a causa di problemi con linux e la poca dimestichezza con la nuova versione di splinder ho cancellato alcuni post . alcuni sono riuscito a recuperrali trovandoli online da altri siiti , altri chiedeo a Benedettaj di ripostarli .
ecco quello che ho recuperato
preso dal bellissimo blog anche se differente da me per cultura e politica , ma un blog valido fatto da uno spirito libero http://splendor.splinder.com/
ecco quello che ho recuperato
preso dal bellissimo blog anche se differente da me per cultura e politica , ma un blog valido fatto da uno spirito libero http://splendor.splinder.com/
Tiçchfaid àr la
Il nostro giorno verrà
Come è buono il vino, ma è finito. Come è fragrante la rosa, ma sta morendo. Come è leggero il vento, ma sospira. Cosa c'è di buono nella giovinezza quando invecchia? Quale gioia c'è in occhi che non vedono? Quando c'è tristezza nella luce del sole e nei fiori, e saranno sempre e soltanto i nostri fiumi a scorrere liberi.
Michael Mc Cannel 1973
Era il maggio del 1981 non avevo ancora sedici anni e con Gigi e Giacomo – gli inseparabili compagni di scorribande in motorino – avevo sposato la causa dei giovani attivisti irlandesi dell’IRA che scioperavano nel blocco H del carcere di Long Kesh.
Esponevamo lungo il corridoio del Liceo Plinio, all’ora di ricreazione, lugubri manifesti listati a lutto che scandivano i primi decessi dei giovani hung strikers irlandesi.
Poi arrivò l’estate, il nostro giovanilismo ci fece scordare velocemente la “causa” – non si muore d’estate, dice Pavese – tornati dalle vacanze estive contammo dieci morti e li chiamammo martiri, qualche mese dopo il nostro sentimento antinglese si rivolse verso la Regina e le scorribande della Royal Navy nelle isole Falkland …
Ricordare quegli avvenimenti oggi, che sono venticinque anni dalla morte del primo dei dieci scioperanti, rende giustizia anche a quello che – per inesperienza – non riuscimmo a comprendere allora. E non vuole essere un semplice atto di nostalgia, ma una memoria per rendere assaporabile - qui ed ora - la conquista quotidiana della propria libertà: la libertà vale più della vita.
“Oggi è la festa di San Patrizio e come al solito niente di notevole. Sono stato a messa. Con i capelli tagliati stavo meglio. Non conoscevo il prete che ha detto la messa. Gli inservienti distribuivano il cibo a tutti quelli che tornavano da messa. Hanno provato a darmi un piatto pieno. Me l’hanno messo sotto il naso, ma io ho tirato dritto come se non ci fossero. Oggi ho ricevuto due giornali e, piacevole novità, c’era l’Irish News. Ad ogni modo ricevo tutte le notizie dai ragazzi. Ho visto uno dei dottori questa mattina, un tipo sbarbato. Mi sfibra. Il mio peso è di 57,50 Kg. Nessuna lamentela. Il governatore è venuto da me e mi ha detto aspramente: "Vedo che stai leggendo un libro breve. Meglio così, se fosse lungo non riusciresti a finirlo". Ecco che gente sono. Maledetti! Non importa. È stata una giornata lunga. Pensavo allo sciopero della fame. La gente dice tante cose del corpo, ma non vi fidate. Io penso che ci sia davvero una specie di lotta. Prima il corpo non accetta la mancanza di cibo e soffre per la tentazione del cibo e per altri fattori che lo tormentano in continuazione. Il corpo reagisce, naturalmente, ma alla fine della giornata tutto ritorna alla considerazione primaria, cioè alla mente. La mente è la cosa più importante. Se non hai una mente forte per resistere a tutto non ce la fai. Ti manca ogni spirito combattivo. Ma da dove ha origine questa forza mentale? Forse dal desiderio di libertà, ma non è proprio certo che venga di lì. Se non riescono a distruggere il desiderio di libertà non possono stroncarti. Non mi stroncheranno perché il desiderio di libertà e la libertà del popolo irlandese mi stanno nel cuore. Verrà il giorno in cui tutto il popolo irlandese avrà il desiderio di libertà. Sarà allora che vedremo sorgere la luna.”
Bobby Sands – 17 marzo 1981
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