Prato - La squadra mobile della Questura di Prato ha scoperto un laboratorio medico abusivo in via Santa Trinità a Prato, presso il numero civico 31.
Non è la prima volta che i cinesi immigrati in Toscana tentano di praticare la loro medici che in Occidente non è riconosciuta. L'operazione rientra in una maxi indagine che ha visto coinvolte cliniche di Prato, Firenze, Padova, Parma e Modena dove venivano praticati anche aborti abusivi. Otto persone sono state denunciate per esercizio abusivo della professione medica. Su Repubblica .Ita è possibile leggere: "Sono stati sequestrati anche molti medicinali e diverse apparecchiature mediche, tra cui decine di strumenti utilizzati per aborti, oltre a 4000 euro che una donna, che si trovava in una delle cliniche, aveva con sè per pagare un aborto clandestino. Gli agenti hanno identificato inoltre una ventina di persone all'interno delle improvvisate case di cura, tra cui anche due bambini di 4 anni in attesa di essere visitati da un presunto pediatra".
La piaga degli aborti clandestini fra gli immigrati a Prato non è una novità. Un'ecografista operante presso il nosocomio di Prato, in camera caritatis, mi ha raccontato la storia di una donna dell'est (non è stata in grado di dirmi se rumena o albanese) la quale per avere l'autorizzazione ad abortire dal consultorio ha falsificato il certificato di gravidanza.
La storia si è svolta più o meno così. La donna si reca presso il consultorio di Prato. Il ginecologo le dice che è incinta di 20 settimane (periodo in cui è cietato abortire n.d.r). Questa si reca presso un altro colsultorio di Prato con il certificato falsificato. Gli operatori sanitari, però, si accorgono della tentata "truffa" e non le rilasciano alcun nulla osta per abortire. Della donna non si sà più nulla.
Romilda Marzari
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