6.12.04

[L'OSTRICA E LA PERLA]


Un'ostrica che non è stata ferita non produce perle.
Le Perle sono prodotti del dolore, risultati dell'entrata di una sostanza estranea o indesiderabile nell'interno dell'ostrica, come un parassita o un granello di sabbia.
Nella parte interna conchiglia esiste una sostanza luccicante chiamata nácar. Quando il granello di sabbia penetra, le cellule di nácar cominciano a lavorare e coprire il granello con strati per proteggere il corpo indifeso dell'ostrica.
Come risultato, una bella perla si formerà li nel suo interno.
Un'ostrica che non è stata ferita, mai produrrà perle, perché la perla è una ferita cicatrizzata.
Tu ti sei già sentito ferito con le parole di qualcuno ?


Sei già stato accusato di aver detto cose che mai hai pronunciato?


Le tue idee sono già state rifiutate o mal interpretate?


Hai già sentito duri colpi pregiudizio?


Hai già ricevuto in cambio l'indifferenza?


Allora hai prodotto una perla!


Copri le tue pene con vari strati di amore.
Infelicemente sono poche le persone che si interessano per questo tipo di sentimento.
La maggioranza impara appena a coltivare risentimenti, lasciando le ferite aperte, alimentandole con piccoli sentimenti, non permettendo che si cicatrizzino!
Cosi, in pratica, quello che vediamo "ostriche vuote" non perché non siano state ferite, ma perché non hanno saputo perdonare, comprendere e trasformare il dolore in amore!
FABBRICA PERLE ANCHE TU!

Senza titolo 433


... per ringraziare del gradito invito ...

Senza titolo 432


 

5.12.04

Senza titolo 431

Preferisco un sogno che non si avvera ad un vita senza sogni


Stanotte ho sognato
Che tutti i bimbi del mondo potevano sognare.
Che tutte le persone potevano parlare.
Stanotte ho sognato un'isola.
Un girotondo di popoli.
Stanotte ho sognato gente che cantava insieme su una spiaggia.
Davanti ad un fuoco senza fine.
Stanotte ho sognato il vento che mi spingeva.
Ho sognato il falco che ricominciava a volare.
Stanotte ho sognato ed ho capito.
Ho capito che senza sogni è impossibile sognare.
E' impossibile sognare bimbi, persone, isole, nazioni, spiagge, falchi.
E' impossibile capire.
Voglio vivere con un sogno.

Quanto si può crescere in pochi giorni o in uno solo?

                                                                                                                                                                                             Mi  sono  fatto la domanda  :<< Quanto si può crescere in pochi giorni o in uno solo? >>  fatta  da   kismat   nel suo ultimo post   ed  ecco al risposta  .


 


Dipende   dalla  strada   che uno sceglie  di percorrere  . Se  essa  è  : 1)  come monumento  (  Resistenza, marzo '95  dei mau Mau  da  materiale resistente  1945-1995 cd  del “  il manifesto    )    )  ovvero    come incapacità  o paura   di mettersi in discussione   o nell’attendismo ; 2)  come persona  pensante  |attiva  ovvero come uno spirito  libero   che se  frega   se la  gente  lo definisce  come  un matto  o un pazzo (  Modena City Ramblers  Fuori Campo  1999   )  solo perché non accetta  i  loro  schemi   e se  ne frega  di quello  che  dicono di lui o se  giudicano alternativo  o stravagante   o  rompiscatole e   preferisce  vivere come    quelli dell’inno di frigidaire  :


<<


amiamo amando la libertà 


amiamo amando la felicità


noi perdenti saremo i vincenti


di un mondo intero  senza  frontiere 


saremo sfigati \ ma siamo liberati 


 


>>


 


Persone pronte  a  mettersi in discussione  e fare  autocritica  ; 3) dalla nostra  forza di volontà   e dalla  tentazione di cedere  al consumismo  e  all’endonismo estremo  ed accettare   che per  arrivare  alla  felicità   la maggior  parte delle volte  bisogna soffrire  e fare  sacrifici  ,  proprio come fecero  i nostri  emigranti  e  i bambini  di quelli extra comunitari  che   affrontano problemi da  grandi \  adulti   tutti i  giorni    che  non hanno  tempo per  godersi la  loro infanzia  come appunto   la  storia  di Zio Paperone che   emigro  dalla  scozia  e in America  


Se  volete  , ma  credo che lo  avete dedotto   già  , voi  che leggete e scrivete sul mio blog  ,  indovinate  la mia strada  .


 


 Con questo  è tutto  a  presto

Colombe





Fuori le colombe si posano ovunque

è chiaro

dal loro tubare d'amore e piacere

è chiaro

dal loro frullare d'ali

ali come ventagli sul sonno del prigioniero

è chiaro che fuori

colombe si posano ovunque


la notte è giorno oltre le sbarre

qui il giorno è notte.


Reza Baraheni, Iran 1973. ( Scrittori dal carcere Ed.

Feltrinelli)


È stata incisa sulle pareti della cella , poiché non gli erano

concesse carta e penne

Senza titolo 430

Ringrazio per l'invito anche se io ho idee tutte mie e che forse, in parte, si scontreranno con la maggioranza di chi scrive qui...


Onorata...mando intanto il primo saluto.

Senza titolo 429

chi non fa tesoro


degli errori del passato


è condannato a ripeterli...


 

Senza titolo 428

I porci quando alzano lo sguardo s’affogano

Senza titolo 427

ringrazio di cuore per la possibilità che mi è stata offerta di fare un tratto di strada insieme...


spero di poter dare un contributo, e sono sicuro che lo stare con voi sarà occasione di arricchimento...

4.12.04

Senza titolo 426


Gocce di sole

Senza titolo 425


Tornata nella mia città….


 







È stata una bella e intensa settimana..ed anche fredda…


Dopo i primi momenti di smarrimento mi sono poi sentita a mio agio.. o quasi…


Ma stavo abituandomi a quella vita ordinata, fredda e intensa…


Ho disegnato per un’intera settimana, non ho fatto tutto ma una buona parte, e mi si chiede se sono pronta per insegnare, io rispondo che non lo so, che bisogna provare…


E lunedì si prova…


Camminavo per le strade di Milano e mi si gelava il viso


Mi svegliavo tutti i giorni con il picchiettare della pioggia sui vetri


Ho chiacchierato con qualcuno solo l’ultimo giorno che sono stata lì


Per il mio modo d’essere non potrebbe essere la mia città ideale


Ma per ciò che aspiro in un mondo lavorativo penso proprio che potrei adattarmi


Ho avuto una bella e calda accoglienza da chi mi aspettava


Ho conosciuto dei bambini troppo dolci


E


Ho sentito troppo la mancanza di ciò che avevo qui


 








Sono tornata e c’era lui che mi aspettava alla stazione.


I miei che non vedevano l’ora di vedermi


 








Sento che questa settimana via è stata diversa dalle altre mie partenze…


 








Quanto si può crescere in pochi giorni o in uno solo?


Senza titolo 424

Agrifoglio

3.12.04

Senza titolo 423

***SENZA TITOLO***


 


Piangi che fa bene,


rendi lacrima parola,


d’un abbraccio


ti accoglierò..


..sofferenze e


fragilità.


Condivisione,


scema il dolore..


..e non il sarcasmo


del tutto va bene


ti aiuterà a crescere…


Non arrenderti


alla speranza,


all’ombra di te


che gioca con ciò


che non sai.


Parole del dopo,


commiserazione


a buon mercato,


umiliano, quelle


mani, che invano


hanno cercato


il prima.


Tutti sapevano,


maestri di vita zen,


che ora saccenti,


plaudono di polemiche,


sterili come


i vuoti che non rendono mai.


Non sono Dio,


sono uomo


piccolo e fragile,


come te,


percorro sentieri persi


nel buio che non ha luce.


Ascolto,


il dono del sentire e avvertire,


e non solo,


dell’apparire parole ben vestite.


Una lacrima tra le altre,


sono ora senza te,


amica sconosciuta,


..che ti sei arresa e persa


nei vicoli bui dell’anima tua.


Nella società del finto silenzio,


gli urli delle fragilità,


si perdono,


inoperosi,


nelle vite che non ci sono.


Nell’era dell’avere,


non si ha,


non si possiede


ciò che si è,


colmi il vuoto


con


altro vuoto..


..vivi e non t’accorgi,


del cuore che passa accanto a te,


come fagotto,


e va via.


Chi sapeva..


saprà oggi e non più domani,


e tu sarai,


l’ennesimo puntino nero


su carta bianca,


bollata,


della morte che..


..lava le coscienze.


 


By Lapò

pensieri vari

L’altra  volta leggendo  <<  Alla ricerca delle coccole perdute. Una psicologia rivoluzionaria per il single e per la coppia >> di  Giulio Cesare Giacobbe e  dopo il test   sulla versione  cartacea  di PSYCHOLOGIES di questo mese   riguardante :<<  Quale  è la  vostra  età  interiore  >>   da  cui  risulta   che  interiormente  ho fra i  6 e  10   , per la spontaneità e il senso  dell’umorismo  , ma  che <<   dovete sforzarvi  di più per avere io piedi per terra   per non trovarvi ad inseguire   i  vostri desideri senza mai  realizzarli . spontaneità  e creatività , se male incanalati  , potrebbero influire   negativamente rendendovi capricciosi  ed  egoisti  .Date spazio ai vostri sogni  , ma  costruitevi anche dei punti  di riferimento   concreti per non perdere di  vista   la realtà  . >>. Ora  poiché  essendo abituato    solo  a mettere in pratica  solo il primo aspetto  , quando  ho letto   questo  ( che  era  anche  ciò  che mi dicevano i miei  genitori  e  alcuni miei  amici  \  che  )  sono entrato in para  … ehm … in paranoia  , ma  poi  dopo  un attenta  riflessione  sono arrivato  a capire  che  il mio modo d’agire  è  non è totalmente  giusto che devo trovare  un equilibrio  fra  l’età dell0innocenza  e  la  serietà  . Ora  non    è semplice  ne tanto meno indolore  (  per  chi  come  me  vede  che   sia dentro di noi sia nel mondo esterno non c’è niente  di fisso  e  di certo  e che  è abituato  a mettersi continuamente in discussione  )   quando  una  tua  certezza  viene messa  in discussione  / distrutta    da  te  o  da  “eventi esterni “ (  come in questo caso ) , ma  bisogna  , come dice (  questa  e  la mia interpretazione  )  de Gregori i nella canzone      battere  e levare   e il    costruir su macerie o mantenermi vivo”   dell'avvelenata  di Guccini,andare  avanti  e  costruirne un’altra   fino a  quando    tu stesso  o l’evolvesi degli eventi   non la  distruggono  nuovamente  .


 


 


 


 


 


Dopo  tanto   tempo che  iniziato a  viaggiare  dentro di me    e  a fare  auto – analisi   ho capito  ,  guardando il 1  dicembre   il cartone animato DoreDò  Doremi  mentre facevo da babysitter   a un mio cuginetto   di  3  grado ,   che quando i miei    mi rimproverano o perché  metta i piedi per terra o perché non  faccio abbastanza il mio dovere   , non stanno ostacolando   i miei  sogni , ma    ristanno aiutando  a  renderli migliori  e  gliene  devo essere  grato   e non  “ insultarli  rispondendo  per   le rime 


 


 


 


 


 


 


Non  sempre come dice  Guccini  in <<  non bisognerebbe  mai ritornare  >>  , ma  a volte il ritornare  al proprio passato   può essere d’aiuto   per andare  avanti  e  voltare pagina   opure  strapparla  e rincominciare 


 


Ora proporrò uno dei miei dialoghi cuore &  mente che   sono solito fare   nel mio  “archivio cartaceo 


 


IO


 Quando una storia   , un amicizia  (  nel mio caso , quella  verso   Chiara  Cleopatra  )  o  una relazione  è finita bene  o  male  ( nel mio caso )   non sempre  è possibile riaprirla  . Occorre  guardare  avanti e andare oltre  , mettendo  nel tuo cuore  e nel  tuo bagaglio di  viandante   le cose  più belle e perché no  anche  quelle  brutte    che   ti sono  state date  (  e lei  me ne  ha  date  diverse  con la  sua     diversità “  ) e fanne tesoro per la  tua opera  d’arte  .


Coscienza 


Sembra semplice   a dirsi  ma il problema  è metterlo  in pratica  .


IO 


Non t’arrendere in quanto , come  dice  Luca Carboni   nella famosa  canzone  : ci vuole  un fisico   bestiale   << ....perché Siam barche in mezzo al mare  >>  e  : <<   Ed il mio tempo non è denaro ma il mare aperto dei sentimenti le vele al vento del mio pensiero finché  quel vento resisterà >>   Sabrina Guzzanti  nella    La mia Patria   ,  bisogna  tentare  e ritentare  , esercitando  la    nostra  forza  di volontà  e  allenandosi  finché  non   diventa   automatico


Coscienza


E come  ?


IO


Io  ti ho  indicato la strada  sta  a te decidere  se percorrerla o meno  oppure sceglierne un senza  curve  e rettilinea   ovvero   una meno proficua  e magari meno  soddisfacente  \ gratificante  , effimera 


 

Senza titolo 422

"Cominciai a sognare anch'io insieme a loro
poi l'anima d'improvviso prese il volo."

Da ragazzo spiare i ragazzi giocare
al ritmo balordo del tuo cuore malato
e ti viene la voglia di uscire e provare
che cosa ti manca per correre al prato,
e ti tieni la voglia, e rimani a pensare
come diavolo fanno a riprendere fiato.

Da uomo avvertire il tempo sprecato
a farti narrare la vita dagli occhi
e mai poter bere alla coppa d'un fiato
ma a piccoli sorsi interrotti,
e mai poter bere alla coppa d'un fiato
ma a piccoli sorsi interrotti.

Eppure un sorriso io l'ho regalato
e ancora ritorna in ogni sua estate
quando io la guidai o fui forse guidato
a contarle i capelli con le mani sudate.

Non credo che chiesi promesse al suo sguardo,
non mi sembra che scelsi il silenzio o la voce,
quando il cuore stordì e ora no, non ricordo
se fu troppo sgomento o troppo felice,
e il cuore impazzì e ora no, non ricordo,
da quale orizzonte sfumasse la luce.

E fra lo spettacolo dolce dell'erba
fra lunghe carezze finite sul volto,
quelle sue cosce color madreperla
rimasero forse un fiore non colto.

Ma che la baciai questo sì lo ricordo
col cuore ormai sulle labbra,
ma che la baciai, per Dio, sì lo ricordo,
e il mio cuore le restò sulle labbra.

"E l'anima d'improvviso prese il volo
ma non mi sento di sognare con loro
no non si riesce di sognare con loro."
 [ un malato di cuore ]
:: faber::

2.12.04

Senza titolo 421

fosco oscuro


mare nero


quello che lasciò


tergere l’ombra


mia nell’esausto


respiro del terrore


accarezzando il


tetro tremore delle


carni esauste


non c’è senso


nella paura se


non quello di


perdersi in pensieri


ebri d’emozione


catalizzando l’aria


e lo sguardo


stringendo il mondo


in fondo allo


stomaco lasciandosi


andare fino


al coraggio

bhopal 3\12\1984 - 3\12\2004 ( II )


240 mesi di tosse e fame e, adesso, 555 dollari e 55 centesimi a testa per smettere di protestare



 








Una nube tossica provocò una catastrofe: decine di migliaia di morti


Bhopal vent'anni dopo. 555 dollari per il silenzio


I sopravvissuti aspettano i soldi della Union Carbide. In cambio l'impegno di smettere di protestare


DAL NOSTRO INVIATO








Una donna di Bhopal, rimasta vedova dopo l'incidente della Union Carbide (Reuters)
BHOPAL -
La tosse: per Arman, Raju e Ajju, che hanno 20 anni nel 2004, è la colonna sonora della loro vita. La tosse dei loro padri, delle madri, dei fratelli, delle sorelle, e dei vicini, oltre le sottili tramezze. Notte e giorno, estate e inverno, le pareti nude di casa riecheggiano i colpi di tosse. Non arriva e non arriverà mai quello liberatorio, quello che riuscirà a espellere il male dai bronchi sconquassati. Sopravvivere alla catastrofe chimica del 3 dicembre 1984 non è stato un grande affare: 240 mesi di tosse e fame e, adesso, 555 dollari e 55 centesimi a testa per smettere di protestare. Per lasciar finalmente sbiadire sui muri la scritta «Hang Anderson», impiccate Anderson, rinfrescata ancora ieri e riferita a Warren, l’ex amministratore delegato della Union Carbide, la fabbrica americana di pesticidi che ha trasformato una delle più belle e secolari città dell’India centrale in un assordante lazzaretto di tisici inguaribili.
Venticinquemila rupie per smettere di lamentare cecità, nausee, vomiti e fitte al petto. Per lasciare che il mondo dimentichi il nome di Bhopal e le cifre mai precisate della strage.
Tra i sedicimila e i trentamila morti, mezzo milione di superstiti malconci, 150 mila coi polmoni sfiniti e gli occhi cauterizzati dalla grande ustione chimica. E nessun processo per stabilire come sia accaduto.
Arman, Raju e Ajju, classe 1984 come la fuga di 40 tonnellate di gas, sono amici d’infanzia, cresciuti insieme nelle strade di terra battuta e pozzanghere di Congress Nagar, il quartiere musulmano a sud del vecchio stabilimento. Il destino loro e del vicinato quella notte tra il 2 e il 3 dicembre fu deciso dal vento che inseguì i fuggitivi verso meridione, con la sua nube carica di isocianato di metile, lo sterminatore di parassiti campestri, implacabile ingrediente di una miscela brevettata dalla Union Carbide col marchio «Sevin».
L’efficacia collaudata sugli insetti nei laboratori della Virginia occidentale diventò evidente, senza microscopio, ingigantita a misura d’uomo in India. Non erano cocciniglie e pidocchi a contorcersi nell’erba e nell’asfissia. Donne, uomini, bambini soffocavano nel loro sangue e nel loro vomito, bruciavano senza fuoco. Minuti, ore, giorni, mesi, anni: l’agonia si rivelò di proporzioni variabili. Proprio quanto le stime del disastro, delle conseguenze e delle responsabilità. E dell’impennata di tumori.
Vent’anni di congetture, che ad Arman, Raju e Ajju non interessano granché: vogliono solamente 555 dollari e spiccioli ciascuno, al più presto. «Perché senza quei soldi non possiamo far nulla» dice Arman, il più loquace del terzetto, accovacciato sul pavimento di casa accanto al padre, Feroz, venditore di farina, che dorme avvolto in una vecchia coperta. Per i loro 1.666 dollari e rotti, i tre ragazzi hanno piani precisi e comuni: «Prima cure mediche private e poi il business». Il business? «Sì, un negozio. O un’altra attività, che ci permetta di farci anche una famiglia». Con una ragazza di Bhopal? «Quelle di fuori sono più sane - parla chiaro Arman, con un guizzo astuto negli occhi -. Molte ragazze qui invecchiano senza un marito. A meno che siano molto belle e molto ricche».








Una donna indiana davanti a un muro di Bhopal (Afp)
I tre amici riscuoteranno probabilmente i loro soldi prima di compiere i 21 anni,
e da quel momento nulla potranno più pretendere o rivendicare per la loro infanzia bruciata e la loro adolescenza rubata al calcio, al cricket, alla scuola: «Siamo cresciuti analfabeti e deboli» apre bocca finalmente il timido Raju. Il quotidiano locale, Sandhya Prakash , pubblica l’elenco dei convocati il giorno dopo in tribunale, per la distribuzione degli assegni di risarcimento: le vendite sono triplicate, come il prezzo del giornale, da due a sei rupie. Dieci centesimi di euro ben spesi per quanti scopriranno di poter incassare, vent’anni dopo, il corrispettivo della loro salute. O dei loro morti: fino a un massimo di 100 mila rupie, 2.222 dollari e 22 centesimi, per un genitore o un figlio perduti. E’ la somma riconosciuta a 3.017 vittime. Respinte altre 12 mila richieste.
Non sono pochi soldi, ma si dissolvono subito nelle mani inesperte dei poveri, se arrivano a destinazione. E’ già successo con la prima rata, anticipata dal governo indiano tra il 1991 e il ’96: «Molti si sono comprati il televisore o sono stati spogliati dagli avvocati» racconta Rachna Dhinagra, portavoce della Campagna Internazionale Giustizia per Bhopal. Ora che la Corte Suprema indiana ha sbloccato i 327 milioni di dollari depositati dalla Union Carbide per 566 mila vittime, si cerca di scongiurare lo sperpero: «Stiamo organizzando gruppi di assistenza finanziaria - annuncia Rachna -, suggeriamo di investire in azioni delle Poste indiane, che rendono il 9 per cento, o di costruire una casa con pannelli a energia solare».
Nata 26 anni fa a Delhi e cresciuta per 21 a Detroit, Rachna ha abbandonato una carriera di consulente informatica in un’azienda americana quando ha scoperto che la sua prima cliente sarebbe stata la Dow Chemicals, il colosso che aveva assorbito la Union Carbide. E’ tornata in India e ora lavora alla Sambhavna Gynecological Clinic for Survivors, il Day hospital fondato dallo scrittore Dominique Lapierre con i diritti d’autore dei suoi successi: «La città della gioia», «I mille soli» e, naturalmente, «Mezzanotte e cinque a Bhopal».
Lapierre è arrivato ieri sera, trionfalmente accolto dall’armata di superstiti e attivisti. Le portabandiera sono due cinquantenni, Rashida Bee e Champa Devi Shukla, che hanno brandito minacciosamente le loro scope sotto le sedi della Dow Chemical di mezzo mondo, finché non hanno spuntato i risarcimenti. Contente? «No, vogliamo che i dirigenti della Dow vengano qui, in ginocchio - risponde Rashida -. Ci riusciremo. Devono ripulire la fabbrica abbandonata». Le scorie tossiche sono filtrate nel sottosuolo, hanno raggiunto la falda freatica, che disseta 14 comunità nel raggio di due chilometri: «Ventimila persone si stanno avvelenando giorno dopo giorno», Rachna cita analisi e studi concordi. La battaglia legale continua, come la tosse, come la contaminazione, come le marce e gli scioperi della fame. Perché continua a uccidere anche il killer, evaso a mezzanotte e cinque del 3 dicembre 1984, da un sistema di sicurezza governato al risparmio. Un killer che, da vent’anni, non fa differenza fra uomini e pidocchi.

Elisabetta Rosaspina

2 dicembre 2004 







http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/12_Dicembre/02/bhopal.shtml

1.12.04

A Natale regala solidariet&Atilde;&nbsp;, regala la Cholita!

                ricevo via  email dall' associazione magia delle  Anmde   questa iniziativa 






 



















Campagna di raccolta fondi per il progetto Huaro
 
Gentile amico,
in questo periodo la nostra associazione, che come ben sai gestisce Portale Perù, sta raccogliendo fondi per la realizzazione di una scuola per disabili nel villaggio di Huaro che è situato vicino a Cusco - Perù.
I costi per il completamento di questo centro sono considerevoli e quindi abbiamo pensato di istituire una serie di iniziative utili a conseguire l’obiettivo. Nelle prossime settimane riceverai altre newsletter simili a queste dove verranno promosse le varie attività; nel caso tu non fossi interessato ti chiediamo gentilmente di diffondere il messaggio ad amici e conoscenti.
Grazie per la tua collaborazione e comprensione.

Il Presidente dell’associazione Magie delle Ande
Gabriele Poli
 
 
Una bambola per Huaro è la nuova proposta dell’associazione Magie delle Ande per contribuire in modo concreto alla realizzazione del Centro Scolastico per bimbi e ragazzi disabili a Huaro.
Le bambole sono artisticamente e artigianalmente prodotte da Serena, la nostra amica che produce meraviglie nel suo laboratorio di Roma.
Tutte le bambole sono numerate e ogni numero corrisponde ad un nome.
Per maggiori informazioni clicca qui!

Senza titolo 420

Giornata contro l'Aids, ma l'Italia non dà i fondi

Cresce l'allarme ma a causa dei tagli alla Finanziaria il governo non onorerà gli impegni e non finanzierà il Fondo Globale

 


ROMA - «Nel 2004 l'Italia non sarà in grado di versare la sua quota annuale al Global Found per la lotta all'Aids». Lo ha confermato Giuseppe Deodato, direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo (Ministero degli Affari Esteri), alla vigilia della Giornata mondiale per la lotta all'Aids che si celebra il 1 dicembre in tutto il mondo. L'Italia, che insieme al Giappone è uno dei Paesi che contribuisce di più al fondo globale, ha ricordato Deodato, «ha avuto, infatti, grossi impedimenti a onorare il suo annuale impegno di 100 milioni di euro». L'impossibilità è data dal taglio per il 2004 che la Finanziaria ha previsto nell'ambito della cooperazione, taglio che ammonta esattamente a 100 milioni di euro sui 600 stanziati per il Ministero degli Esteri. L'Italia così non ha rispettato la prima scadenza del 31 luglio, né quella del 30 settembre per il versamento al Fondo, nato nel 2001, delle Nazioni Unite.
E questo nonostante l'allarme lanciato dagli infettivologi anche in Italia: il trend decrescente dei nuovi casi annuali si è interrotto e l'Italia, con
4000 nuovi casi annui torna a essere un Paese a rischio di crescita dell'epidemia (l'anno scorso erano 3500). Nel mondo i nuovi casi del 2004 ammontano a 5 milioni stima il rapporto 2004 di Unaids.



Fonte Corriere della Sera

 

Senza titolo 419


ALTA VELOCITA’


**(copyright SIAE)**


 




Tutto è curato


niente è improvvisato


due minuti un caffè giù al bar


ed il giornale da poco uscito


solo i titoli tempo non c'è




 


le gambe accavallate


di una ragazza in tram


frammentano i pensieri


ma non c'è tempo anche se lei sorride


e a saperlo non prendevi il caffè...




 


Alta velocità


corri formica a costruire l'eternità


alta velocità


ogni celletta uguale nell'alveare


alta velocità


se sbagli una curva finirai


fuori strada


alta velocità


cosa faresti se sapessi che


non c'è arrivo



 


Pillole rosse


per calmare i nervi


quelle gialle per tirarti su


son pance piene


gli schedari stracolmi


di notizie che non hanno un perché




 


ed al ritorno


niente gambe e i pensieri


quanto a quelli figurati ormai


hai letto che


pensano anche le scimmie


quindi è inutile pensare



anche noi


 


(che andiamo ad)



 


Alta velocità


sempre più forte senza mai più freno


alta velocità


al motto di «chi si pensa è perduto»


alta velocità


voglio arrivare prima d'esser partito


alta velocità


solo così potrò vedermi partire


alta velocità


corri formica a costruire l'eternità


alta velocità


cosa faresti se sapessi che...


non c'è arrivo