Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
10.7.08
Carfagna: oltre il "lato B"
" Marco Bettini presenterà: "Pentito, una storia di mafia"
RECENSIONE PRENDIMI E UCCIDIMI DI CARLO MENZINGER
Ultimamente sto leggendo spesso libri di autori c.d. "esordienti" e devo dire che questo provoca in me un doppio piacere: quello di leggere buoni libri e quello di scoprire nuovi autori.....
Certo tra le pubblicazioni degli editori minori capita di trovare anche titoli scadenti, ma lo stesso capita anche per gli editori maggiori e persino per alcuni autori affermati.....
Credo che gli utenti delle rete dovrebbero cercare di fare di più per aiutare questi "autori minori" ad emergere.....
In questi giorni ho avuto la fortuna di leggere, uno dietro l'altro due ottimi romanzi, sebbene assai diversi tra loro. Entrambi potrebbero essere dei bestseller, se solo disponessero di promozione e distribuzione adeguati. Del primo, "La morale di Pietra"di Monica Caira Monticelli ho già parlato. Vorrei ora dire del secondo.....
Si tratta di "PRENDIMI E UCCIDIMI" di un'autrice al suo primo romanzo, anche se proprio non si può dire sia una "esordiente" avendo alle spalle vent'anni di lavoro come sceneggiatrice di successo. Si tratta di Rossella Drudi. L'editore è Graus.....
La sua esperienza di sceneggiatrice si sente benissimo anche in questo libro, che ha il ritmo ed il respiro di un buon film. L'autrice ha sicuramente saputo tradurre molto bene questa sua esperienza di scrittura in una forma diversa.....
Si tratta di un thriller con tutti i crismi. Narra di un serial killer, ci sono dei poliziotti che indagano e c'è una valida ricostruzione psicologica dei personaggi ed in particolare dell'assassino, senza cadere negli eccessi dell'approfondimento delle turbe psichiche.....
La tensione e la suspance sono ben gestite e la storia ti "prende e…" trascina.....
C'è un numero elevato di personaggi, che possono essere sempre difficili da gestire, ma le loro apparizioni sono ben dosate e sono sufficientemente ben caratterizzati, così da non confondere il lettore, come potrebbe avvenire in tali casi.....
In conclusione, si tratta di una storia avvincente e ben scritta, senza sbafature o inutili divagazioni, come siamo abituati a leggere dai grandi autori di thriller americani.....
Da non perdere.....
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Le pagine sono 187. Il prezzo di copertina è € 13,50.
Ecco alcune sceneggiature di Rossella Drudi
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..E qui c'è un'intervista:..
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INTERVIS TA PRENDIMI E UCCIDIMI 2° PARTE10:45 seguito dalla prima parte dell'intervista | presentazione prendimi e uccidimi intervista rossella drudi 1^ parte10:35 [meno] ">intervista e presentazione di rosselal drudi in via veneto alla libreria arion il 17 dicembre 2007 per l'uscita del suo primo libro, un ... [altro] |
http://menzinger.splinder.com/
IN DIRETTA DALLO UTAH E GUERRA AL GOVERNO!
TROLL2 IN TV VIDEO INTERVISTE
Carissimi amici blogger, un saluto al volo, sto ancora in giro. Per ora posso solo postarvi questo video che racchiude quanto sta accadendo qui in america attorno al vecchio film Troll2. Questa è una delle tante interviste fatte nello Utah sul fenomeno, e mandate in tv in occasione di Nilbog Invasion che si è svolto dal 27 al 30 di giugno. Non ho il tempo di tradurlo, ma le immagini parlano da sole. Tra pochi giorni, al mio rientro, mi adopererò per raccontarvi tutto. Anche se qui, nel video tv, l'attore del film si è fatto tutte le interviste per se stesso per pubblicizzare il suo documentario nato sul film, ma poi dal 27 in avanti ci siamo anche noi, gli unici e veri autori del film. Ossia io per l'idea e la mia storia folle che tanto piace e claudio per la regia. A presto un bacio a tutti voi.
Un saluto speciale a Franca che non ha lasciato vuoto il mio blog, grazie Franca, però adesso lascia per un poco questo video. devo raccontarvi anche di Napoli ed Ischia agli approdi d'autore ad Ischia dove sto per arrivare con 20 fusi orari diversi nella testa. Allora un poco di pazienza e racconterò tutto a modo mio come sempre, sperando di farvi sorridere un pò.
Ah Dimenticavo stiamo per scendere in guerra contro il ministro della cultura con i 100autori, ma questa volta non siamo soli, con noi c'è tutta la filiera del cinema, dalla produzione, alla distribuzione, agli attori, ho dimenticato di dirvi perchè. Hanno tolto le due uniche leggi che con tanta fatica avevamo ottenuto l'altranno con il precedente governo, e che adesso hanno levato. Due leggi che permettevano anche all'Italia di essere indipendente nella produzione, nel nostro lavoro, senza aver più bisogno dello stato, senza dover più sottostare alla dittatura delle televisoni, finalmente liberi di lavorare con i nostri mezzi. E invece questo governo che si dichiara liberista ci vuole condannare allo statalismo, non è strano? Mettendo in ginocchio l'industria cinematografica e migliaia di lavoratori, proprio quando si stava riprendendo. Le due leggi in questione sono Tax credit e Tax Shelter. Ora non sto ad annoiarvi con i nostri problemi, ma sono quelli di tutti i lavoratori che chiedono solo di essere lasciati in grado di lavorare restando indipendenti. Liberi dai ricatti di scelta e messa in opera, liberi di scrivere le storie che piacciono a noi e al pubblico, liberi di scegliere attori veri e non i ..... liberi di pensare con la nostra testa e di rischiare con i nostri soldi .... Investendo senza nulla chiedere allo stato. Liberi di creare ed osare con le idee fuori dall'appiattimento televisivo che ha ridotto per troppo tempo il nostro cinema a delle brutte fiction, confezinate dalla tv. Ho fatto un pò di casino perchè sono troppe le cose che dovrei dire e tutte insieme s'impastano.
DI TUTTO, DI PIU'!
Ciao a tutti! Troverete gli articoli fra i più belli dal n.16 al più recente n. 25 di ETNOMONDI in versione PDF. Eccoli:
SAMURAI
GLI IDEOGRAMMI CINESI
CONOSCIAMO IL “DIVERSO”?
INTERVISTANDO…CHEN DALLA CINA
INUIT- IL POPOLO DI GHIACCIO
INTERVISTANDO…ANNA DALL’ERITREA
L’ELEFANTE AFRICANO E L’ASIATICO
I TUAREG
HIROSHI KUMAR E IL SUO VIAGGIO IN ASIA
IL SIGNIFICATO DEI COLORI
IL GALATEO ARABO A TAVOLA
LE BACCHETTE CINESI
LA LINGUA CINESE
LA SICILIA ARABA
DAL SOL LEVANTE: HOKUSAI
I LEONI AFRICANI
COME SI STABILISCE L’INIZIO DEL RAMADAN?
LA LINGUA URDU PAKISTANA
POESIA E LETTERATURA AFRICANA
DAL SOL LEVANTE: IL CALCIO IN GIAPPONE
GLI HUI: I MUSULMANI CINESI
VIAGGIO IN ARABIA SAUDITA
RITORNO IN EGITTO
IL MEGLIO DI…RISTORANTI ETNICI
NEWS FROM…EL ALAM
http://etnomondi1.splinder.com/post/17666465/ETNOMONDI+THE+BEST+2006-+2008
9.7.08
ecco perchè l'anarchia è l'unica via al nuovo fascismo \ berlusconismo
Giorgio Bocca l’Espresso 4 giugno
«Le cose che mi spaventano sono ormai parecchie; ma il livello di soggezione e di degrado intellettuale manifestato da una maggioranza dei nostri “onorevoli” mi spaventa più di tutto. Altro che bipartitismo compiuto! Qui siamo al sultanato, alla peggiore delle corti. Cavour diceva: meglio una Camera che un’anticamera. Ma quando un’anticamera si sovrappone alla Camera, non so più cosa sia peggio»
Giovanni Sartori* Corriere della Sera, 5 luglio
* non è un comunita ne tanto meno anarchico infatti può essere oggi considerato uno dei principali autori nel campo della Teoria della Democrazia, dei sistemi di partito e dell'ingegneria costituzionale nel mondo accademico internazionale.
la mia pelle
La mia pelle
Un telo di lino bianco
profumato d'erba
appena tagliata
per ricoprire
il mio corpo nudo.
Scivola delicato il telo
si unisce alla pelle
mi ama mi avvolge
come una fresca carezza.
Lento il filo di lino
viene tessuto per me.
Il mio corpo avvolto
nel telo bianco per te.
franca bassi
Come Ponzio Pilato
Ponzio Pilato, il governatore romano reso celebre dalla Bibbia e dai vangeli, deve aver ispirato gli uomini e le donne, tutti capi di stato, riuniti al G 8 di luglio a Toyako (Giappone).
Dopo la discussione sulla necessità di ridurre globalmente le emissioni di gas serra per tentare di intervenire sul cambiamento climatico, dai cosiddetti 8 grandi (Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Germania, Giappone, Francia, Italia, Russia; secondo logiche politiche ormai vetuste, altri paesi che meriterebbero un posto al tavolo sono tagliati fuori) è venuta fuori la seguente dichiarazione: “Un taglio delle emissioni di gas serra almeno del 50% entro il
Oltretutto, nemmeno una parola su un altro capitolo fondamentale della “questione clima”: l’adattamento ai mutamenti. Checché ne dicano gli ambientalisti radicali, anche bloccando completamente oggi l’emissione di gas serra, il mutamento climatico non si arresterebbe, dal momento che i gas serra perdurano a lungo in atmosfera e soprattutto perchè l’aumento della temperatura media è dovuto anche a fenomeni naturali, che si sovrappongono a quelli antropici amplificandoli.
Insomma, seguendo l’esempio dell’uomo che in virtù della sua indolenza lasciò condannare Gesù, se ne sono lavati le mani. Nel 2050 tutti gli attuali uomini di potere saranno morti o comunque fuori dai giochi; toccherà ad altri, che verranno dopo di loro, farsi carico delle scelte da intraprendere.
Un fallimento su tutta la linea, che testimonia sia la debolezza dell’attuale classe dirigente, incapace di reagire contro i gruppi di interesse e prendere decisioni forti, sia il fatto che ormai la situazione mondiale è completamente sfuggita di mano. L’idea balorda della crescita economica infinita (incapace di realizzarsi perchè il mondo, come tutti dovrebbero sapere, è capace di elargire solo o quasi risorse finite), ha ormai preso piede così fortemente che si è trasformata in un mantra, in un moto perpetuo privo di ogni forma di controllo che ha soggiogato le persone.
Con queste premesse, la prossima riunione a Copenaghen, che dovrebbe costituire il momento focale per la stesura di un trattato post-Kyoto (peraltro largamente insufficiente, e comunque non applicato da molti paesi, tra i quali ovviamente non poteva mancare l’Italia, da sempre prima nei record negativi: il nuovo ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, laurea in Scienze della Pubblica Amministrazione quindi esperta conoscitrice di biologia, fisica e ecologia, facendosi portavoce del governo Berlusconi durante l'incontro dei ministri dell'Ambiente a Kobe, Giappone, nel maggio scorso ha preannunciato che cercherà di rinegoziare gli obiettivi di riduzione di anidride carbonica assegnati all'Italia dal protocollo di Kyoto, -6.5% entro il 2012 e -18% entro il 2020, definendoli onerosi e irrealistici. Non si sbaglia, visto che dall'entrata in vigore del protocollo l'Italia invece di diminuirle ha costantemente aumentato le sue emissioni, accumulando un debito monetario enorme) avrà certamente un gramo destino.
Sorprendentemente, ma neanche tanto se si legge con attenzione, la reazione dei paesi emergenti più importanti (Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica) è stata di biasimo: secondo il loro comunicato si aspettavano che i tagli sarebbero stati dell’80-95% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990 (partendo da un 25-40% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020).
Attenzione però: questi tagli avrebbero dovuto essere a carico dei soli paesi sviluppati, che avrebbero dovuto “dare l’esempio”. I sacrifici agli altri, mentre noi (nel senso dei paesi emergenti) bravi privilegiati possiamo continuare a fare come ci pare, perseguendo gli obiettivi della crescita economica infinita.
L’Unione Europea, per bocca del presidente della Commissione Barroso, nella sua solita ambiguità si è comunque dichiarata soddisfatta dell’accordo.
Le associazioni che perseguono la tutela dell’ambiente la pensano un po’ diversamente. GREENPEACE ha dichiarato che “'L'accordo e' solo un patetico slogan senza sostanza, non indica alcun anno di riferimento rispetto a cui si vuole operare tale riduzione, e non ha alcun obiettivo intermedio vincolante, come invece richiesto all'interno delle negoziazioni delle Nazioni Unite''.
Per il WWF, ''I paesi del G8 sono responsabili del 62% dell'anidride carbonica accumulata nell'atmosfera terrestre; il Wwf trova patetico il loro modo di schivare ancora le proprie responsabilità e il rifiuto a trasformarsi dalla principale causa del problema, in risolutori del problema stesso ''.
LEGAMBIENTE: ''Il cambiamento climatico e' un problema di oggi, perche' rimandare la soluzione a domani? Le strade da percorrere sono già chiare: risparmio energetico, mobilità sostenibile, fonti rinnovabili. Prefissarsi obiettivi sempre più lontani nel tempo, senza darsi scadenze intermedie e' solo un modo per evitare di affrontare subito l'effetto serra ''.
Resta ancora viva solo la speranza per le iniziative che partono dal basso, dalla gente, in costante crescita. Una speranza comunque utopistica, dal momento che senza un processo di coordinamento centralizzato, ogni iniziativa, anche la migliore, rischia di trasformarsi in un cane sciolto incapace di incidere seriamente.
Secondo l’opinione di diversi studiosi, per assestare gli aumenti di temperatura su livelli accettabili le emissioni dovrebbero cominciare a decrescere entro i prossimi 10-15 anni. Per perseguire questo obiettivo i paesi industrializzati dovrebbero ridurre le emissioni tra il 25% e il 40% entro il 2020. Questo non prescindendo assolutamente da serie politiche di adattamento ai cambiamenti, che inevitabilmente si verificheranno.
The Snatcher
BIBLIOGRAFIA
Visconti, G.: Non sarà Kyoto a salvare il pianeta; Darwin, n.ro 23, Editoriale Darwin s.r.l., Roma, gennaio/febbraio 2008, pp.42-49
8.7.08
Senza titolo 667
Parte1
"Sogno causato dal volo di un ape attorno a una melagrana un
secondo prima di svegliarsi" Salvador Dali' (1944)
L'amnesia del proprio vissuto notturno è un fenomeno molto frequente, e facile che durante la notte ci si alzi dal letto per bere o per rispondere ai propri bisogni fisiologici, e che non rimanga alcuna traccia di questo al risveglio. Nei bambini episodi di terrore notturno, in cui il bambino si alza gridando e svegliando i propri genitori in preda al panico, sono abbastanza comuni e vengono solitamente rismossi al mattino.
Quindi non dovrebbe stupire che in quello stato particolare che è il sonno, e in particolare la stasi che occupa circa un terzo della nostra vita, sia caratterizzato da una certa magmaticità e inafferrabilità. Chi ha il sonno fragile, sarà abituato a svegliarsi spesso durante l'arco della notte, e probabilmente sarà d'accordo con me, che non di rado i pensieri, le emozioni, i ricordi di questi periodi di veglia vengono confusi con quelli che emergono al risveglio al mattino.
Il sonno, è conoscenza abbastanza diffusa, è caratterizzato da differenti fasi, in alcune il cervello sprofonda in uno stato di sembre maggiore sincronizzazione, una parte di esso, il talamo, impedisce qualunque afferenza sensoriale alla corteccia, e rogola in maniera oscillatoria l'attività di tutti i neuorini cerebrali con un ritmo simile a quello del respiro. Una fase particolare del nostro sonno, è la fase Rem, caratterizzata invece da una attività cerebrale del cervello simile a quella dello stato ti veglia, in cui le popolazioni di neuroni che compongono le varie aree cerebrali (deputate all'analisi di differenti stimoli, cognizioni, pensieri ed emozioni) scaricano in maniera non coordinata, quasi come se stessero lavorando in stato cosciente. Il sogno, non è caratteristico unicamente di questa fase, anche se è prevalente nel sonno Rem.
Nel lobo occipitale (la parte posteriore della testa, sopra al cervelletto) avviene l'analisi visiva degli stimoli che colpiscono la retina. Questa aree è divisa in due aree minori, una parte chiamata corteccia striata, e una seconda parte, davanti alla prima, chiamata con molta fantasia corteccia pre-striata.
La corteccia striata è quella che elabora per prima gli input provenienti dagli occhi, e anche durante la fase rem rimane silente, al contrario la corteccia pre-striata, che di norma riceve il contenuto di elaborazione della corteccia striata, si attiva in modo molto simile alla veglia cosciente. Il fenomeno è particolare, ed enigamtico, infatti l'attività di questa corteccia è correlata alla produzioni delle immagini visive che seguono la percezione o l'immaginazione, costatato che con gli occhi chiusi nulla può arrivare dall'esterno, si è portati a presumere che l'elaborazione visiva della corteccia prestriata è dovuta principalmente ad input interni. A partire da questo punto, sono facili le elucubrazioni sul significato dei sogni, che potrebbero essere considerati fonte di sfogo dei nostri desideri o paure rimasti silenti durante il giorno. E' il "classico" approccio all'interpretazione dei sogno a partire dal lavore di Freud.
Altre teorie propongono una visione meno romentica del sogno, e di questa particolare attivazione delle aree visive ed emotive, durante il sonno. Per alcuni autori questa attività riflette scariche casuali di energia lungo il sistema nervoso, per evitare che l'assenza di attività per periodi troppo lunghi di tempo comporti la necrosi, e quindi la morte dei neuroni che compongono la nostra corteccia.
Una descrizione di questo tipo, non ancora confermata in modo certo dai dati empirici, nulla toglie però al significato dei sogni. Infatti pur essendo frutto di una scarica casuale di energia, i sogni hanno un signifcato, sono storie caratterizzate da una certa linearità narrativa, anche se caratterizzati da paradossalità e inconsistenza, inafferabilità.
Se questa coerenza non è data da una attivazione controllata del cervello per poter sfogare desideri e paure represse, non può che essere causa dei processi di recupere mnemonici che caratterizzado il nostro ragionare al mattino. Le immagini che produce il cervello sono si casuali e privi di significato, ma al mattino quando ci sforziamo di ricordarle, diamo una forma e un contenuto particolare a queste immagini, forma e contenuto che deve essere motivata da fattori interni, e quindi non si può escludere ancora una volta un ruolo dei nostri desideri e paure nella formazione del ricordo cosciente del nostro sogno.
L'intepretazione dei sogni è un argomento interessante, in internet abbondano siti che offrono servizi a pagamento di intepretazione, altri che forniscono dizionari simbolici del sogno, altri ancora che sono luoghi di discussione sui propri sogni e di intepretazione "reciproca".
Personalmente rifiuto l'idea che sia possibile compilare un dizionario dei sogni che vada bene per qualsiasi persona, sono dell'ipotesi che ogni persona abbia un proprio dizionario, e che spetti ad essa il compito di scoprirlo e conoscerlo. Il fatto che i dizionari dei sogni abbiano un così facile appiglio nelle persone, che molto spesse si dichiarano colpite dal realismo delle possibili interpretazioni a partire da questi dizionari, mi spinge con ancora maggiore sicurezza ad affermare che il sogno è frutto di una ristrutturazione del proprio vissuto notturno. In poche parole, da una serie di ricordi incoerenti, e parzialmente privi di significato, si opera un controllo pre-cosciente e inconscio sul loro contenuto, dandogli una forma nell'atto di riprenderli dalla memoria notturna. Il fatto che la lettura di un particolare significato di un simbolo porti a riconoscere la verità di quest'ultimo nel proprio vissuto notturno, potrebbe quindi essere la semplice ricostruzione di questo nucleo di immagini, per adattarlo al significato trovato nel dizionario.
Gomorra
continua a leggere su "Il Satiro Saggio"
7.7.08
Signore e signori... :-)
O chiedete direttamente qui. Un saluto a tutti/e.
Senza titolo 664
Riccardo Preziosi
In questo periodo la fortuna mi sta sorridendo, un incontro fortuito con uno psicoterapetua di stampo Lacaniano ad una conferenza sul ruolo del linguaggio nella psicanalisi mi sta portando numerose esperienze interessanti. Oggi abbiamo partecipato ad un briefing incentrato sullo stato di tre nuovi pazienti della suo clinica. Il primo era un uomo di circa settant'anni che si era rivolto assieme alla moglie allo psicologo per una disfuzione erettile che stava peggiorando la qualità della relazione coniugale, il tutto era partito circa un anno prima per il decesso per suicidio di un suo cugino. i punti principali emersi dalla prima seduta, era una sua assoluta mancanza di padronanza della lingua italiana, a favore di un dialetto meridionale, nonostante si fosse trasferito da più di quarant'anni a Milano, e avesse piene capacità di comprensione. Affianco a questo conflittuale rapporto con la parola, incentrato sul silenzio e sull'ascolto, si trova una condizione melanconica per la perdita della persona cara, e la disgregazione del tessuto parentale. La moglie si presentava come una persona iperattiva, abituata a prendere la voce del marito e ad accudirlo nei minimi bisogni, praticava palestra e corsa nonostante l'età avanzata, e la sua personalità è sembrata per certi versi accentratrice e maniacale. Il secondo caso riguardava un ragazzo di circa vent'anni, che di propria iniziativa si era presentato al dottore per un colloquio, il racconto del ragazzo era incentrato sulla relazione pessima con il padre, e la disgregazione familiare conseguente l'abbandono della madre del tetto coniugale a favore di una nuova relazione. Dal primo colloquio è emersa l'esagerata preoccupazione del ragazzo per suo fratello minore che al primo anno di liceo andava incontro a una probabile bocciatura. Dato particolare era la presa in carico da parte del ragazzo di una posizione eccessivamente matura, in cui vi era un eccesso di responsabilità nei confronti della propria famiglia e della relazione con i propri genitori. L'ultimo caso trattava di un bambino di otto anni, portato dalla madre in conseguenza del suo comportamento irrequieto, iperattivo conseguente una causa di divorzio molto travagliata e ancora in atto per quanto riguardava gli aspetti legali. Il bambino si dimostrava nelle prime sedute eccessivamente maturo, con una formidabile padronanza del linguaggio e della consapevolezza degli avvenimenti familiari. Il bambino molto bravo a scuola e nelle attività sportive si presentava metodico e preciso del riportare i propri successi e fallimenti, aspetti ai quali il bambino sembrava dare più importanza rispetto a quella data ai problemi che si trovava ad affrontare con i propri genitori. Il bambino era caratterizzato da una certa tendenza all'autoisolamento e conseguente allontanamento da parte del gruppo dei pari. Sintomatico un disegno fatto per descrivere una giornata passata al lago con la famiglia materna, nella scena l'unico personaggio presente era lui stesso, nessun parente o altra figura di riferimento, la scena povera di particolari, rappresentava un prato verde con dei tralicci della luce e le ombre proiettate sul terreno, e lui raffigurato a cavalcioni sulla mini-moto regalata dal padre.
Ci sono alcuni punti fondamentali che riguardano tutti e tre i casi clinici, il primo è il rapporto con il linguaggio, nel primo caso conflittuale, deviato sulla comprensione a svantaggio della produzione, nel secondo caso, il più complesso, si assisteva alla completa rinuncia di descrivere il proprio vissuto, se stessi, a favore della descrizione eccessivamente metodica, impersonale, e priva di qualsiasi emotività della condizione familiare, dei problemi che affliggevano il padre, la madre e il fratello minore. Il terzo caso, di cui non si avevano ancora sufficienti dati in merito, presentava problematiche che coinvolgevano i due genitori, e che indirettamente influenzavano la vita del bambino (in particolare il rapporto di dipendenza del marito dalla moglie come di un bambino dalla madre), oltre a problematiche di più difficile comprensione che riguardavano il bambino stesso, sogni problematici, e questa irrequietezza e violenza, tenuta nascosta durante le prime sedute di analisi attraverso un linguaggio esageratamente "adultizzato".
La seconda questione fondamentale è il rapporto con l'altro, nel senso di come l'Io è capace di affermarsi indipendentemente dall'Altro, e quindi della sua capacità di non rimanere passivo nei confronti delle altre persone e del contesto, come un semplice vaso che deve essere riempito. Nel primo caso asistiamo, come già detto, alla completa rinuncia del marito alla comunicazione e alla delega alla moglie nel tradurre il suo dialetto meriodiale, caratterizzato da ripetitività e limitatezza, quasi fosse una semplice appendice strumentale e manipolatoria, accessoria al linguaggio del corpo che assumeva il ruolo centrale della sua comunicazione. Nel secondo caso assistiamo invece , a una particolare rinuncia alla propria descrizione. E' un sintomo particolare, e degno di interesse, che nelle primissime sedute, un paziente trascorra la maggior parte del tempo nella descrizione dell'Altro, e delle sue vicende, tralasciando la descrizione delle proprie evicende emotive, dei propri desideri e paure, o banalmente delle proprie relazioni con l'altro sesso e i propri amici. Alle prime sedute il ragazzo si presentava privo di tratti nevrotici della personalità e profondamente quiescente, come se avesse abdicato a una propria espressione od emotività.
La situazione del bambino è invece poco chiara, anche se ha in comune con il ragazzo il terzo e ultimo punto fondamentale, l'espressione della domanda, perchè sono qui? Quali motivazioni sono alla base della mia richiesta di aiuto? Entrambi i pazienti non si sono concetrati minimamente sul problema di fondo che li spingeva a continuare il proprio trattamento psicanalitico. Infatti il bambino, alla domanda, non ha dato nessun motivo particolare, il ragazzo invece, alla medesima domanda, ha espresso per la prima volta dopo alcune sedute, un pizzico di emotività, un milligrammo di rabbia. "Sono qui perchè ho paura di fare gli stessi errori dei propri genitori". E da qui che si aprono le porte della possibilità del trattamento, solo dalla presa in carico della propria emotività che si può raggiungere l'indipendenza dall'Altro a favore di un Io personale e forte.
*L'altro è qui inteso come il mondo esterno, tutto ciò che non è la persona, quindi gli oggetti, le persone e le situazioni, come effettivamente sono, e non così come sono vissute dalla persona.
Senza titolo 661
Per sempre tua
L’olmo
Vorrei tenerti stretto a me
in un abbraccio eterno
vorrei che questo bacio
non terminasse mai
per sempre tua
sulla corteccia ferita dell’olmo
questo ancora si legge
ora abbraccio e bacio
nient’altro che il vuoto
il vento d’autunno
curva la schiena
trascina le ingiallite foglie
e i sogni miei
per sempre tua
lacrime di resina
primavera in polvere
per sempre tua
sulla corteccia della mia anima
Pietro Atzeni
6.7.08
IL SESSO E IL DANNO
Questo articolo non è destinato alle persone di una certa età, che bene o male hanno già vissuto le proprie difficoltà e i propri sogni. Si rivolge a chi ancora deve affrontare certi scogli, nella speranza che possa farlo con maggiore consapevolezza e meno danni. A quanto pare è sempre sbagliato separare la sessualità dalla procreazione: si rischia di ridurre l’atto d’amore a una forma di droga e di rinchiudersi in un egoismo asfissiante. L’ha ribadito Ratzinger, seguendo le tracce di Paolo VI, ad un congresso internazionale il 10 maggio 2008. Non è una novità. Da secoli la Chiesa cattolica raccomanda ai suoi fedeli di evitare accuratamente ogni rapporto sessuale che non sia finalizzato al concepimento di un bambino.
Ma non dice questo, si potrebbe obiettare, dice solo che i rapporti devono rimanere “aperti alla vita”...
Una sottigliezza teologica che non cambia affatto il risultato, visto che l’arrivo di un pargolo è proprio quel che succede, quasi sempre, quando si fanno certe cose senza le dovute precauzioni. Ormai si conosce bene l’inefficacia dei cosiddetti metodi naturali. Così, nonostante si proclami che il sesso “è cosa buona” e che “fa parte dell’economia della creazione”, nella pratica si cerca di snaturarlo e addirittura di impedirlo, caricandolo di risvolti peccaminosi e svalutando l’amore. A nulla vale il fatto che molti teologi cattolici siano in disaccordo. Le chiare affermazioni di Ratzinger sovrastano qualunque altra voce. Sarebbe molto facile fare dell’ironia anche pesante; oppure si potrebbe chiedere al papa se non sia meglio prendere provvedimenti seri contro la pedofilia, invece di sbirciare nelle camere da letto dei coniugi, ma non è questo il mio intento. Ciò che mi preme è piuttosto indagare i motivi alla base di un diktat tanto innaturale, e soprattutto le sue conseguenze.
Certamente nessuno può permettersi di avere un figlio all’anno, né lo vorrebbe. E l’unico modo per evitarlo, stando agli insegnamenti di Madre Chiesa, è astenersi completamente dai rapporti. Limitarsi a qualche casto bacetto, insomma.
Lasciamo perdere la retorica infarcita di termini come “dignità umana, “dono fecondo di sé”, “frutto dell’amore” e altri giri di parole: in sostanza è necessario praticare la castità a vita. Come i preti, si potrebbe dire, o meglio non dire.
Ma può una coppia rinunciare alla propria intimità?
Sì, quando non c’è più interesse. Quando l’amore è finito. Oppure quando l’età e le malattie hanno portato la pace dei sensi. Dunque è a questo che si deve puntare, per campare un po’ tranquilli. Diversamente si dovrà affrontare tutti i giorni la dura salita della rinuncia e del sacrificio. In nome di che cosa? In virtù di quale precetto divino?
Ma tant’è: la vita è una valle di lacrime, siamo nati per soffrire, siamo qui solo di passaggio ecc. ecc. Meno male che il cristiano deve coltivare la gioia! E come? Spingendo il proprio partner a cercare amore altrove?
Immaginiamo una giovane moglie che voglia dar retta a Ratzinger. Con tutta probabilità, dopo tre figli in tre anni si disporrà a rinunciare ai piaceri della carne, obbligando il marito a fare altrettanto. Dopo qualche tempo avremo una nuova famiglia disgregata, oppure un’altra moglie tradita e depressa. In compenso la parrocchia avrà guadagnato un’anima assidua da confortare e sollevare dalle pene della vita.
Certo, si sa che il cristianesimo richiede “scelte coraggiose” e “atti d’eroismo”; ma c’è qualcosa d’eroico nel distruggere consapevolmente una famiglia?
Per fortuna quasi nessuno obbedisce. E il risultato è un senso di colpa sottile che pervade tutta la vita matrimoniale. Il senso di colpa genera a sua volta un conflitto interiore e, di conseguenza, una sorta di silenziosa isteria e frustrazione. Tutto ciò non può non riversarsi nel rapporto di coppia, manifestandosi attraverso nervosismi, malumori, rifiuti. Ancora una volta sarà la parrocchia a trarne vantaggio. La parrocchia e il confessionale. Che succede, invece, se una coppia cristiana è sterile? A rigor di logica, visto che i rapporti non possono volgersi alla procreazione, dovrebbe astenersene: altrimenti il sesso diventa una droga, l’ha detto Ratzinger. I due dovrebbero quindi rassegnarsi a vivere come fratello e sorella. Oppure sarà meglio separarsi per non cadere in tentazione? Ma no, sicuramente il dispiacere di non poter avere figli purificherà i loro atti immorali, e potranno abbandonarsi alla libidine senza timore di andare all’inferno.
Per la Chiesa, l’unica cosa che giustifica un matrimonio è la procreazione. L’amore quanto conta? Ben poco, se viene paragonato addirittura agli stupefacenti! Dunque che dovrebbe fare chi scopre troppo tardi di aver sposato una persona sterile? Si suppone abbia tutti i diritti di reclamare. E il Santo Padre dovrebbe annullare questo matrimonio chiuso alla vita, o quanto meno chiudere gli occhi di fronte a un adulterio perpetrato per ottenere quel che spetta: un figlio.
E’ chiaro che il Magistero non si pronuncia in tal modo. Ma questi sono i paradossi a cui si va incontro a voler applicare sul serio la sua dottrina. Analizziamo ora l’effetto dell’undicesimo comandamento – Sta’ lontano dal sesso – sui ragazzi, su questi adolescenti che stanno tanto a cuore alla Chiesa.
Ratzinger si augura che ad essi venga riservata «un’attenzione del tutto peculiare, perché possano apprendere il vero senso dell’amore e si preparino a questo con un’adeguata educazione alla sessualità». Parole sante, su cui nessuno potrebbe dissentire. Ma vediamo nel concreto in cosa consiste l’attenzione agli adolescenti, ovvero l’educazione sessuale impartita da sacerdoti, catechisti e insegnanti di religione. Sfrondandola dal corollario delle pie motivazioni, può essere racchiusa tutta in tre divieti.
Uno: non devi avere rapporti sessuali di alcun tipo prima del matrimonio.
Due: anche da sposato, potrai concederti solo un certo tipo di rapporto.
Tre: non dovrai mai usare contraccettivi, anche se hai già otto figli.
Ora immaginiamo la reazione di un ragazzo di oggi a queste indicazioni. Nel migliore dei casi reprimerà un sorriso di commiserazione per i suoi educatori; nel peggiore si sentirà spinto a fare esattamente il contrario e a trasgredire in ogni modo.
Dai tempi di Adamo ed Eva sappiamo che le proibizioni non producono grandi risultati, se non sono accompagnati da spiegazioni convincenti. E in questo caso è impossibile darne: perché non ce ne sono! Ma la cosa più grave è che questa pseudo-educazione impedisce, di fatto, di affrontare l’argomento in modo serio ed efficace. Qualunque discorso, infatti, si infrangerà inevitabilmente sul muro del divieto. Quale catechista andrà mai a spiegare a dei ragazzini che non sarà il sesso prima del matrimonio a danneggiarli, bensì il sesso senza amore, fatto con la persona sbagliata, e soprattutto i rapporti troppo precoci? Chi oserà insegnare che il sesso è una cosa bellissima e sacra indipendentemente dal matrimonio, e che la sua principale funzione è la fusione dei due in uno, prima che il concepimento?
Eppure il loro interesse principale è proprio l’amore in tutte le sue forme. Snaturarlo, proibirlo e renderlo viscido e peccaminoso significa vietare la gioia di innamorarsi. Perché l’amore travolge! Quanto sarebbe più utile spiegare il modo corretto di vivere i sentimenti e le normali pulsioni vitali, invece di ammonire contro l’impurità della carne e gli assalti del demonio? Perché ciò che viene definito “demonio” non è altro che amore. L’invito della vita alla felicità.
Oppure il buon Dio si è proprio sbagliato? E giustamente il papa ha il dovere di correggerlo! Se è vero quel che ci insegnano, quando Dio fece il mondo era già avanti negli anni e un tantino distratto: diversamente non si spiegano tutti gli errori commessi nella creazione, e soprattutto nella creazione dell’uomo.
Una di queste divine sviste dev’essere stata proprio la naturale attrazione che lega gli uomini e le donne. Se è finalizzata soltanto alla procreazione, come Ratzinger ci racconta, perché mai il nostro Dio ci fa trascorrere tutta l’esistenza sui carboni ardenti, permettendo che ci desideriamo l’un l’altro anche quando non vogliamo avere un bambino? Forse anche questo è un modo per metterci alla prova e mandare tanti di noi all’inferno… Dunque siamo vittime di un Dio sadico?Difficile da credere. Preferisco pensare che a sbagliarsi sia il suo presunto portavoce.Ma su cosa poggia questa dottrina? Su quali basi la Chiesa ha stabilito che il sesso è quasi sempre peccato, e peccato mortale per giunta?
La maggior parte dei cattolici crede che sia scritto da qualche parte nella Bibbia, o che sia l’esatta interpretazione del comandamento che recita “Non commettere atti impuri” (così almeno è stato tradotto). E invece non è così. Si fonda unicamente sulla tradizione ecclesiastica.
Per la Chiesa cattolica la tradizione ha lo stesso valore delle Sacre Scritture. Ma che cos’è, in fondo, la tradizione? In questo caso non è altro che la continuazione nel tempo di un decreto o di un’abitudine inaugurata da un Padre, un papa o un vescovo – da un uomo, insomma – per qualche scopo preciso.
Qual è dunque lo scopo dei divieti in materia di sesso? A che servono? Chi ne trae giovamento? Le famiglie no di certo. I giovani nemmeno. Quindi neppure la società. Forse servono a Dio? Tutt’altro: ne fanno un ritratto assai meschino!
Ahimé, a trarne vantaggio è proprio la Chiesa. Madre Chiesa che per tenere in vita seminari, ordini, monasteri ha bisogno di vergini, o almeno di celibi e zitelle, di persone che per un motivo o per l’altro hanno rinunciato all’amore.
Madre Chiesa che per poter elargire il perdono di Dio, di cui è l’unica depositaria, ha bisogno di peccatori.
Madre Chiesa che ha avuto l’intelligenza di capire, fin dai primi secoli, che non c’è potere più grande del dominio sulle coscienze, e che il modo migliore per esercitarlo è seminare sensi di colpa.
Così gli uomini perdono la loro libertà, e spesso anche la gioia di vivere. La naturale pulsione verso il sesso, anziché essere vissuta in modo consapevole e sano, viene repressa e frustrata, trasformandosi talvolta in patologia fisica, eccesso o aberrazione. I nostri ragazzi, privi di un’educazione illuminata e concreta, sono incapaci di salvaguardare se stessi e di scoprire i veri piaceri della vita. Le iniziative umanitarie volte a porre un freno alle malattie a trasmissione sessuale vengono boicottate. E non di rado, nel segreto del confessionale, un sacerdote insiste morbosamente per conoscere tutti i particolari dei presunti peccati altrui.
«…Era nata sotto le mura della chiesa, cresciuta in parrocchia, educata in oratorio. Le avevano insegnato che avvicinare un ragazzo era pericoloso, lasciarsi sfiorare una grave impurità, concedere un bacio un peccato mortale. E l’inferno era terribile, con fiamme divoranti e diavoli lussuriosi. Lei aveva paura del fuoco. Perciò, quando venne il suo tempo, se ne tenne lontana. Aspettando l’amore pulito, quello appreso dai preti, vide gli uomini passarle accanto col loro carico di sporcizia. Ma quando morte arrivò, si accorse che il suo abbraccio era ancora più sporco.» (da “Le parole assassine”, ed. Kimerik)
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