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Ieri sera ho visto "Il bambino dal pigiama a righe".
Ho trattenuto le lacrime fino alla fine del film. Col cuore in gola cercavo di respirare.
Poi mi svegliai dal mio isolamento e sentivo le voci delle altre persone.
Chi chiedeva se lo sterminio fosse vera realtà, chi aveva visto il film ridendo, che aveva inneggiato alla forza delle SS e del regime.
La mia rabbia è scoppiata in un pianto dirotto che non ho urlato finchè tutti sono usciti dalla sala.
Mi sono accasciata a terra e ho iniziato a singhiozzare forte. Ero sola, non poteva sentirmi nessuno. Non riuscivo a respirare ed ero piegata in due.
A un tratto ho messo una mano a terra e ho alzato lo sguardo. Un ragazzo in prima fila era riverso sulla sedia e mi guardava.
Avevamo fatto la stessa cosa, stavamo piangendo per le parole degli altri, per i ricordi dei nostri nonni nei campi di lavoro a Birkenau.
Si è alzato mi ha teso una mano e mi ha stretto a lui. Per mano siamo arrivati assieme fino alla porta del cinema.
Abbiamo respirato aria fresca e le nostre strade si sono divise nuovamente.
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