oltre al rogo ( poi risultato un flop con lancio di pomodori e sfottò come riporta questo sito qui ) la chiesa continua ad esercitare un'altra forma di caccia ale streghe versomil codice Da vinci , Ecco coisa è successo a Nuoro .
dalla Nuova sardegna del 21\5\2006
dalla Nuova sardegna del 21\5\2006
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Le Grazie obbedisce alla Cei e boicotta il Codice da Vinci L’unico cinema del capoluogo barbaricino è di proprietà degli oblati di San Giuseppe
PAOLO MERLINI
NUORO. Per gli abitanti del capoluogo e della provincia barbaricina andare a vedere «Il Codice da Vinci» è una «Mission Impossible»: è la sorpresa riservata al pubblico nuorese dall’unico cinema della città, Le Grazie, dove da venerdì al posto dell’atteso kolossal di Ron Howard tratto dal libro di Dan Brown è arrivata la terza puntata della saga con Tom Cruise protagonista, appunto «Mission Impossible 3». Il motivo? Pur essendo una struttura moderna, capace di un migliaio di posti, il cinema Le Grazie è una Sala della comunità, cioé una di quelle che un tempo si chiamavano sale parrocchiali. È dunque gestita da religiosi, nella fattispecie dagli Oblati di San Giuseppe. I quali, pur dando spazio in genere alla normale programmazione senza operare censure di sorta, stavolta hanno deciso di obbedire all’invito della Cei, la Conferenza episcopale italiana, che ha sconsigliato la visione del film. Ma laddove i gestori delle sale «laiche» si sono ben guardati dal rinunciare a uno degli incassi più promettenti della stagione, l’indicazione della Cei è diventata un diktat in casa propria, dunque nelle sale della comunità.
E che di diktat si debba parlare, lo dimostra il fatto che Le Grazie in altre occasioni ha sempre mantenuto la propria autonomia di fronte a pellicole al centro di polemiche religiose o di costume: così negli anni scorsi l’opera di Martin Scorsese «L’ultima tentazione di Cristo», apertamente osteggiata dalla chiesa cattolica, è stata regolarmente programmata; lo è stato anche il film «Amen» di Costa Gavras, che indagava sui rapporti tra la chiesa e il nazismo. Ma lo status di ex sala parrocchiale non ha impedito ai nuoresi (che da oltre 15 anni hanno a disposizione un solo cinema, dopo la chiusura dell’Eliseo, e andando indietro di alcuni lustri dell’Ariston) di poter vedere film scandalo come «Ultimo tango a Parigi» di Bertolucci (negli anni Novanta, quando la pellicola è stata rimessa circolazione), o «Querelle» di Fassbinder. Forse anche perchè la gestione del cinema è affidata a un intenditore come Francesco Cambosu, decano dei cinefili nuoresi e storico gestore di sale, che sacerdote non è. Formalmente, comunque, il direttore artistico del cinema è padre Giorgio Accalai, che ieri non è stato possibile raggiungere per telefono.
Sul veto al «Codice» risponde invece senza esitazioni il parroco della chiesa delle Grazie, padre Gianni Estienne. «Ci è stato chiesto di boicottar...», si lascia sfuggire il sacerdote, che subito dopo si corregge con una dichiarazione più diplomatica. Padre Estienne difende con forza la scelta di non proiettare un film che ritiene diseducativo e fuorviante sul tema della religione cattolica, e fa presente che il cinema Le Grazie, essendo una Sala della comunità, si deve adeguare all’indicazioni della Conferenza episcopale. «La commissione nazionale valutazione film della Cei - spiega - ha visionato il film e lo ha ritenuto inaccettabile. Noi ci siamo adeguati, e quindi il film non lo proietteremo».
Si scopre così che al posto dei testi sacri dei cinefili, il Morandini o il Mereghetti, nel circuito delle ex sale parrocchiali si seguono i dettami dell’Acec, associazione cattolica esercenti cinema, al cui sito si accede anche dal portale chiesacattolica.it, dove è possibile consultare la lista dei film graditi e no. «Il Codice da Vinci» è tra questi, ed è ritenuto Inaccettabile/Negativo. Accanto alla scheda di ogni pellicola troviamo infatti tre gradi di giudizio: Accettabile, Discutibile, Inaccettabile. A questa valutazione ne segue un’altra, separata da una barra. Negativo, come nel caso del «Codice», è la più severa. Ma ecco, preceduti da Discutibile, anche Scabroso («Le particelle elementari» e «Romance & Cigarettes») o Problematico («Anche libero va bene»). Infine, i nuoresi lo sappiano così da programmare le loro serate al cinema, Inaccettabile/Negativo è anche ritenuto «Sangue», opera d’esordio di Libero di Rienzo, mentre il film d’animazione «Padre Pio» è considerato Accettabile/Semplice. Prossimamente su questi schermi, se Dio vuole.
PAOLO MERLINI
NUORO. Per gli abitanti del capoluogo e della provincia barbaricina andare a vedere «Il Codice da Vinci» è una «Mission Impossible»: è la sorpresa riservata al pubblico nuorese dall’unico cinema della città, Le Grazie, dove da venerdì al posto dell’atteso kolossal di Ron Howard tratto dal libro di Dan Brown è arrivata la terza puntata della saga con Tom Cruise protagonista, appunto «Mission Impossible 3». Il motivo? Pur essendo una struttura moderna, capace di un migliaio di posti, il cinema Le Grazie è una Sala della comunità, cioé una di quelle che un tempo si chiamavano sale parrocchiali. È dunque gestita da religiosi, nella fattispecie dagli Oblati di San Giuseppe. I quali, pur dando spazio in genere alla normale programmazione senza operare censure di sorta, stavolta hanno deciso di obbedire all’invito della Cei, la Conferenza episcopale italiana, che ha sconsigliato la visione del film. Ma laddove i gestori delle sale «laiche» si sono ben guardati dal rinunciare a uno degli incassi più promettenti della stagione, l’indicazione della Cei è diventata un diktat in casa propria, dunque nelle sale della comunità.
E che di diktat si debba parlare, lo dimostra il fatto che Le Grazie in altre occasioni ha sempre mantenuto la propria autonomia di fronte a pellicole al centro di polemiche religiose o di costume: così negli anni scorsi l’opera di Martin Scorsese «L’ultima tentazione di Cristo», apertamente osteggiata dalla chiesa cattolica, è stata regolarmente programmata; lo è stato anche il film «Amen» di Costa Gavras, che indagava sui rapporti tra la chiesa e il nazismo. Ma lo status di ex sala parrocchiale non ha impedito ai nuoresi (che da oltre 15 anni hanno a disposizione un solo cinema, dopo la chiusura dell’Eliseo, e andando indietro di alcuni lustri dell’Ariston) di poter vedere film scandalo come «Ultimo tango a Parigi» di Bertolucci (negli anni Novanta, quando la pellicola è stata rimessa circolazione), o «Querelle» di Fassbinder. Forse anche perchè la gestione del cinema è affidata a un intenditore come Francesco Cambosu, decano dei cinefili nuoresi e storico gestore di sale, che sacerdote non è. Formalmente, comunque, il direttore artistico del cinema è padre Giorgio Accalai, che ieri non è stato possibile raggiungere per telefono.
Sul veto al «Codice» risponde invece senza esitazioni il parroco della chiesa delle Grazie, padre Gianni Estienne. «Ci è stato chiesto di boicottar...», si lascia sfuggire il sacerdote, che subito dopo si corregge con una dichiarazione più diplomatica. Padre Estienne difende con forza la scelta di non proiettare un film che ritiene diseducativo e fuorviante sul tema della religione cattolica, e fa presente che il cinema Le Grazie, essendo una Sala della comunità, si deve adeguare all’indicazioni della Conferenza episcopale. «La commissione nazionale valutazione film della Cei - spiega - ha visionato il film e lo ha ritenuto inaccettabile. Noi ci siamo adeguati, e quindi il film non lo proietteremo».
Si scopre così che al posto dei testi sacri dei cinefili, il Morandini o il Mereghetti, nel circuito delle ex sale parrocchiali si seguono i dettami dell’Acec, associazione cattolica esercenti cinema, al cui sito si accede anche dal portale chiesacattolica.it, dove è possibile consultare la lista dei film graditi e no. «Il Codice da Vinci» è tra questi, ed è ritenuto Inaccettabile/Negativo. Accanto alla scheda di ogni pellicola troviamo infatti tre gradi di giudizio: Accettabile, Discutibile, Inaccettabile. A questa valutazione ne segue un’altra, separata da una barra. Negativo, come nel caso del «Codice», è la più severa. Ma ecco, preceduti da Discutibile, anche Scabroso («Le particelle elementari» e «Romance & Cigarettes») o Problematico («Anche libero va bene»). Infine, i nuoresi lo sappiano così da programmare le loro serate al cinema, Inaccettabile/Negativo è anche ritenuto «Sangue», opera d’esordio di Libero di Rienzo, mentre il film d’animazione «Padre Pio» è considerato Accettabile/Semplice. Prossimamente su questi schermi, se Dio vuole.
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«Così il veto diventa propaganda»Fois e Columbu parlano di effetto boomerang per la Chiesa
NUORO. «Credo che comportamenti di censura come questo contribuscano solo alla promozione del film». È il giudizio di Giovanni Columbu, regista di «Arcipelaghi» e di numerosi documentari, sul veto della Cei al «Codice da Vinci». Veto che impedirà agli abitanti di Nuoro, dove l’unico cinema è gestito da religiosi, di vedere la pellicola tratta dal libro di Dan Brown. Si tratta del solo caso in Sardegna che riguardi un capoluogo di provincia, probabilmente uno dei pochi in Italia, se non l’unico. «Mi domando - continua Columbu - se la Cei sia consapevole che in questo modo concorre deliberatamente al successo del film. Non ho visto il “Codice”, ma ho letto il libro e tanto altro sull’argomento, anche perché sto lavorando a un mio film ispirato proprio ai Vangeli. Non credo, se questo è il timore, che un film possa instillare dubbi nella religiosità di chi lo guarda. A parte il fatto che le tesi sostenute da Brown non mi sembrano così terribili da non poter essere prese in considerazione. Sostanzialmente si attribuisce alla chiesa una posizione di forte misoginia che avrebbe portato nei primi secoli del Cristianesimo a censurare il Vangelo, omettendo le figure femminili. Personalmente non mi sembrano tesi così pericolose per la fede di un credente. E penso lo stesso delle recenti polemiche sul Vangelo di Giuda».
Marcello Fois, scrittore e autore di numerose sceneggiature, non ha visto il film e non andrà a vederlo. Spiega di aver letto il «Codice» di Brown e ha qualche difficoltà a definirlo un libro. Quanto al veto, «posso capire che ci siano delle resistenze da parte della Cei a favorire un film dove la teoria è che la chiesa assolda dei sicari», dice Fois. «Per cui non mi sembra scandaloso che Le Grazie non proietti il “Codice”, trovo più grave che a Nuoro ci sia solo un cinema parrocchiale, anche se spesso ha attuato scelte di gusto e coraggiose. Credo che avrebbero potuto proiettare anche questo film, perché certe operazioni non si neutralizzano con la censura, ma al contrario in questo modo un film rischia di diventare un simbolo. Lo scandalo del “Codice da Vinci” è che è un brutto libro, così stupidamente non supportato nelle tesi. E la Chiesa sta facendo una pubblicità enorme a un prodotto che non vale niente. Da questo punto di vista, gli islamici sono stati più fortunati di noi, dovendo fronteggiare un capolavoro come “Versetti satanici” di Salman Rushdie. A noi tocca quest’operazione disneyana».
(p.me.)
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Infatti gli intellettuali sardi hanno ragione . Nell'isola il film ha già raggiunto e siamo ancora ai primi giorni cifre da record per il primo giorno di programmazione del «Codice da Vinci» nei cinema sardi. Cifre, dicono i titolari delle sale sarde, che non si erano mai viste. Solo per «Titanic» è accaduto qualcosa di paragonabile, ma in dimensioni minori. A Cagliari e a Quartu i cinema multisale delle catene Cineworld e Warner hano staccato 3542 biglietti. Ad Iglesias, sempre Cineworld è arrivato a 501 presenze. A Sassari la sala dell’Ariston ha accolto in una sola giornata 772 spettatori. Sarebbero potuti essere molti di più se la pellicola fosse stata programmata almeno in una delle altre sale Guarino. Queste le altre cifre fornite dal sito ufficiale di Cinetel: Carbonia 397, Olbia 251, Oristano 431, Santa Giusta 307, Samassi, 91, Tortolì 222.
Record assoluto anche a livello nazionale. Il film di Ron Howard interpretato da Tom Hanks ha incassato due milioni di euro. E’ la cifra più alta per un primo giorno di programmazione al box office italiano. Il film è proiettato in 910 sale. Questo dato spiega molto della cifra record raggiunta dal «Codice da Vinci». La diffusione di copie della pellicola che nei giorni scorsi ha aperto il festival di Cannes è stata una delle mie massicce che si siano mai registrate. Ne sono arrivate anche nei cinema più piccoli, anche nei centri minori, normalmente esclusi dalla prima programmazione.
NUORO. «Credo che comportamenti di censura come questo contribuscano solo alla promozione del film». È il giudizio di Giovanni Columbu, regista di «Arcipelaghi» e di numerosi documentari, sul veto della Cei al «Codice da Vinci». Veto che impedirà agli abitanti di Nuoro, dove l’unico cinema è gestito da religiosi, di vedere la pellicola tratta dal libro di Dan Brown. Si tratta del solo caso in Sardegna che riguardi un capoluogo di provincia, probabilmente uno dei pochi in Italia, se non l’unico. «Mi domando - continua Columbu - se la Cei sia consapevole che in questo modo concorre deliberatamente al successo del film. Non ho visto il “Codice”, ma ho letto il libro e tanto altro sull’argomento, anche perché sto lavorando a un mio film ispirato proprio ai Vangeli. Non credo, se questo è il timore, che un film possa instillare dubbi nella religiosità di chi lo guarda. A parte il fatto che le tesi sostenute da Brown non mi sembrano così terribili da non poter essere prese in considerazione. Sostanzialmente si attribuisce alla chiesa una posizione di forte misoginia che avrebbe portato nei primi secoli del Cristianesimo a censurare il Vangelo, omettendo le figure femminili. Personalmente non mi sembrano tesi così pericolose per la fede di un credente. E penso lo stesso delle recenti polemiche sul Vangelo di Giuda».
Marcello Fois, scrittore e autore di numerose sceneggiature, non ha visto il film e non andrà a vederlo. Spiega di aver letto il «Codice» di Brown e ha qualche difficoltà a definirlo un libro. Quanto al veto, «posso capire che ci siano delle resistenze da parte della Cei a favorire un film dove la teoria è che la chiesa assolda dei sicari», dice Fois. «Per cui non mi sembra scandaloso che Le Grazie non proietti il “Codice”, trovo più grave che a Nuoro ci sia solo un cinema parrocchiale, anche se spesso ha attuato scelte di gusto e coraggiose. Credo che avrebbero potuto proiettare anche questo film, perché certe operazioni non si neutralizzano con la censura, ma al contrario in questo modo un film rischia di diventare un simbolo. Lo scandalo del “Codice da Vinci” è che è un brutto libro, così stupidamente non supportato nelle tesi. E la Chiesa sta facendo una pubblicità enorme a un prodotto che non vale niente. Da questo punto di vista, gli islamici sono stati più fortunati di noi, dovendo fronteggiare un capolavoro come “Versetti satanici” di Salman Rushdie. A noi tocca quest’operazione disneyana».
(p.me.)
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Infatti gli intellettuali sardi hanno ragione . Nell'isola il film ha già raggiunto e siamo ancora ai primi giorni cifre da record per il primo giorno di programmazione del «Codice da Vinci» nei cinema sardi. Cifre, dicono i titolari delle sale sarde, che non si erano mai viste. Solo per «Titanic» è accaduto qualcosa di paragonabile, ma in dimensioni minori. A Cagliari e a Quartu i cinema multisale delle catene Cineworld e Warner hano staccato 3542 biglietti. Ad Iglesias, sempre Cineworld è arrivato a 501 presenze. A Sassari la sala dell’Ariston ha accolto in una sola giornata 772 spettatori. Sarebbero potuti essere molti di più se la pellicola fosse stata programmata almeno in una delle altre sale Guarino. Queste le altre cifre fornite dal sito ufficiale di Cinetel: Carbonia 397, Olbia 251, Oristano 431, Santa Giusta 307, Samassi, 91, Tortolì 222.
Record assoluto anche a livello nazionale. Il film di Ron Howard interpretato da Tom Hanks ha incassato due milioni di euro. E’ la cifra più alta per un primo giorno di programmazione al box office italiano. Il film è proiettato in 910 sale. Questo dato spiega molto della cifra record raggiunta dal «Codice da Vinci». La diffusione di copie della pellicola che nei giorni scorsi ha aperto il festival di Cannes è stata una delle mie massicce che si siano mai registrate. Ne sono arrivate anche nei cinema più piccoli, anche nei centri minori, normalmente esclusi dalla prima programmazione.
2 commenti:
Beh visto chi è il proprietario c'era da aspettarselo. E pensare che il Papa ogni domenica ci fa il sermone sull'etica .... va**anc*lo.
spero riescano a vederlo lo stesso da un'altra parte...
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