7.9.21

11 settembre 2001-11 settembre 2021 quando la cronaca diventa storia ed i miei ricordi ad esso legati

L’11 settembre 2001 è stato ,  [ da  qualunque parte lo si  guardi  è   stato  ed  sarà    aggiunta mia ]un evento della nostra vita che ha segnato uno spartiacque, un prima e un dopo. Un momento in cui abbiamo acquistato nuove consapevolezze, dopo il quale siamo ripartiti un po’ diversi. Ebbi la fortuna di far parte della squadra che partì per New York la mattina dopo l'attacco - racconta Mario Calabresi -. Sono voluto tornare ad incontrare i miei compagni di lavoro per parlare dic ome la città è cambiata e del segno che una ferita così grande ha lasciato in tutti, in ogni angolo del mondo>> .

Tale  sensazione   la  si  può (  almeno  è questa  l'idea che mi  sono fatto ) nel   il film collettivo  11´09´´01 - September 11qui  la recensione  e  maggiori dettagli )  , non retorico  e  melenso , uno  dei primi film      dei  film   su tali avenimenti  .  Una  sensazione  analoga  a quella di   Calabresi l'ho provata   due  volte  : 1) quando vidi il replay  e  con relativi  commenti della  prima  torrre  che collassava   e  come un  fiammero   che   diventa  cenere  dopo  che lo si  è sfregato del  primo aereo : Non lo vidi  in diretta   perchè  ero   , avevo sbagliato orario ,  andato in  cartolibreria ( poi trovata chiusa aveva sbagliato orario  )  a  comprarmi una matita   una delle  mie  grandi passioni  , ma  questa  è  un altra  storia .

le  due torri  \ World Trade Center prima 
11  settembre  
 Tornai a casa ,  ed  ricevetti una  telefonata  dalla  ma compaesana  e    Gulia acerba (la  trovate  fra i miei contatti  di  fb )   che mi diceva diguardare la tv  ,  che era  avvenuta una scena  tipo film  .  L'accessi  ,  e misi  il prim canale    memorizzato   nella lista  canali della tv  , mi pare fosse    rai uno  , inizialmente  mi  sembra sembrava che trasmettessero un film  e chje  la mia amica  mia   avesse  chiamato   per  dirmi    che  ci fose    un film  in  prima visione  tv  .  Poi ho    visto  che   dei giornalisti  che  comentavano  , mentre la  prima torre   bruciava  come  un cerino     e gli inviati    chiesero allo studio    la linea    e    perchè  il secondo aereo   si lanciato sulla seconda  torre  . Poi   per  esorcizzare lo spavento  e per  l'allucinazione  che  un aereo potesse abbatersi sulla nostra casa usci a fare una passeggiata ed a vedere se il negozio era aperto. Esso era ancora chiuso allora feci una passeggiataper riprendermi dallo shock,ma guardavo in aria  ed  presi  una  storta . . Quando senti   ujna  persona  che  erideva  e mi  chiamava  , era il mio  edicolante     che  aveva  appena  aperto l'edicola  . Gli  issi   che ero  cadut perchè     avevo sentito  la news     degli aerei  che  avevano    abbattutto le ue  torre  ,  quando    incredulo   accesse  la  radio   ,  e sentimmo la news  un aereo   ( il terzo   dirottato  ) il     Boeing 757  abbattuto  sul Pentagono .  )     e   di un altro (  il  quarto  )  che  per  reazione dei passeggeri al dirottamento  , era  caduto  al  suolo , lontano   dal  probabile  attentato  ,  mi pare    la  casa  bianca     o un altro edificio istituzionale  .




 2)  quando andai  con i miei  nel 2003  a  Nw  per  incontrarci con mio fratello che all'epoca  lavorava  negli Usa  ,  e  passammo  pe r caso  vicno  alla piazza   dove  c'erano  le due  torri nel vedere  il  buco  lasciato ed  i lavori  per  quello che sara poi  il menoriale per le  vittime del 11  settembre  e  i ricordi derl  della puntata  di Homer  simpson   multato  per  aver  parchegiato nella piazza  di Wtc   .
Sono  d'accordo  viste le diverse  controversie  e  gli aspetti  non chiariti  mi sembra  troppo strano  che uno dei più grandi servizi segreti    al mondo   da  50\60    anni    si  sia fatto fare un attentato sotto il  ...  naso    senza  accorgesene   nonostante  ci  fossero segnali premonitori     che   stava  per  succedere  un caso del genere   e per  come   lo ha  gestito dopo   vedere  il film  documentario  2004 -   Fahrenheit 9/11 di Michael Moore, vincitore della Palma d'oro al Festival di Cannes 2004. con la  decisione di Spike like  di  riscrivere il finale della sua docuserie di tributo alla città di New York, “Nyc Epicentres 9/11 - 2021 ½”. La serie, quattro parti, ha debuttato lo scorso 22 agosto su HBO Max, l'ultimo episodio andrà in onda in coincidenza con il 20 esimo anniversario degli attacchi terroristici alle Torri Gemelle.  Infatti  egli  

                            

[....] ha dato spazio anche ad esponenti del gruppo complottista “Architects and Engineers for 9/11 Truth”, il quale ha messo in dubbio che la demolizione di tutti gli edifici del World Trade Center sia avvenuta attraverso un'operazione controllata oppure da parte di terroristi che si schiantarono con due aerei contro le Torri Gemelle.
Nella versione originale il regista include anche la prospettiva di esperti che dopo aver indagato sugli attacchi rifiutano qualsiasi teoria del complotto tuttavia ciò che si obietta è l'ampio spazio dato ai complottisti che bilancia l'analisi scientifica. In un'intervista al New York Times. Lee ha difeso la sua scelta di includere anche le teorie del complotto perché lui stesso ancora si chiede cosa abbia causato il crollo degli edifici. In particolare dubita la spiegazione ufficiale che il crollo degli edifici, compreso il World Trade Center, sia avvenuto a causa delle fiamme.
Secondo le indagini il calore ha fatto fondere le travi portanti in acciaio. «La quantità di calore non fece raggiungere la temperatura per far fondere l'acciaio» commenta Lee, aggiungendo anche che la gente è in grado di decidere. «Il mio approccio è di dare informazioni nel film e lasciare a loro di decidere per se stesse. Rispetto l'intelligenza del pubblico» conclude. Non è chiaro se saranno fatte modifiche anche ad altri episodi.                                    [...  segue  qui  su la "stampa "del 28\08\2021 ]
.

 Ecco  che quindi sia che prevalga  la tesi complottista  ( se  sono messsi  loro  o fatto mettere    dagli arabi  per  giustificare la guerra  in Afganistan  )    che  quella  normale     lo hanno messo i terroristi fondamentalisti dell'arabia saudita perchè  nonostante il loro governo sia  alleato e  sostenuto  dagli Usa  il popolo  lo odia . La  verità   èancora  lontana     basti vedere il consolidamento  specie  delle  prime  due    bufale  \ leggende  che  circolano  sul  tale  evento  https://www.ilgiorno.it/mondo/11-settembre-bufale-teorie-complottiste-complottistiche-1.6736912  E' u avvenimento  che  ha  sconvolto   ed  ancora  ne stiao pagando le conseguenze il mondo e  che  si presta   anche  se  ormai  è storia   a diverse intterpretazioni  ed strumentalizzazioni   eccone  qui  alcune  . Uno di quegli eventi    che scombussolano il mondo   e la  sua stabilità pèer   gli anni avvenire    come   la  fine   della guerra   fredda  . vedi  il triennio 1989\1992 .
Qualunque   interpretazione  (  e  strumentalizazione  )   ne  si dia    è  un evento  che ha sconvolto  il nuovo  millennio   .  Un evento  drammattico  .  una delle tante  accellerazioni   a  cui la storia   ci aveva  disabuato 


6.9.21

come è bello navigar . Il galeone più grande del mondo riparte dalla Svezia per la Cina navigando come nel '700 Quasi 300 anni dopo essere affondato in mare, il galeone Götheborg ripercorrerà il suo viaggio intorno al mondo.

 



  Il galeone più grande del mondo riparte dalla Svezia per la Cina navigando come nel '700 Quasi 300 anni dopo essere affondato in mare, il galeone Götheborg ripercorrerà il suo viaggio intorno al mondo. La nave mercantile che apparteneva alla Compagnia svedese delle Indie orientali, affondò nel 1745, ma i subacquei sono stati in grado di esplorare il suo relitto già negli anni '80. Una replica in scala reale,
soprannominata Götheborg II, salperà da Stoccolma nell'aprile 2022 per ripercorrere il viaggio del suo omonimo. L'itinerario prevede tappe a Londra, Lisbona, Palma di Maiorca, Atene, Alessandria, Gibuti, Muscat, Chennai, Singapore, Ho Chi Minh City, Hong Kong e Shanghai. Se tutto andrà secondo i piani, Götheborg II arriverà a Shanghai nell'ottobre 2022. La nave ha attualmente 80 membri dell'equipaggio.

La sfida di Maria Cristina Soldi: fa campagna elettorale sulla panchina dove il fratello morì durante un Tso

di cosa  stoiamo parlando   
Morto durante un Tso violento, pena ridotta ai vigili e allo psichiatra: un anno e 6 mesi19 Ottobre 2020

https://torino.repubblica.it/cronaca/  
05 SETTEMBRE 2021 

La sfida di Maria Cristina Soldi: fa campagna elettorale sulla panchina dove il fratello morì durante un Tso

                                      di Diego Longhin

Maria Cristina Soldi Candidata per il Comune con i Moderati: 




“Io non sono qui solo per Andrea. Io sono qui perché quello che è successo ad Andrea non accada più a nessuno. E non penso solo ai malati psichiatrici, ma a chi è più fragile e non viene ascoltato. Voglio dar voce a tutti loro”. Maria Cristina Soldi è la sorella di Andrea Soldi che il 5 agosto del 2015 perse la vita causa un Tso. Da allora combatte per evitare che quello che ha subito Andrea, tra la stretta al collo, le manette e il trasporto fatale a testa in giù all’ospedale Maria Vittoria, non debba più subirlo nessuno. Ieri era nei giardini di piazza Umbria, dove si trova la panchina da cui è stato preso con la forza suo fratello, il gigante buono. E’ stata li ieri, per parlare con la gente, con chi conosceva Andrea e con chi invece voleva incontrare Maria Cristina. La sorella ha deciso di candidarsi con i Moderati e sostenere Stefano Lo Russo sindaco perché pensa che il sacrificio del fratello debba servire a qualche cosa. Oggi sarà ancora li, sulla panchina, in piazza Umbria.

Andrea Soldi, morto durante un Tso



Perché ha scelto questo posto per il via alla sua campagna elettorale?
“Perché voglio trasformare la panchina di Andrea in un luogo dove incontrare le persone, dove raccogliere le richieste delle persone fragili, di chi non ha voce. Voglio raccogliere le loro paure e raccontarle in Sala Rossa. Tutti devono sentire quali sono i loro problemi. E pensare quali possano essere le soluzioni”

Tornerà qui anche se sarà eletta?
“Si. Sarò qui sempre. Sarà una sorta di punto di ascolto per me, dove i torinesi mi potranno incontrare”.

Lo psichiatra e i tre vigili che hanno eseguito il Tso sono stati condannati. Le basta?
“Non può bastare, di notte mi sveglio ancora per il dolore. Sono ancora devastata. Ho le immagini di Andrea davanti, quelle sorridenti e quelle dell’ospedale, dove ha i segni sulla pelle. Non volevo trasformare questo dolore in rancore e l’ho trasformato in amore. In memoria di Andrea voglio aiutare gli altri”.

Vuole aiutare i malati psichiatrici?
“Non solo. Voglio aiutare i più deboli. Vede. Il Tso è anche un gran modo per non affrontare i problemi e per evitare di potenziare e migliorare i servizi. Il Tso dovrebbe essere l’intervento in extremis, quando c’è un pericolo per gli altri o per la persona. Mio fratello non era in queste condizioni. E molti altri non lo sono. Il numero di Tso non dovrebbe essere alto, come a Torino, bisognerebbe evitarli prima. In Friuli Venezia Giulia e in Emilia Romagna, dove i servizi funzionano. E poi dovrebbe essere lo psichiatra a gestire tutto il processo e a bloccarlo”.





Lo psichiatra di suo fratello vi ha mai chiesto scusa?
“No, scusa mai. Ci ha detto che le dispiaceva per quello che era successo. E ci ha sempre salutati al processo. Gli agenti della polizia municipale invece sono sempre stati presuntuosi e arroganti. Non ci hanno nemmeno mai rivolto la parola”.

Chi le ha proposto di candidarsi?
“E’ stato Silvio Magliano. Il 26 luglio mi ha chiamato per farmi gli auguri. Ho compiuto 56 anni. L’avevo conosciuto all’inaugurazione della targa sulla panchina. L’obiettivo non era farmi gli auguri. Gli ho detto: ci penso”.

E poi cosa è successo?
“Due persone mi hanno fatto dire di sì. Prima una persona fragile che dopo la cerimonia alla panchina mi ha detto che davo voce alle persone come lei. L’altra è una giovane di Amnesty che mi ha cercato dopo essere venuta a Torino per la cerimonia: le racconto della proposta e mi dice di accettare, di aprire un varco”.

Lei vive a Peschiera Borromeo, pensa di tornare a Torino?
“Qui vive mio padre, ho una casa di appoggio. Non penso di trasferirmi, ma se sarò eletta farò in modo di essere presente”.

Cosa le ha detto suo padre della candidatura?
“Mi ha detto di accettare, che era un segno, un segno mandato da Andrea…”

Non pensa che il Comune possa fare poco visto che la competenza sanitaria è materia della Regione?
“Non è vero. Il Comune può fare molto. Aumentare i servizi e l’assistenza. Può dare borse lavoro e studio. Mio fratello era in una condizione di disagio perché era rimasto senza lavoro. Avesse trovato altro, sostenuto dal pubblico, forse non sarebbe andato in giro tutto il giorno, forse non si sarebbe chiuso ancora…”

Chi lo conosceva è venuto a parlare con lei?
“Si, è mi ha fatto piacere. E’ passato anche l’allenatore dell’Ives, la società di calcio dove Andrea andava per dare una mano. Mi raccontava che le mamme le lasciavano i bambini da guardare. Forse mio fratello non era così pericoloso”.

rosicate , incrocio fra culture occidentale e islamica , virologi da salotto

 Ricapitolando.

Nei giorni scorsi Paola Egonu ha trascinato le azzurre alla vittoria degli Europei mettendo giù 29 punti e una prestazione mostruosa, proprio nel momento più importante.E, alla fine, è stata premiata come MVP, migliore giocatrice dell’intero torneo.Ora è più chiaro perché la chiamano la pallavolista più forte al mondo? Alla faccia di chi diceva che non era degna di portare la bandiera olimpica. Alla
faccia delle critiche ingiuste, dei mestatori d’odio, di chi parla senza sapere, delle tante, troppe, cattiverie.
Adinolfi all’alba dei giochi olimpici si era espresso in maniera molto dura sulla decisione di scegliere come porta bandiera della delegazione azzurra Paola Egonu. Per lui era una questione sportiva, a molti era parsa una polemica legata al colore della pelle. E così all’indomani del successo europeo delle azzurre Adinolfi  dic e la  siua  .....  e gloi risponde  asfandandolo  un grandissimo  giocatore   della nazionale  ( e non   
 solo  ) maschile    di  pallavolo  il Russi  naturalizzato italiano  ivan Zaytsev  




Unione  sarda  06 settembre 2021 alle 15:37 aggiornato il 06 settembre 2021 alle 15:42

La cultura sarda e musulmana unite in un abito presentato all’Evening Dresses Show

La mise reinterpreta il velo islamico con quello delle vedove di Orgosolo


l'abito (foto Ufficio stampa)



Anche un’azienda sarda alla terza edizione di Evening Dresses Show, l’evento di moda per abiti da sera che si è tenuto dal primo al 3 settembre a Salerno nella stazione marittima “Zaha Hadid”.Novità di quest’anno è stata la modest fashion, ossia una linea interamente dedicata alle donne musulmane. Una scelta apprezzata sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori, con 32 delle aziende di abbigliamento che hanno realizzato almeno un outfit in linea con la modest fashion.
Dalla Sardegna Anna Mattarocci, stilista cagliaritana, ha presentato una mise che unisce Isola e Islam: un abito dedicato alle donne musulmane, con il velo islamico interpretato con la foggia delle vedove di Orgosolo. Due culture unite sotto il segno dell’eleganza.
"Abbiamo lanciato un ponte per unire la nostra cultura a quella araba, in un periodo molto particolare per entrambe. Creare nuovi sbocchi commerciali, affacciarsi su mercati internazionali come quello del mondo arabo, ma non solo, può essere veramente la svolta per le tantissime aziende di qualità che si trovano nel sud Italia. Noi vogliamo essere al loro fianco”, ha tenuto a precisare Michela Zio, direttrice artistica di EDS.
L’Italian Muslim Wear è stata apprezzatissima anche dalla tiktoker e influencer Tasnim Ali, giovane musulmana nata e cresciuta in Italia ma di origini egiziane, ospite dell’evento: “Penso sia l’inizio di un grande processo di integrazione e inclusione, anche per la moda italiana. Sono certa che ci saranno anche clamorosi effetti dal punto di vista commerciale visto che le donne arabe e musulmane non aspettavano altro che indossare un abito Made in Italy”, ha dichiarato.
Tutto l’evento è stato studiato e organizzato dall’associazione IFTA con il sostegno di ICE, l’Agenzia governativa per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane nell’ambito del Piano Export Sud (PES 2) e della Regione Campania.
“Un’edizione sofferta ma bellissima – spiega Roberto Jannelli, presidente di IFTA -. Siamo riusciti a far diventare Salerno un punto di riferimento internazionale per tutto il settore moda ma soprattutto siamo riusciti a creare un ponte tra le aziende sartoriali del sud Italia e i buyer internazionali. Siamo molto orgogliosi del lavoro fatto ma già nei prossimi giorni lavoreremo alla prossima edizione”.
Sono state ben 61 le aziende provenienti non solo da Sardegna ma anche da Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia, arrivate in questi giorni a Salerno per partecipare alla vetrina internazionale di EDShow 2021 con collezioni per la primavera-estate 2022, riassunte dal claim “Come back to life”.
Coinvolti oltre 100 tra compratori e distributori italiani, ma soprattutto 40 operatori stranieri, invitati da Ice-Agenzia, provenienti da Austria, Azerbaigian, Bulgaria, Egitto, Germania, Iran, Slovenia, Spagna, Svizzera, Regno Unito, Romania, Russia, Stati Uniti, Thailandia e Ungheria. A questi, arrivati fisicamente a Salerno, si sono aggiunti quelli connessi in rete grazie alla diretta streaming realizzata sulla piattaforma digitale Fiera Smart 365, collegata con le 78 sedi ICE nel mondo.
Burioni come il prezzemolo
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone, persone in piedi e calzature


Ora io non ho niente che lui vada a Godersi la vita e vada nei salotti è affar suo . Ma non è dignitoso e coerente con la siua professione andare a fare salotti Sgarbi docet . Un conto è andarci per lavoro e per controbattere la disinformazione in ambito medico\scientifico ma come giustamente dice Fabrizio Peronaci
Burioni a Venezia poteva risparmiarsela... Del Red carpet dei virologi avremmo fatto volentieri a meno... l’importanza (o la scarsa efficacia) delle vaccinazioni si può spiegare in altra sede, il papillon non è necessario...




5.9.21

chi lo ha detto che la pubblicità sui social ed in internet sia solo invasiva ? ecco come ho appreso della storia di Mariasilvia Spolato la prima donna in italia a fare coming out in tempi non sospetti

 spirito nel  buio  -  zucchero
in viaggio  -fiorela  mannoia 

Leggi   anche  una  storia    simile  

 Quando  scrivo ( in realtà la maggior  parte  delle    voltew  copio e  incollo  roba  altrui ed  rielaboro  con parole miej   o   aggiungo  miei  giudizi \  commenti  ) post per  il nostro blog  , ascolto musica  in rete   .  In  questo caso  spotify free  (  ovvero l'ozione  con pubblicità  )   da  cui    è  tratto la  colonna  sonora  del  post  d'oggi     ed   grazie    ad uno  spot    per  una trasmissione su tale  canale   che    ho  appreso ( anzi riappreso  l'avevo dimenticata  ) la  storia di Mariasilvias Spolato   che  riporto  sotto  

Mariasilvia Spolato

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Mariasilvia Spolato fotografata da Lorenzo Zambello

Mariasilvia Spolato (Padova26 giugno 1935 – Bolzano31 ottobre 2018) è stata un'attivista per i diritti LGBT italiana. È stata una delle pioniere del movimento per i diritti delle persone omosessuali e la prima donna in Italia a dichiarare pubblicamente la propria omosessualità.[1] Per questa ragione venne discriminata e perseguitata.[2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Padova il 26 giugno 1935 e nella stessa città nel 1961 conseguì la laurea con 85/110 in scienze matematiche. Per un periodo lavorò e visse a Milano. Trasferitasi a Roma, nel 1971 fondò il Fronte di Liberazione Omosessuale (FLO),[3] movimento poi confluito nel Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano (F.U.O.R.I.) e insieme ad Angelo Pezzana fondò la rivista Fuori! nel 1971[4][5] alla cui redazione collaborò firmando molti articoli. Nel 1972 partecipò alla manifestazione dell'8 marzo a Roma portando - per la prima volta in Italia - un cartello del Movimento di Liberazione Omosessuale. Le fotografie della sua partecipazione alla manifestazione vennero pubblicate dal settimanale Panorama[2] e questo le creò dei problemi.[6]

Partecipò a quella che è stata chiamata “la Stonewall italiana”, ovvero la manifestazione di protesta per il primo Congresso internazionale di Sessuologia del CIS (Centro Italiano di Sessuologia) che come tema aveva i “Comportamenti devianti della sessualità umana” e che si svolse al Casinò di Sanremo dal 5 all’8 aprile 1972; in quell'occasione fu intervistata, dando il proprio nome e cognome, dal Corriere della Sera.

Il suo attivismo LGBT e la pubblicazione di libri sullo stesso tema portarono il Ministero dell'Istruzione a licenziarla con la motivazione di essere «indegna» all'insegnamento. Per via del suo orientamento sessuale venne allontanata dalla sua famiglia e senza fissa dimora vagò per varie città italiane. In seguito a una grave infezione a una gamba venne ricoverata in un ospedale di Bolzano e successivamente accolta nella casa di riposo Villa Armonia, dove visse gli ultimi anni di vita.[2][7]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Mariasilvia Spolato, I movimenti omosessuali di liberazione, Milano, Asterisco Edizioni[8][9], 2019. (Introduzione di Elena Biagini, contributo di Dacia Maraini)
  • Mariasilvia Spolato, I movimenti omosessuali di liberazione, Roma, La nuova Sinistra, 1972. (prefazione di Dacia Maraini)[10]
  • Mariasilvia Spolato, Gli insiemi e la matematica: Con 120 esercizi 1969/1972, Bologna, Zanichelli, 1970.[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Addio a Mariasilvia Spolato, la prima a dire  «io amo una donna», in Alto Adige, 7 novembre 2018. URL consultato l'11 novembre 2018.
  2. ^ 
    Salta a:
    a b c È morta Mariasilvia Spolato prima italiana a dichiararsi omosessuale, su repubblica.it, 8 novembre 2018. URL consultato l'11 novembre 2018.
  3. ^ Gianni Rossi Barilli, Il movimento gay in Italia, Feltrinelli, 1999, p. 48, ISBN-10: 8807815591 ISBN 978-8807815591.
  4. ^ Myriam Cristallo, Uscir fuori: dieci anni di lotte omosessuali in Italia : 1971-1981, Roma, Teti, 2017, pp. 42 e ss., ISBN 978-88-99918-05-7.
  5. ^ (ENItaly's first 'publicly gay' woman Mariasilvia Spolato dies at 83 - PinkNews · PinkNews, su www.pinknews.co.ukURL consultato il 13 novembre 2018.
  6. ^ È morta Mariasilvia Spolato, la prima italiana a fare coming out, in Rolling Stone Italia, 8 novembre 2018. URL consultato l'11 novembre 2018.
  7. ^ Mai più sotto i ponti, su stpauls.itURL consultato il novembre 2018.
  8. ^ Asterisco Edizioni, su asteriscoedizioni.com.
  9. ^ Asterisco Edizioni, su www.facebook.comURL consultato il 21 luglio 2019.
  10. ^ dettaglio documento, su opac.bncf.firenze.sbn.itURL consultato il 13 novembre 2018(archiviato dall'url originale il 14 novembre 2018).
  11. ^ dettaglio documento, su opac.bncf.firenze.sbn.itURL consultato il 13 novembre 2018(archiviato dall'url originale il 13 novembre 2018).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mariasilvia Spolato,I movimenti omosessuali di liberazione, 2019, Asterisco Edizioni, ISBN 978-88-944371-0-2.
  • Gianni Rossi Barilli, Il movimento gay in Italia, 1999, Feltrinelli, ISBN-10: 8807815591 ISBN 978-8807815591.
  • Myriam Cristallo, Uscir fuori: dieci anni di lotte omosessuali in Italia : 1971-1981, Roma, Teti, 2017, ISBN 978-88-99918-05-7.
  • Andrea Pini, Quando eravamo froci: gli omosessuali nell'Italia di una volta, Milano, Il Saggiatore, 2011, ISBN 978-88-428-1654-6.
  • Massimo Consoli, Independence gay: alle origini del Gay pride, Bolsena, Massari, 2000, ISBN 88-457-0158-1.
  • Elena Biagini, L'emersione imprevista. Il movimento delle lesbiche in Italia negli anni '70 e '80, Pisa, Edizioni Ets, 2018, ISBN 978-88-467-5300-7

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

  • Fuori!





  • Incuriosito da vari siti ho scoperto che fu una persona che pur Non avendo cercato i riflettori Mariasialvia, ma non voleva tacere, non voleva nascondere. A una manifestazione femminista, nel 1972, aveva dichiarato pubblicamente la sua omosessualità, l’aveva scritta su dei cartelli. A Milano aveva partecipato al 1968 e nel 1971 aveva fondato il FLO, Fronte di Liberazione Omossesuale, e la
    rivista Fuori. Firmava con il suo vero nome, rarità all’epoca, gli slogan: «Lesbiche uniamoci», «Donne, impariamo ad amarci tra noi», «Usciamo fuori». Ed ecco che le pene dell'inferno che ha dovuto passare ( vedere sopra la agina di wipedia riportata ) la consapevolezza di averla collettivamente dimenticata . Infatti la notizia della sua morte non sarebbe forse neppure divenuta pubblica se il fotografo Lorenzo Zambello e il quotidiano Alto Adige non le avessero dedicato la giusta attenzione e che ha avuto "il grande onore poterla fotografare" prima che morisse contribuendo così a mantenere viva la memoria di una persona che ha messo la lotta per i propri ideali e un mondo meno crudele al di sopra di tutto. E così la sua morte le ha in qualche modo restituito un riconoscimento pubblico, come pioniera del movimento per i diritti delle persone omosessuali; dall’anonimato in cui aveva vissuto la seconda parte della sua vita è tornata a far parlare di sé: numerosi articoli di giornale hanno ricordato la sua storia, il suo gesto coraggioso che ha pagato così duramente. potrebbe aiutarci a rimettere al centro da una parte la memoria,
    dall’altra la relazione e la cura e solidarietà reciproche necessarie alle politiche di movimento: andare e tornare tutti insieme. Ma ricordare Mariasilvia oggi, nell’epoca della consacrazione della normalizzazione, è anche una spinta a rimettere in discussione la marginalizzazione e la cancellazione di tutte le espressioni di radicalità dei nostri movimenti senza le quali, come la storia di Mariasilvia Spolato dimostra, il cambiamento non avrebbe avuto luogo e probabilmente non avrà luogo in futuro.




Che  altro aggiungere    se  non  queste due testimonianze  





siti   consultati

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