L'AVETE LETTO IL LIBRO L'ULTIMO DEI MOHICANI ? :-)
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
7.12.07
6.12.07
Senza titolo 2361
II terzo Polo è un'altra cosa rispetto all'insieme Berlusconi-Fini-Casini-D'alema-Veltroni-Pezzotta-
Montezemolo-Napolitano-Alemanno-Bossi-
Mastella -------- e altre noie simili
il Terzo Polo è Politica
Senza titolo 2360
Moderato o barricadero, caro cittadino italiano non conti nulla!
fidati del Terzo Polo, stai dalla parte della Fatanuda
Senza titolo 2358
Domenica non avendo voglia di studiare il paragrafo parole semplici e parole complesse per l'esame di glottologia , mi sono messo a vedere " La masseria delle Allodole " dei fratelli Taviani
Se avete dopo la scena ancora un po' dio coraggio e lo stomaco forte ci sarebbe quest'altro video oppure quest'altro video tinyurl.com/2jqfym del film con drammaticità in misura riodotta rispetto al precedente che è una risposta a questa dichiarazione di viltà politica di bush e degli Usa su tale genocidio
<<
Esso è un film stupendo , un intensa storia d'amore e famigliare . Un film che descrive senza pregiudizi io genogidio del popolo armeno . Infatti gli autori : << (....) Genocidio
Per noi il termine esatto è genocidio, anche se devono essere gli storici a stabilirlo. Ammettiamo la nostra ignoranza, all'inizio neanche noi sapevamo molto del genocidio della minoranza armena avvenuto in Turchia nel secolo scorso, almeno fino al momento in cui non abbiamo deciso di fare questo film. Parliamo dell'uccisione di due milioni di persone. È una parte della storia recente che non trova molto spazio nei libri di scuola e di cui si possiede pochissimo materiale fotografico. Noi parliamo di una tragedia e con il nostro film non vogliamo formulare nessuna tesi. Nei Balcani, in Ruanda, nel Sudan si sono verificati drammi analoghi. Noi conviviamo con l'orrore e abbiamo finito per farci l'abitudine. Il terrore può verificarsi sempre e dovunque, perché tacere allora la tragedia armena? La masseria delle allodole non è un film contro la Turchia o contro i turchi. Sono sicuro che tra qualche anno il film verrà proiettato nelle loro scuole. Nel nostro film c'è spazio anche per la speranza: Nazim, il mendicante, da delatore diventa personaggio salvifico e il soldato turco, interpretato da Moritz Bleibtreu e innamorato della fanciulla armena, è lo stesso che al processo testimonierà le brutture commesse dai soldati turchi. Mi piaceva l'idea che un film drammatico si concludesse con la parola amore. Trasposizioni e testimonianze Il nostro film è liberamente tratto dal romanzo omonimo di Antonia Arslan, successivamente abbiamo studiato su testi di storia, abbiamo letto il libro di Marcello Flores, "Il genocidio degli armeni" e ci siamo recati nella capitale armena, Erevan, dove abbiamo parlato con parecchie famiglie. Ma nonostante gli studi, non ne sapremo mai abbastanza, siamo ignoranti ed è ignorante la cultura europea e internazionale sulla tragedia che ha colpito il popolo armeno nel 1915. La Arslan nel suo libro racconta le vicissitudini di una famiglia italiana, parla di casa nostra e da casa nostra parte alla volta della Turchia. Come abbiamo sempre fatto, da Tolstoj a Pirandello, ringraziamo gli autori per l'ispirazione ma poi diciamo "ciao" e prendiamo la nostra strada. Partiamo sempre da un personaggio che come il film corre verso l'inevitabile. da www.mymovies.it/cinemanews/2007/1977/ >>
Ecco perchè non sono d'accordo che la turchia entri nella Cee . ciò non vuole dire che io sia slle stesse posizioni dela Lega o Di An , ma anche se noi Europei non possiamo dare lezioni di diritti umani visto che a parole siamo contro il regime della Birmania ma poi continuiamo a farci affare come dice la ML disarmo di peacelink
26/09/2007 23:29
rossana@comodinoposta.org
disarmo-request@peacelink.it
Le imprese Ue riforniscono l'esercito birmano attraverso l'India
bene. Dopo la notizia di sei monaci morti, i paesi democratici compreso il nostro, chiedono l'intervento dell'ONU
Soldati birmani contro i monaci: vittime dal corriere della sera ( tinyurl.com/2h43ep )
Cominciamo a raccontarla tutta, allora.
DIRITTI:
Le imprese Ue riforniscono l'esercito birmano attraverso l'India David Cronin
BRUXELLES, 1 agosto 2007 (IPS) - Per quasi 20 anni, l'Unione europea ha vietato la vendita di armi alla Birmania per protestare contro la brutale dittatura militare nel paese. Secondo gli attivisti per i diritti umani, questo embargo rischia di risolversi in un nulla di fatto, dato che le imprese di diversi paesi dell'Unione europea sono coinvolte nella costruzione di elicotteri militari destinati alla Birmania.
Dalla fine dello scorso anno, l'India sta negoziando con la giunta di Rangoon, per la vendita di una partita di moderni elicotteri leggeri.
Gli elicotteri sono stati costruiti dalla Hindustan Aeronautics Ltd (HAL), insieme all'impresa tedesca Eurocopter Deutschland. Tra i componenti ci sono razzi, armi da fuoco e motori provenienti dalla Francia; lanciarazzi dal Belgio; sistemi di freni dall'Italia; serbatoi di carburante e trasmissioni dalla Gran Bretagna, e dispositivi di autodifesa dalla Svezia.
La vendita di questi elicotteri sembra infrangere l'embargo Ue sulla vendita d'armi alla Birmania. Questa misura legalmente vincolante si applica ai trasferimenti sia diretti che indiretti, e comprende sia sistemi di armi completi che componenti.
Il divieto venne introdotto per la prima volta nel 1988, l'anno in cui l'esecuzione di alcuni studenti che manifestavano in Birmania suscitò un forte clamore internazionale.
Fu poi rafforzato nel 1996, nell'ambito di una 'posizione comune' dell'Unione europea, ancora rinnovata nel 2002 e lo scorso anno. I governi dell'Unione hanno formalmente espresso il loro disappunto per le continue violazioni dei diritti umani e la mancanza di progressi nel trasformare la Birmania in una democrazia, rinnovando la loro posizione.
Hanno criticato in particolare i lunghi anni di prigionia di Aung Saan Suu Kyi, arrestata dopo che il suo partito, la Lega nazionale per la democrazia, aveva ottenuto la maggioranza alle elezioni generali del 1990, un risultato poi annullato dalla giunta militare.
Secondo Mark Farmaner, della Campagna britannica per la Birmania, è sconcertante che l'embargo sulle armi sia sotto minaccia, quando sembrava essere una delle poche sanzioni imposte dall'Unione contro Rangoon rimasta ancora in piedi.
"Era l'unico aspetto della posizione comune europea che pensavamo fosse stato effettivamente attuato', ha detto all'IPS. "C'è un divieto sui visti, ma i generali possono ancora viaggiare. E c'è un divieto sugli investimenti, che non ferma gli investimenti. Se adesso scopriamo che il divieto sulle armi non verrà attuato, allora potremmo anche fare i bagagli e tornare a casa".
L'India è attualmente il quarto maggiore partner commerciale della Birmania. I governi di Nuova Delhi e di Rangoon hanno fissato l'obiettivo di raggiungere un volume di scambi del valore di 1 miliardo di dollari tra i due paesi nel 2006-07.
La crescente collaborazione militare tra i due paesi è stata accelerata sia per le affermazioni dell'India su alcuni gruppi di ribelli birmani che starebbero operando nell'India nord-orientale, sia per le preoccupazioni sulle attività commerciali della Cina in espansione nel Sud-est asiatico.
Le Nazioni Unite hanno raccolto diverse prove secondo cui gli abusi dei diritti umani, come la tortura, le esecuzioni sommarie e il reclutamento di bambini soldato, sarebbero pratiche sistematiche in Birmania. A febbraio, l'inviato speciale dell'Onu Paulo Sérgio Pinheiro ha riferito che in Birmania più di un milione di persone sarebbero state sfollate tra il 1996 e il 2006. Il funzionario ha calcolato che durante quel periodo si sarebbero verificati oltre 3.000 episodi di distruzione, abbandono o ricollocazione di villaggi nella regione.
Farmaner ha esortato i governi Ue ad opporsi con più forza agli abusi dei diritti umani in Birmania, in particolare facendo pressione sul governo indiano perché metta fine alla sua collaborazione con Rangoon. "Questo deve essere fatto ai più alti livelli", ha spiegato. "Non è una cosa che può essere lasciata in mano a dei giovani funzionari pubblici".
Saferworld, un gruppo di consulenza sulla risoluzione dei conflitti, ha pubblicato un rapporto all'inizio di luglio sulle vendite di armi alla Birmania.
Nel documento si sottolinea che non esiste nessun sistema di controllo esteso all'intera Unione europea per monitorare l'applicazione dell'embargo Ue. Alcuni governi sono riusciti in qualche modo ad aggirare i divieti, aggiunge il dossier; come per esempio la Francia, secondo la quale i motori costruiti dall'impresa francese Turbomeca per gli elicotteri indiani sarebbero dispositivi civili e non militari.
Saferworld ricorda poi che gli Stati Ue sarebbero obbligati ad assicurare che i componenti costruiti dalle imprese sul territorio nazionale non vengano venduti ad un altro paese per poi essere ri-esportati verso un regime con precedenti di repressione.
Roy Isbiter, attivista di Saferworld, ha osservato che l'embargo "afferma esplicitamente che non deve essere fornita nessuna attrezzatura militare, sia direttamente sia indirettamente, che potrebbe essere usata nel Myanmar", nome ufficiale della Birmania.
"Che senso ha avere un embargo sulle armi se poi non viene applicato", ha chiesto.
Secondo Helen Hughes, di Amnesty International, gli Stati Ue dovrebbero verificare con maggiore efficacia la destinazione finale dei componenti militari costruiti dalle imprese occidentali. "Altrimenti, questi paesi potrebbero ritrovarsi indirettamente coinvolti nel sostenere un regime brutale che loro stessi hanno condannato, e le cui violazioni rappresentano veri e propri crimini contro l'umanità", ha aggiunto.
Harn Yawnghwe, direttore dell'Ufficio Euro-Birmania a Bruxelles, sostiene che l'Ue dovrebbe cercare di persuadere l'India, la Cina e l'Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN) ad adottare una posizione comune nell'opporsi agli abusi dei diritti umani in Birmania.
"Senza un consenso e una cooperazione internazionale, l'esercito birmano continuerà ad approfittare delle differenze mettendo un paese contro l'altro", ha detto all'IPS.
"La vendita di armi al regime militare in Birmania è inaccettabile, poiché contribuisce al protrarsi delle sofferenze del popolo birmano. Ci auguriamo che l'Ue incoraggerà l'India ad unirsi agli altri paesi vicini e alla comunità internazionale, per lavorare all costruzione di una democrazia inclusiva in Birmania".
"Vorremo vedere l'Ue usare i propri mezzi per convincere il governo indiano che la sua campagna per supportare i generali birmani vendendo armi e collaborando nelle operazioni militari non porterà nessun beneficio". (FINE/2007)
http://www.ipsnotizie.it/nota.php?idnews=974
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IO sono chi non rispetta i diritti dele minoranze come nel caso di un altro genocidio o repressione come quella dei Curdi
per chi volesse approfondire gli argomenti trattati eccovi alcuni siti
Genocidio Armeno
Curdi
5.12.07
4.12.07
Senza titolo 2354
Dolce ossessione
Sei il sogno del sogno
dolce ossessione
ti penso
ti bevo
ti mangio
ti guardo
anche se non ci sei
in cammino
a piedi
in macchina
mentre lavoro oppure riposo
sei dentro di me
seme in terra d’anima
caleidoscopio di tante te
sono al delirio
Sei il sogno del sogno
dolce ossessione
Sogno te stando con te
Pietro Atzeni
3.12.07
primarie 2008
alle Primarie del 2008 non seguire la logica del remake,
vota la Fatanuda
sostieni il Terzo Polo
2.12.07
Senza titolo 2347
La lingua batte dove il dente duole
La lingua batte dove il dente duole
Negli ultimi giorni il papa ha sferrato un attacco indiscriminato contro l'ateismo, il marxismo, il relativismo etico, l'illuminismo e la tecnologia.
Questo inesplicabile accanimento contro il progresso e le correnti di pensiero che hanno informato di sé tanta parte della storia occidentale è nato dalla constatazione che, nonostante i suoi continui interventi a tutti i livelli, non solo non hanno perduto terreno, ma sono avanzate paurosamente in ogni parte del mondo.
Il processo di secolarizzazione è oramai inrrestabile, in quanto è alimentato dai bisogni eternamente insoddistatti dell'uomo e dalla sua presa di coscienza della impossibiltà di soddisfarli in futuro.
L'ateismo si è originato infatti dalla convinzione che la storia del mondo è il fluire inarrestabile di orrori, guerre, stermini, ingiustizie inaccettabili, sofferenze indicibili, catastrofi naturali e dalla costatazione che il dio, nel quale il papa ci esorta a pregare, non è mai intervenuto nelle faccende umane.
Il marxismo è stato lo sbocco logico della ingiustizia sociale ed è fallito perché nessuna teoria economica ha potuto, né potrà mai porvi rimedio.
Il relativismo etico è un prodotto della società aperta. La convivenza di numerose etnìe, portatrici di nuove visioni etiche e nuovi valori, rende impraticabile infatti l'idea di un ritorno a una società capace di imporre valori assoluti.
Le accuse all'illuminismo e alla tecnologia sono poi prive di senso. Se non ci fossero stati gli illuministi, ci sarebbe ancora la schiavitù e la donna oggetto e senza tecnologia saremmo rimasti all'età della pietra.
Singolare è poi l'idea che queste teorie sono la causa di tutti i mali del mondo. Ancora una volta questo papa vede la pagliuzza nell'occhio dell'altro e non si avvede della trave nel suo.
Nel resto d'Europa si pensa che il papa, perduto il monopolio dell'etica, sia stato costretto a reagire al successo che stanno riscuotendo "L'illusione di Dio", di Richard Dawkins e "Dio non è grande", di Christian Hitchens e alla constatazione che - da quando l'uomo ha scoperto che la ragione aiuta a discernere il bene dal male più della religione - gli atei nel mondo stanno crescendo come funghi.
Molti pensano che questi attacchi passeranno sempre più inosservati e finiranno per allontanare definitivamente i fedeli dalla chiesa.
che ne pensate dei regali riciclati ?
Le festività di natale si stanno avvicinando sempre più e cosi l'amato-odiato momento dei regali .... Perché c'è sempre in agguato la " zia Clodovea " che ogni anno ci propina sciarpe dalla forma indefinibile , oppure vogliamo ricordare i pigiama verde fosforescente a righe gialle di " Nona Sigifrida " ? . E come si possono punire gli amici o parenti che riciclano ( chi bene e chi maldestramente ) , svuotando il solaio , doni spaventosi , premi di pesche di beneficenza o lotterie paesane ?
Per affrontare tutto ciò oltre che allenarci a fare buon viso a cattivo gioco, oppure se lo facciamo a non farlo o a farlo senza farlo notare troppo altrimenti succede qualcosa di simile a questa vignetta di Francesco Natali ( il suo sito ufficiale ) tratta dall'agenda smemoranda di quest'anno
Mi farebbe piacere leggere i vostri racconti se nel caso avete ricevuto o fatto tale cosa . Prima di raccontare la mia esperienza veniamo ad alcuni sugerimenti
Se volete saperne di più potete su tale arte da alcunio condannata da altri acettata ( me compreso ) andare anche qui su questo sito www.blimunda.net/
Per rompere il ghiaccio inizio io .parlando della mia esperienza in ambito sia di regali che nell'uso del riciclo in tale ambito
Fortunatamente grazie : 1) al mio sesto senso , e all'uso sapiente del riciclo ,. 2 ) ai bei oggetti presenti nelle botteghe del commercio equo e solidale sono riuscito sempre a fare regali con il cuore e far si che i miei regali fossero spaventosi .
Ma come spesso accade c'è sempre la prima volta . Infatti l'anno scorso , non conoscendo bene ( visto che la vedo una volta \ due volte all'anno ) di quella che è da un mese ( vedere post del mio viaggio a Torino di cui ho parlato in un post precedente ) la moglie di un mio amico , ho fatto un regalo riciclato cioè un doppione . Si trattava di America (Amerika - 1927) di Kafka
Esso purtroppo la dicitura << corriere della sera ... >> . l'ho strappata e poi l'ho incartato e la notte di natale dopo la messa gli l'ho data . Il giorno di capodanno quel " bastardo " del marito me lo ha fatto notare , anche se secondo lui lei se n'era accorta , non vi dico la figuraccia che ci ho fatto peggio di quell'altra fatta qualche anno prima all'inizio della mia attività di riciclo . Ma non pensiate che ciò mi abbia scoraggiato , ma mia ha insegnato ad essere più attento .
Il suo film gira il mondo ma il regista non può
Leggo,sempre più basito per come è ridotta questa mia povera Italia,( mi viene in mente la canzone di Battiato povera patria e questa citazione "Non è grave il clamore chiassoso dei violenti, bensì il silenzio spaventoso degli uomini onesti." di Martin Luther King ) di questa notizia vergognosa ma che purtroppo è solo la punta di un icerbeg in ambito d'iimmigrazione come dimostra il film documentario di mare nostrum di Stefano Mencherini censurato dai nostri schermi ma che trovate in rete su google video ( qui l'url dove vederlo o scaricarlo ) oppure lo potete trovare cercandolo all'interno del portale www.arcoiris.tv oppure richiederlo all'autore smencherini@libero.it
eccone uno stralciio poreso da youtube
Ma ora veniamo alla news del post d'oggi
IL suo film in pochi mesi ha girato il mondo: dal Cairo a Buenos Aires, da Città del Messico a Los Angeles. E' arrivato anche nei paesi arabi. Tra pochi giorni sarà proiettato a Dubai. Ma Mohsen Melliti, regista e scrittore di origine tunisina, non ha mai potuto assistere alle proiezioni del suo lavoro all'estero. Ha perso opportunità importanti per incontrare colleghi di ogni parte del mondo, e anche denaro. Il paradosso - "il film può girare all'estero, il suo autore no" - è stato segnalato dal Movimento dei Centoautori in una lettera al capo dello Stato.
Tra i firmatari, Francesca Archibugi, Raoul Bova ( in una scena del film nela foto a sinistra ) , Daniele Luchetti, Riccardo Scamarcio e Paolo Virzì. Suscita ovunque sconcerto, hanno scritto, che Mohsen Melliti, che vive in Italia da vent'anni, sia ancora un apolide.
Questa condizione è all'origine del problema. Mohsen Melliti è un esiliato e, in quanto tale, non ha un passaporto. Non ne ha uno del suo paese di origine perché se n'è andato per ragioni politiche e non può più tornarvi, non ne ha uno del suo paese di adozione perché non è cittadino italiano. La sua libertà di circolare - che è una libertà costituzionale - dovrebbe essere garantita da un "Documento di viaggio" la cui durata - al massimo due anni - è legata a quella del permesso di soggiorno. Il fatto è che molti paesi per la concessione del visto d'ingresso chiedono un documento valido almeno sei mesi. Così, quando mancano meno di sei mesi alla scadenza del suo "Documento di viaggio", Mohsen Melliti deve restare in Italia. Inoltre, benché il suo "Documento di viaggio" sia formalmente valido per tutti i paesi riconosciuti dal governo italiano (con l'esclusione, per ovvi motivi, della Tunisia) in realtà è accettato senza problemi solo dagli Stati dell'area Schengen.
Due settimane fa, dopo una complicata battaglia di carte bollate, Mohsen Melliti ha ottenuto un rinnovo anticipato del suo "Documento di viaggio". Ma siccome la durata di questo rinnovo è stata fissata in otto mesi, a febbraio ne mancheranno sei alla scadenza e il problema si riproporrà per intero.
Il suo film - che è uscito nel maggio scorso - è stato interamente realizzato in Italia, con un cast italiano ( il protagonista è Raoul Bova, che ha anche prodotto la pellicola ), da maestranze e tecnici italiani. Non era scontato: non essendo cittadino italiano, Mohsen Melliti non ha potuto ottenere alcun contributo pubblico e ha interamente autoprodotto la sua opera. Così suona un po' amaramente ironico il titolo Io,l'altro perché l'autore è, appunto, entrambi i soggetti.
Lavora in Italia, arricchisce la nostra cultura, ma l'Italia lo considera uno straniero.
Ci sarebbe una soluzione, molto semplice. Lo stesso Mohsen Melliti l'ha esposta al presidente della Repubblica in una lettera che comincia così: "In Italia sono cresciuto dal punto di vista intellettuale e umano. Devo al vostro paese profonda riconoscenza per avermi accolto e fatto sentire a casa. Ho affrontato con entusiasmo e senza rassegnazione le difficoltà di inserimento che ogni immigrato sperimenta quotidianamente".
Le ha anche superate, come riconoscono i colleghi. Ed ecco la soluzione: dare a Mohsen Melliti la cittadinanza italiana. Ha presentato la richiesta un anno fa e ancora attende risposta. Gli uffici gli hanno fatto sapere che ci vorranno ancora tre o quattro anni di attesa.
(glialtrinoi@repubblica.it)
concludo con una canzone in canna nel cdc che stavo ascoltando mentre terminavo di fare copia e incolla di questo articolo . Essa nonostante i suoi 30 anni è ancora attuale esssa è Aida di quello che fu un altro mio punto di riferimento oltre de Andrè Rino Gaetano
- AIDA
Lei sfogliava i suoi ricordi
le sue istantanee
i suoi tabù
le sue madonne i suoi rosari
e mille mari
e alalà
i suoi vestiti di lino e seta
le calze a rete
Marlene e Charlot
e dopo giugno il gran conflitto
e poi l'Egitto
un'altra età
marce svastiche e federali
sotto i fanali
l'oscurità
e poi il ritorno in un paese diviso
nero nel viso
più rosso d'amore
Aida come sei bella
Aida le tue battaglie
i compromessi
la povertà
i salari bassi la fame bussa
il terrore russo
Cristo e Stalin
Aida la costituente
la democrazia
e chi ce l'ha
e poi trent'anni di safari
fra antilopi e giaguari
sciacalli e lapin
Aida come sei bella
diario di bordo n 98 anno III i no vax raccolgono quello che hanno seminato , caso Ramy Elgam gli abusi e la mancanza di rispetto del potere ,acca larentia uso distorto e strumentale del ricordo
Finalmente i anzi dei * no vax ( ovviamente senza generalizzare in quanto esistono come fra i vax quelli civili ed rispettosi ) trovano pane...
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