che strano paese il nostro la maggior parte della gente vuole cacciarli via o li considera clandestini se va bene . Ma generalmente li si etichetta con stereotipi e luoghi comuni exenofobici e razzisti chje noi tutti sentiamo e leggiamo h24 ed molti di noi almeno quelli che ascoltano passivamente e approvano coloro che
Urlano teorie, rincorrono morali, La propaganda vince Con frasi sempre uguali
da https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2020/07/25/news/
Una carriera di successo che lo ha visto protagonista nei più importanti teatri del mondo. Fino allo scoppio della pandemia e al fermo totale imposto al mondo della musica e dello spettacolo. Da qui la decisione, in attesa di tornare a calcare i palcoscenici di tutto il globo, di rientrare nella sua città e aiutare la madre nel chiosco di famiglia. La storia è quella di Leonardo Cortellazzi, tenore classe 1980 nato e cresciuto a Mantova. Non è raro vederlo in queste giornate estive nelle vesti di collaboratore speciale di mamma Cristiana al chiosco Graffer, gestito dalla famiglia sul Te da 33 anni
sembrerò un vecchio , all'antica ma Montanari ha ragione . e condivido questo suo intervento sul fatto del 16\7\2020 sotto riportato a sinistra .
Anche se ha dimenticato ( ma forse lo reputava ovvio ed scontato da parlarne solo alla fine per chi ancora non ha mandato il cervello all'ammasso \ in cassa integrazione oppure mancanza di spazio nell'articolo per approfondire meglio tale metodo ) che tale battaglia dovrebbe essere combattuta anche fuori dagli ambienti scolastici ed accademici e senza nozionismo altrimenti i giovani che già le giudicano anticaglie o cose vecchie o vi si avvicinano per imitazione passiva
Come le pecorelle escon del chiuso a una, a due, a tre, e l'altre stanno timidette atterrando l'occhio e 'l muso; e ciò che fa la prima, e l’altre fanno, addossandosi a lei, s’ella s’arresta, semplici e quete, e lo ’mperché non sanno; sì vid’io muovere a venir la testa di quella mandra fortunata allotta, pudica in faccia e ne l’andare onesta. dante Purgatorio canto III 79-84
solo perchè ne ha parlato un vip o si è fatto un selfie . Va bene aprirsi e contaminarsi per aprirsi al mondo ed hai giovani come fa ed ha raccontato nel suo libro Ciao prof ( foto a destra ) e da noi recensito ed intervistato l'amico prof cristian porcino
ma qui si mortifica e si mercifica l'arte.
P.s
questo post era pronto alla pubblicazione quando su twitter ricevo questo commento che da origine alla discussione sotto riportata
@ciriacomerolli
ciriaco merolli
Cosa vuol dire senza nozionismo? Spieghi! Magari pressappochismo, superficialità, confondere le date, e quindi i contesti in cui le opere d' arte assumono il loro preciso significato... 6:27 PM · 26 lug 2020
Giuseppe Scano #restiamoumani #facciamorete @redbeppeulisse1h In risposta a @ciriacomerolli senza un complesso di nozioni, di mere notizie non approfondite né sinteticamente elaborate e organizzate; solo con il metodo di insegnamento che privilegia la quantità di nozioni acquisite rispetto alla formazione critica dell'allunno\a . ma fargliela vivere cioè portandoli nei musei , alle mostre , facendoli vedere diapositive di foto delle opere
Giuseppe Scano #restiamoumani #facciamorete @redbeppeulisse ·42min In risposta a @ciriacomerolli mah . forse negli ultimi anni . io mi sono diplomato allo scientifico nel 1995 e storia dell'arte l'ho studiata a pappardella giusto per prendere la sufficienza perchè in disegno tecnico ero una frana ed non c'era proiettore e\o visite a musei . cosa che invece ho avuto all'università dove all'esame di storia dell'arte ho preso 30
ciriaco merolli @ciriacomerolli·1h In risposta a @redbeppeulisse E nozione e nozionismo sono parole prive di senso, inventate da una certa teoria della didattica, che immagina si possa prescindere dalla cronologia e dalla precisione delle informazioni.
A Nuoro, la mattina del 26 aprile del 1868, scoppiò una grande rivolta nota con il nome di “Su Connottu” (il conosciuto) contro la decisione di messa in vendita del salto di “Sa Serra” e dei terreni comunali che prima venivano utilizzati dalla comunità liberamente.
Donna di Nuoro, in Corso Garibaldi, fine 800. Foto di Antonio Ballero, collezione Illlisso.
I Nuoresi in rivolta, guidati da una donna coraggiosa di nome Paskedda Zau, si diressero verso il palazzo comunale, le porte vennero abbattute e la folla si impadronì dei fucili della Guardia Nazionale. Iniziò così il saccheggio del municipio: i rivoltosi diedero fuoco a buona parte dell’arredamento e ai documenti dell’archivio dove, nero su bianco, giacevano i piani di lottizzazione e i registri dello Stato Civile, pensando di distruggere insieme agli atti, anche la decisione di messa all'asta dei terreni. Ma così non fu. Vennero uccise 8 donne e Paskedda Zau venne arrestata.
“A su connottu” era il motto dei manifestanti, che chiedevano appunto, un ritorno alle consuetudini, a ciò che avevano sempre conosciuto, un codice mai scritto ma riconosciuto e rigorosamente rispettato dai Sardi, ossia al ripristino dell’antico sistema di gestione comunitaria dei terreni. Quei tempi felici, de su "Connottu", non tornarono mai più.
I Nuoresi in rivolta, guidati da una donna coraggiosa di nome Paskedda Zau, si diressero verso il palazzo comunale, le porte vennero abbattute e la folla si impadronì dei fucili della Guardia Nazionale. Iniziò così il saccheggio del municipio: i rivoltosi diedero fuoco a buona parte dell’arredamento e ai documenti dell’archivio dove, nero su bianco, giacevano i piani di lottizzazione e i registri dello Stato Civile, pensando di distruggere insieme agli atti, anche la decisione di messa all'asta dei terreni. Ma così non fu. Vennero uccise 8 donne e Paskedda Zau venne arrestata.
“A su connottu” era il motto dei manifestanti, che chiedevano appunto, un ritorno alle consuetudini, a ciò che avevano sempre conosciuto, un codice mai scritto ma riconosciuto e rigorosamente rispettato dai Sardi, ossia al ripristino dell’antico sistema di gestione comunitaria dei terreni. Quei tempi felici, de su "Connottu", non tornarono mai più.
Ascoltando nolente e dolente , le canzoni tormentoni dell'estate mi accorgo che non esistono più i tormentoni di una volta . E che Renzo Arbore , vedere la canzone ( che pèopi è anche colonna sonora del post d'oggi ) suggerita , aveva visto lontano . Infatti ormai le ( certe ) canzoni durano solo una stagione e quella successiva finiscono nel dimenticatoio \ oblio . E fin qui niente di nuovo niente d'eccipire , perchè dal boom economico ( cioè dagli anni 60 ) è sempre stto cosi , ma capitava almeno ino alla fine del millenio che qualche pezzo resistesse a tale situazione ed a distanza d'anni rimanga fra le canzoni più ascoltate e riproposte come è il caso Vamos a la playa ( articolo sinistra preso dal N°30
30/7/2020 del settimanale Oggi ) . Attualmente come Dario Salvatori, critico e conduttore radiofonico (conduce Onda su Onda, tutti i giorni dalle 15.30 su Radio 1) sempre sullo settimanale , afferma ( giustamente che « I tormentoni sono diventati un prodotto industriale»,«Prima erano un grido di libertà
nati con il boom degli Anni 60 e
delle vacanze per tutti». E aggiunge:
«Non amo questo insistere sui duetti
che ormai sono solo una strategia di
marketing costruita a tavolino per
unire il pubblico di un artista con i
follower di un altro. Per me una collaborazione che ha senso, per dirne
una, è quella tra Mina e Adriano
Celentano: lui va due mesi a casa
di lei, Mina gli cucina, Celentano
le insegna a parlare in pugliese, è
un incontro sincero e proficuo tra
due grandi artisti. Ora i cantanti
che duettano neanche si conoscono
né si vedono dal vivo, avviene tutto
via web». E poi aggiunge: «Considero Alessandra Amoroso una brava
autrice di canzoni, per me può fare
molto di più».
Altro guaio: l’abuso di ritmi latini.
«Va forte perché quello latino è il
ballo più facile, fai tre lezioni e sei
già pronto per rimorchiare», scherza
Dario Salvadori. «La cosa atroce è
che, a differenza degli americani, i
nostri cantanti e rapper in genere
sono dei pezzi di legno, incapaci di
fare due passi in croce. Però si ostinano a fare pezzi dance ».
Ecco quindo che negli ultimi 20 in particolare ( da quel poco che causa problema uditivi riesco a sentire ) sia le note che i testi sono sempre meno orginali ( quasi rasenti al plagio ealla scopiazzatura spudorata ) e c'è un abbondante uso delle corver \ rifaccimenti , ed i duetti sempre più improbabili o fatti per raccattare soldi e visibilità o successo a bassso costo venendo meno al fattto che
Voi fate sogni ambiziosi, successo, fama, ma queste cose costano ed è esattamente qui che si incomincia a pagare, col sudore
Ecco quindi che tropo markentig uccie la creatività - Infatti concordo «Trovo fuori contesto in questo
periodo di distanziamento sociale
Elettra Lamborghini e Giusy Ferreri quando cantano nel pezzo “Vado
giù a ballare con gli amici miei”», con Andrea Laffranchi. «E allo stesso modo il pezzo di Baby K
con la partecipazione della Ferragni sembra un jingle pubblicitario.
Nel rap da sempre si citano i marchi di lusso, ma sono un modello
aspirazionale. Quando un rapper
cita in un pezzo lo champagne
Crystal io non so se è stato pagato per farlo o se semplicemente lo
considera una cosa stilosa. Mentre
se citi un marchio di shampoo è
molto chiaro quello che c’è dietro,
non ci sono particolari aspirazioni».