Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
7.11.07
Senza titolo 2205
Nemmeno davanti alla morte,
e al dolore dei parenti,
e al sincero dispiacere di milioni di italiani
SILVIO BERLUSCONI
riesce ad avere un po' di rispetto e di contegno
continuando ad offendere e umiliare
la figura di Enzo Biagi.
Non solo non ha chiesto scusa per aver cacciato dalla Rai a calci nel culo il decano del giornalismo italiano (per rivedere il filmato dell'editto bulgaro CLICCATE QUI!),
non solo non se n'è stato zitto e muto a vergognarsi in un angolo,
ma ha avuto il coraggio di dire che lui non ha mai chiesto il suo licenziamento e che è stata tutta una strumentalizzazione della sinistra!!
Ma come??? Lo ha fatto in eurovisione! Testuali parole:
"L'uso che Biagi, Santoro e Luttazzi hanno fatto della televisione pubblica, pagata con i soldi di tutti, è un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga".
Solo un uomo senza morale, né anima, né senso del pudore, può negare un'evidenza simile e arrivare a simili vette di diabolica falsità.
Gli si addicono alla perfezione le parole di Francesco Ferrucci che, ferito a morte, disse al suo assassino:
VILE! TU UCCIDI UN UOMO MORTO!
Io, di mio, aggiungo solo che mi fai schifo.
Disgustato.
Giosue Carducci
6.11.07
L'aquilone
Prigioniera di un sogno
vorrei volteggiare
nell'azzurro cielo
come un delicato aquilone
per sfiorare tetti alberi verdi
impigliata ad un filo spinato
mi sono con forza dimenata
in un uccello mi sono tramutata
libera per sempre per volare via
portando con me il ricordo
di un aquilone colorato.
scritta da franca bassi
La coerenza del lunedì
Come un vento leggero che pian piano si fa tempesta ed uragano, così la notizia del possibile trasferimento di Monsignor Bregantini, Vescovo di Locri, ha cominciato a farsi più insistente. Dapprima era un semplice mormorio, una voce che circolava tra la gente comune di Calabria, poi è diventata una notizia sempre più fondata che non ha trovato ne conferma ne smentita nelle parole stesse del Monsignore. Segno che nella Chiesa della realtà calabrese si sta verificando un piccolo terremoto. Un terremoto che sta scuotendo le coscienze di quanti avevano visto in Padre Giancarlo (così ama farsi chiamare) una figura di riferimento, un punto fermo religioso e morale per tutti i calabresi, credenti e non credenti,nella confusione che regna sempre più sovrana. Padre Giancarlo è nato in Trentino, ma ha saputo calarsi in questa realtà al punto da essere considerato più calabrese di noi stessi calabresi. Ha capito che non basta predicare ma per incidere ed essere credibili occorre agire, essere d'esempio. Egli ci ha insegnato, col suo esempio, ad essere fieri della nostra terra, arrivando a definirla in una delle sue tante omelie "terra di giardino, perchè così l'hanno fatta le mani sapienti del Padre, riempiendola di colori e di profumi!". Mi piace riportare ancora un altro brano della sua omelia in occasione dell'omicido Fortugno, che ci fa capire la tempra di quest'uomo:
"Più chiara sia la nostra Parola di preti, più vivo il Vangelo che annunciamo, più profetica la nostra testimonianza di cristiani, più consequenziale in tutta la nostra vita. A tutti i preti e a tutti i cristiani chiedo chiarezza di vita, coraggio anche fino al martirio. Alla bellezza della Domenica, aggiungiamo la coerenza del lunedì!"
Mi auguro che queste parole non vadano perse nel vuoto e che la Chiesa di Roma ci ripensi, aggiungendo "alla bellezza della Domenica la coerenza del Lunedi"
è morto Enzo Biagi un grande italiano
La morte
Morte
Quando muore
un poveraccio
nessuno lo sa
quando muore
un personaggio
lo sanno tutti
questo non mi va.
La morte di un uomo
è la morte!
Uguale per tutti.
Quando la morte
è naturale
ben venga
quando si uccide
si fanno guerre
i morti
non si contano più.
Tutto diventa normale.
Rispetto per un uomo
che non c'è più
e provo un grande dolore
per chi è morto
di fame di sete
e ammazzato.
Tanta tristezza
per coloro che hanno
avuto una vita piena di nulla
e sono morti
senza sogni
senza onori
e sono morti
ancora piu poveri.
franca bassi
Senza titolo 2201
Se chiudo gli occhi tu sei qui con i tuoi occhi e il tuo sorriso.
Se allungo una mano nel vuoto ti posso toccare.
Sfioro le tue labbra con un dito,
mi avvicino a te e le mie labbra per un attimo sono le tue.
Il mio cuore ed il tuo battono all'unisono una musica che,
abbracciato a te,
comincio a danzare...
Senza titolo 2200
È morto Enzo Biagi a Milano Raccontò l'Italia per 60 anni
Tutta la famiglia al suo capezzale
Enzo Biagi è morto poco dopo le otto alla clinica Capitanio di Milano, dove era ricoverato da una decina di giorni. Al momento del decesso del popolare giornalista e scrittore c'erano al capezzale le due figlie Bice e Carla, e i generi di Biagi. Contrariamente a quanto accaduto nelle sere passate, le due figlie avevano trascorso la notte nella propria abitazione.
Testimone del secolo che come pochi altri ha saputo declinare la sua vocazione al giornalismo in tutti i media - dalla carta stampata, ai libri, alla tv, Enzo Biagi nasce a Lizzano in Belvedere, un paese dell'Appennino tosco-emiliano in provincia di Bologna, il 9 agosto del 1920. Figlio di una famiglia non abbiente, inizia la carriera giornalistica appena diciottenne al Resto del Carlino, senza per questo interrompere gli studi. A 21 anni diventa professionista, poi viene richiamato alle armi e l'8 settembre 1943, per non aderire alla Repubblica di Salò, si unisce ai gruppi partigiani. Il 21 aprile del '45 entra a Bologna con le truppe alleate e annuncia dai microfoni della Pwb la fine della guerra.
Nel 1952 viene chiamato al settimanale «Epoca», di cui diventa direttore e in questi anni inizia la sua collaborazione con la Rai. Nel 1961 va a dirigere il Tg e l'anno seguente fonda il primo rotocalco televisivo. Lasciata la direzione del Tg passa a La Stampa come inviato dove rimarrà una decina di anni, poi in seguito la sua firma comparirà tra l'altro su La Repubblica, Il Corriere della sera e Panorama. Ma non abbandona la Rai a cui collabora dando vita a numerose trasmissioni - Dicono di lei, Proibito, Film dossier, Linea diretta, Spot, Il caso, per citarne solo alcune - in cui è soprattutto stato a colloquio con grandi personaggi del secolo.
Dal 1991 dà vita ad un programma ogni anno: il suo lavoro per la radiotelevisione pubblica si conclude il 31 maggio del 2002 con l'ultima puntata del programma 'Il Fattò, appuntamento quotidiano di grande ascolto in onda per oltre 700 puntate dal 1995. La trasmissione chiude dopo le polemiche legate alle accuse di faziosità che gli vengono rivolte dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi per l'intervista a Roberto Benigni.
Sino a quest'anno le sue apparizioni televisive sono state soltanto due su Raitre, come ospite a "Che tempo che fa" da Fabio Fazio e a "Primo piano". Quindi torna per l'ultima volta a avere una trasmissione in Rai nel 2007, che emblematicamente ha il titolo della sua prima: "Rt-Rotocalco televisivo".
È autore di una enorme bibliografia di carattere storico e documentaristico ma anche tra memoria e narrazione, che comprende oltre 80 titoli.
fonte: www.unita.it
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5.11.07
ho un sogno
Senza titolo 2196
Dopo il Pantheon, dopo i 45 saggi, dopo lo scoperchiamento della tomba del faraone ecco che Veltroni sforna un'altra lista del solito sottobosco politico.
lasciamo perdere le quote della società civile o se questa sia realmente rappresentata nell'epoca delle primarie....qui mancano le istanze della SOCIETA' ITALIANA!
se serve un elenco delle problematiche del nostre paese posso anche farlo (per il solito anonimo che chiede precisazioni), il problema è che qui uno scalpita per fare una lista di ministri e al massimo si misura col Mito della caverna dei salotti romani.
per qualche motivo sostieni la Fatanuda
Senza titolo 2194
E’ guerra, finalmente!
A nessuno sfugga ciò che ha inteso con «le nuove possibili emergenze».
Egli ci indica il Nemico imminente: l’Iran, il malvagio regime di Estasia (2).
Ma non basta: dobbiamo essere pronti ad «ognuna» delle possibili emergenze, mica ad una sola. Come si vede, Egli conosce già i nomi dei nemici futuri: Mosca?
I tagiki?
Le orde asiatiche senza dubbio.
E guerra sia!
L’intera Oceania lo vuole!
I nostri alleati eurasiatici ci chiamano al loro fianco: «Si richiede un nuovo sforzo di coesione nazionale ed un concreto impegno per garantire la pace anche al di fuori dei confini dell’Europa», ha detto Lui.
Si tratta, testuale, di «contribuire alla costruzione del nuovo ordine mondiale».
Il Nuovo Ordine Mondiale!
Milioni di cuori ardimentosi balzano nei petti a sentire questa espressione direttamente dalla Sua voce paterna.
Ci sono fra noi dei criticoni, dei sabotatori (di cui provvederemo a riferire le generalità agli organi competenti) che storcono la bocca, che a questo Nuovo Ordine Mondiale sono surrettiziamente ostili.
C’è un modo di far tacere queste voci (oltre la delazione doverosa): che le nostre volontà d’acciaio rispondano all’unisono: Sì!
«Banca-Finanza-Goldman Sachs», sia il nostro grido di guerra, scandito da cento, mille maschie voci.
E sia finita con questi dibattiti, con queste opposizioni.
Non avete sentito?
Egli «richiede un nuovo sforzo di coesione nazionale».
Basta dunque con la sedicente democrazia pluralista.
Sia la nazione un fascio unito nella mobilitazione totale.
Larghe intese per la vittoria finale!
«Squadra-Compasso-Goldman Sachs!».
La direttiva che Egli ci ha dato è chiara, inequivocabile: «Prevenire e superare conflitti in aree vicine e lontane costituisce una responsabilità a cui non possiamo sottrarci, né possiamo delegare ad altri».
Capito?
«Prevenire», dunque la guerra sia «preventiva», contro nemici che non ci hanno aggredito.
In aree vicine e (soprattutto) «lontane», «al di fuori dai confini dell’Europa»!
Out of area, finalmente.
Ci attendono le aspre cime dell’Hindukush.
I nostri stivali calcheranno le sabbie del Caspio.
Verseremo il nostro sangue nelle steppe turkmene, con gli amati nomi sulla bocca: «Tzipi Livni! Federal Reserve!», o ogni altro sacro valore che l’Estasia minaccia: «Geronzi-Profumo-Bazoli», grideremo con l’ultimo alito di vita.
Si tratta di salvaguardare la nostra civiltà superiore.
Più concretamente, come ci ha istruito il Grande Fratello, di salvaguardare le «conquiste di benessere e di progresso sociale e civile» che sono «messe alla prova».
Eh sì, Amato Leader.
Effettivamente il nostro benessere è alquanto calato, non la passiamo bene quaggiù con 800 euro al mese e lavori trimestrali.
Quanto al «progresso sociale e civile», si squaglia come neve al sole: siamo praticamente al razionamento, come nella orwelliana società di «1984».
Ma tu, Capo, conosci i nostri stenti.
Tu, padre, ti chini sui nostri dolori e ne hai pietà.
E punti il dito contro coloro che ci fanno mancare le merci e i salari: no, non è il Partito, che i sabotatori tra noi chiamano «la Casta».
Sono, come Tu dici, «le tensioni che attraversano la comunità internazionale e che ci stringono da vicino».
Com’è vero, Comandante!
Sono le «tensioni» che ci fanno stringere la cinghia.
E su chi abbia scatenato tali «tensioni» che «ci stringono da vicino», non sono possibili dubbi.
E’ colpa di Al Qaeda!
E’ Emmanuel Goldstein, il traditore che appare sui nostri teleschermi suscitando in noi reazioni di odio incontenibile!
Le quinte colonne del Nemico insinuano che a cominciare due guerre non necessarie sia stato l’Alleato Atlantico.
Ma no, noi sappiamo: è Ahmadinejad!
Domani, sarà Vladimir!
Ecco i sabotatori del Nuovo Ordine Mondiale.
Vediamo bene che i nostri amati leader sono tutti protesi all’ora suprema del sangue.
Leggiamo l’Agenzia Unica di Stampa ANSA: «Il presidente della Camera Bertinotti è a Redipuglia per partecipare alla cerimonia ufficiale della festa delle Forze Armate… Bertinotti ha deposto una corona d’alloro sulla tomba del Duca d’Aosta, comandante della Terza Armata».
Che commozione, capo supremo!
Il camerata Bertinotti che onora il duca d’Aosta, il sub-comandante che s’inchina al comandante della Terza Armata: il passato e il futuro si congiungono, ecco la vera unità e coesione di cui dobbiamo essere degni.
La monarchia è repubblica, la guerra è pace, l’oligarchia è democrazia.
Sì, lo sappiamo: c’è stato un tempo in cui Bertinotti dava segni sospetti di pacifismo, ossia di disfattismo: ma allora c’era un governicchio di destra, guerrafondaio.
Oggi c’è la sinistra al timone della Patria: la guerra è pace, adesso.
Bertinotti è perfettamente riabilitato, e sta alla testa delle nostre legioni: «Prevenire»!
«Lontano dai confini d’Europa!» insieme a lui, sarà bellissimo.
«Per il Nuovo Ordine Mondiale!».
Ah no, contrordine: lui non viene.
Niente aspre cime dell’Hindukush, non vedrà l’Aral, non sarà davanti a noi contro le orde iraniche, deve presidiare la Camera.
Non importa.
Il popolo capisce le alte responsabilità di chi non può sottrarsi a più alti e stringenti doveri.
«Avevo altre priorità», disse Dick Cheney a chi gli chiedeva perché non s’era arruolato in Vietnam.
Il popolo capisce ed approva.
Lo assicura l’agenzia ANSA, detta la Veridica: «Al suo arrivo a Redipuglia, Bertinotti è stato accolto da battimani e da alcuni ‘Viva l’Italia!’ scanditi dai presenti sulla Via Eroica che conduce al Sacrario».
Tutte le maiuscole sono nel testo.
E ad applaudire erano in ventimila, testimonia la Veridica, la Pravda.
Dunque il popolo è pronto: la Via Eroica (che conduce al Sacrario tombale) la percorrerà lui. Scandendo i nomi di coloro che ci guidano: «Olmert-Banca-Goldman Sachs!».
Non s’è vista una sola bandiera arcobaleno.
Non un solo pacifista a fischiare l’alloro sul Duca d'Aosta, a rumoreggiare contro il Nuovo Ordine Mondiale.
Tutti ormai parlano la neolingua (3), e disciplinati coltivano il bispensiero (4).
Vedete di cosa è capace il popolo di sinistra sotto il regime dei sub-comandanti supremi.
2) Oceania ed Estasia sono i due stati immaginati da Orwell. Ecco in breve la trama di «1984» da wikipedia: «In un futuro prossimo (l’anno 1984) la Terra è suddivisa in tre grandi potenze totalitarie perennemente in guerra tra loro: Oceania, Eurasia ed Estasia che sfruttano la guerra perenne per mantenere il controllo totale sulla società. In Oceania, dove la sede dei vari ministeri (Ministero dell’Amore, dell’Abbondanza, della Verità e della Pace) è Londra, la società è amministrata secondo i principi del Socing (il socialismo inglese) e governata da un onnipotente partito unico con a capo il Grande Fratello, un personaggio che nessuno ha mai visto e che tiene costantemente sotto controllo la vita di tutti i cittadini. I suoi occhi sono le telecamere che spiano la vita di qualunque cittadino, ed il suo braccio la psicopolizia che interviene in ogni situazione sospetta. Ovunque nella città sono appesi grandi manifesti che ritraggono il Grande Fratello e gli slogan del partito: «la guerra è pace», «la libertà è schiavitù», «l’ignoranza è forza».
3) «Con la creazione della neolingua il partito censura l’utilizzo di molte parole, convogliando quelle sgradite (come ad esempio ‘libertà, democrazia, verità’ e qualsiasi argomento che a queste possa ricondurre) in ‘psicoreato’: in questo modo diventa impossibile formulare, e a lungo andare anche solo pensare ad un argomento ‘proibito’. I semplici concetti che renderebbero discutibile l’operato del partito diventano inesprimibili. Ad esempio la frase ‘ogni uomo è libero’ diverrebbe ‘ogni uomo PSICOREATO’. La stessa parola ‘psicoreato’ va ben oltre il divieto di esprimersi, ma si spinge appunto a vietare anche solo di pensare in modo divergente dai dettami del governo totalitario» (da Wikipedia).
4) «Bispensiero è un termine in neolingua coniato da George Orwell, utilizzato dal Partito del Grande Fratello per indicare il meccanismo psicologico che consente di credere che tutto può farsi e disfarsi: la volontà e la capacità di sostenere un’idea ed il suo opposto, in modo da non trovarsi mai al di fuori dell’ortodossia. Il bispensiero è essenziale nelle società totalitarie che per definizione richiedono un’adesione costante di fronte a mutevoli linee politiche».
dal sito http://www.effedieffe.com
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