1.11.23

oltraggiate le pietre d'inciampo dedicate a Giacomo ed Eugenio Spizzichino, arrestati e deportati nei campi di concentramento

 Dopo  le  stelle  di david  comparse  a  Parigi    , le  maifestazioni d'odio   contro il popolo  ebraico   toiccano il nosro paese  .  

 da  republica del 1\11\2023  



Non è più un caso isolato. Dopo il blitz della notte tra il 30 e 31 ottobre in via Dandolo a Trastevere, a poche centinaia di metri, esattamente in via Mameli 47, la notte successiva sono state sporcate sempre di vernice nera


 

altre due pietre d’inciampo. Le targhe d’ottone vandalizzate ricordano Giacomo e Eugenio Spizzichino, arrestati e deportati nei campi di concentramento. Giacomo Spizzichino nato nel 1920 venne arrestato il primo gennaio del 1944 e deportato a Mauthausen, dove fu assassinato il 18 aprile del 1945. Ed Eugenio Spizzichino, nato nel 1918, fu arrestato il 6 maggio 1944 e deportato ad Auschwitz, dove venne assassinato il 20 gennaio del 1945. In via Dandolo all’altezza del civico 6 erano state imbrattate le pietre d’inciampo in ricordo di Michele Ezio Spizzichino e Aurelio Spagnoletto deportati il 16 maggio del 1944 ad Auschwitz .

 

Per il momento l'unico politico   è stato ,  dai microfoni di Rai Radio 1  , la segretaria del Pd Elly Schlein   che  ha definito “inqualificabili questi gesti, degni veramente di una condanna fermissima da parte di tutti coloro che vogliono la pace, la democrazia, che conoscono l'errore, l'orrore anzi, di quello che è stata la dittatura nazifascista, per cui siamo tutti preoccupati da questo rigurgito di antisemitismo, che dobbiamo davvero contrastare con grande forza”. Oltre   a  lei , semre  secondo repubblica   ,  è anche il Rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, in un intervento pubblicato su La Stampa, sostiene che quando “un passante viene malmenato, una casa viene segnata, persino pietre d’inciampo deturpate, alla base di questi meccanismi perversi e distorti c'è qualcosa di molto più antico e profondo. In un pensiero diffuso che è inconscio per molti e invece consapevole in molti altri, l'ebreo che vive, con la sua diversità, ha una colpa esistenziale da scontare”. Infatti   Capisco  e  comprendo   (  non significa che    giustificare  ed  essere  d'accordo  )  per quelo che  sta  facendo in questo  periodo  . Ma   qui non si tratta   dìodiare uno stato o un istituzione  ma  odiare  un popolo  soprattutto vittime dell'olocausto anzi meglio shoah in questo caso . Alcuni dicono



  1. non abbiamo telecamere in zona per vedere chi è stato?

    è possibile dare un segnale forte, per esempio rintracciando i responsabili e multandoli, in modo che non passi l'idea che si può fare qualsiasi cosa con la scusa della causa palestinese?

    • Risposta di Teodora

      Mai visto vigili o forze ordine !! ! La sera Trastevere è terra di nessuno

    • Risposta di Gabriele_I

      La causa palestinese non è una scusante per queste azioni riprovevoli.

  2. Commento di patrizia2103

    Ohibò, non credevo di essere censurata solo perchè nel mio commento non reputavo quanto sta succedendo ora in Medio Oriente una guerra di religioni o meglio, contro una religione!

    • Commento di Francesco

      Atti ignobili. Punto.

      Ma non condivido il tentativo di metterla in politica, raffazzonato e arbitraria della Schlein. Libera di fare come crede, certo, ma liberi noi di dire che molto probabilmente l'oltraggio bieco e vigliacco puo' venire da fiancheggiatori di Hamas, che probabilmente si collocano nella galassia di sinistra.

      • Risposta di alemicheli2380

        Non condivide ii tentativo di metterla in politica,però tira in ballo la sinistra,perché anche se si parla del campionato del mondo di tamburello,va buttato là il termine sinistra,che per far polemica ci sta sempre bene...

      • Risposta di Antonio

        Questi atti sono tradizionalmente di destra, perché gli odiatori professionali li ritrovi lì. Salvo poi incolpare altri.



    • Questi atti sono tradizionalmente di destra, perché gli odiatori professionali al 90 %li ritrovi lì. Salvo poi incolpare altri. Ma    soprattutto   l'antisemitismo   di sinistra   , pur  esecrabile e becero ,   non ha    mai   che  io sappia  vandalizzato ed insultato  le  vittime   dei campi di concentramento  nazisti  .  

    smettiamola di dire che le feste pagane del 1 e 2 novembre o halloween come .... lo fhanno etoichettato non sono parte della nostra cultura e tradizione

     Lo  so che  anche quest'anno    ho  già detto la mia    nei post    precedenti  , ma  ogni anno    ci sono   le  solite  polemiche  halloween si  halloween si    Ai primi cioè quelli che  dicono che   non è unanostra  trazione  e  che   è demoniaca   Smettiamla  dire  che  Halloween  o meglio i riti pagani    dei morti   non  fanno  parte della nostra  cultura  . Infatti  essa pur   avendo    dal IV  secolo dopo cristo  in particolare    dal  330   connotazione     cristiano  cattolica, ha radici   ben più antiche come di mostra   l'articolo  : <<  Halloween, origine e significato di una festa antica anche in Italia: intervista a Eraldo Baldini  di  elisabetta barberio>>  da  me precedente  citato  qui  👉🏼https://urly.it/3y3br



    E poi  la  festa di ogni  santi è Il giorno di tutti i Santi, noto anche come Ognissanti, è una festa di certe chiese cristiane che celebrano insieme la gloria e l'onore di tutti i santi, compresi quelli non canonizzati
    fu     istituita  da Il 1º novembre venne decretato festa di precetto da parte del re franco Luigi il Pio nell'835. Il decreto fu emesso "su richiesta del papa Gregorio IV e con il consenso di tutti i vescovi". La festa si dotò di ottava solenne durante il pontificato del papa Sisto IV, quando bandì la crociata per la liberazione di Otranto. La solennità di Tutti i Santi sostituì l'antica festa romana dedicata a San Cesario di Terracina (santo tutelare degli imperatori romani), fissata proprio al 1º novembre: in questo giorno una solenne processione partiva dalla Basilica dei Santi Cosma e Damiano e si dirigeva sul Palatino in onore di San Cesario e degli imperatori. Il papa Gregorio IV avrebbe deciso di trarne partito per sradicare questo culto idolatrico; gli imperiali installati sul Palatino gli ricordavano ogni anno, con la festa di San Cesario, lo spettacolo delle loro pratiche semipagane e semicristiane. Inoltre   In Italia per la ricorrenza dei morti c'erano riti particolari in varie parti d'Italia, a parte la visita ai cimiteri, che era tradizione Comune di tutto il Paese. In certe parti della Toscana ai bambini venivano fatti trovare dolcetti o frutta secca che i grandi gli dicevano essere donati dai morti della famiglia. La mia nonna e  mia madre  ancora se lo ricordava. E in effetti era una tradizione che contribuiva a creare un senso di legame positivo con le memorie della famigliae  con la   terra  e  la  società  contadina  . La festa di halloween nella sua versione commerciale internazionale contemporanea pure io faccio fatica a comprenderla  ed non mi piace   perchè solo  moda  e buiness. Quindi  smettetela    di fare  crociate  contro chi  vuole divertirsi  anche  se  forzatamente      conformisticamente   se  proprio volete  non potete  fare  a meno    di dire   che  H   è  demoniaca      fatelo pure  ma   non  attaccate    chi  non è  d'accordo   con voi . Potete    se proprio siete   legati al modello   religioso    creare  un "halloween cristiano" cioè  "sostituire" i mostri ai Santi, come fanno già molti educatori in famiglia e nelle parrocchie e  come  suggerisce qui  questa lettrice  di famiglia  cristiana  
        Ai secondi    dico   non fate   come i primi     e  non giudicate    e deridete  come  sfigato   , ecc   chi  non  vuole  conformarsi    alla moda    dominante   ovvero quello che     da riti tradizionali    sono  diventati    sono   fenomeno  di massa  Ma  soprattutto  non abbassatevi  allo stesso livello   dei primi   . E se  proprio volete  festeggiare in alternativa  al modello  religioso  il 1  e  il  2 novembre    riscoprite  le  vere  tradizioni   in  merito non le  mode  importante  o  come  questo casoritorno perchè le origini  sono europee  .   O se  ostinati volete  festeggiarlo secondo  la cultura pop non rompete  che  non lo vuole   festeggiare  o  festeggia  solo l'aspetto religioso  

    Dalla droga e l'alcol agli altari: la lezione dei "Santi imperfetti"

     

    da  avvenire  14 ore   di Riccardo Maccioni 

    Dalla droga e l'alcol agli altari: la lezione dei "Santi imperfetti"

    © Fornito da Avvenire

    Si celebra oggi, 1° novembre, la solennità di Tutti i santi e, come di consueto nei giorni festivi, papa Francesco pregherà l’Angelus alle 12 in piazza San Pietro. Domani, giorno dedicato alla commemorazione dei defunti, il Pontefice presiederà la celebrazione eucaristica al Rome War Cemetery, il cimitero militare, memoriale di guerra, che custodisce le spoglie dei militari del Commonwealth caduti a Roma durante la seconda guerra mondiale. Il giorno seguente, infine, Bergoglio presiederà in San Pietro alle 11 la Messa in suffragio di Benedetto XVI e dei cardinali e vescovi defunti nel corso dell’anno.

    Il primo pensiero va al protagonista del racconto “La leggenda del santo bevitore” la cui vita, sempre sospesa tra miseria e redenzione, si riaccende di nuova speranza per il “debito” da sanare con Teresa di Lisieux. Ma situazioni simili, persino più tragiche e insieme esaltanti, succedono nella vita vera.
    Storie di santità che partono proprio da gravi mancanze, per esempio una dipendenza che rischia di offuscare la mente. Per questo la risalita poi è tanto ammirevole. Come nel caso del venerabile irlandese Matt Talbot (1836-1925) ex alcolista, trasformato dalla partecipazione quotidiana alla Messa e dalla preghiera a orari impossibili. Quasi analfabeta, imparò a “leggere” le cose di Dio studiando la Bibbia, fino ad acquisire una semplicità sapiente, virtù solo dei grandi uomini, che gli farà scrivere: «Il Regno di Dio fu promesso non a chi ha buon senso o è istruito, ma a coloro che sono simili ai bambini».
    Una lezione quanto mai attuale oggi nella solennità di Ognissanti, festa che unisce nello stesso abbraccio del Padre celeste figure celebratissime e personaggi poco noti che magari solo nell’aldilà scopriremo essere stati straordinari. Il 1° novembre è l’occasione per far uscire tanti testimoni della fede da troppe biografie ovattate, con aureole che coronano i bimbi sin dalla culla, restituendoli alla dimensione della vita vera. Perché i santi, compresi quelli famosissimi, non ci guardano dall’alto ma dal gradino più basso dell’umiltà per spingerci, gradino dopo gradino, sulla scala della vita spirituale fino a raggiungere il cielo. Uomini e donne vissuti nella rinuncia di sé e con la consapevolezza delle proprie fragilità da affrontare e superare grazie all’amore di Dio e al servizio dei fratelli. Come santa Monica, decisiva per la conversione del figlio Agostino che nelle Confessioni rivela come da ragazza sua madre si fosse lasciata andare a bere (troppo). Decisivo, per farle cambiare stile di vita, lo choc di sentirsi definire da un servo «bottiglietta sporca di vino puro».
    Tante volte, infatti è proprio la sconfitta, l’umiliazione a determinare una svolta. In altre occasioni il limite diventa una croce da sublimare, da trasformare in dono se la battaglia per vincerlo non si traduce in vittoria definitiva. Il martire cinese san Marco Ji Tian Xian (1834-1900) fu dipendente dall’oppio, assunto inizialmente come antidolorifico, senza riuscire poi a liberarsene. Tanto che il suo confessore arrivò a negargli l’assoluzione e l’accesso all’Eucaristia. Per circa trent’anni dunque, Tian Xiang che era medico e avrebbe pagato con la morte il rifiuto di negare il Vangelo, continuò a vivere la fede senza potersi accostare ai sacramenti. Una perseveranza importante nell’iter per il riconoscimento della sua santità.
    Tra cadute e riprese fino alla “guarigione” totale e la conversione anche il rapporto tra san Camillo de’ Lellis (1550-1614) e il gioco d’azzardo mentre anche Bartolo Longo, fondatore del Santuario di Pompei ebbe a sua volta grossi problemi con le droghe, oltre a frequentare in gioventù gruppi dediti alle pratiche dello spiritismo.
    E l’elenco potrebbe proseguire ancora. Con Maria Egiziaca (344-421) a lungo schiava del piacere sessuale, il coreano Agostino Yi Kwang-hon (1787-1839) che seppe liberarsi dall’alcol, la stessa Pelagia conturbante attrice vissuta nel V secolo. Figure, ovviamente, di cui non si vuole celebrare le debolezze ma la forza nel saperle affrontare, l’umiltà di riconoscere il bisogno d’aiuto, la sapienza di capire come ci sia qualcosa di più grande di sé stessi per cui valga la pena vivere. Non a caso il primo canonizzato “sicuro” della storia, come ha più volte detto papa Francesco, è il buon ladrone che dalla croce chiede a Gesù di portarlo con Lui in Paradiso. “Santi peccatori”, dunque, e non è un paradosso, perché nessuno è esente dalla tentazione del male, dalle sue lusinghe. A fare la differenza è il riconoscerlo e il decidere di combatterlo in nome dell’amore a Cristo e, di conseguenza, all’umanità. Nessuno si salva da solo vuol dire anche questo, che non conosciamo la luce della santità che potrebbe illuminare la vita in apparenza più misera, che l’unico giudizio che conta è quello di Dio, che a volte basta un piccolo appiglio per alimentare la speranza. Come il finale della «Leggenda del santo bevitore» con Joseph Roth che saluta così il protagonista del suo racconto: «Voglia Dio concedere a tutti noi, a noi bevitori, una morte tanto lieve e bella».