“Adelante Giorgio, si puedes. Con juicio”
In un discorso alla nazione Bush delinea un nuovo piano per arginare l’immigrazione clandestina dal Messico, piazzando alla “Frontera” seimila soldati della Guardia Nazionale che dovrebbero collaborare con i circa 12.000 della Guardia di frontiera Tremiladuecento chilometri di confine presidiati a sconfessare, se ancora ce ne fosse il bisogno, l’elasticità del concetto di democrazia made in Usa. Bel salto di qualità. Il sogno a stelle e strisce si infrange, svanisce il mito del Grande Paese che accoglie “le masse stanche, oppresse e affamate” . La terra della libertà e delle mille opportunità si è persa, forse proprio in quel tragico 11 settembre quando, insieme alle Torri gemelle, andò in fumo anche il senso di onnipotenza e di sicurezza che aveva accompagnato gli Stati Uniti fino ad allora.
Ora Bush intende erigere un muro umano ed elettronico intorno alla nazione, inneggiando alla difesa dell’identità nazionale. Un’identità che si configura come un atto di razzismo molto forte, visto che il termine di riferimento è la sola popolazione bianca, anglofona e protestante. Con questa strategia Bush parla un po’ a tutti i suoi potenziali elettori che reclamano provvedimenti più severi per impedire a frotte di messicani di attraversare clandestinamente i confini. Ma, con un evidente atteggiamento cerchiobottista, non tralascia di dare un contentino anche alle migliaia di immigrati e ispanici che, in aprile, hanno manifestato nelle piazze, rivendicando il loro “orgoglio” latino. Sono voti sui quali mettere le mani…un bottino considerevole visto che, ad una stima approssimativa, la comunità ispanica si aggira intorno ai 40 milioni di persone! [leggi tutto]
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