21.11.09

RIPARTE L'ACCELERATORE DEL CERN - PHOTOSTORY PRIMOPIANO - ANSA.IT

RIPARTE L'ACCELERATORE DEL CERN - PHOTOSTORY PRIMOPIANO - ANSA.IT Riparte l'acceleratore del Cern, Obiettivo degli esperimenti nel Large Hadron Colliser di Ginevea e' esplorare i segreti della materia, Obiettivo degli esperimenti nel Large Hadron Colliser di Ginevea e' esplorare i segreti della materia, Primopiano, Notizie Ansa Leggi ancora...

20.11.09

Ovunque

dalla  nostra  cdv  ,    che non riesce  a pubblicarlo  ,   Daniela  tuscano ricevo ed inoltro  queto post 

La Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza è tornata a Milano per la terza volta. E per un appuntamento irrinunciabile.

a Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza è tornata a Milano per la terza volta. E per un appuntamento irrinunciabile.




Giorgio Schultze e i nostri amici partecipano infatti a Science for Peace, la grandiosa iniziativa lanciata dalla Fondazione Veronesi (sostenitrice della Marcia) per contribuire alla diffusione d'una cultura della pace e della non-violenza anche tra gli scienziati e i giovani.Si tratta d'un'altra tappa nell'ormai planetario percorso che ha portato la Marcia da Firenze al Marocco, dall'Umbria al Togo passando per Ravenna, Berlino, Roma e i più reconditi anfratti del nostro piccolo, grande pianeta. Vediamone alcuni                                                                                                              La Marcia manifesta al vertice Fao contro la fame nel mondo. Mentre i cosiddetti Grandi hanno scandalosamente disertato l'appuntamento, i rappresentanti "ufficiali" delle nazioni interessate hanno concluso l'incontro con un nulla di fatto, non stanziando nemmeno un centesimo a favore dei Paesi affamati (per salvare alcune banche furono trovati in un battibaleno 2000 miliardi di euro). "Si celebra la giornata per i diritti dell'infanzia - hanno denunciato i marciatori - e si permette che ogni secondo un bimbo muoia per denutrizione, dedicandogli al massimo una vaga dichiarazione di buona volontà che non si capisce quanto lo possa sfamare".Il  resto del post  con i  relativi  video   , che   non riesco a metterli avendo  problemi,lavori elettrici  nel  quartiere  , li trovate  sul  suo  blog  precisament  a questo  indirizzo  qui    http://dimelaltra.blogspot.com/2009/11/ovunque.html

Sgombero senza umanità

20/11/2009


Sgombero senza umanità


Da peacereporter.net


Il Comune di Milano mostra il pugno di ferro contro i rom di via Rubattino




Giovedì mattina i bambini della scuola elementare Elsa Morante di via Pini a Milano non hanno trovato sui banchi i loro compagni rom. Senza alcun preavviso e senza ascoltare le richieste di genitori, insegnanti, associazioni, il Comune ha sgomberato il campo rom che sorgeva nell'ex area Enel di via Rubattino e che ospitava quasi trecento persone, tra cui 50 minori. “Sono una maestra – ha detto Fabiana Robbiati, una delle insegnanti dell'istituto Morante in cui erano regolarmente iscritti ventisei bambini rom – e non posso pensare che questi bimbi resteranno lontani da scuola per un periodo di tempo indeterminato. Sono ragazzini molto educati, frequentavano le lezioni con passione e serietà. Si sono fatti volere bene. In breve tempo hanno conquistato tutti, anche chi aveva qualche pregiudizio sui nomadi. Questa mattina alcuni bimbi italiani hanno pianto quando hanno saputo quello che era accaduto ai loro coetanei rom”. All'umanità dei bimbi si contrappone l'atteggiamento del Comune di Milano che pare essersi scordato anche delle più semplici regole del diritto.


“Le ruspe - ha raccontato Stefano Pasta, volontario della Comunità di Sant'Egidio, che da due anni segue i minori del campo di via Rubattino - sono arrivate alle 6.30 e quello che ha stupito me, così come i volontari delle altre associazioni presenti, è che il Comune non ha offerto nulla in cambio. E' la prima volta che si verifica una situazione simile. Abbiamo protestato e ottenuto di poter fare delle richieste, ma la mediazione non è servita a molto. Nonostante venissero separati dalle proprie famiglie, 69 uomini hanno chiesto di poter trovare alloggio nei dormitori. I funzionari comunali hanno, però, risposto che non c'è disponibilità, perché sono al completo. A donne e bambini, invece, sono stati offerti dei posti presso alcune comunità fuori Milano. In un primo momento quasi tutte le donne avevano accettato, salvo poi scoprire che sarebbero state separate dai bimbi di età superiore ai sei anni. A quel punto, comprensibilmente, la maggior parte si è tirata indietro”. Stupisce anche la miopia dell'amministrazione milanese che nel giro di due anni e mezzo va fiera di aver realizzato 184 sgomberi, senza tener conto delle conseguenze.


Capita non di rado, come nel caso della baraccopoli sorta sotto il cavalcavia Bacula, che a nove sgomberi siano seguiti altrettanti ritorni da parte dei nomadi. La rimozione del problema non porta con sé la soluzione. Anche in quest'ultimo episodio la scelta dell'amministrazione milanese difetta di lungimiranza. Se prima i rom di via Rubattino si trovavano nella ex area Enel, ora sono poco distanti, esattamente nei giardini pubblici confinanti. “Ci sono circa ottanta persone - continua ancora Pasta – per la maggior parte bambini, donne anziane e incinte, che passeranno la notte al freddo. Stiamo cercando di trovare loro delle coperte e un posto dove passare la notte, ma molti saranno costretti a rimanere all'aperto. Non è possibile sgomberare in queste condizioni, senza assicurare nemmeno una soluzione alternativa: è contro ogni diritto. Senza contare che il Comune non ha tenuto in alcuna considerazione la grande mobilitazione da parte dei cittadini italiani per difendere la comunità rom”.


Ancora una volta l'amministrazione guidata dal sindaco Moratti ha scelto di usare il pugno di ferro e di chiudere le porte a una seria politica di integrazione che passi in primo luogo dalla scuola, come hanno cercato di spiegare le maestre, i genitori e i compagni dei trentasei bambini rom che da oggi non sanno più quando potranno tornare sui banchi.




benedetta guerriero


19.11.09

Senza titolo 1702

  VI PIACE QUESTO DETTO ROMANO ?  :-)


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NO ALLA VENDITA DEI BENI CONFISCATI


Firma l'appello: Niente regali alle mafie, i beni confiscati sono cosa nostra
Tredici anni fa, oltre un milione di cittadini firmarono la petizione che chiedeva al Parlamento di approvare la legge per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie. Un appello raccolto da tutte le forze politiche, che votarono all'unanimità le legge 109/96. Si coronava, così, il sogno di chi, a cominciare da Pio La Torre, aveva pagato con la propria vita l'impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illegalmente.


Da www.libera.it

A secco

 

Il mio blog somiglia sempre più a un bollettino di guerra. La prima a dispiacersene è la sottoscritta.

Quanto amerei occuparmi di racconti, poesie, piccole realtà quotidiane.

Invece, no: senza volerlo, i blogger sono diventati uno degli ultimi avamposti della democrazia in pericolo. Per questo tentano in ogni modo di zittirci.

Mi ritrovo, all'alba del 2010, a dover difendere diritti umani basilari, a ripetere verità un tempo scontate, a ribadire concetti ovvi, che si credevano assimilati.

Padre Zanotelli denuncia da sempre i pericoli della privatizzazione dell'acqua.

Ieri, l'ultima vergogna. L'ho saputo con più dolore (e rabbia, tanta rabbia) che meraviglia: con l'ennesimo ricorso al voto di fiducia, Berlusconi e la Lega hanno approvato l'art.15 del ddl Ronchi 135/09 che svenderà l'acqua potabile di rubinetto, il bene più prezioso, agli interessi di Confindustria e delle grandi multinazionali (cfr. il testo dell'obbrobio). La scelta della destra di privatizzare l'acqua, oltre ad essere sbagliata e pericolosa in quanto fa diventare un bene essenziale e comune a tutti i cittadini un privilegio e profitto per pochi, è anche in controtendenza rispetto alle decisioni di altri Paesi che, in precedenza, avevano optato per la privatizzazione e sono poi tornati sui propri passi.

Il Dio Mercato mostra, ogni giorno di più, il suo vero aspetto: quello di una dittatura non solo economica, ma anche e soprattutto politica, irriformabile e irrimediabile. Le prime conseguenze di questa logica perversa verranno pagate dai cittadini e dai lavoratori, attraverso l'aumento delle tariffe e la diminuzione delle manutenzioni, degli investimenti e dell'occupazione.

In Bolivia, giunsero a privatizzare anche l'acqua piovana. In seguito, scoppiò la rivoluzione.

Oggi, a Roma, il Forum dei Movimenti per l'acqua sarà ancora (ore 11.00) in piazza Montecitorio. E invita a una mailbombing su tutti i deputati. A Milano gli umanisti, assieme ad altre associazioni, si ritroveranno alle 16.30 in piazza Scala, per il primo presidio post-privatizzazione. Ma, ovviamente, stiamo solo contandoci. Chi comanda farebbe bene a ricordare che verrà un giorno, quando i ricchi sono troppo ricchi, in cui il disgusto li travolgerà, peggio del fango sporco e venefico che ci hanno lasciato in cambio di quest'ennesimo, infame ladrocinio. Rammento pure che "privato" è participio passato di "privare", cioè togliere. Cioè, furtare.

Daniela Tuscano

17.11.09

Voglio volare!

barba2


Vi sembra giusto che ogni mattina devo andare in giro per ospedali? mi sta crescendo la barba rossa. Oggi per stancare il mio nemico il signor Glaucoma, mi sono vendicata! dopo ultimate le visite, ho fatto 5 km a piedi per tornare a casa.


Glaucoma- Scusa Principessa, perché all'andata abbiamo preso il taxi e adesso mi fai fare tutta questa strada?


Principessa- Caro amico, visto che per colpa tua non posso andare sul "Piccolo Tibet" e nei boschi, che pensi che io mi arrendo? adesso cammina e falla finita.


Glaucoma-. Vabbè! ma fermati devo riprendere fiato, mi sento stanco! prendiamo qualcosa al bar?


Principessa- Ma che ti sei impazzito? Adesso, posso solo farti vedere “Villa Torlonia” ci sono tanti alberi e uccelli che cantano.


Glaucoma- Non m'interessano queste cose, io preferisco la luce spenta.


Principessa- A ne non interessano i tuoi desideri! ti sei chiesto, se a me piaceva averti come amico, visto che sei fastidioso e cattivo?


Glaucoma- Lo so, hai perfettamente ragione, scusami! cercherò di darti poco fastidio, anzi troviamo un accordo, se tu ti fermi, io vado più lento.


Principessa- non m'interessano i ricatti, adesso ci volevi anche tu a sconvolgermi la vita, io pensavo di essere uscita dal tunnel delle tasse appena pochi giorni or sono, tu bussi alla mia porta senza chiedere permesso  e pretendi di cambiare la mia vita, non ci sto! io seguiterò a fare tutto quello che facevo prima. Comunque se vuoi ti accontento, questa sera non ti faccio vedere la TV e non ti porto al cinema, ti chiudo in grotta, non c'è la luce e si sta freschi,così ti vengono i reumatismi alle ossa.


Glaucoma- ti prego! resterò in silenzio vicino a te! non lasciarmi solo ho paura.


Principessa-adesso cominci a ragionare, ti faro ascoltare un autolibro.


Glaucoma- cos'è l'autolibro?


Principessa- E' un libro che si ascolta, metterò la stanza al buio così sei contento, accenderò il CD e insieme ci trasferiremo con la fantasia, in un paese lontano a "Kabul" e faremo volare gli aquiloni colorati insieme a degli amici Hassan e Amir.


Glaucoma- Perché cerchi sempre gli aquiloni?


Principessa- Da bambina, quando vedevo gli uccelli e i gabbiani a fiume, desideravo volare con loro e quando l'aquilone è trasportato dalle correnti del vento e sento il filo che mi tira, ho la sensazione di volare anche io.


Glaucoma- Deve essere una bella sensazione  volare, cercherò di meritare la tua fiducia, smetterò di farti lacrimare gli occhi, così insieme possiamo andare sul 'Piccolo Tibet' e faremo volare i tuoi aquiloni colorati.


Principessa-Adesso sei un vero amico, vedrai che ti farò vedere tante belle cose, che nel tuo buio non hai mai visto.Franca Bassi 


 


aquilone2Immagini di franca - Piccolo Tibet  "I miei aquiloni colorati"

Senza titolo 1700

Leggete!

Leggete a voce alta e netta!

Leggete amici, a piena voce!

Leggete in modo che l’inferriata

Tremi e si spezzi.

 

Hikmet- Poesie

15.11.09

Margherita

Margherita di cotogneImmagine di franca "Margherita"


Cari amici, oggi per passare il tempo visto che non potevo andare ai miei boschi, ho fatto questa margherita per voi. Il centro è una torta di mele cotogne bagnata con il profumo del bergamotto, fatto per me dalla fata Mina del bosco di Ceglie. Nel mio studio oggi c'è un bel profumo.


Non posso rimandare


Questa mattina ho provato ad uscire
ma dopo poco ho desiderato tornare indietro.
La luce mi disturba
sarà effetto della cura non so!
Davanti allo schermo dopo un po'
gli occhi mi lacrimano
e devo abbandonare la scrittura.
Guardo il mio studio e penso
 quanti anni mi sono fermata tra queste pareti?
troppi...troppi!
Adesso che avevo deciso di evadere
dagli arresti domiciliari
devo ancora rimandare ancora non posso!
Qualche giorno fa...
ha bussato alla mia porta il signor Glaucoma!
Non lo conoscevo si è presentato
mi ha spaventato poi si è seduto alla mia scrivania
Ogni mattina  lo guardo non mi spaventa più
ci parlo le dico:
“Non mi fermerò lotterò fino a scacciare
le tenebre dalla mia vita non mi fermerai!”.
Ringrazio Dio per avermi donato ancora la luce.
franca bassi


 

Nemico pubblico(Public Enemies), 2009





 


Regia di Michael Mann, con Johnny Depp (John Dillinger), Christian Bale (Melvin Purvis), Marion Cotillard (Billie Frechette), Billy Crudup(Edgar J. Hoover), Giovanni Ribisi (Alvin Karpis), Stephen Dorff (Baby Face Nelson).


 


 


Nell’America della Grande Depressione John Dillinger, ex detenuto con un’infanzia difficile alle spalle, diventa il nemico pubblico numero uno: la sua specialità infatti è quella di rapinare banche, alle quali dà l’assalto con la sua banda. Nonostante la sua attività criminosa, per cui è strenuamente ricercato dall’ agente FBI Melvin Purvis, per molti americani è un eroe: Dillinger diventa famoso come “Rapinatore Gentiluomo”, che preferisce usare cortesia ed educazione alla violenza, alla quale ricorre solo se costretto.


Condivide la sua vita spericolata la compagna Billie,ma nonostante numerosi fallimenti l’FBI  è sempre più vicino…


 


BELLISSIMOOOOOO!!!!


Ispirato all’omonimo best seller di Bryan Bourroghs, il film a differenza del romanzo taglia completamente o quasi le storie dei vari “nemici pubblici”di quegli anni (Bonnie e Clyde, Mà Barker e i suoi figli, Baby Face Nelson e altri)concentrandosi solo sulla storia di John Dillinger, il principale tra i nemici pubblici. A dire la verità il film trascura la caratteristica principale per cui Dillinger, a differenza di altri”nemici pubblici”, era amato dalla gente, cioè il fatto di usare la violenza solo quando costretto dalla circostanze(vera o falsa che fosse questa cosa…): infatti in molte scene lo si vede menare le mani per nulla, mentre anche a detta di varie “vittime”delle sue rapine, non era così.


Il film mette in luce anche le varie magagne dell’FBI, dalla poca (quando nulla) organizzazione  e preparazione dei suoi uomini, che si lasciano spesso sfuggire malvivente che passano loro davanti senza che essi se ne accorgano, alla crudeltà usate negli interrogatori(il pestaggio di Billie, fermato solo da Purvis).


Comunque sia, il film è davvero ottimo: regia asciutta e ferma, attori bravissimi,sceneggiatura un poco rivisitata rispetto sia al libro che alla realtà(le figure dei compari di Dillinger vengono ridimensionate, volutamente per lasciare più spazio alla figura del “capo”…tant’è vero che non sembrano poi così importanti, mentre nella realtà non era affatto così) ma molto efficace e solida, splendida colonna sonora, ritmo incalzante e pieno di suspense: che dire?Davvero un film da Oscar.


Johnny Depp ci regala un’altra delle sue magistrali interpretazioni(vabbè, non mi spreco in lodi perché poi sembro di parte! J), grazie a lui percepiamo il carisma emanato dal personaggio di John, rapinatore di banche di grande astuzia e intelligenza(grazie alle quali fa fare un sacco di brutte figure all’FBI), amante del cinema, dei bei vestiti, desideroso di godersi la vita dopo dieci anni di prigione; la sua storia d’amore con Billie è  bellissima, passionale e commovente, come dimostra la scena finale(e qui…ho pianto come una fontana!), un amore vero che poteva passare sopra tutto(soprattutto sopra la non proprio edificante professione di lui).


Billie è interpretata dall’attrice francese Marion Cotillard, è una meticcia che ha sempre vissuto nell’indigenza e nella discriminazione, quindi è comprensibile che quando trova John che l’adora, si abbandoni  a lui senza pensarci, nonostante le paure e le difficoltà che sa le costerà questa scelta. L’attrice interpreta una Billie dolce, solare, convinta, e lo fa in modo convincente e intenso, soprattutto nell’ultima parte e nella terribile scena del pestaggio di Billie da parte degli agenti che la interrogano.Quando ho saputo che era lei a interpretare Billie non ero la vedevo molto al fianco di Johnny, ma mi sono dovuta ricredere: è perfetta.


Che dire di Christian Bale, l’attore che interpreta Melvin Purvis, l’agente di punta dell’FBI impegnato nella cattura di Dillinger?E’ bravo, convincente..ma io lo noto a malapena, e non solo perché c’è Johnny! Anche in altri film che ho visto lui me lo ricordo proprio di striscio..e poi perché sempre quell’aria sofferente?!


Molto curati anche i particolari: costumi, musiche, scenografie…insomma..sto già aspettando il DVD.






 


Tiziana


 


 

Senza titolo 1698

  VI PIACE QUESTA VIGNETTA ?  :-)


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12.11.09

non denunciare le mafie non conviene tanto per i nostri politici non esiste





 << Per quanto mi riguarda  non darò mai autorizzazione a procedere contro chiunque venga chiamato  in causa per concorso esterno in associazione mafiosa... È un’ipotesi
di reato inventata da certa magistratura. Elio Belcastro, parlamentare del Movimento per le autonomie, 11 novembre 2009 >>

Crocifisso e poveri cristi

 

Poveri cristi, minuscoli e con la minuscola, sono i cassintegrati e i licenziati cui nessuno bada. Irrisi con la corona di spine dell'indifferenza e, addirittura, dell'inesistenza; di loro non si parla, anzi, la crisi sarebbe addirittura finita: la loro vita, quindi, non è. "Nell'area dove lavoro - mi scrive un'amica di Sesto San Giovanni - ci sono lavoratori fuori dai cancelli in continuazione, gente che aspetta gli stipendi da mesi... come se fossero fatti d'aria". "Fatti d'aria", un'immagine potentissima proprio per il suo evocare l'inconsistenza; eppure l'aria è presente, l'aria fluttua nell'aria, cova, scalcia, strepita, grida. L'aria può esplodere. E, concretissimamente, distruggere tutto. Guai a chi uccide l'aria.







E tentano di uccidere l'aria quando quest'ultima si fa colore, lampo. Le squadracce fasciste che organizzano raid punitivi contro i manifestanti dell'Ex-Eutelia non sono teppisti isolati, ma rappresentano, sempre più, la tragica normalità. Anche nel 1919 i ras locali, capitanati dal giovane Benito, andavano all'assalto di sindacati, operai e contadini, col beneplacito degli industriali del tempo e il tacito assenso delle autorità, politiche e religiose: i principi dei nuovi farisei. E, come allora, i poveri cristi erano costretti al silenzio.


Poveri cristi sono i precari della scuola che, giunti laceri alla soglia dei cinquant'anni, mai potranno sperare in un posto fisso. Assieme a loro, altrettanto poveri, gli ex-studenti del liceo serale Gandhi, ai quali, più che agli altri, la cultura serve come il pane; il pane quotidiano. Ma meglio tacitarlo, questi bisogno; renderlo inesistente, aria. Himmler, il teorico dell'ignoranza scientifica, aveva ben chiaro questo concetto, già settant'anni fa: "Per me, basta che la gente sappia contare fino a cento".


Poveri cristi sono i giovani e i senza diritti, come denunciano don Ciotti e don Andrea Gallo. Già altrove scrissi che la nostra società esalta astrattamente la gioventù (esiste anche un Ministero apposito) ma annichilisce i giovani; spezzandone i sogni, costringendoli a navigare a vista nel mare fangoso d'una quotidianità avvilente, consci che nulla potrà cambiare, che la parola futuro è loro preclusa. Gli immigrati, degradati a non-persone, vengono evocati a mo' di spauracchio in un'altra categoria di individui: i nemici, in genere, si ignora se oggetti o bestie, o qualche indistinta entità, ma comunque fuori dell'umano consesso.


Povera crista è quella che don Bottoni chiama democrazia in agonia, e di cui Salvatore Borsellino tratteggia un quadro inquietante. Le cronache dovrebbero esserne piene. Ma ben altri, invece, sono gli argomenti gridati quotidianamente dai media. Parola d'ordine, la mancanza di parola. Abbiamo letto le dichiarazioni di mons. Crociata, secondo cui "i mafiosi non possono appartenere alla Chiesa". Bene, sembrerebbe una tautologia, di fatto però non lo è, quindi accogliamole con piacere, benché assai intempestive. Peccato che poi si precisi che proclamare la scomunica per i mafiosi è "inutile, perché un mafioso si colloca già fuori della Chiesa". In teoria, solo in teoria. Infatti la scomunica "automatica", sempre scrupolosamente attuata, e sonoramente ribadita, nel caso di aborto, per i mafiosi non scatta affatto, se un vescovo non la applica. E certuni evitano di farlo. Mons. Bregantini, da due anni "promosso" a Campobasso, quando si trovava a Locri era uno di quei prelati coraggiosi che scomunicavano gli "uomini d'onore" (...). Ma quanti ne abbiamo visti, di questi ultimi, a fianco dei religiosi nella processione per il santo patrono? Quanti mandanti di stragi sanguinarie hanno giurato e spergiurato sulla Bibbia?


Poveri cristi sono i milioni di morte per fame, un record negativo mai toccato da settant'anni a questa parte. Si sostiene che la speranza può arrivare dalle donne. Ma le donne sono le povere criste per eccellenza.


Marinella, infatti, è stata violentata da bambina; bambina lo è ancora. E' accaduto in Italia, ad opera di italiani. Il suo paese e il "primo cittadino" (Pd), però difendono gli stupratori. D'altra parte, una donna non è nemmeno degna di rappresentarlo, il crocifisso; per la sua stessa natura, peccaminosa e imperfetta, ne è esclusa. Qualcuno di voi ancora ricorderà la querelle sulla crocifissa di Milano, lo scorso anno. Il manifesto venne poi censurato perché il corpo femminile, esclusivamente materiale e inferiore, non poteva in nessun modo raffigurare "il" Cristo. Solo, appunto, "le" povere criste, che non commuovono nessuno.


Ma in questi giorni le cronache, a malincuore, straripano di colui che è diventato, suo malgrado, il povero cristo per eccellenza: e ne avrebbe fatto volentieri a meno. Stefano Cucchi aveva gli occhi persi e fragili fin dall'inizio. Vagolava impercettibile, confuso tra mille altre anime, lontano dal tramestio di qualunque riflettore. Stefano era uno sconfitto in partenza; un martire per caso, come il nome che fatalmente gli era piombato addosso quel giorno, all'anagrafe. Non desiderava testimoniare niente, e le fotografie che ce lo restituiscono ora, col volto tumefatto poco prima di abbandonare per sempre quella periferia d'esistenza da qualcuno chiamata vita, ci raccontano d'un uomo spaurito, indifeso, svaporante in un labirinto incomprensibile. Che ci faccio qui?, sembrava chiedersi. Già: che ci faceva lì? E soprattutto: perché in quel modo? Perché lo si è dato per vinto a 31 anni? Perché lo si è ucciso, ben prima che il suo corpo divenisse la sagoma legnosa che ormai tutti conosciamo, per nulla diversa, tranne che nel colore, dalle salme dei deportati di Auschwitz?


Perché Stefano era, appunto, un povero cristo. La cui appartenenza al genere umano non era per nulla scontata, anzi. Stefano era altro: un drogato, un anoressico, un sieropositivo. Altro. Fatalmente, per forza, nell'ordine delle cose, poteva finire solo così. Perché stupirsene? Il ministro Giovanardi riteneva la sua fine normale, è probabile si sia pure stupito di tanto clamore. Poi Giovanardi ha chiesto scusa. Un sussulto di pietà in un mondo che ha perso l'elementare percezione delle nostre comuni radici. Oggi, quando si parla di radici, non è per unire, ma per separare. Le radici cristiane tanto invocate da Giovanardi a tutela della nostra tradizione gli hanno impedito di vedere in Stefano il volto di quel (povero) Cristo davanti alle cui immagini (in gesso) piamente s'inchina. E l'hanno reso dimentico del fatto che il primo santo della Chiesa, quella Chiesa che tanto gli starebbe a cuore, era un altro povero cristo più disgraziato di Cristo: era un ladro; una nullità, uno sconfitto anche lui. Spazzatura umana, decretano gli americani in questi casi.


Eppure, mai come ora quel corpo infimo, quel rifiuto senza storia, quell'inesistenza così anonima secondo Giovanardi, mai come ora quel silenzio è possente, carnale, vivido. Adesso Stefano finalmente parla e accusa, senza odio, col suo semplice nome. E costringe anche chi voleva silenziarlo a occuparsi di lui. E' stato percosso e umiliato, testimonia un suo compagno di sventure, un nero, un vinto anche lui, che però no, ora "non vuole più tacere". E si scoprono, vieppiù, tanti altri Stefani, tanti altri anonimi confinati nell'anonimato: come quel Giuseppe Saladino defunto a Parma in circostanze oscure. Coetaneo di Stefano, coetaneo di un povero cristo che si credette Cristo duemila anni fa.


I poveri cristi non possono essere oscurati dal crocifisso in legno, o gesso. Per me, quindi, la falsa polemica di questi giorni sarebbe chiusa, anzi, non avrebbe nemmeno dovuto esser aperta. D'altro lato, a parte i già menzionati Ciotti e Gallo, sono stati più esaustivi di me, pur nella diversità di pensiero, Aurelio Mancuso, don Farinella e, soprattutto, Marco Travaglio, nel cui intervento m'identifico del tutto. Riguardo alla famiglia "offesa" dalla presenza della suppellettile, e ai "laici razionalisti libertari" che ne lodano il "coraggio" (naturalmente in Italia, al sicuro e al calduccio) non occorrerebbe spendere neppure una parola, se non fosse per precisare che i fondamentalisti, da qualsiasi parte arrivino, non mi garbano. Li invito a rileggere, anzi a leggere Pasolini in proposito, e per me è chiusa qui.


Qualche parola in più la spendo, invece, dopo aver assistito, su Youtube, alla sarabanda del trittico Santanché-Sgarbi-Meluzzi-Parietti, con la complicità compiaciuta della conduttrice Barbara D'Urso, andata in onda domenica scorsa durante il contenitore per famiglie (!) Domenica Cinque. Anch'essa, come la puntata sullo stupro di Marinella, trasmessa in fascia protetta, in orario di massimo ascolto e alla presenza di bambini.


Il video, certo, si commenta, o dovrebbe commentarsi, da sé, anche perché sia la D'Urso sia gli autori del programma sia i protagonisti di quell'immonda canea hanno artatamente omesso di puntualizzare che, nella diatriba sul crocifisso, i musulmani non c'entrano nulla. La Corte europea ne ha ordinato la rimozione non per loro, che venerano Gesù come profeta dell'Islam, pur giudicando un falso la sua crocifissione; ma per venire incontro alle rimostranze d'una laicissima e perseguitatissima famiglia italo-finlandese, sdegnata dalla presenza di "quell'acrobata sulle pareti" (è uno dei commenti che mi è toccato leggere da parte di uno dei "voltairiani" assertore della "causa"). In effetti qualche parola conviene spenderla, specie dopo aver passato in rassegna - schifati - le "osservazioni" di alcuni utenti. E allora ripenso a Pasolini, un laico autentico (e, per questo, religiosissimo), totalmente alieno dalla parodia dei "razionalisti libertari" alla pastasciutta dei nostri giorni. Rammento le sue pagine sull'arte medievale e rinascimentale, il suo Vangelo secondo Matteo. Il suo Usignolo della Chiesa cattolica, le ultime, terribili pagine sulla Fine della Chiesa nell'incompiuto Petrolio. Quanto ci manca, un empirista eretico sano come lui.


E Pier Paolo l'aveva già individuato, quello scadimento della religione da cultura a tradizione (oggi diremmo: radici cristiane), che inevitabilmente rivelava l'anima pagana del popolo italiano. Oggi un'animatrice del Billionaire, fascista dichiarata, rappresentante d'una formazione politica apertamente antisemita, la paladina delle donne che milita in una combriccola di machisti fin nelle ossa, gorgheggia su "Maometto pedofilo" precisando, per rimarcare la differenza, che "per la NOSTRA cultura questo è inammissibile". E il Meluzzi, il filosofo berlusconiano del Vangelo secondo don Gelmini, assente rumorosamente col capoccione squassato dai lunghi capelli, "che Gesù non era palestinese ma ebreo, e Paolo un cittadino romano". Testuale.


La Bibbia, di cui è innervata la NOSTRA cultura, mette in piazza sacrifici umani dei propri figli (Isacco), patriarchi incestuosi (Lot che giace con le proprie figlie per garantire la continuità della specie dopo la distruzione di Sodoma), lapidazioni d'adultere, roghi di streghe e maghi, ostracismo dei lebbrosi (trattati peggio dei cani rognosi e costretti a munirsi d'un campanello ogni qual volta si avvicinavano a un villaggio abitato, per annunciare la loro orribile presenza), sterminio di omosessuali, schiavismo, legge del taglione, imposizione del velo e del silenzio alle donne (proprio il "romano" Paolo, pur se il passo andrebbe, ovviamente, contestualizzato). Eccetera eccetera per quasi settantasette libri.

 

 


Cristiani, ebrei e musulmani nel grembo dell'unico Dio, miniatura del XII sec. (Istanbul, museo Topkapi).




La Billionairina ne è all'oscuro, per il semplice e banale motivo che l'unico testo sacro esistente a casa sua è il catalogo delle protesi di chirurgia estetica. Il filosofo secondo don Gelmini pure, perché lui è convinto che gli ebrei provengano da Alzate Brianza e i palestinesi, invece, appartengano a un'"altra razza"; quanto a Paolo, nato Saul in quel di Tarso, autodefinitosi "ebreo per nascita e, per cultura, fariseo", credete che tutto questo importi? Non siamo più nel campo della cultura; qui, veramente, siamo nello sterco, ma i Meluzzi e le Billionairine crescono e prosperano proprio nel pantano dell'ignoranza, delle radici marce, di tradizione e distinzione senza passato e prive di futuro.


"L'uomo di Nazareth, Gesù il crocifisso, è figlio integro di una cultura e di una civiltà non occidentale, - ricorda don Farinella - Ebreo, figlio di madre ebrea, cresciuto nella dimensione civile palestinese [checché spiaccia a Meluzzi] e nella cultura semitica del suo popolo, egli è latore di una cultura palestinese-semitica che ancora oggi possiamo assaporare negli scritti del NT. Molti difensori d'ufficio del crocifisso, politici e anche cristiani, se prendessero consapevolezza della ebraicità di Gesù, lo crocifiggerebbero per la seconda volta su una croce più alta e più sicura della prima" (il grassetto è mio).


Il messaggio di Gesù è, al tempo stesso, specifico e universale; in una parola, umano. Nel senso pieno. Per i "laici razionalisti" come per i devoti alla triade "Silicone, Fascio e Billionaire", resta una pietra d'inciampo e mai una testata d'angolo, di cui sbarazzarsi o da usare come arma contundente in nome di radici, identità, tradizione e carote varie.



"Gli idoli delle genti sono argento e oro,/opera delle mani dell'uomo" (Bibbia, salmo 114-115).


Daniela Tuscano







Senza titolo 1697

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10.11.09

Usa: la riforma sanitaria passa sopra i diritti delle donne

Usa: la riforma sanitaria passa sopra i diritti delle donne


By donnaweb


L’approvazione alla Camera della riforma sanitaria Usa costa al Governo Obama un retromarcia in tema di aborto. Il compromesso, utile a ottenere il voto degli antiabortisti, prevede la restrizione del finanziamento con denaro pubblico per gli interventi di interruzione di gravidanza. Dubbi anche sulla  possibilità, per i casi di aborto, di poter comprare una copertura dall’assicurazione pubblica che il progetto di riforma vorrebbe istituire.


Il compromesso era necessario, si è detto (o si è sottinteso), per ottenere un risultato che, se approvato dal Senato, avrà una valenza storica.


D’accordo, Obama sta portando avanti una battaglia importante e i grandi cambiamenti hanno sempre bisogno di mediazione e di qualche concessione. Peccato, solo che, ancora una volta, e anche nell’America democratica, la mediazione passi sopra il corpo e i diritti delle donne.


 


Vescovi USA dietro la riduzione dell’accesso all’aborto



Da uaar.it


Per avere i numeri necessari alla riforma sanitaria di Barack Obama la speaker democratica alla Camera, Nancy Pelosi, ha dovuto accettare le pressioni del gruppo minoritario pro-life del suo stesso partito esplicitamente attivato dai vescovi cattolici USA. Lo rende noto il New York Times. Sono dunque limitati i casi in cui i fondi federali copriranno le spese per l’interruzione di gravidanza (donne con malattie mentali, in pericolo di vita, vittime di stupri o incesto).


 


L'accordo con i vescovi sull'aborto
apre la strada alla riforma sanitaria


 


Di Maurizio Molinari


Da lastampa.it


 


Emendamento contro i finanziamenti pubblici all'interruzione della gravidanza in cambio del voto democratico moderato alla Camera


 


E’ stato il compromesso sull’aborto con la Conferenza episcopale americana a spianare la strada all’approvazione della riforma sanitaria da parte della Camera dei Rappresentanti di Washington. Poco prima del voto sulla legge voluta da Barack Obama e confezionata da Nancy Pelosi, la maggioranza democratica ha infatti portato all’approvazione un emendamento anti-abortista che impedisce di usare le nuove coperture sanitarie per consentire interruzioni della gravidanza tranne nei casi «di violenza, incesto o quando la vita della madre è in pericolo».
Redatto da Bart Stupak, deputato del Michigan, l’emendamento è passato con 240 voti contro 194 grazie alla convergenza fra 64 eletti democratici e 176 repubblicani che non se la sono sentita di votare contro i loro principi. La mossa ha portato ad un immediato plauso da parte della Conferenza episcopale che, in una nota scritta, ha osservato come «l’approvazione di questo emendamento consente alla Camera di accettare i nostri criteri per preservare nella nuova legislazione le esistenti protezione contro il finanziamento dell’aborto».
E’ stato questo testo a dare luce verde ad una consistente pattuglia di democratici moderati che avevano fino a quel momento esitato a pronunciarsi a favore della riforma, consentendo così a Nancy Pelosi di arrivare al quorum di 220 "sì" che ha significato il tanto atteso via libera dell’aula. «Grazie all’emendamento 40 deputati democratici anti-abortisti hanno votato a favore» assicura Thomas Reese, ex direttore del settimanale cattolico «America».
Il nodo del finanziamento dell’aborto aveva accompagnato le trattative sulla riforma sin da fine luglio ed era stato il presidente Obama, in agosto, a far sapere alla presidente della Camera di essere favorevole ad un compromesso in forza di quanto da lui stesso detto a metà maggio nel discorso pronunciato all’Università cattolica di Notre Dame, quando suggerì la necessità di trovare un «terreno comune» fra filo-abortisti e anti-abortisti per lasciarsi alle spalle una delle spaccature ideologiche che più segnano la società americana. «Ognuna delle parti continuerà pubblicamente a difendere le proprie posizioni con passione e convinzione - furono le parole di Obama - ma dobbiamo scoprire gli spazi per un compromesso». A identificarli è stato proprio il testo di Stupak, cattolico praticante ed anti-abortista convinto, infliggendo una secca sconfitta all’ala liberal dei democratici che con i deputati Louise Slaughter e Diana DeGette - co-presidenti dell’assemblea pro-aborto - ha parlato di «grave passo indietro nella tutela del diritto della donna di decidere sulla propria gravidanza». Non è la prima volta che Obama scontenta la sinistra del proprio partito - che già lamenta il ritardo nella chiusura del carcere di Guantanamo, il mancato sostegno alle nozze gay e l’aumento dell’impegno militare in Afghanistan - confermando la direzione di marcia pragmatica promessa agli elettori lo scorso anno. D’altra parte proprio la cautela di Obama sull’aborto - dicendosi personalmente a favore ma tendendo alla comprensione delle ragioni avverse - gli consentì di ottenere nelle urne il 54% del voto cattolico, in gran parte degli immigrati ispanici, azzerando i progressi che erano stati compiuti dai repubblicani di George W. Bush nel 2004.
Il compromesso sull’aborto assume inoltre un’importanza più ampia per due motivi convergenti. Primo: la Conferenza episcopale Usa è fedele portavoce delle posizioni conservatrici sulla fede di Benedetto XVI. Secondo: la Chiesa cattolica registra già un’ampia convergenza di valori con Obama sull’idea della fede come impegno sociale contro la povertà come anche sulla necessità di ridurre l’inquinamento per difendere l’ambiente, considerato una creazione divina. Alla base di tali convergenze ci sono le idee sul cristianesimo inteso come giustizia sociale che Obama ha maturato da giovane a Chicago, quando faceva il "community organizer" aiutando le famiglie povere su mandato di una dozzina di Chiese locali, e poi ritrovato negli scritti del reverendo evangelico Jim Wallis, fondatore della comunità Sojourners. Non è un caso che a guidare l’ufficio della Casa Bianca per le "iniziative basate sulla fede" ci sia il 26enne pastore di Nashville Joushua Dubois sostenitore della declinazione della fede cristiana nell’impegno per i poveri.


 




Senza titolo 1696

  L'AVETE VISTO IL FILM LA CENA PER FARLI CONOSCERE ?  :-)


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9.11.09

Glaucoma

tramonto negli occhi6

Cari amici, non fate come me! Siccome vedevo bene e non ho mai avuto fastidio agli occhi, non mi sono fatta visitare spesso, non conoscevo le insidie, che si nascondono dietro un occhio sano. Mi ricordo, anni indietro ho fatto una visita e stavo bene. Non ho più ripetuto il controllo,  nessuno mi aveva avvisato che anche senza sintomi l'accertamento  andava rifatto, per colpa di questa cattiva informazione  stavo per diventare cieca. Il Glaucoma non ti avvisa, stacca la luce e non ci si vede più. Vi metto questo articolo e il filmato, che vi aiuterà a comprendere. I nostri occhi sono importanti, conserviamo la nostra luce.franca


http://www.farmacoecura.it/occhi/glaucoma-allocchio-sintomi-e-cura/

8.11.09

9.\10 .1989-9\10. 2009








TG a confronto: 1961 - Il muro divide l'Europa (da La Storia siamo Noi)
http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo.aspx?id=58
1989 - E' caduto il Muro!
http://www.focus.it/storia/049/

LE ALI DEL CUORE racconto di Ugo Arioti @2009


 


Breve descrizione


un bambino cresce libero in una borgata contadina sui monti che contornano la
Conca d'oro e da bambino è una creatura che appartiene al bosco, agli animali
come alle case e alle persone care. Così impara a volare...


Biografia dell'autore


Nasce a Palermo nel 1955 e vive la sua prima infanzia nella casa dei nonni materni
a Villagrazia di Palermo.
si laurea in architettura e oggi è funzionario pubblico, la sua passione è scrivere,
lui ama dire: raccontare. Dipinge e fa attività culturali con l'associazione Scuola
di Ecologia Culturale Euro Mediterranea di Marsala di cui è cofondatore insieme
alla sua musa ispiratrice:Daniela La Brocca; il suo amore ha sciolto l'amarezza
della sua vita e lo ha restituito all'incontro con gli altri.



Senza titolo 1695

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diario di bordo n 98 anno III i no vax raccolgono quello che hanno seminato , caso Ramy Elgam gli abusi e la mancanza di rispetto del potere ,acca larentia uso distorto e strumentale del ricordo

Finalmente i anzi dei * no vax ( ovviamente senza generalizzare in quanto esistono come fra i vax quelli civili ed rispettosi ) trovano pane...