13.11.08

Senza titolo 1032

INUTILI ESTETI CHE NON PIANGERA' NESSUNO


 


“Sai Paolo, non mi è mai capitato di stare sdraiata sul letto e parlare con un uomo così tranquillamente, e questo non è un modo di dire, non mi è mai capitato davvero.”


“Beh, anche a me non è mai capitato di parlare così a lungo con una che fa il tuo mestiere”


Pensavo fosse una battuta e accennai un sorriso amaro, ma lui rimase serio e un po’ di imbarazzo iniziò a trapelare sulla mia scorza di finta tranquillità che mi ero costruita addosso.


“Perché non ti spogli, voglio vederti nuda.”


“Ma Paolo, a dir la verità pensavo che tu volessi solo parlare, ti ho invitato per questo!”


“Si lo so. Io lavoro cosi! Prima di mettere a nudo l’anima della mia cliente voglio scoprire la sua pelle e guardarla in superficie. Non dirmi che una ragazza che fa il tuo lavoro si possa scandalizzare di questa mia richiesta?”


“Non mi sono scandalizzata, ma semplicemente non mi aspettavo questa richiesta!”


“Spogliati e mettiti a pancia in giù”


Ormai ero preda dei suo occhi e della sua voce, non riuscivo ad organizzare i miei pensieri in frasi coerenti con la situazione che si stava creando. Feci scivolare via la camicetta bianca, il reggiseno, i pantaloni e le mutandine e mi misi nella posizione che lo aggradava notando nel suo volto una strana espressione di piacere misto a un impulso irrefrenabile di sfiorarmi; ma non lo fece.


“Sembra come una collina lontana in una giornata estiva, un petalo di rosa rubato alla pigrizia del tempo che non scorre, un sole rosa che si specchia sul mare dei miei occhi. Maria hai un fondoschiena dannatamente bello!”


“Grazie Paolo, come sei dolce! Però devo dire che non mi sembri molto professionale nel tuo lavoro; sei smaliziato e birichino!”


“Che male c’è nel contemplare la bellezza e immaginare che queste forme delicate si muovano su di me, aggredendomi la pelle…. Che male c’è nel guardare nello specchio della passione più sfrenata e vedervi riflesso l’immagine sacra del tuo corpo che si infrange sul mio?”


“Paolo ma cosa stai dicendo?”


Ero confusa dal suo odore e dalle sue parole mentre la sua mano cominciava a sfiorarmi il fondoschiena e la sua pelle si mischiava alla mia.


“Maria, non so come sia possibile entrare in crisi in lavori del genere. Questo è un lavoro che, nel tuo caso, ti sei liberamente scelta…. e ora cosa succede?”


Continuava a sfiorarmi dandomi continue scosse dietro la schiena che mi facevano irrigidire, persa in una morsa lussuriosa che avvolgeva persino l’anima.


“Paolo, il fatto è che ora sento il bisogno di qualcosa di più, qualcosa per cui valga la pena vivere, morire, amare, qualcosa di diverso. La verità, Paolo, è che mi sento tremendamente sola. Le scopate con clienti occasionali, le serate tra alcol, droga e sesso con amici o clienti vari mi stanno disgustando. Sono entrata in un vortice che, presto, mi condurrà solo alla morte…….. Hai presente l’inferno dantesco? Mi sento come se stessi scendendo per gradi, scalino per scalino, girone per girone, tutti i peccati di questo mondo di merda fino a raggiungere la mia più completa perdizione, tra le braccia infuocate della mia morte inutile che nessuno piangerà.”


“Che male c’è nell’essere peccatrice? Poi di un peccato cosi nobile come la lussuria? -Donami la castità, ma non ora, ti prego- diceva un santo abbastanza famoso, un certo Agostino.” Lo guardavo mentre mi sfiorava e sembrava dicesse quelle parole come in uno stato di assenza dal corpo e continuava a far muovere le mani su di me come se fossi un pianoforte e la mia pelle le note di qualche ballata romantica ed erotica allo stesso tempo, e l’eccitazione saliva.


Si stava perdendo in tutto quello che aveva intorno e nella contemplazione del mio corpo mentre in lui vedevo un filo di paura, la mia stessa paura.


“Maria, tu hai paura forse come me! La tua è la paura di rispecchiarsi in un'altra persona e sfoghi la tua anima nel sesso per paura del confronto reale con l’altra persona. Succede anche a me; io amo il corpo femminile e mi concentro nei particolari. Amo l’esteriorità perché ho una paura tremenda di confrontarmi con quello che invece le donne hanno dentro, il loro mondo. Te hai la mia stessa paura, siamo lussuriosi e niente più. Noi fissiamo il nostro interesse in tutto quello che ci circonda non capendo che quello di cui abbiamo bisogno è gia dentro noi stessi, ma sarebbe troppo semplice farlo uscire fuori, cosi ci concentriamo sull’esterno. Il problema subentra quando incontriamo l’altro, il diverso, il non noi; veniamo colti da un senso di timore verso l’altro e cerchiamo di combatterlo per paura di confrontarci e uscire sconfitti, così ci rifugiamo nel suo corpo e nel nostro appagamento. Maria, noi scopiamo ma non conosciamo l’anima di chi è dentro di noi, siamo solo degli inutili esteti che non piangerà nessuno.


 


Ma poi, comunque, se questo è il tuo reale stato d’animo, è come se inconsciamente sia intervenuto qualche meccanismo che sta provando a salvarti; che ne so, un fatto che stia provando a farti cambiare. Ma sinceramente questo è il problema finale. La cosa che più mi affascina nelle prostitute è capire come siete giunte a questo bellissimo lavoro.”


“Non ne voglio parlare.”


“Bene, già alla prima seduta ho capito dove è ammatassato il tuo nodo.” e uno strano sorriso beffardo gli illuminò quel volto che non  riuscivo a delineare. Sembrava come se mi conoscesse alla perfezione, come se sapesse tutto di me già prima di incontrarmi, come se in quel sorriso mordace fosse racchiusa tutta la mia storia e lui, a mia insaputa, ne era il guardiano segreto. Aveva un fare irritante e lascivo che lo rendeva odioso ma affascinante in maniera quasi oscena. Mi attirava in tutte le sue movenze e in tutte le sue parole, sapeva attrarmi e respingermi e io, non potevo non abbandonarmi a lui.


Occhi magnetici fissi su di me. Sorriso intenso e bianco.


 


Luja

Meloni e company facessero leggi più serie anzichè Vietare le parole «handicappato» e «diversamente abile» nei documenti ufficiali. un linguaggio più inclusivo non si fa per via legislativa

  se invece  di  fare  una legge  per una   cosa di poco conto   visto che  la  sostanza  non cambia   facessero leggi  o  almeno modificase...