4.3.09

IL CASO PALERMO

IL CASO PALERMO


Scavando a mani nude tra le cose e le non cose che in un Mondo senza ideali regolano l'esistenza di questo agglomerato di uomini e di case (Ugo Arioti )


Mi corre l'obbligo di fare una premessa storica in merito a questo articolo . La premessa è che questo brano che rileggo oggi è stato scritto da me nel 1975, cioè più di 30 anni fa, io ero studente di architettura. Nel rileggere questo brano, quasi un "jè accuse" pensai, in un primo momento, che mi stessi rituffando indietro nei ricordi di un tempo andato. Il solito romanticismo di quando si guarda una foto dai colori sbiaditi che ci racconta della nostra giovinezza, invece lo ho trovato ancora oggi spietatamente attuale e, aggiungo, drammaticamente giovanile e non compendiato da quanto di peggio ancora è successo in questi trenta anni sotto i nostri occhi. Spero, comunque, essendo un idealista e un inguaribile romantico che farlo leggere ad altri possa esrvire da esorcismo. Forse la sola maniera per ridare a questo martoriato corpo urbano la dignità che gli compete, grazie a tutti voi che vorrete partecipare a questo rito.


Non si deve, non si può(Demagogia) demandare alla moltitudine sociale il problema della gestione dello spazio, perché i conflitti che ne conseguono bloccano, paralizzano e sterilizzano l’edificio e l'intero corpo urbano. L’Architetto deve creare un organismo che ha una sua logica evolutiva, mettendo da parte le sue scatole da “ARTIGIANO”, belle fuori e vuote dentro. Un magnifico palazzo in mezzo a una …. Discarica di rifiuti è una vita morta, non ha uomini dentro, ma topi!


Palermo nuova, acefala d’amministrazione pubblica capace e fiera delle sue radici, piuttosto, invece, paralizzata da grossi “consultori burocratici” che talvolta non riescono neanche a spendere i soldi a loro disposizione si è quadruplicata dal dopoguerra ad oggi, e continua a crescere (unica fra le grandi città italiane) distruggendo i gradini e la valle della “defunta” “conca d’oro” e abbandonando al destino il suo centro ricco di palazzi e luoghi medioevali, rinascimentali, barocchi, liberty, etc. che oltre ad avere dato un carattere forte a questa città (una capitale) la avevano fatto conoscere nel mondo come una delle culle della civiltà mediterranea e in tempi di orgoglio e di luce la “PERLA DEL MEDITERRANEO”, per i suoi immensi giardini, per i laghi artificiali, le fontane, la vegetazione, i castelli.


Tutto questo patrimonio abbandonato a se stesso, crolla, nell’indifferenza generale, mentre la “grande periferia” continua a perpetuarsi, occupando anche, con il “patrocinio” dell’amministrazione comunale quei brani di città che ancora avevano un carattere forte e rappresentavano un oasi sociale nel caos; la Via Libertà con le sue ville e i suoi giardini è un esempio rappresentativo di questo scempio speculativo. Le oasi sociali così si vanno sempre più restringendo. La aggressione non risparmia neanche quei luoghi del nucleo più antico della città, “LA MEDINA”, che da sempre con il loro colore e la loro vita sono stati i più vissuti della città: I MERCATI.


Che importanza può avere il crollo del PALAZZO BONAGIA, uno dei gioielli della Via ALLORO.


C’è ancora qualcuno che si occupa di salvare dei monumenti. (Che spreco). Cosa dice Signora? La Soprintendenza? Solo Burosauri! Nessuna idea, regole ferre e sbarramenti arcani. ( un modo per guadagnare un piccolo potere di veto e salire nella scala dei FUNZIONARI ....di corte!)


Dopo il crollo, è stata avviata la “ricostruzione” della “Zisa” un monumento che occupa uno spazio che si sarebbe potuto utilizzare meglio come ZONA PEEP, o magari un palazzo a quindici piani (un occasione perduta per i poveri speculatori mafiosi, ogni tanto succede. Abbiate pazienza!).


Questi sono alcuni esempi, i cadaveri sono tanti, troppi, marcescenti. Pensate a quello che potrebbe succedere se la diga seicentesca di Via Maqueda crollasse?? Come ha detto scusi? Cosa è questa storia della diga di Via Maqueda? Vuole sapere questo? Non si è mai accorta che a metà della strada sia da un lato che dall'altro questa si trova su una quota più elevata dei quartiei che taglia? Il problema è che gli arabi avevano costruito una rete di canali per drenare le acque e quelli che sono venuti dopo ci hanno costruito sopra, cara Signora! Gia alcuni palazzi presentano forti crepe e fenomeni di slittamento, ma lei non si deve preoccupare. No, fin che la barca va la lasci andare e pensi alla salute e se poi ha un pò di tempo venga a casa dal Signor Sindaco che le offre un buon caffè e non ci pensiamo più a queste cose. E' come dire verra la fine del Mondo! Certo lo sappiamo che deve succedere, ma perchè deve succedere proprio oggi eh!?


Questo caos urbano, complici tutte le Amministrazioni Comunali(SPQP) dal dopoguerra ad oggi, ha creato una tipologia architettonica che si potrebbe definire “NEOGOTICA, i prototipi di quest' architettura di cui è ricchissimo il centro antico della città sono visibili a chiunque guardi con occhio, semplicente e misuratamente, più attento quello che succede dietro le facciate delle strade del centro. Alcune di queste pareti verticali sono sorrette da contrafforti in cemento o in tufo a “faccia vista” e sono recintati sul retro da muri (h = 2,00) in tufo, coronati da cordoli in cemento, i muri, che descrivono un perimetro, quasi a ricordare che lì c’era qualcosa. Questi manufatti di architettura neogotica naif sono ricchi di stucchi e vernici varie e di varia forma e sostanza, in alcuni angoli, quelli coperti dalla facciata principale dell’ex edificio, trovano posto i servizi igienici all’aperto. All’interno di questi edifici, spesso senza soffitto, trovano posto altri servizi urbani, quali:


1) LA DISCARICA DI SFABRICIDI


2) LA RACCOLTA DEI RIFIUTI IN FORME ASTRATTE E FANTASTICHE FINO AL PARADOSSO DEFINITIVO


3) L’ALLEVAMENTO DI RATTI E DI PIANTE SPONTANEE


4) ACQUITRINI PUTRIDI PER L'ALLEVAMENTO DELLE ZANZARE TIGRE.


Questi lotti sono occupati spesso, da indigeni o aborigeni con l’animo del costruttore. Questa varia umanità ricava, con materiali poveri, dei box, dei negozi, o addirittura delle abitazioni, ritagliandole all’interno di queste aree; lo fa con un artigianato eclettico, ma assolutamente naif. Il patrimonio di case, vicoli, piazze, mercati, torri, chiese, castelli, portilizi , conventi, cortili, gallerie, archi, insomma tutto quanto rappresenta la città e il suo cuore vivo è in uno stato d'abbandono tale, da rendere difficile anche la semplice manutenzione, soprattutto per gli edifici e i luoghi urbani che si trovano all’interno dei quattro mandamenti della città antica.


Molte le superfetazioni, le incrostazioni, le sopraelevazioni e gli "indeguamenti" del dopoguerra che hanno svisato interi isolati il cui anno di costruzione può ritenersi quasi con esattezza incluso fra il 1.000 e il 1.200. E’ il tramonto dell’idea Leonardesca dell’uomo come centro e misura del sistema sociale. L’agglomerato urbano della Palermo “nuova” che cresce non ha la capacità di rendere credibile la sua protestata necessità d’essere.


Ugo Arioti

2 commenti:

anonimo ha detto...

Mi piace, con spirito, ma anche con sapiente miscellanea di eventi e storie incrociate. E' figlio di questa generazione ancora viva che vede scomparire il vecchio mondo sottto i colpi del consumismo e della politichetta!

compagnidiviaggio ha detto...

questi sono i commenti che preferisco e non quelli di prima http://www.splinder.com/myblog/post/58797/20093589/yes