Stefano feltri ha ragione , facendo cosi non ne usciremo mai e in tanto la gente continuerà a morire ed le attività a chiudere . Molti mi diranno allora come fare ? semplice : 1) coordinamento nazionale o al limite regionale mettere da parte i loro localismi e campanilismi ., 2) vaccinare tutti indistintamente ad esempio se quel giorno dedicato a gli 80 anni si presenta un 25 enne vaccinare anche lui . cioè quel giorno ci sono 100 dosi e fra i 100 si presenta anche un 25 enne vaccinare anche lui
concordo con l'editoriale di Stefano Feltri 31 marzo 2021
A uccidere non è più il virus ma il nostro modo di gestirlo
Quando si leggono questi numeri, bisogna fermarsi a riflettere un attimo: 529 morti in un giorno. E non fanno neanche più notizia, perché siamo troppo presi a discutere del successo politico delle destre che sono riuscite a far inserire nel prossimo decreto legge misure per accelerare le riaperture, o perché c’è l’ennesima rissa tra presidenti di regione e governo centrale. Rimaniamo alla più semplice delle domande: perché ci sono ancora 529 morti? Mettiamo in fila un po’ di risposte.L’Italia ha vaccinato il 5,03 per cento della popolazione, il Regno Unito il 5,51 per cento. I morti inglesi sono scesi quasi a zero, su base quotidiana. In Italia siamo sempre tra i 300 e i 500. Segno che abbiamo vaccinato le persone sbagliate, come scriviamo da tempo su Domani.Il ministero della Salute censisce 2,9 milioni di somministrazioni a persone sopra gli 80 anni ma soltanto 638.000 a quelle tra i 70 e i 79, un milione per gli italiani tra i 60 e i 69 anni (la stessa cifra, quasi, che si registra tra i 30-39enni).L’Istituto superiore di sanità considera l’eccesso di mortalità per fasce di età rispetto allo scenario base, quello senza Covid, nelle grandi città. Per la prima volta da molti mesi, nella settimana che si è conclusa il 16 marzo il tasso di mortalità più alto e in crescita è stato quello nella fascia 65-74 anni. Ottantenni e persone più giovani muoiono meno perché vaccinate, si suppone.In una strana forma di eugenetica burocratica, praticata ma non dichiarata, stiamo lasciando morire le persone che il Covid uccide con maggiore facilità, mentre salviamo quelle che appartengono a una corporazione abbastanza forte da aver conquistato una qualche priorità.Questo paese ha qualcosa di profondo che non va, sia nel rapporto con la scienza che con l’etica. Un paio di esempi: le scuole vengono riaperte anche sulla base di uno studio scientifico, evocato perfino in un intervento del premier Draghi, di scarso valore e ancor più scarsa utilità, pubblicato su una versione minore di Lancet che chiede agli autori di pagare 3.500 dollari per avere spazio. Possiamo decidere che le scuole vanno aperte anche se pericolose, ma non possiamo raccontarci la frottola che sono tutte sicure.Su Domani Francesca Nava ha rivelato che per mesi l’ex premier Giuseppe Conte e l’attuale ministro della Salute Roberto Speranza hanno raccontato una versione falsa sulle decisioni prese a inizio pandemia, nella scelta di non chiudere subito Nembro e Alzano Lombardo il 2 marzo 2020. Ci sono molte attenuanti per le decisioni sbagliate a inizio pandemia, ma nessuna per mentire all’opinione pubblica, perché si può perdonare l’errore ma non la copertura sistematica degli errori. Quante altre volte è successo? Sta succedendo ancora?Dopo oltre un anno tocca dire che non è il virus a uccidere, ma il nostro modo di gestirlo. Se una legge stabilisse che tutti i pazienti con una verruca su un dito hanno la precedenza sui malati oncologici, di chi sarebbe la colpa dell’alto numero di morti evitabili tra i malati oncologici? Del tumore, dei medici o di chi ha fatto la regola?