A proposito di Santoro Articolo interesante di Vauro sul il nord sardegna del 10\IX/2007
Chi è causa del suo male pianga stsso. Questo detto affiora costantemente alle labbra di quasi tutti gli esponenti politici del polo, da Berlusconi, giù giù sino a Castelli,quando si trovano a commentare il caso Santoro. Lo pronunciano con un malcelato gusto vendicativo prima di esprimere la loro solidarietà all'indifeso Mastella. Solidarietà ovviamente molto apprezzata dal martire a tempo pieno, ma anche da buona parte dei politici del centro sinistra, che, una volta incassata la frecciatina iniziale con un sorrisetto di autocommiserazione, come quello che sfoggiava La Torre( Ds ) nel salotto di Vespa durante la puntata riparatoria di “Porta a Porta”,
si affrettano ad incassarla e a concionare sulla scarsa professionalità e sulla dubbia serietà della trasmissione “AnnoZero”. Professionalità e serietà prontamente negate da Prodi,che peraltro, dice di non aver nemmeno visto la puntata incriminata. Ma l'avere nozionedi ciò di cui si parla non rientra certo tra le prerogative dei leader politici italiani e di chi ci governa. Noi Santoro e compan li avevamo fatti fuori con il famoso editto bulgaro,voi li avete rivoluti e questa è la riconoscenza . A parte il fatto che Santoro è tornato in onda per una sentenza della magistratura e non per la benevolenza del centro sinistra,che giornalismo sarebbe quello della riconoscenza Un giornalismo genuflesso, pronto a leccare la mano del benefattore politico e attento a non graffiarla, neanche per sbaglio, con i denti. Insomma,
sarebbe ciò che gran parte del giornalismo italiano già è. Una “informazione” da operetta, con l'arcidiacono Vespa a guidare il coro degli eunuchi. È l informazione che piace ai signori della politica, di ogni parte. Anche perch laloro parte è una sola, quella dei loro privilegi e della loro arroganza, contro chi osa metterli in discussione o anche solo dar voce a chi li critica. Quando eravamo al governo noi, Santoro ci attaccava, ora che ci siete voi, attacca voi per inciso, il povero Mastella è stato ministro anche nel governo di centrodestra a proposito di parti . In un paese civile questa sarebbe una garanzia. Che il giornalismo sia attento e critico verso il potere politico e non solo, a prescindere dallo schieramento che lo esercita, che non cerchi o accetti con esso contiguità e complicità, è la condizione base per la quale i cittadini possano esercitare il loro diritto ad essere informati. Ma nel nostro Paese la critica è “linciaggio”, l informazione “incitamento al terrorismo”. In un paese civile non esisterebbe nessun “caso Santoro”, perchè il cosiddetto giornalismo alla Santoro non rappresenterebbe un eccezione, ma la regola.
Vauro Giornalista e vignettista
Chi è causa del suo male pianga stsso. Questo detto affiora costantemente alle labbra di quasi tutti gli esponenti politici del polo, da Berlusconi, giù giù sino a Castelli,quando si trovano a commentare il caso Santoro. Lo pronunciano con un malcelato gusto vendicativo prima di esprimere la loro solidarietà all'indifeso Mastella. Solidarietà ovviamente molto apprezzata dal martire a tempo pieno, ma anche da buona parte dei politici del centro sinistra, che, una volta incassata la frecciatina iniziale con un sorrisetto di autocommiserazione, come quello che sfoggiava La Torre( Ds ) nel salotto di Vespa durante la puntata riparatoria di “Porta a Porta”,
si affrettano ad incassarla e a concionare sulla scarsa professionalità e sulla dubbia serietà della trasmissione “AnnoZero”. Professionalità e serietà prontamente negate da Prodi,che peraltro, dice di non aver nemmeno visto la puntata incriminata. Ma l'avere nozionedi ciò di cui si parla non rientra certo tra le prerogative dei leader politici italiani e di chi ci governa. Noi Santoro e compan li avevamo fatti fuori con il famoso editto bulgaro,voi li avete rivoluti e questa è la riconoscenza . A parte il fatto che Santoro è tornato in onda per una sentenza della magistratura e non per la benevolenza del centro sinistra,che giornalismo sarebbe quello della riconoscenza Un giornalismo genuflesso, pronto a leccare la mano del benefattore politico e attento a non graffiarla, neanche per sbaglio, con i denti. Insomma,
sarebbe ciò che gran parte del giornalismo italiano già è. Una “informazione” da operetta, con l'arcidiacono Vespa a guidare il coro degli eunuchi. È l informazione che piace ai signori della politica, di ogni parte. Anche perch laloro parte è una sola, quella dei loro privilegi e della loro arroganza, contro chi osa metterli in discussione o anche solo dar voce a chi li critica. Quando eravamo al governo noi, Santoro ci attaccava, ora che ci siete voi, attacca voi per inciso, il povero Mastella è stato ministro anche nel governo di centrodestra a proposito di parti . In un paese civile questa sarebbe una garanzia. Che il giornalismo sia attento e critico verso il potere politico e non solo, a prescindere dallo schieramento che lo esercita, che non cerchi o accetti con esso contiguità e complicità, è la condizione base per la quale i cittadini possano esercitare il loro diritto ad essere informati. Ma nel nostro Paese la critica è “linciaggio”, l informazione “incitamento al terrorismo”. In un paese civile non esisterebbe nessun “caso Santoro”, perchè il cosiddetto giornalismo alla Santoro non rappresenterebbe un eccezione, ma la regola.
Vauro Giornalista e vignettista
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