lode a lui . ci fossero politici italiani in questo governo capaci di andare contro la corrente salvinista che ormai sta inquinando i m5 . Non capisco perchè l'm5 non si fondi direttamente con la lega tanto ormai sono la stessa cosa . Sotto la suia storia
da repubblica del 28\2\2019
Brexit, il Parlamento di Londra salva i cittadini Ue. Ma a pagare per tutti è un deputato “italiano”
La House of Commons britannica approva all’unanimità l’emendamento di Alberto Costa, parlamentare conservatore figlio di genitori italiani, che impone di preservare i diritti degli europei in Regno Unito (e viceversa) anche in caso di “No Deal”. Ma il politico è stato costretto a dimettersi dal governo, ecco perché
LONDRA. C’è un piccolo martire politico a Westminster nella difesa dei diritti dei cittadini Ue in Regno Unito. Si chiama Alberto Costa, è scozzese, ha 47 anni, è un parlamentare conservatore e, come si può immaginare, è di origini italiane, così come i suoi genitori. Costa ieri si è dimesso, o meglio è stato “dimissionato” dal suo incarico governativo al ministero per la Scozia, per aver presentato un emendamento per la conservazione dei diritti dei cittadini Ue in Regno Unito e di quelli britannici residenti in Unione europea. Emendamento poi approvato ieri sera dalla Camera dei Comuni con una maggioranza e un boato dai banchi così schiaccianti che lo speaker (presidente) dell’aula John Bercow lo ha avallato senza neanche far votare i parlamentari.
L’emendamento è importante perché chiede al governo britannico di impegnarsi a firmare insieme all’Ue un patto di protezione per i cittadini coinvolti nella Brexit, anche in caso di No Deal, cioè anche se Londra uscisse brutalmente dall’Unione Europea senza accordi con Bruxelles e i 27 Paesi membri. Insomma, la faccenda, dopo il voto di stasera, dovrà costitutire un negoziato a parte e tutti i cittadini europei in Regno Unito e quelli britannici nel “continente” dovranno avere i loro diritti protetti, qualsiasi cosa accada.
Ma perché Costa è stato mandato via dal governo May? Il motivo, fanno sapere fonti di Downing Street, è che essendo un membro - seppur minore - del governo, per prassi e convenzione non doveva presentare un emendamento a una mozione di base presentata dallo stesso esecutivo. Ma Costa ha infranto la regola per un motivo molto semplice: aveva troppo a cuore il futuro dei cittadini europei oltremanica e viceversa e quindi ha presentato comunque l’emendamento, a costo di essere poi costretto a lasciare il suo posto: “Sono felice che sia stato approvato”, ha scritto subito dopo su Twitter, “e ringrazio immensamente tutti i colleghi che mi hanno sostenuto”.
Fuori da Westminster ha poi aggiunto ai reporter: “È una vittoria straordinaria oggi, perché questo è qualcosa che ha chiesto e voluto l’intero Parlamento britannico, dai brexiters agli europeisti. È un chiaro messaggio che l’aula tutta ha voluto dare: i diritti dei cittadini devono essere garantiti in ogni caso. Questo”, ha aggiunto, “è anche un messaggio all’Ue e a Donald Tusk: l’intero Parlamento britannico oggi ha votato per preservare i diritti di tutti i cittadini, britannici ed europei. Ora tocca a lui dare mandato alla Commissione Europea di fare lo stesso. Applaudiamo tutti”, ha aggiunto poi Costa, gioioso.
Le sue dimissioni sono tuttavia paradossali perché davvero tutto il Parlamento ha appoggiato la sua misura, dal leader Labour Jeremy Corbyn all’acerrimo euroscettico Jacob Rees-Mogg, i quali sono stati addirittura i primi firmatari dell’emendamento. Costa, però, paga l’aver messo in difficoltà il governo con la sua azione, meritevole ma “anarchica” e fuori dagli schemi: martedì Theresa May aveva definito l’emendamento “non accettabile” (sia per ragioni formali sia perché riteneva l’argomento parte integrante delle sue negoziazioni complessive con l’Ue) ma temendo di scatenare un caso pericoloso per la sua reputazione ieri l’esecutivo ha fatto un clamoroso dietrofront e il ministro dell’interno Sajid Javid ha smentito persino la premier, dicendo ai giornalisti: “Ma certo che lo appoggeremo l’emendamento, chi ha mai detto di no?”.
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
28.2.19
27.2.19
Cipo, il "compagno" pappagallo che cinguetta 'Bandiera Rossa'
Intona 'Bandiera rossa' e proprio come nella canzone partigiana, nln sappiamo se ami il comunismo ma sicuramente adora la libertà. Il pappagallo Cipolla o Cipo infatti è scappato già due volte dalla sua casa fiorentina, dove è arrivato da chissà dove. "Non canta a comando, solo quando è felice - dice Michela che lo ha trovato e adottato - quando lo coccoli, quando mangia o quando arriva mia madre. Non sappiamo nemmeno da dove arrivi o chi gli abbia insegnato a fischiettare la canzone".
È stato proprio grazie al brano partigiano che Michela lo ha ritrovato. Dopo aver tappezzato il quartiere di volantini, si è messa a cantare l’inno dei lavoratori riprendendo soprattutto la strofa più amata da Cipolla, “Avanti popolo alla riscossa”. Lui non ha resistito al richiamo ed è uscito dalle fronde dell'albero nel quale si era nascosto
26.2.19
perchè non riesco ad essere completamene ateo e prchè l'esperimento di foligno non è esperimento
molti\e mi hanno accusato per il mio post precedente di ateismo invece la penso cosi
Per quanto riguarda lo pseudo esperimento di foligno ho ricevuto email che lo mettevano in dubbio come questi due articoli sotto
Sono due cose diverse e "due fasce di pubblico " differenti . Infatti il primo con un pubblico d'età quas maggiorenne e e con qualche base critica circa 16\18 anni nel primo casi è stato spiegato subito dopo ., nel secondo il pubblico erano di ragazzi con coscienza critica non ancora formata completamente e poi non c'è stata nessuna spiegazione successiva a ragazzi e nessuna richiesta \ nessun coinvolgimento dei genitori , i termini erano duri e troppo diretti , quando dovrebbero essere commisurati con il pubblico con cui si vuole fare quest gioco \ esperimento
Per quanto riguarda lo pseudo esperimento di foligno ho ricevuto email che lo mettevano in dubbio come questi due articoli sotto
- https://www.ilsussidiario.net/news/educazione/2019/2/24/bimbo-nero-di-foligno-quello-che-non-si-dice-tra-ipocrisia-e-falsa-narrazione/1851812/
- https://www.ilsussidiario.net/news/educazione/2019/2/23/foligno-bimbo-nero-in-angolo-sei-brutto-e-il-nostro-ritratto-di-dorian-gray/1851559/
Sono due cose diverse e "due fasce di pubblico " differenti . Infatti il primo con un pubblico d'età quas maggiorenne e e con qualche base critica circa 16\18 anni nel primo casi è stato spiegato subito dopo ., nel secondo il pubblico erano di ragazzi con coscienza critica non ancora formata completamente e poi non c'è stata nessuna spiegazione successiva a ragazzi e nessuna richiesta \ nessun coinvolgimento dei genitori , i termini erano duri e troppo diretti , quando dovrebbero essere commisurati con il pubblico con cui si vuole fare quest gioco \ esperimento
25.2.19
cosa è DIO ?
Erano anni 🤗😄 che cercavo e finalmente ho trovato ( al meno credo ) in questa slide riportsta sotto una risposta al quesito espresso nel titolo del post d'oggi .
ec soprattutto s'adirebbe verso chi in suo nome commetter discriminazioni come
“Migranti? Ci dicono che siamo cattivi cristiani. Però bisognerebbe anche guardare un po’ il catechismo. C’è un passaggio da tener conto: ‘ama il prossimo tuo’, cioè quello in tua prossimità. Quindi, prima di tutto cerchiamo di far star bene le nostre comunità”. Così il ministro della Famiglia e delle Disabilità, Lorenzo Fontana, spiega la politica migratoria della Lega, nel corso di una iniziativa elettorale leghista a Pisa.
Fontana cita la copertina di “Famiglia Cristiana” dedicata a Matteo Salvini (“Vade retro Salvini”) e aggiunge: “Se io amo le persone che arrivano dall’altra parte del mondo, però poi mi dimentico del disabile o della persona in difficoltà o del vicino di casa, sono un ipocrita. Quindi, come ha detto sempre Salvini, vanno aiutate le persone che effettivamente scappano dalla guerra, in particolar modo le donne e i bambini. Per quelle persone, grazie anche alle associazioni umanitarie, massima accoglienza e massimo aiuto. Ma quelli che vengono usati nella tratta degli schiavi vanno aiutati in un solo modo: bloccare la tratta degli schiavi e aiutarli sui loro territori”.Il politico leghista, poi, si rivolge al pubblico: “Immagino che, come me, voi tutti vediate ogni tanto anche le pubblicità che mostranochi veramente muore di fame in Africa. E vedete che non sono quelli che arrivano qui. Quindi, ama il prossimo tuo, quello nella tua prossimità. Se abbiamo 4-5 milioni di poveri, non possiamo andare a occuparci dei poveri del resto del mondo, perché chi governa ha innanzitutto il dovere di far stare bene la comunità che, appunto, governa. Poi ovviamente, se tutti stanno bene e sono stati messi nelle condizioni di vivere bene, allora si aiuta soprattutto chi ha bisogno. Ma quando c’è qualcosa di strano dietro, bisogna stare attenti, perché, invece di aiutare, possiamo magari fare un danno sia a noi, sia a loro”.
Nel corso del suo intervento, il ministro definisce più volte la Lega “il partito che ama” e puntualizza: “La nostra azione politica si basa sul buon senso. Ho sempre pensato che quello che dovevamo fare era quello che avrebbe dovuto fare un buon padre o una buona madre di famiglia. E penso che non esista nessun buon padre di famiglia che voglia che il figlio si droghi. A livello governativo abbiamo proprio cercato di mettere al centro il buon senso e l’atteggiamento che avrebbe avuto un buon padre di famiglia”.
Cita, quindi, Quota 100 (“grazie a Matteo Salvini tanti si possono finalmente godere una meritata pensione con qualche anno di anticipo”) e ribadisce: “Noi siamo i buoni. Qua c’è un mondo alla rovescia. Se diciamo che un bimbo ha diritto ad avere una mamma e un papà, siamo cattivi. Ma come? E’ sempre stato così. Noi siamo il partito che ama”
In quanto tali dichiarazioni sono incontradto con lo spirito delle sacre scritture in quanto Gesù predicava il messaggio di Dio lo faceva a 360° senza nessuna distinzione e discriminazione
presa dalla bacheca facebook di Nicolas Micheletti |
ec soprattutto s'adirebbe verso chi in suo nome commetter discriminazioni come
Prima gli italiani? Per il ministro Fontana è basato sulla Bibbia: “Ama il prossimo tuo, cioè quello in tua prossimità”
“Migranti? Ci dicono che siamo cattivi cristiani. Però bisognerebbe anche guardare un po’ il catechismo. C’è un passaggio da tener conto: ‘ama il prossimo tuo’, cioè quello in tua prossimità. Quindi, prima di tutto cerchiamo di far star bene le nostre comunità”. Così il ministro della Famiglia e delle Disabilità, Lorenzo Fontana, spiega la politica migratoria della Lega, nel corso di una iniziativa elettorale leghista a Pisa.
Fontana cita la copertina di “Famiglia Cristiana” dedicata a Matteo Salvini (“Vade retro Salvini”) e aggiunge: “Se io amo le persone che arrivano dall’altra parte del mondo, però poi mi dimentico del disabile o della persona in difficoltà o del vicino di casa, sono un ipocrita. Quindi, come ha detto sempre Salvini, vanno aiutate le persone che effettivamente scappano dalla guerra, in particolar modo le donne e i bambini. Per quelle persone, grazie anche alle associazioni umanitarie, massima accoglienza e massimo aiuto. Ma quelli che vengono usati nella tratta degli schiavi vanno aiutati in un solo modo: bloccare la tratta degli schiavi e aiutarli sui loro territori”.Il politico leghista, poi, si rivolge al pubblico: “Immagino che, come me, voi tutti vediate ogni tanto anche le pubblicità che mostranochi veramente muore di fame in Africa. E vedete che non sono quelli che arrivano qui. Quindi, ama il prossimo tuo, quello nella tua prossimità. Se abbiamo 4-5 milioni di poveri, non possiamo andare a occuparci dei poveri del resto del mondo, perché chi governa ha innanzitutto il dovere di far stare bene la comunità che, appunto, governa. Poi ovviamente, se tutti stanno bene e sono stati messi nelle condizioni di vivere bene, allora si aiuta soprattutto chi ha bisogno. Ma quando c’è qualcosa di strano dietro, bisogna stare attenti, perché, invece di aiutare, possiamo magari fare un danno sia a noi, sia a loro”.
Nel corso del suo intervento, il ministro definisce più volte la Lega “il partito che ama” e puntualizza: “La nostra azione politica si basa sul buon senso. Ho sempre pensato che quello che dovevamo fare era quello che avrebbe dovuto fare un buon padre o una buona madre di famiglia. E penso che non esista nessun buon padre di famiglia che voglia che il figlio si droghi. A livello governativo abbiamo proprio cercato di mettere al centro il buon senso e l’atteggiamento che avrebbe avuto un buon padre di famiglia”.
Cita, quindi, Quota 100 (“grazie a Matteo Salvini tanti si possono finalmente godere una meritata pensione con qualche anno di anticipo”) e ribadisce: “Noi siamo i buoni. Qua c’è un mondo alla rovescia. Se diciamo che un bimbo ha diritto ad avere una mamma e un papà, siamo cattivi. Ma come? E’ sempre stato così. Noi siamo il partito che ama”
In quanto tali dichiarazioni sono incontradto con lo spirito delle sacre scritture in quanto Gesù predicava il messaggio di Dio lo faceva a 360° senza nessuna distinzione e discriminazione
24.2.19
NOI SIAMO MAGGIORANZA di Daniela Tuscano
chi era Luca Rossi
Trentatré fatidici anni, e sottolinearlo è forse scontato, forse retorico, ma necessario. Se ha un senso la parola "giovani", ce l'ha nell'interruzione, nell'incompiutezza, in quell'inafferrabile voglia che a noi adulti fa scuotere il capo, e dire "impossibile, se l'è cercata". È vero: quasi sempre i sogni giovanili sono irrealizzabili, esagerati e un po' sciocchi. Ma provate a privarvene, per un solo istante. Provate a credere davvero che questo sia il migliore dei mondi possibili. E vi trovereste ancora là, nel brodo primordiale, non giovani ma bruti, senza tempo né spazio. I giovani, di utopia possono morire. Ma cancellatela, e li avete abortiti in grembo.
Il 22 febbraio 1986 Luca Rossi,
un giovane studente della Bovisa, iscritto a Dp, che di sogni aveva la testa arruffata (no, scomposta), viene ucciso "per errore" nel modo più prosaico possibile, su un autobus, da un poliziotto. Luca forse è già vissuto troppo. Pare un reperto, con la sua glabra magrezza, gli occhi assonnati di peace&love, vacuamente milanese, su un treno di pendolari che per lui è diretto a Woodstock, o in India. È figlio del '68, o d'un '77 non ancora incattivito. Un Chatwin gentile in un'epoca d'arrembante edonismo, come quegli Ottanta di Craxi, Reagan e Thatcher. Che ci faceva lì?
Era febbraio, il mese del non ancora, del quasi inizio. La Pasqua di Luca non è mai giunta. Lui non ci credeva, non nel modo tradizionale, si capisce; credeva semplicemente si potesse esistere qui, su questa terra, con la velocità della fantasia.
A Parigi, il 6 dicembre di quello stesso anno, il cerchio invece si chiudeva. O forse, ancora, stava per fiorire. Cos'altro è infatti il Natale, se non una Pasqua d'inverno, un anticipo d'aldilà? Se Luca si sentiva cittadino del mondo, il suo coetaneo Malik Oussekine, con quel nome quasi palindromo, era un francese dalla testa ai piedi ("al cento per cento" direbbe un cantante oggi di moda). Che poi è lo stesso per un occidentale figlio di algerini, che non parla arabo, ha una faccetta bella e curiosa, semplice solo in apparenza: è un po' solitario, ha una sorella femminista, passa tre giorni su sette all'ospedale per una grave dialisi. È anche strano, non gli servono le canne e l'India, porta la giacca, legge il Vangelo malgrado sia musulmano. È affascinato dai missionari, il sacrificio, l'amore, cose così. E ascolta musica jazz. Troppo.
Ha il torto di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, un club di jazz appunto, nel pieno delle manifestazioni universitarie (ma lui, per problemi legati alla malattia, frequenta ancora le superiori) contro un disegno di legge iniquo. Sbaglia a uscire, a trovarsi in strada, a scappare quando vede arrivare due poliziotti motorizzati che brandiscono uno sfollagente gigantesco proprio nella sua direzione. E sbaglia a infilarsi in un portone dove lo inseguono e lo massacrano senza pietà. Sbaglia perché una figura come la sua oggi verrebbe considerata inverosimile anche dal più fantasioso degli scrittori. Sbaglia perché non dovrebbe esistere, perché un ministro dei suoi tempi, francese come lui, ne omaggia la memoria attaccando la sua famiglia e dandogli pure del coglione.
Ragazzi per sempre. Crocifissi senza religione, vale a dire senza formalismi; oltre le chiusure. Avevano misericordia. Si poteva. L'edonistico '86 della fine della storia e del rancore degli esclusi si era aperto e chiuso con queste due eccezioni. Che in realtà erano la regola. Noi volevamo quel mondo lì, di Luca, di Malik. La maggioranza eravamo noi!
© Daniela Tuscano
Trentatré fatidici anni, e sottolinearlo è forse scontato, forse retorico, ma necessario. Se ha un senso la parola "giovani", ce l'ha nell'interruzione, nell'incompiutezza, in quell'inafferrabile voglia che a noi adulti fa scuotere il capo, e dire "impossibile, se l'è cercata". È vero: quasi sempre i sogni giovanili sono irrealizzabili, esagerati e un po' sciocchi. Ma provate a privarvene, per un solo istante. Provate a credere davvero che questo sia il migliore dei mondi possibili. E vi trovereste ancora là, nel brodo primordiale, non giovani ma bruti, senza tempo né spazio. I giovani, di utopia possono morire. Ma cancellatela, e li avete abortiti in grembo.
Il 22 febbraio 1986 Luca Rossi,
un giovane studente della Bovisa, iscritto a Dp, che di sogni aveva la testa arruffata (no, scomposta), viene ucciso "per errore" nel modo più prosaico possibile, su un autobus, da un poliziotto. Luca forse è già vissuto troppo. Pare un reperto, con la sua glabra magrezza, gli occhi assonnati di peace&love, vacuamente milanese, su un treno di pendolari che per lui è diretto a Woodstock, o in India. È figlio del '68, o d'un '77 non ancora incattivito. Un Chatwin gentile in un'epoca d'arrembante edonismo, come quegli Ottanta di Craxi, Reagan e Thatcher. Che ci faceva lì?
Era febbraio, il mese del non ancora, del quasi inizio. La Pasqua di Luca non è mai giunta. Lui non ci credeva, non nel modo tradizionale, si capisce; credeva semplicemente si potesse esistere qui, su questa terra, con la velocità della fantasia.
A Parigi, il 6 dicembre di quello stesso anno, il cerchio invece si chiudeva. O forse, ancora, stava per fiorire. Cos'altro è infatti il Natale, se non una Pasqua d'inverno, un anticipo d'aldilà? Se Luca si sentiva cittadino del mondo, il suo coetaneo Malik Oussekine, con quel nome quasi palindromo, era un francese dalla testa ai piedi ("al cento per cento" direbbe un cantante oggi di moda). Che poi è lo stesso per un occidentale figlio di algerini, che non parla arabo, ha una faccetta bella e curiosa, semplice solo in apparenza: è un po' solitario, ha una sorella femminista, passa tre giorni su sette all'ospedale per una grave dialisi. È anche strano, non gli servono le canne e l'India, porta la giacca, legge il Vangelo malgrado sia musulmano. È affascinato dai missionari, il sacrificio, l'amore, cose così. E ascolta musica jazz. Troppo.
Ha il torto di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, un club di jazz appunto, nel pieno delle manifestazioni universitarie (ma lui, per problemi legati alla malattia, frequenta ancora le superiori) contro un disegno di legge iniquo. Sbaglia a uscire, a trovarsi in strada, a scappare quando vede arrivare due poliziotti motorizzati che brandiscono uno sfollagente gigantesco proprio nella sua direzione. E sbaglia a infilarsi in un portone dove lo inseguono e lo massacrano senza pietà. Sbaglia perché una figura come la sua oggi verrebbe considerata inverosimile anche dal più fantasioso degli scrittori. Sbaglia perché non dovrebbe esistere, perché un ministro dei suoi tempi, francese come lui, ne omaggia la memoria attaccando la sua famiglia e dandogli pure del coglione.
Ragazzi per sempre. Crocifissi senza religione, vale a dire senza formalismi; oltre le chiusure. Avevano misericordia. Si poteva. L'edonistico '86 della fine della storia e del rancore degli esclusi si era aperto e chiuso con queste due eccezioni. Che in realtà erano la regola. Noi volevamo quel mondo lì, di Luca, di Malik. La maggioranza eravamo noi!
© Daniela Tuscano
le cilìviltà ed il meditteraneo cagliari 14 febbraio - 16 aprile 2019 . la diversità spiegata ai salvinisti e razzisti di casa pound e forza nuova
Una spettacolare mostra quella che , vedere foto del manifesto ( le altre nei prossimi giorni -- qui un anticipo -- sul mio facebok ) si tiene a cagliari al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari / Palazzo di Città sito piazza Arsenale 1 , visitabile dal visitabile dal 14\2\2019 al 16\4\2019.
Una mostra interessantissima ed utilissima ( anche se se so che è come dare le perle ai porci , ma io sono testardo e non demordo ) per guardare dalla #Sardegna alle Civiltà del #Mediterraneo all’alba della Storia. Intrecci, confronti, dialoghi dal bacino del Mare Nostrum alle montagne del Caucaso. Oltre 550 opere da importanti Musei internazionali e dalle collezioni sarde, per connettere la #culturanuragica ai grandi processi di civilizzazione della protostoria.
Una mostra interessantissima ed utilissima ( anche se se so che è come dare le perle ai porci , ma io sono testardo e non demordo ) per guardare dalla #Sardegna alle Civiltà del #Mediterraneo all’alba della Storia. Intrecci, confronti, dialoghi dal bacino del Mare Nostrum alle montagne del Caucaso. Oltre 550 opere da importanti Musei internazionali e dalle collezioni sarde, per connettere la #culturanuragica ai grandi processi di civilizzazione della protostoria.
Utile soprattutt0o ed in particolare ai : #leghisti #salvinisti , #casaPound, ed affini che vedono gli italiani ed i sardi come puri ed gli altri popoli come barbari ed invasori . Ed a chi crede acriticamente alla loro propaganda e teorie astruse delle razze e della loro purezza. Infatti “Che cos’è il Mediterraneo?” si chiede lo storico Fernand Braudel, e risponde: “Mille cose insieme. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una cultura ma una serie di culture accatastate le une sulle altre. Viaggiare nel Mediterraneo significa sprofondare nell’abisso dei secoli, perché è un crocevia antichissimo”.
Infatti la sardegna in questo periodo , ma se si studia la sia storia e la sia cultura non quella standard delle guide turistiche e delel riviste patinate ci si a accorge che la risposta del Braudel vale fino all'anno mille cioè al XI secolo.
Ottima l'idea dei curatori \ curatrici d'aver inserito in gi sala insieme ai reparti anche : dei libri di pier paolo pasolini , mberto saba , quasimodo , k.kavatis , nazima hirknet , casula antioco ed altri autori ardi , aperti si detterminate poesie collegate alla tematica della mostra
e frasi come questa
o questa
che collegano a volte in maniera pindarica ma azzeccata la tematica della mostra . concludo cosi rispondo per l'ennessima volta scusate ma non ci riescoa mandarli a fanculo , a chi mi dice che non sono italiano e che insulto la mia patria . questa è la mia patria
.
Infatti la sardegna in questo periodo , ma se si studia la sia storia e la sia cultura non quella standard delle guide turistiche e delel riviste patinate ci si a accorge che la risposta del Braudel vale fino all'anno mille cioè al XI secolo.
Ottima l'idea dei curatori \ curatrici d'aver inserito in gi sala insieme ai reparti anche : dei libri di pier paolo pasolini , mberto saba , quasimodo , k.kavatis , nazima hirknet , casula antioco ed altri autori ardi , aperti si detterminate poesie collegate alla tematica della mostra
da https://www.instagram.com/mussi_secondo_/ |
e frasi come questa
o questa
che collegano a volte in maniera pindarica ma azzeccata la tematica della mostra . concludo cosi rispondo per l'ennessima volta scusate ma non ci riescoa mandarli a fanculo , a chi mi dice che non sono italiano e che insulto la mia patria . questa è la mia patria
.
23.2.19
L'UOMO MISTERIOSO SULLA COPERTINA DI "ABBEY ROAD" DEI BEATLES ED ALTRE STORIE
per approfondire
http://www.ondamusicale.it/index.php/oggi-in-primo-piano/11715-la-copertina-di-abbey-road-i-beatles-tra-misteri-e-verita
Quando è
(Nella foto di copertina di "Abbey Road"), Sul marciapiedi di destra, dietro la testa di John Lennon, si vede un uomo in piedi vicino a un’automobile nera della polizia, che da poco distante guarda incuriosito la scena. Il suo nome era Paul Cole, ed è morto il 13 febbraio 2008 - alla bella età di 96 anni - a Pensacola, in Florida.
http://stonemusic.it/6401/abbey-road-la-copertina-che-ha-fatto-la-storia/ |
Nel 2004 ha spiegato, in un’intervista all’agenzia giornalistica Scripps Treasure Coast Newspapers, le ragioni della sua presenza in Abbey Road.
Paul Cole:
“Ero in vacanza a Londra con mia moglie, e mi ero stufato di visitare musei. Dissi a mia moglie: vacci tu, stacci tutto il tempo che vuoi, io starò qui fuori, da queste parti.
Attaccai discorso col poliziotto che stava seduto nell’auto, chiacchierando di questioni tipo il traffico a Londra e roba simile”.
Erano le 10 del mattino dell’8 agosto del 1969. Il fotografo Iain McMillan era su una scala a pioli, proprio in mezzo alla strada, e fotografava i Beatles che attraversavano sulle zebre in fila indiana - l’intera faccenda durò una decina di minuti.
Paul Cole:
“Alzai lo sguardo, e c’erano quei quattro che camminavano in fila come le anatre. Una squadretta di eccentrici, avevano un’aria piuttosto radicale, nell’abbigliamento e nei capelli”.
Un anno dopo Cole notò la copertina di "Abbey Road" vicino al giradischi di casa (sua moglie stava cercando di imparare a suonare "Something" all’organo).
Paul Cole:
“Fu dura convincere i nostri figli. Dovetti insistere: prendete la lente d’ingrandimento, e vedrete che sono proprio io!”
Le 10 cose che non facciamo più da quando esiste internet
L’evoluzione e il progresso come ben tutti sappiamo di anno in anno cambiano la nostra realtà, anzi molto spesso addirittura di giorno in giorno. Con l’avvento di Internet la nostra vita è cambiata radicalmente, infatti da quando
mala tempora currunt .A Radio tre si parla di Primo Levi e alcuni ascoltatori protestano. "Basta con gli ebrei, non fate politica"
da repubblica 22\2\2019
La conduttrice Loredana Lipperini spiega sul suo profilo la scelta di leggere i commenti intolleranti arrivati durante il programma Fahrenheit. La Comunità ebraica di Roma: "Antisemitismo ora anche da ambienti dove non aveva mai preso piede"
La conduttrice del programma culturale Fahrenheit su Radio Tre Loredana Lipperini denuncia l'intolleranza di alcuni ascoltatori nei confronti degli ebrei. Ieri durante la puntata si è parlato di Primo Levi. Sono arrivati alla redazione alcuni messaggi di chi diceva "basta con questi ebrei" oppure "dovete fare cultura, non politica". Ma la conduttrice racconta in un post su Facebook come lei e il resto della redazione abbiano scelto di leggere comunque i messaggi, di pubblicarli. "Perché questa è la realtà, scrive. Ed è indispensabile conoscerla...per combatterla".
Abbiamo parlato dunque di Primo Levi e dunque sono arrivati messaggi di chi diceva "basta con questi ebrei" e "dovete fare cultura, non politica". Rispetto a qualche anno fa, un peggioramento: questi sms arrivavano quando parlavamo di rom. Dunque la platea dell'odio si allarga. Comunque li ho letti, li abbiamo pubblicati. Non è tolleranza, è esposizione della realtà. Questi sono ascoltatori di radio tre. Amano i libri e la musica, ma non vogliono sentir parlare di ebrei. Che piaccia o no, è la realtà, e penso sia indispensabile conoscerla. Per quanto mi riguarda, dismessi i panni della conduttrice, aggiungo: per combatterla.
Mentre dalla Comunità Ebraica di Roma fanno notare che "gli atti di antisemitismo sono sempre più frequenti e provenienti da ambienti dove si riteneva che l'antisemitismo non avesse ancora preso piede. Come se il lavoro sulla memoria di questi anni non fosse mai stato fatto. I social, poi, sono diventati lo strumento peggiore attraverso cui diffondere le tesi più assurde senza alcun controllo, nonostante le denunce fatte in questi anni".
Abbiamo smarrito il senso di ciò che succede , abbagliati dal pensiero dominante come testimonia il bliz dei fascisti di blocco studentesco al convegno dell'anpi sulle foibe
Si puo capire che non si sia d'accordo e potrebbe essere anche << E’ assurdo che una simile tragedia venga ancora lasciata raccontare dalle parole di chi vorrebbe sminuirla e renderla oggetto di negazionismo >> ma che fine ha fatto la libertà di parole e d'espressione ? invece di fare un simile gesto di lontana memoria ,
perchè non chiedete la parola d'intervenire e vi confrontate , mettendo a confronto le vostre interpretazioni con quelle degli altri ? Insomma, sarebbe anche ora che per vicende complesse e dolorose come queste non ci si fermasse a semplificazioni superficiali da una parte e dall'altra . Non basta citare qualche storico qua e là per non inciampare in assunti erronei o quantomeno discutibili. E l'argomento è troppo importante per facili ricette e strumetalizzazioni .Non sarebbe meglio cominciare a pubblicizzarevdibattiti di storici magari con prospettive diverse ma che divrebbero essere in grado di analizzare i fatti di allora ?
.
22.2.19
Lettera al prof di Foligno che ha umiliato l'alunno di colore
Spettabile.Matteo
Simili esperimenti sociologici come quello che lei dice d'aver voluto attuare vanno pensati bene. Infatti il modo in cui lo ha condotto poteva quasi in un Italia senza più anticorpi ( o quasi visto che alcuni dei bambini coinvolti di dono indignati ) avere , oltre che a creare eventuali danni psicologici a bambini di tenera età , le stesse conseguenze come quello fato anni fa negli Usa e riportato sia in un romanzo sia nel film die welle noto meglio come l'onda . Cosi facendo é scaduto nel razzismo più becero .
Invece d'arrampicarsi sugli specchi di cui si sentono fin qui i graffi delle unghie un po' di silenzio e chiudere scusa al bambino preso a modello non sarebbe male . Anzi... . Infatti il suo tentato esperimento anziché essere dimenticato in fretta come accade per tutto vista la velocità dell'informazione sarà ancora di più sulla bocca di tutti e se ne parlerà a lungo . La prossima volta che devi fare simili esperimenti falli meglio ora che sai dove hai toppato sbagliato .
21.2.19
a volte nella pattumiera si trovano tesori . Pensionato trova buoni per 1,5 milioni di euro nella spazzatura
da https://www.caffeinamagazine.it/italia/ 12 febbraio 2019/
È stato attratto da alcuni vecchi documenti nella spazzatura vicino a un cassonetto, e ha controllato. È stato così che Gaetano Cannavò, 83enne di Belpasso e residente a Messina, ha scoperto un tesoro in buoni fruttiferi emessi negli anni Trenta e Quaranta. Buoni del valore di 5mila lire ciascuno. L’uomo, dopo aver denunciato il ritrovamento, non ha avuto riscontro dagli eredi ed è così diventato titolare dei buoni. Cannavò si è così ritrovato titolare di un patrimonio che, ha detto ad Askanews, gli servirà per una vecchiaia serena, oltre che per fare un po’ di beneficenza.Il pensionato si è già messo in contatto con due avvocati, Sara Gitto e Ilaria Napolitano del Foro di Roma, che tuteleranno i suoi interessi. A loro ha dato mandato di agire per recuperare la somma presso Poste italiane e ministero delle Finanze, obbligati in solido a “onorare” tutti i debiti esistenti anche prima dell’avvento della Repubblica italiana.
Sono i due enti, infatti, a rispondere in solido non solo dei Titoli di Stato emessi durante la Repubblica Italiana, ma anche ai tempi del Regno d’Italia. L’udienza per Gaetano Cannavò è stata fissata davanti al Tribunale civile di Roma il 23 maggio. In Italia sono circa 10 milioni i titoli di credito “antichi” (tra buoni postali, libretti bancari, Bot, ecc. non riscossi ed ancora riscuotibili) ancora in circolazione, e relativamente ad essi c’è molta disinformazione, spiega il dottor Luigino Ingrosso, dello studio legale referente del signor Cannavò. Anche da parte degli Enti preposti al pagamento.
I buoni fruttiferi postali sono titoli che garantiscono ai risparmiatori la possibilità di riottenere in ogni momento il capitale versato, maggiorato degli interessi che maturano e aumentano anno dopo anno. Sono prodotti esclusivamente da Poste Italiane e sono garantiti direttamente dallo Stato italiano. Si tratta di una delle tipologie di prodotti finanziari più diffusi e longevi tra quelli proposti da Poste Italiane. Sono sul mercato in Italia da quasi cent’anni, cioè dal 1924.
La sottoscrizione dei buoni fruttiferi postali può essere fatta sia recandosi presso un qualsiasi ufficio postale che, in alcuni casi, attraverso internet. La loro forma è duplice: cartacea o dematerializzata. I buoni fruttiferi postali cartacei possono cadere in prescrizione, a 10 anni dalla data di scadenza del titolo. La trasformazione in Società per Azioni della Cassa Depositi e Prestiti, nel 2003, ha determinato il trasferimento di tutti i buoni fruttiferi postali emessi fino alla data del 13 aprile 2001 al Ministero dell’Economia e delle Finanze e la loro equiparazione ai titoli del debito pubblico.
20.2.19
intervista mancata alla sorella e al nipote ( componente della rinogaetanoband ) di rino gaetano
tra le tante mancate risposte celebri ecco quella che ho provato a fare alla famiglia di Rino Gaetano e ad Alessio Dari in arte Artù
1) tua madre ha detto a repubblica che oltre l'esistenza e“Ti voglio” ci sarebbe altro materiale prodotto dal cantautore crotonese. di cosa si tratta di altre canzoni , di altri scritti oltre a quelli pubblicati libro “ Rino Gaetano- Ma il cielo è sempre più blu - pensieri, racconti e canzoni inedite” di Massimo Cotto.?
2) cosa ne pensi di quella che giustamente questo articolo https://sentireascoltare.com/articoli/discografici-completisti-rino-gaetano/ chiama filologia retromaniaca guidata dall'interesse più che dal rigore che hanno le cose discografiche nel produrre gli inediti di tuo zio
3) come mai avete scelto di fare completare l'inedito ti voglio anziché riportarlo nella sua versione , se pur incompleta originale come avete fatto a san remo con in italia si sta male ?
per Alessio Dari, in arte Artù, il quale ha contribuito alla stesura delle parole mancanti. " come ci si sente ad avere un compito cosi gravoso cioè quello cdi completare una canzone non tua , non è una violenza all'opera di un autore ?
4) come mai se Rino era uno spirito libero che andava veramente non in maniera borghese \ radical chic in direzione ostinata e contraria avete venduto i diritti di due delle sue canzoni più dissacranti verso il potere : berta filava per lo Spot Spot Grande Punto e il cielo è sempre più per lo Spot Monte dei Paschi di Siena ?
2) cosa ne pensi di quella che giustamente questo articolo https://sentireascoltare.com/articoli/discografici-completisti-rino-gaetano/ chiama filologia retromaniaca guidata dall'interesse più che dal rigore che hanno le cose discografiche nel produrre gli inediti di tuo zio
3) come mai avete scelto di fare completare l'inedito ti voglio anziché riportarlo nella sua versione , se pur incompleta originale come avete fatto a san remo con in italia si sta male ?
per Alessio Dari, in arte Artù, il quale ha contribuito alla stesura delle parole mancanti. " come ci si sente ad avere un compito cosi gravoso cioè quello cdi completare una canzone non tua , non è una violenza all'opera di un autore ?
4) come mai se Rino era uno spirito libero che andava veramente non in maniera borghese \ radical chic in direzione ostinata e contraria avete venduto i diritti di due delle sue canzoni più dissacranti verso il potere : berta filava per lo Spot Spot Grande Punto e il cielo è sempre più per lo Spot Monte dei Paschi di Siena ?
Poi dopo aver ascoltato questa intervista
ed riletto i libri di Bruno da me recensiti qui sul blog mi è venuto da aggiungere quest'altra domanda
come mai visto che c Bruno Mautone si possa considerare : un coplottista , un mitomane \ come mai non è stato nè denunciato nè smentito da voi ne tnto meno replicato sui media alle sue affermazioni ?
ha senso oggi parlare di razzismo ed esiste ancora viste le nuove scoperte in ambito genetico che dicono che le razze non esistono ?
per approfondire
La mia elucubrazione : ha senso oggi parlare di razzismo ed esiste ancora viste le nuove scoperte in ambito genetico che dicono che le razze non esistono ? che avrebbe dovuto essere il post d'oggi , ma che ho mantenuto nel titolo trova risposta in questo pamphlet , di prossima uscita di Don Luigi Ciotti
- https://sociologicamente.it/razzismo-ha-ancora-senso-parlare-di-diverso/
- http://www.sipario.it/siparioscuolasociale/item/9746-sentimenti-di-razzismo-nella-societa-odierna.html
- https://it.wikipedia.org/wiki/Razzismo#Verso_il_razzismo_contemporaneo
La mia elucubrazione : ha senso oggi parlare di razzismo ed esiste ancora viste le nuove scoperte in ambito genetico che dicono che le razze non esistono ? che avrebbe dovuto essere il post d'oggi , ma che ho mantenuto nel titolo trova risposta in questo pamphlet , di prossima uscita di Don Luigi Ciotti
anche se non condivido tanto Don Ciotti in quanto mi sembra appartenente alla categoria dei professionisti dell'antimafia come li definiva Leonardo Sciascia ( 1921-1989 ) in un articolo sul corriere della sera che trova conferma a 30 anni di distanza o antimafia da salotto questo caso ha ragione. Infatti il problema del razzismo nel mondo - oggi - è strettamente legato all'aumento delle discriminazioni a seguito dei flussi migratori e delle intolleranze nei confronti delle minoranze religiose e sessuali. Le società europee, in particolare, sono attraversate da preoccupanti spinte razziste, di carattere xenofobo, nei confronti soprattutto dei migranti, della popolazione rom e degli omosessuali. Particolarmente gravi sono gli atteggiamenti di discriminazioni nei confronti degli stranieri provenienti della aree più povere del pianeta. Di fronte alle numerose e crescenti miserie, ingiustizie economiche, guerre e corruzione, che lacerano i tanti sud del mondo, migrare rappresenta per milioni di uomini, donne e bambine l’unica strada per cercare di costruirsi un futuro di speranza, pace e dignità. La crescita della presenza di stranieri è vissuta, ma più spesso percepita attraverso i mezzi di comunicazione, da molti cittadini come una minaccia.Pertanto, a fronte di un’apparentemente inarrestabile globalizzazione economica, --- sempre secondo https://www.unimondo.org/Guide/Politica/Xenofobia-e-razzismo/(desc)/show -- si è assistito( e si assiste corsivo mio ) al ritorno di spinte politiche dichiaratamente nazionaliste e xenofobe e al verificarsi di episodi di violenza e di intolleranza verso gli immigrati poveri. Alcuni governi e parlamenti degli stati europei hanno varato leggi sull'immigrazione che spesso entrano in contrasto con le loro costituzioni, con il trattato di Nizza o con le carte dei diritti umani delle Nazioni.Particolarmente complesso è il caso italiano; infatti, l’istituzione nel 1998 dei Centri di permanenza temporanea (CPT) - poi rinominati nel 2008, Centri di identificazione ed espulsione (CIE) - e l’introduzione del reato di clandestinità, approvato all'interno del cosiddetto “pacchetto sicurezza” varato nel 2009 dal governo Berlusconi, hanno sollevato molte critiche da parte di diversi settori della società civile e di molte ong italiane ed internazionali. Per la prima volta nella storia della Repubblica, uomini e donne sono di fatto arrestati e rinchiusi da 2 e 6 mesi solo per essere venute in Italia senza permesso di soggiorno; Medici senza Frontiere e Amnesty International hanno più volte denunciato, nell'ultimo decennio, le condizioni in cui vengono rinchiusi i migranti senza permesso di soggiorno e le violenze operate nei loro confronti da parte delle forze dell’ordine. Inoltre, secondo i rapporti di Amnesty International, accade che molti dei detenuti che hanno la possibilità di denunciare gli abusi di potere decidano di rinunciare ad intraprendere le vie legali mentre si trovano ancora nei Centri per paura di ritorsioni.
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