L'AVETE VISTO IL FILM CAPRICCIO ALL'ITALIANA ? :-)
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
17.3.08
16.3.08
Senza titolo 332
Tu luna
Tu luna
splendente nel tuo nero mantello
scintillante di gioielli
Io rapito
dalla magia del tuo incanto
seguo il tuo influsso
polline per cuore
so che non ci incontreremo mai
sei così vicina eppure lontana
siamo sole e luna
nati opposti
luce e tenebre
presbiopia d’anima
e un solo cuore per due
troppo vicina, troppo lontana
da esistere
ad occhi chiusi
e cuore aperto
solo nel sogno
Pietro Atzeni
Pro Tibet
A Lhasa si muore, nell'indifferenza dell'Occidente. Mi spiace, ma questo non mi va più bene.
Sono stanco delle frasi di rito. Delle giustificazioni sull'importanza di difendere i buoni rapporti economici.
Mi sono rotto. Bisogna agire. Far pressione sui vigliacchi dei nostri politici. Agire per il boicottaggio delle Olimpiadi e dell'economia cinese. Perchè è Pechino che vive a scrocco dell'Occidente, non il contrario ed in una guerra commerciale sono i mandarini della Città Proibita a rimetterci ed a far la fine che più meritano, quella di Luigi XVI.
Se gli altri blogger sono d'accordo, propongo di organizzare una manifestazione di protesta dinanzi all'Ambasciata di Cina
Oppure inondare il signor Dong Jinyi, Straordinario e Plenipotenziario Ambasciatore di lettere, fax e mail di protesta
I riferimenti sono questi
Indirizzo: Via Bruxelles, 56 00198 Roma Italia
Tel: +39-06-8413458
Fax: +39-06-85352891
email: chinaemb_it@mfa.gov.cn
Senza titolo 331
« Noi viviamo insieme, agiamo e reagiamo gli uni agli altri; ma sempre, in tutte le circostanze, siamo soli. I martiri quando entrano nell'arena si tengono per mano; ma vengono crocifissi soli. » | |
(Aldous Huxley, Le porte della percezione) |
LETTERA APERTA PER LA CULTURA ITALIANA
LETTERA PER LA CULTURA ITALIANA
Miei cari amati amici blogger, vorrei richiamare la vostra attenzione sul problema cultura, tutta, (dalla scrittura in ogni sua forma, alla pittura, al cinema, teatro, balletto, lirica ecc) come centoautrice vi prego di leggere questa lettera che noi come movimento fuori dalle logiche di partito abbiamo deciso d'inviare ai deputati e ai senatori della prossima legislatura, nella speranza di non perdere quanto ottenuto con quella precedente e nella speranza e nell'esigenza di ottenere una salvaguardia di noi tutti, popolo tanto vituperato schernito e afflitto, di artisti, quelli puri fuori dai vincoli e dalle logiche di potere, non le star della tv o i personaggi inventati dai reality, gli artisti di oggi, di ieri e di domani, per tutti noi, voi, loro, vi chiedo di leggere questa lettera aperta e se decidete di condivederla, mandate il consenso a quest'indirizzo mail piuomecentoautori@libero.it citando come o dove avete saputo dell'iniziativa, basta scrivere il nome e cognome sottoscrivo ecc. Vi invito anche a copiarla suoi vostri blog per diffonderla e raccogliere più firme possibile.
Ciao, e mille grazie per l'attenzione,
Rossella Drudi.
I centoautori hanno elaborato questo testo. Chiediamo al mondo del cinema, della TV, del
teatro, e più in generale al mondo della cultura e dell'informazione, di sottoscrivere
questa lettera aperta. Chiediamo a tutti coloro che la condividono di firmare
individualmente, e di aiutarci a diffonderla per raccogliere in breve tempo quante più
adesioni possibile. Per aderire è sufficiente inviare una email all'indirizzo:
piuomenocentoautori
Ai deputati e ai senatori della prossima legislatura,
ai ministri del futuro governo
chi vi scrive rappresenta il mondo del cinema, della televisione, dell'audiovisivo. Ciò che
raccontiamo si forma a poco a poco, mettendo insieme scrittori, registi, attori, scenografi,
musicisti, operatori, maestranze: un insieme di creatività e competenze, un grappolo di
saperi - studiati, appresi, tramandati.
Oggi, in un momento in cui si parla di paese `bloccato', vorremmo portare la vostra
attenzione su alcune semplici riflessioni. E avanzare delle proposte. Non lo facciamo con
timidezza, non mormoriamo nei corridoi, non chiediamo la vostra amicizia per vederle
realizzate - come forse un tempo avveniva.
Chiediamo queste cose a voce alta, pubblicamente.
In primo luogo la difesa dell'universo dei nostri `diritti', che sono poi la nostra identità. In
fondo, l'unica cosa davvero nostra. I nostri `diritti d'autore' - inalienabili, incedibili,
intrattabili - sono il frutto delle nostre intelligenze e del nostro cuore, vengono dal nostro
vivere nella comunità: è da qui, da questo `sentire e narrare' degli scrittori, dei registi,
degli artisti, che nasce e via via si rafforza l'immaginario del paese. Chi vorrebbe
rinunciare a questo? Chi vorrebbe avere, al posto di un romanziere, un burocrate? Chi può
mai pensare che un portaborse messo lì da un partito possa essere meglio di un poeta?
E' per questo che vi proponiamo di rovesciare il punto di vista consueto: non stiamo
chiedendo facilitazioni, favori, denaro. Chiediamo che l'avventura storica del nostro
cinema e di tutto ciò che dal cinema `muove' – il racconto televisivo ad esempio – possa
tornare a essere centrale. Vi chiediamo dunque di pensare all'Italia non solo come a una
fabbrica da far funzionare meglio o una famiglia di cui far quadrare i bilanci, ma anche
come a un ambiente da affrescare, una grande parete chiara, una palpebra bianca su cui
scrivere le storie che racconteranno - a chi verrà dopo di noi - ciò che eravamo, ciò che
siamo stati, ciò che abbiamo cercato di essere.
Ci sono parole che sembrano dimenticate e che invece vorremmo che tornassero ad avere
senso e forza. Parole come etica, trasparenza, competenza, passione. Parole che, una volte
rese reali, significano che in alcuni ruoli `specifici' non devono mai più andare persone che
rispondano a patronati, ma persone capaci, oneste, felici di essere chiamate a quel ruolo,
e ricche di volontà di fare, preoccupate esclusivamente del bene della collettività.
Nel cinema e nella TV, questo significherebbe avere persone disposte ad ascoltare, a
proporre e a disporre, secondo coscienza personale e non su sollecitazioni esterne.
Nel governo del paese, significherebbe avere un Ministro della Cultura immerso nel battito
vivo del paesaggio intellettuale, capace di dialogare col mondo della creatività, dotato del
linguaggio giusto.
Ci sono parole come ricerca, innovazione, sperimentazione, che sembrano diventate
impronunciabili - parole che spaventano chi crede che un film debba essere pensato solo
per un pubblico chiuso nel conformismo, sconcertato di fronte a qualunque racconto non
elementare o nuovo. E invece non bisogna aver paura del nuovo. Perché il nuovo è il
ghiaccio che si spezza – e sotto, piano piano, viene fuori una ricchezza che si faceva fatica
ad accettare e che in breve diventa poi linguaggio condiviso.
Pensiamo alla parola meno usata di questa campagna elettorale: cultura. Nessuno è contro
la cultura, nessuno ne prende le distanze, nessuno confessa di detestarla, nessuno
ammette di considerarla un peso, una roba per intellettuali lamentosi. E' una parola
consumata, che non dice più nulla, e perfino noi abbiamo difficoltà a usarla, per l'uso
mercantile e falso che se ne è fatto.
E' una colpa imperdonabile aver logorato questa parola così importante, nella terra in cui
la cultura è invece così vicina alle persone comuni: ci camminano dentro quando
attraversano le strade, quando passano davanti alle nostre antiche chiese, quando
guardano certi palazzi gentili, certe fontane armoniose, o quei lungofiumi che disegnano
quinte di case in mirabili teatri all'aperto. Queste persone sono le stesse che provano una
comunanza di sentimenti, pensiero e passione quando, al cinema o in TV, vedono quelle
stesse strade, quelle stesse piazze, attraversate dal corpo e dalla voce dei nostri attori e
delle nostre attrici. La nostra gente ama la cultura, anche se la chiama con tanti altri nomi.
Ma la cultura va di nuovo messa al centro del campo di gioco, non va lasciata ai margini:
bisogna far circolare le idee, far circolare i film, le musiche, i colori, i teatri, e tutto il resto
che ci gira intorno.
Siamo una nazione ricca del nostro lavoro e della nostra cultura, ma proprio in questo
settore, siamo dietro a molti, a troppi paesi. Abbiamo dunque bisogno di cambiare.
Sembra difficile, ma non è difficile. Sembra avere dei costi, e invece, tanto per cominciare,
si potrebbe partire quasi a costo zero: insegnare il cinema nelle scuole; promuovere il
lavoro dei nostri documentaristi sui luoghi di lavoro, nelle case, nelle campagne; avere
delle vere regole di mercato; ruotare le nomine; far valere persone brave e competenti.
Cose semplici, cose abituali in altri paesi. Servirebbe a noi, e a quelli che verranno…
`Quelli che verranno', sono i ragazzi. I nostri – e vostri – figli. Sono quelli che nelle loro
stanze, davanti ai loro schermi privati, scaricano film dalla rete, talvolta legalmente, ma
più spesso illegalmente, arricchendo i provider che usano il nostro lavoro senza
riconoscerlo, privandoci dei nostri diritti. Noi riteniamo che sia giusto che gli autori
tutelino lo sfruttamento delle proprie opere, arginando la marea montante della pirateria,
anche telematica. Ma pensiamo che sia anche giusto che i giovani possano avere accesso
ai nostri film senza pagare un costo che li rende di fatto inaccessibili.
E' qualcosa di cui dovremmo ragionare assieme.
Quando diciamo `assieme', intendiamo dire che, rispetto a quanto accaduto finora,
vorremmo mettere le nostre competenze al servizio della collettività, proprio come sarete
chiamati a fare voi una volta eletti.
Vi proponiamo di prenderci delle responsabilità `dirette'.
Se vorrete avere delle commissioni che ad esempio debbano decidere quali finanziamenti,
a quali produttori, a quali registi, sulla base di quali garanzie - non cercate i nomi nella
vostra rubrica privata, non chiamate i vostri amici, le vostre mogli, le vostre segretarie:
chiamate noi. E non sottobanco, non come consulenti segreti. Ma, come in molti paesi
europei, alla luce del sole. Per periodi di tempo stabiliti in cui non scriveremo, non
gireremo i nostri film - ma assolveremo solo il compito che avremo accettato di svolgere.
Il cinema - quando una storia o un'immagine è allo stesso tempo semplice e profonda -
ha la forza immensa di dirci ciò che non sapevamo, di mostrarci ciò che non potevamo
immaginare, nemmeno su noi stessi. Infatti il cinema, e tutto ciò che dal cinema discende,
è un'arte semplice. Ma semplice non vuol dire banale, semplice significa qualcosa che sta
alla fine di un lungo lavoro. E' per questo che, quando un film `parla' al pubblico e lo
colpisce al cuore, si assiste a una specie di miracolo: lo spettatore, passivo per vecchia
definizione, in realtà non è passivo per niente: si anima, prende parte, si schiera, discute:
che diavolo è il monolite di Odissea nello spazio? E' colpa di Mamma Roma se il figlio
muore? Marcello, nella sua dolce vita, è un tipo malinconico o è uno stronzo? Ha ragione o
no il professor Silvio Orlando a dire che I promessi sposi sono una palla?
La domanda che occorre porsi è questa: di cosa ha bisogno il nostro paese per ritrovare se
stesso, per specchiarsi senza paura della propria immagine, immobilizzata in una
maschera? Può, chi governa, limitarsi ad avere il semplice ruolo di arbitro nella corsa dei
cittadini al benessere economico individuale? Oppure, può limitarsi a chiedere ai cittadini
di riconoscersi come comunità soltanto nel rispetto delle regole, delle compatibilità
economiche, o di una maggiore equità fiscale?
C'è bisogno di qualcosa di più. Dobbiamo decifrare il disagio, e raccontarlo, cercando nei
nostri film, una specie di `utopia concreta', un progetto di `futuro possibile', a portata di
mano, una rivendicazione orgogliosa, capace di vibrare in sintonia col paese reale: vedersi
rappresentati, vedersi raccontati, aiuta a capirsi.
Perché di questo c'è bisogno: di tornare a `vederci'.
Perché l'immagine che oggi ci rimanda gran parte della TV - la TV peggiore, schiacciata a
rincorrere un consenso di puri numeri - non è il paese vero. Dove stanno quelle donne
così finte, dove vivono quegli uomini così stupidi, quei giovani così vuoti? Chi incontra mai
per strada o in un bar gente vestita in quel modo, atteggiata in quel modo, rincoglionita
in quel modo?
Bisogna restituire alla TV - questo potenziale grande strumento di democrazia e
uguaglianza - il suo `occhio': il che non significa deprimere l'ascolto, non significa non
fare spettacolo, non fare intrattenimento, non fare fiction che appassioni il grande
pubblico. Significa fare tutto quello che già si fa, ma pensando che chi guarda abbia voglia
di vedersi come realmente è - o come realmente sogna - e non come viene
sbrigativamente rappresentato.
Abbiamo bisogno di buon cinema e di buona TV perché abbiamo bisogno di un nuovo
sguardo. Non solo per noi, ma per gli spettatori, perché è il pubblico ad avere bisogno di
un racconto di sé più nuovo, più abitato dalla contemporaneità
Nello stesso modo, non siamo noi - gli autori, i cineasti - ad aver bisogno dello Stato, ma
è lo Stato che deve tornare a chiedersi se non abbia bisogno di noi: per sapere di nuovo
chi siamo, dove siamo, come il paese può essere aiutato a ritrovarsi e a crescere.
Vi ricordiamo, per concludere, quanto il mondo del cinema e della TV e del teatro e della
letteratura aveva scritto un anno fa, in occasione di una grande allegra manifestazione:
"Crediamo che lo Stato abbia l'obbligo di assicurare ai propri cittadini il diritto di accedere
alla più ampia varietà possibile di opere - nazionali e internazionali, commerciali e `di
nicchia', di qualità e di intrattenimento, di documentazione e di ricerca, restituendo al
cinema e alla TV un ruolo di arricchimento culturale. Negli ultimi anni questo diritto si è
indebolito, riducendo la libertà di scelta per autori e fruitori, semplificando i messaggi
trasmessi alle giovani generazioni, impoverendo intellettualmente e umanamente tutta la
collettività.
E' da qui che pensiamo si debba ricominciare. Sediamoci, parliamo.
__._,_.___
Senza titolo 329
The Believer CAST TECNICO ARTISTICO
Sceneggiatura e Regia: Henry Bean
Fotografia: Jim Denault
Scenografia: Carrie Stewart
Lui odia se stesso e il suo popolo, perché gli ebrei sono immateriali ed astratti, slegati da ogni tradizione, ma solo intellettuali e senza fini pratici, non hanno mai coltivato la terra o prodotto manufatti, ma solo pensiero e denaro.
15.3.08
Senza titolo 326
Psichiatriaun viaggio senza ritorno
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani
è lieto di invitare la S.V. all’inaugurazione della nuovissima
mostra multimediale
che si terrà Sabato 5 Aprile 2008 alle ore 11presso Palazzo Affari ai Giureconsulti in Via Mercanti, 2 - Milano
seguirà CONVEGNO con la partecipazione di importanti esperti, tra cui:
Dott. GIORGIO ANTONUCCI
medico psicanalista
Dott. ROBERTO CESTARI
Presidente CCDU
Prof. Dott. SAVERIO FORTUNATO,
Specialista in Criminologia ClinicaDocente all’Università di L’Aquila
Avv. FRANCESCO MIRAGLIA,
Foro di Modena
Dott. MARIANO LOIACONO
psichiatra nell’Azienda ospedaliero-universitaria "Ospedali Riuniti" di Foggia
Moderatore Dott. PAOLO MASSARI
(giornalista Mediaset e Presidente Commissione Istruzione Comune di Milano)
R.S.V.P. 02/36510685 - 392/8460139
Senza titolo 325
P.A.M.A.T.
PREVENZIONE ABUSO MINORI
ASSOCIAZIONE TOSCANA
Con la collaborazione di:
Azienda USL 4 di Prato, Comune di Prato – Ass. Servizi Sociali e Sanità, Arciconfraternita della Misericordia –
Sez. Femminile, Caritas Diocesana di Prato, Coop. Sociale Ester onlus, Ass. Comunità Emmaus, Parrocchia Regina
Pacis
Emozioni di mamma
un percorso che promuove il benessere della mamma e del suo bambino
“
teorico-informativo e sei incontri di automutuoaiuto.
Per l’intera durata del progetto èprevista anche l’accoglienza dei bambini (sia i neonati che eventuali fratellini
maggiori), grazie al servizio di ludoteca gestito dalle volontarie PAMAT, che saràattivato durante ogni incontro.
EMOZIONI DI MAMMA” è un percorso di sostegno alla maternità strutturato in due fasi: sei incontri di tipo
Obiettivi
Favorire il benessere della donna che vive l’esperienza della maternità Promuovere una relazione positiva tra la mamma e il suo bambino
Acquisire alcune conoscenze psicologiche, pediatriche e di puericultura sul bambino e sull’accudimento
Creare una rete di condivisione e di confronto sul tema della maternità
Chi può partecipare
Donne dal 7° mese di gravidanza o nel primo anno successivo al parto.
Quando
Il Progetto si articola in 12 incontri, a
terranno il
cadenza settimanale, della durata di due ore ciascuno. Tutti gli incontri simartedì pomeriggio dalle 16.00 alle 18.00.
Dove ci troviamo
Gli incontri si svolgeranno presso la sede della P.A.M.A.T., Via del Serraglio 38, Prato.
Modalità di iscrizione
La partecipazione è gratuita.
Il numero massimo di partecipanti è 25 e verrà stabilito secondo la data di iscrizione.
Anche a corso già iniziato sarà possibile accogliere nuove iscrizioni per la 2ª fase.
L’iscrizione èsuccessiva ad un incontro che deve essere prenotato contattando la segreteria della P.A.M.A.T.
Coordinatrici del Progetto:
dott.sa Chiara Buti - dott.sa Francesca Santini
Programma
1ª
FASE
26/2:
4 /3: “La mamma e il bambino nel primo anno di vita” -
11/3:
18/3:
25/3:
1/4:
Incontro introduttivoOstetrica Azienda USL4 Prato“Cenni di pediatria” - Pediatra Azienda USL4 Prato“Le prime fasi evolutive del bambino ” - dott.sa Francesca Santini - Psicologa, psicoterapeuta infantile“I servizi territoriali per le madri e i loro bambini” - Assistente Sociale Azienda USL4 Prato“La relazione precoce tra madre e bambino” - dott.sa Chiara Buti - Psicologa, psicoterapeuta
2ª
FASE
8 - 15 - 22 - 29 Aprile e 29 – 6 - 13 Maggio -
6 incontri di auto-mutuo-aiuto.
Senza titolo 324
Esprimo solidarietà alla giornalista del quotidiano "Il Mattino di Caserta", Rosaria Capacchione, per le minacce di morte di morte di cui è stata bersaglio negli ultimi giorni. La camorra campana ha apura della visibilità perchè implicherebbe un interessamento maggiore dello Stato al problema mafie nel Sud Italia. Non ci sono giornalisti con il coraggio di Rosaria Capacchione a Caserta. Ognuno pensa solo alla fetta di potere che può dargli lo status di gate kepper del'informazione casertana. Con orgoglio posso dire che quando facevo la corrispondente locale da Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ho avuto l'o0nore di parlare telefonicamente con la dottoresa Capacchione per concordare la pubblicazione di alcuni miei articoli ed il mio colloquio di lavoro l'ho sostenuto anche con lei.
Romilda Marzari
Senza titolo 323
Campania - Ottima la puntata di Matrix sul problema immondizia in Campania, soprattutto nella parte in cui ha evidenziato l'ombra della camorra sul ciclo dei rifiuti. Ma il condutture ha dimenticato di aggiungere una cosa oramai nota. La simbiosi camorra campana e mafia rumena per lo smaltimento dei rifiuti tossici. Molti rifiuti destinati alla Campania sono stati poi inviati in Romania. Lo attestano anche documenti di Green Peace. Molti imprenditori italiani, inoltre, stanno chiudendo le loro fabbriche in Italia per riaprirle in Romania. Lì la forza lavoro costa meno, però, con questa tattica si favorisce anche il riciclaggio del denaro sporco proveniente dal ciclo dei rifiuti, dal traffico di cocaina (che vede coinvolta camorra campana, mafia calabrese, siciliana e albanese). Aggiungo, inoltre, che i camorrisiti campania aiutano molti mafiosi albanesei e rumeni ad entrare in Italia.
Romilda Marzari
14.3.08
Arabi invisibili
Processione
Il regista e lo sceneggiatore Giuseppe Rossi, aiuto regia/2operatore Gabriele Rosatini, montaggio/1operatore Francesco Fausto, fotografia Alessandro Bassi, per le musiche Andrea Passaquieti.Dirigente responsabile dedl 'Progetto Storia Rai'. Non vi spaventate, io non ho fatto nulla. Franca Bassi
Senza titolo 318
Il Daily Mail ha dedicato a questo un lungo articolo con foto scioccanti. (.... ) >> qui l'articolo
Basta poco, ma facciamolo.
Ecco l'indirizzo preciso al quale inviare gli aiuti:
Masuma Ibrahimi/NF
P.O.Box 458
Central Post office
Kabul, Afghanistan
13.3.08
Piccolo Tibet
diario di bordo n 95 anno III La coppia con l'autismo scoperto da adulti: «L'ansia per i vestiti, al supermercato con le cuffie anti rumore» .,A 8 anni sopravvive 5 giorni in un parco con leoni in Zimbabwe
La coppia con l'autismo scoperto da adulti: «L'ansia per i vestiti, al supermercato con le cuffie anti rumore» Ripubblichiamo l’int...
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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una stor...
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Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...