpre abbiamo aggiornato il codice etico in tal senso. Quindi non dimentichiamo che ogni provincia ha un ordine dei medici e un elenco degli specialisti. Se io non trovo il mio chirurgo, vado ad approfondire e chiedo la specializzazione e come sia stata conseguita. E infine rendendoci conto che c'è chi non è assolutamente idoneo a sottoporsi a certi interventi, ma che pur di essere operato accetta di farlo anche in uno scantinato».


Sevval Ilayda Tarhan,la donna cancellata che ha vinto l'argento con Yusuf Dikec ., Le Olimpiadi di Parigi sono state molto pubblicizzate come “le più sostenibili di sempre”, ma un evento così grande può essere davvero sostenibile per l'ambiente?,


 
da  Team Commando 4 h Lui l’hanno visto praticamente tutti.Lui è il tiratore turco che si è presentato alla gara del Giochi olimpici con la magliettina non stirata, nessuna attrezzatura speciale, le mani in tasca e ha vinto l’argento.
Da quel momento Yusuf Dikec è diventato un meme globale.
Ma c’è un fatto che dovete sapere.
Yusuf Dikec ha vinto l’argento con la collega Sevval Ilayda Tarhan, tiratrice di 24 anni.
Nella narrazione prevalente è stato raccontato come unico vincitore dell’argento. Invece c’era anche lei.
Stessa maglietta, stessa posa, stessa mano in tasca.
Dikec è sempre stato un ottimo tiratore ma per arrivare sul podio olimpico c’è voluta lei (nella gara individuale, Tarhan è arrivata 7°, Dikec 13°)


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 da  ilpost.it  
Le Olimpiadi di Parigi sono state molto pubblicizzate come “le più sostenibili di sempre”, ma un evento così grande può essere davvero sostenibile per l'ambiente?




Negli anni in cui sono state pianificate e organizzate, le Olimpiadi di Parigi hanno molto promosso il proprio proposito di mettere in piedi un grande evento sportivo contenendone l’impatto ambientale. In particolare l’organizzazione si è impegnata a dimezzare le emissioni di gas serra causate da tutte le attività legate ai Giochi rispetto a quelle delle edizioni di Londra 2012 e di Rio de Janeiro 2016, che secondo le stime ammontarono all’equivalente di 3,3 e 3,6 milioni di tonnellate di anidride carbonica (CO2). Più o meno le emissioni annuali di un piccolo paese come Malta.
Le Olimpiadi sono in corso e i dati ufficiali e completi sulle emissioni saranno diffusi in autunno, ma uno studio indipendente di quanto fatto negli anni di preparazione c’è già. Dice che la strategia per contenere le emissioni è «lodevole», ma anche «incompleta», che manca di trasparenza e non è stata comunicata con la chiarezza necessaria per farne comprendere i limiti, soprattutto nei primi tempi, quando era stata promossa in modo ingannevole, ad esempio dicendo che i Giochi di Parigi sarebbero stati «i primi con un impatto positivo sul clima». L’analisi tuttavia mette anche in discussione l’idea che qualsiasi Olimpiade, per come le concepiamo oggi, possa essere “sostenibile”.
Il solo fatto di radunare in una città decine di migliaia di persone che lavorano per i Giochi e di attirarne milioni per assistervi rende i grandi eventi sportivi incompatibili con gli obiettivi dell’accordo sul clima di Parigi del 2015. La stessa organizzazione delle Olimpiadi di quest’anno ha stimato che più del 45 per cento delle emissioni prodotte saranno dovute al trasporto e all’alloggio degli atleti e degli spettatori.
Lo studio sulla strategia per il clima delle Olimpiadi di Parigi è stato pubblicato ad aprile ed è stato realizzato da Carbon Market Watch, un’organizzazione di ricerca non profit specializzata che riceve finanziamenti dall’Unione Europea, e dall’associazione francese Éclaircies, che analizza questioni legate all’ambiente per aiutare la collettività a capirle. Per quanto riguarda gli aspetti positivi, hanno riconosciuto alla strategia di sostenibilità delle Olimpiadi di quest’anno tre meriti. Il primo, in sostanza, è il fatto che esista una strategia.
Le Olimpiadi di Parigi sono le prime per cui sia stato fissato un obiettivo di emissioni massime (equivalente a 1,58 milioni di tonnellate di CO2) da rispettare e per cui conseguentemente sia stato elaborato un piano per contenerle. La parte più significativa di tale piano è la decisione di non costruire molte nuove infrastrutture per ospitare i Giochi e di privilegiare materiali da costruzione che comportano basse emissioni, come il legno. È una scelta che ha permesso anche un risparmio economico e che secondo la strategia dell’organizzazione consentirebbe di produrre solo un terzo del budget di emissioni fissato per le infrastrutture. È questo il secondo merito riconosciuto all’organizzazione di Parigi 2024 da Carbon Market Watch ed Éclaircies, sebbene non manchi qualche perplessità.
Il 95 per cento degli spazi usati per i Giochi esisteva già oppure è una struttura temporanea che poi sarà smontata, ha detto l’organizzazione. Gli unici edifici che sono stati costruiti per l’occasione sono il Villaggio Olimpico, che ora ospita gli atleti, l’Aquatics Centre, dove si fanno le gare di nuoto artistico, pallanuoto e tuffi, una struttura per l’arrampicata e una che ospita i giornalisti nelle ore di lavoro. Tutti continueranno a essere utilizzati dopo la fine delle Olimpiadi, secondo i piani. In particolare, il Villaggio Olimpico diventerà un complesso di case e uffici e l’Aquatics Centre diventerà un impianto sportivo per il dipartimento Senna-Saint-Denis, a nord di Parigi. Sul tetto dell’Aquatics Centre sono inoltre stati installati dei pannelli fotovoltaici, grazie a cui la struttura è indipendente a livello energetico.



Parte dei pannelli fotovoltaici sul tetto dell’Aquatics Centre delle Olimpiadi di Parigi, il 28 dicembre 2023 a Saint-Denis (AP Photo/Lewis Joly)

La Société de livraison des ouvrages olympiques (SOLIDEO), l’impresa che ha costruito le nuove strutture, si era posta come obiettivo di emettere al massimo l’equivalente di 650 chili di anidride carbonica per metro quadrato, che sono meno della metà delle emissioni medie prodotte in Francia per costruire case e uffici. L’uso prioritario di materiali a basso impatto avrebbe dovuto consentirlo: finora però non sono state condivise pubblicamente abbastanza informazioni sui lavori per verificare in modo indipendente che l’obiettivo sia stato raggiunto, quindi Carbon Market Watch ed Éclaircies non hanno potuto esprimersi in merito.
La stima complessiva delle emissioni andrà comunque rivista perché il progetto del Villaggio Olimpico non prevedeva un sistema di aria condizionata ma un sistema di raffrescamento geotermico, che però non è stato giudicato adeguato da molte delegazioni atletiche del mondo col risultato che l’organizzazione ha poi installato 2.500 condizionatori portatili.
Il terzo merito riconosciuto da Carbon Market Watch ed Éclaircies all’organizzazione delle Olimpiadi di Parigi è di aver concentrato i siti della maggior parte delle competizioni in un’area relativamente ristretta: l’80 per cento delle strutture usate per le gare si trova in un raggio di 10 chilometri intorno al Villaggio Olimpico e l’85 per cento degli atleti può raggiungere i siti delle competizioni in cui è coinvolto in meno di 30 minuti. Inoltre sia gli atleti sia una piccola parte delle persone che lavorano ai Giochi può spostarsi usando dei veicoli a basse emissioni messi a disposizione dall’organizzazione.
Le cose sarebbero andate ancora meglio se, come da progetto, fossero state completate alcune nuove linee di trasporto pubblico che avrebbero reso tutte le strutture delle gare a Parigi raggiungibili senza automobile.
Ci sono poi vari altri aspetti della strategia per contenere le emissioni delle Olimpiadi di Parigi che secondo Carbon Market Watch ed Éclaircies non sono soddisfacenti.
Il primo è che non è chiaro come mai l’organizzazione si sia posta l’obiettivo di dimezzare le emissioni rispetto alle edizioni di Londra e di Rio de Janeiro (che si stimano essere state le più inquinanti di sempre nella storia delle Olimpiadi) e se sia stato fatto un qualche calcolo legato agli obiettivi dell’accordo sul clima di Parigi. È inoltre più grave che non sia stato trovato un sistema trasparente per confrontare le emissioni di queste Olimpiadi con quelle delle Olimpiadi passate né che sia stato messo in piedi un sistema di monitoraggio delle emissioni nel tempo.
In aggiunta a tutto ciò, tolto il settore dell’edilizia, la strategia per il clima non si occupa in modo sufficiente del resto delle fonti di emissioni, che complessivamente sarebbero i due terzi del totale secondo la stessa organizzazione delle Olimpiadi.


Il Villaggio Olimpico di Parigi, il 23 luglio 2024 (AP Photo/Rebecca Blackwell)

È vero che sempre nell’ottica di ridurre le emissioni è stato deciso per esempio che più del 60 per cento del cibo servito al Villaggio Olimpico fosse vegetale; e che per realizzare molti oggetti usati nei Giochi sono stati usati materiali riciclati (medaglie comprese: è stato sfruttato ferro scartato dalla Torre Eiffel). Ma secondo l’analisi delle due organizzazioni esperte di ecologia non si sarebbe fatto abbastanza. L’organizzazione delle Olimpiadi ha imposto ai propri fornitori di rispettare dei criteri di «neutralità carbonica» per i prodotti e i servizi acquistati dai Giochi, ma non ne ha dato una definizione precisa: per questo non è possibile stabilire davvero l’impatto di tutti gli oggetti usati nel Villaggio Olimpico e nelle altre strutture.
La stessa espressione «neutralità carbonica», che indica la condizione in cui si emette nell’atmosfera una quantità di gas serra pari a quella che si riesce ad assorbire, è ritenuta sensata solo quando si considerano le emissioni annuali di un paese o del mondo e per questo non dovrebbe essere usata in riferimento a prodotti, servizi o eventi. Lo dicono anche le linee guida del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) per ridurre l’impatto ambientale dei Giochi. Per questo usarla in altri contesti è considerata una forma di “greenwashing”, cioè di marketing che presenta in modo ingannevole un prodotto come positivo per l’ambiente o il clima.
Carbon Market Watch ed Éclaircies hanno anche segnalato che le aziende sponsor delle Olimpiadi non sono state selezionate tenendo conto delle iniziative per ridurre il loro impatto sul clima. Uno dei partner è ArcelorMittal, il grande gruppo produttore di acciaio, uno dei materiali a cui si devono più emissioni. «L’assenza di criteri relativi al clima per selezionare gli sponsor è un’occasione mancata per influenzare le grandi aziende», hanno scritto nella loro analisi.
Un altro grosso limite della strategia climatica delle Olimpiadi di Parigi è che non ha previsto un modo efficace per ridurre l’impatto dei numerosissimi viaggi aerei necessari per fare arrivare gli atleti e altri lavoratori a Parigi (o nella Polinesia francese per le gare di surf), per non parlare dei turisti. L’organizzazione aveva detto che avrebbe «incoraggiato, raccomandato o invitato» i visitatori a raggiungere Parigi in treno, ma senza dare ulteriori dettagli e senza impegnarsi con iniziative più impegnative.
Infine anche per quanto riguarda il consumo di energia elettrica c’è una pecca nella strategia per il clima delle Olimpiadi. L’organizzazione ha detto che tutta l’energia che sarà usata durante i Giochi è stata prodotta con fonti rinnovabili, ma senza specificare bene in che senso.
«Alimentata con il 100% di energia da fonti rinnovabili» infatti può voler dire cose diverse. Di solito quest’espressione si usa per indicare che sono state acquistate delle garanzie d’origine (GO), cioè dei certificati che provano che una certa quantità di energia da fonti rinnovabili è stata immessa nella rete elettrica: un fornitore può vendere sia energia prodotta direttamente con fonti fossili che “energia pulita” comprando queste garanzie d’origine. Ma le GO non garantiscono che l’acquisto di questa energia abbia stimolato una produzione di energia da fonti rinnovabili che altrimenti non sarebbe avvenuta. Il discorso è diverso se l’energia è acquistata da aziende che producono in proprio energia da fonti rinnovabili. Per sapere esattamente che energia viene usata a Parigi servirebbe una maggiore trasparenza da parte dell’organizzazione dei Giochi.
Al di là di queste valutazioni secondo Carbon Market Watch ed Éclaircies, ma anche secondo vari altri esperti di questioni ecologiche che criticano le Olimpiadi (come lo studioso statunitense Jules Boykoff, per cui i Giochi di Parigi sono «una lezione di greenwashing»), è lo stesso concetto che c’è dietro a essere poco sostenibile. Questi critici propongono di provare a ripensare i grandi eventi sportivi internazionali, mettendo in discussione l’idea di organizzarli in un’unica città o quasi, e considerando invece di distribuire le gare in vari paesi per ridurre i viaggi aerei necessari. Per farlo in modo equo si potrebbe ideare un sistema di sorteggio per evitare che gli sport più seguiti siano ospitati sempre dagli stessi paesi.
In alternativa si potrebbe pensare di organizzarli sempre nelle stesse tre o quattro città, in modo da usare sempre le stesse infrastrutture. Questo potrebbe limitare l’accessibilità ai Giochi in quanto pubblico per gran parte della popolazione mondiale, ma del resto già oggi per i paesi con meno risorse economiche è difficile prendere in considerazione l’idea di ospitare le Olimpiadi.
Tornando a Parigi, l’organizzazione è comunque consapevole che la strategia per il clima poteva essere migliore. «Volevamo dimostrare che un altro modello era possibile e creare un lascito per altri grandi eventi sportivi», ha detto Georgina Grenon, direttrice “dell’eccellenza ambientale” per le Olimpiadi di quest’anno: «Non sosteniamo di essere perfetti, ma vogliamo mostrare che le cose si possono fare in modo diverso rispetto al passato».




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quando uno  sport  dipenmde  dal mare  

Difficilmente si trova uno sport che dipenda così tanto da un singolo fattore incontrollabile, come il surf dipende dal mare. I surfisti si sfidano uno contro uno in round di mezz'ora (35 minuti nelle finali) in cui possono prendere tutte le onde che vogliono, avendo una volta a testa la priorità per scegliere l'onda migliore, e i giudici danno loro dei punteggi sulla base di varie cose che riescono a fare dentro e sopra l'onda. E se l'onda non arriva? Eh.

Il francese Kauli Vaast (M. Haffey/Getty Images)


È successo ieri al brasiliano Gabriel Medina, tre volte campione del mondo e tra i favoritissimi di queste Olimpiadi (è quello di questa foto), che durante la sua semifinale è riuscito a prendere in mezz'ora un'onda soltanto, e non particolarmente buona. Ha perso senza poterci fare niente. Subito dopo è iniziata la prima semifinale femminile e le onde sono tornate. Se la gara di Medina si fosse tenuta qualche minuto più tardi, è probabile che sarebbe finita in modo diverso. Alla fine Medina ha comunque vinto il bronzo nella finale per il terzo posto.
Seguire le gare di surf a queste Olimpiadi – a Tahiti, uno dei posti migliori al mondo per surfare – è stato particolare, come assistere a un rituale collettivo in cui si invocano il mare e l'onda. I telecronisti hanno detto di continuo cose come «serve che il mare ti dia qualcosa», o «il mare non ne vuole sapere». E quando proprio non ne vuole sapere, può succedere che hai guardato per mezz'ora due persone ferme su una tavola in mezzo al mare. Tutta questa attesa però rende allo stesso tempo esaltante il momento in cui l'onda arriva veramente: sempre che una balena non interferisca con la gara  ( vedere  mio  post precedente  per  il  video )  Il surf di Parigi 2024 si è concluso stanotte: ha vinto il francese Kauli Vaast nel maschile e la statunitense Caroline Marks nel femminile.



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Olimpiadi: i Paesi con una sola medaglia d'oro in assoluto.  chi sono i loro eroi!


Mentre grandi nazioni come gli Stati Uniti o la Cina, per citarne un paio, accumulano centinaia di medaglie d'oro, alcuni Paesi si distinguono per avere un unico trionfo olimpico. Questi straordinari atleti hanno reso orgogliosa la loro nazione, conquistando l'oro e mettendo il loro Paese sulla mappa dei vincitori ai Giochi OlimpiciSiete curiosi di conoscere questi momenti storici e i campioni che li hanno resi possibili? Scoprite le storie affascinanti degli eroi che hanno portato a casa l'unica medaglia d'oro del loro Paese!  N.b  per  no appensatire   troppo il post ne  ho  scelto  due   ( le alòtre le trovate Stars Insider  )  

1) Il nuotatore Joseph Schooling fece la Storia a Rio 2016. Non solo vinse la prima e unica medaglia d'oro di Singapore, ma lo fece battendo Michael Phelps nei 100m farfalla !




La vittoria non ha portato però alcun astio tra i due olimpionici. "Non c'è mai stato nessun sfottò. Mi piacerebbe vederlo a Singapore. È semplicemente un bravo ragazzo", disse Schooling di Phelps.


2) La Siria ha un totale di quattro medaglie olimpiche, ma i Giochi del 1996 ad Atlanta sono particolarmente speciali per questo Paese per via dell'oro dell'eptatleta Ghada Shouaa.



Dopo essere salita sul podio, Shouaa 


è diventata la migliore eptatleta del mondo per due anni consecutivi ed è considerata una delle migliori atlete arabe di tutti i tempi.