Euro pro capite: 5.089,14036 €
Accise Pregresse: 12.700.000.000 €
Vertenza entrate & gettito: 8.145.136.675,00 €
Vertenza accise: 381.265.060,00 €
Lo stato italiano deve alla Sardegna più di 8 miliardi di euro. Sono soldi dei sardi, delle nostre imposte. Questo fatto è dovuto prima di tutto alla mancata riscossione in Sardegna delle imposte sarde. Sono enti dello stato che incassano le tasse dei sardi. Poi lo stato non riversa ciò che per legge deve alla Sardegna. È successo per moltissimi anni, senza che i politici sardi muovessero un dito per impedirlo.ed è sempre in continuo aumento vdre qui il contatore
http://isoladeltesoro.progeturepublica.net/
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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19.12.11
anche i truffatori hanno un etica . Cagliari truffava i benestanti con il gratta e vinci falsi
Leggendo i giornali locali si sentono storie come questa di cui riporto l'articolo sotto tipiche cinematografiche e non
dalla nuova sardegna del 18\12\2011
Cagliari, scoperta truffa con gratta e vinci milionari
Con la tecnica dei gratta e vinci "milionari" contraffatti, un commerciante abusivo raggirava da anni soprattutto persone benestanti nell'hinterland di Cagliari. L'uomo è stato scoperto dalla Guardia di finanza
Quando è stato rintracciato, in un rifugio di caccia in località 'Bacu Mandara', Mauro Mallus aveva nel bauletto della sua vespa altri due biglietti vincenti, pronti da consegnare per le feste di Natale ad altri ingenui acquirenti, uno da cinque milioni di euro l'altro con una vincita da 100mila euro. Nel mirino del truffatore, che ha spiegato agli inquirenti nei dettagli la sua tecnica, sono finiti, oltre ai due del tagliando da 5,1 milioni, anche un carabiniere, un professore e altre persone benestanti di Cagliari.
dalla nuova sardegna del 18\12\2011
Cagliari, scoperta truffa con gratta e vinci milionari
Con la tecnica dei gratta e vinci "milionari" contraffatti, un commerciante abusivo raggirava da anni soprattutto persone benestanti nell'hinterland di Cagliari. L'uomo è stato scoperto dalla Guardia di finanza
CAGLIARI. Con la tecnica dei gratta e vinci 'milionari' contraffatti, un commerciante abusivo raggirava da anni soprattutto persone benestanti nell'hinterland di Cagliari. Come il protagonista del film 'Prova a prendermi', Mauro Mallus di Quartu Sant'Elena, noto "Bacioni", manometteva parzialmente i biglietti senza intaccarne l'integrità, poi li cedeva ai prescelti. La Guardia di finanza di Cagliari l'ha scoperto dopo due ignare vittime della truffa avevano portato in banca, nel novembre scorso, un gratta e vinci da 5,1 milioni di euro.
Le Lotterie nazionali srl, ricevuto il titolo per corriere assicurato e scoperto che era falso, avevano segnalato il caso alle Fiamme gialle, che già dall'aprile 2011 aveva ricevuto numerose denunce a Cagliari, Quartu Sant'Elena, Decimomannu e Assemini. Indagando sulle due persone che avevano portato il gratta e vinci milionario in banca per aprire un conto corrente, il titolare di un negozio fotografico di Quartu e un dirigente della cooperativa Ormeggiatori di Cagliari in pensione, i finanzieri hanno scoperto che l'avevano ricevuto in modo non regolare da un terzo, come emerso da una scrittura privata trovata, durante una perquisizione, nella cassaforte di uno dei due indagati.
Il biglietto da 5,1 milioni che ha consentito di scoprire la truffa era perfetto, indistinguibile da quelli regolari. "Non abbiamo dormito per settimane alla notizia che era risultato falso", hanno riferito i due indagati durante gli interrogatori della Guardia di finanza. "Pensavamo addirittura fosse uno stratagemma delle lotterie nazionali per non pagare la vincita. Abbiamo incaricato persino nostro figlio avvocato di capire da dove il biglietto fosse risultato falso".
E' stato poi "Bacioni", il "Frank Abagnale" di Quartu, a spiegare come adescava e truffava le sue vittime, compreso un carabiniere in pensione, accuratamente selezionate: innanzi tutto mostrava loro il tagliando "vincente" contraffatto e faceva credere loro di poter approfittare di una facile situazione di indigenza. "Dicevo loro che non vedevo bene e non capivo cosa avevo vinto", ha raccontato Mauro Mallus ai finanzieri. "Di solito, quando vedevano una vincita di 500mila euro dicevano che era soltanto di cinquemila e offrivano un immediato compenso fra i mille e i 1.500 euro. Pensavano di fregarmi, invece era il contrario. Maresciallo, io ci mangio con quei soldi".
Alla fase di "illusione" della vittima, seguiva quella dell'attesa. Il tagliando non veniva ceduto subito, ma solo dopo qualche giorno, perché il desiderio d'impossessarsene crescesse. E poi, improvvisamente, Mallus tornava alla carica e contattava la vittima per cedergli il gratta e vinci. "Racconto che sono in procinto di entrare in carcere", ha spiegato "Bacioni" ai finanzieri, "e quindi non posso ritirare la vincita e che mi servono pochi soldi... giusto per le sigarette". >>
L'uomo nonostante avesse dei precedenti specifici per casi simili è stato ,pur commettendo un reato , eticamente corretto . Infatti sempre scindo la nuova sardegna
«L’importante è trovare un benestante che ci casca»
18 dicembre 2011 — pagina 03 sezione: Fatto del Giorno
CAGLIARI. Non ha negato, anzi ha spiegato tutto nei dettagli. La tecnica della truffa, il metodo per falsificare i gratta e vinci, il perchè di un’attività consapevolmente illegale, per quanto le vittime - così emerge dalle parole di Mauro «Bacioni» Mallus - un po’ se lo meritassero: «Sì, il biglietto Maximiliardario falso da cinque milioni l’ho fatto io».
Come l’ha realizzato? Semplice: «Ho preso due tagliandi usati dalla spazzatura di un tabacchino, ho incollato il rettangolino coi numeri coincidenti e l’ho stirato col ferro». La fase più importante però è quella della preparazione: «Prima cerco la persona che può cascarci, di solito sono benestanti e approfittatori di persone apparentemente deboli come me... gli faccio vedere una fotocopia del biglietto contraffatto dicendo che a causa della mia ignoranza e della mia scarsa vista ho bisogno di verificare se è vincente». Quelli abboccano: «Se la persona vede che la vincita è di 500mila euro mi dice che c’è scritto cinquemila, illudendosi di truffarmi». Ed è qui che scatta la trappola: «In genere mi offrono dai mille ai 1500 euro in contanti alla consegna dell’originale. Ma io li faccio aspettare almeno quattro giorni». L’attesa riscalda l’ansia dell’interlocutore: «Nel caso del fotografo sono andato al suo negozio solo per fare una fotocopia e lui si è offerto subito di pagarmi 500 euro, mi ha detto che avrebbe pensato alla riscossione della somma insieme al cognato avvocato. Alla fine avrei ricevuto il dieci per cento della vincita». Con una raccomandazione: «Mi ha detto di non riferire nulla nemmeno in famiglia, altrimenti mi avrebbero preso tutto». Solita tattica d’attesa: «L’ho fatto aspettare, mi chiamava... solo dopo quattro giorni gli ho dato il tagliando con la combinazione incollata. Gli ho detto che mi bastavano 500 euro perchè stavo per entrare in carcere, i soldi per le sigarette. Lui pensava di truffare me invece è su contrariu».
C’è un perchè di questa attività a rischio: «Sono disoccupato - ha detto - e ’nci pappu con su dinai (con quei soldi mangio). I 500 euro del fotografo? Ho comprato un maialetto e ho fatto la spesa per tutto il mese». Tranne quella volta in cui il cuore ha prevalso sul bisogno: «Ho dato uno dei miei biglietti vincenti a un maresciallo dei carabinieri in pensione, che dalle felicità mi voleva dare subito cinquemila euro - ha raccontato Mallus - ma siccome la posta era chiusa mi ha dato cinquecento euro. Dopo qualche minuto sono tornato indietro e gli ho detto che era uno scherzo. I soldi glieli ho restituiti ».
18.12.11
Mai più, e per sempre
Gli sembrava che l'aria, lì intorno, lo ghermisse fin quasi a soffocarlo. L'avvertiva liscia, umida, appiccicosa, con un sentore di miele. Simile a certe mattinate cilestrine, che avevano punteggiato la sua infanzia ormai lontana. Ne percepiva l'odore buio, remoto. Era entrato con lei in quella stanza dalle pareti asettiche. Attendeva il parto e si sentiva svuotato e incredulo. "Non tornerà più", risuonava una voce dentro di sé.
E non sapeva se usciva dalla sua mente o da qualche spazio siderale. Non tornerà più questo momento, questa sconfinata regressione nell'universo. Tutto si ampliava e al tempo stesso tornava grumo, domanda, inizio. Attendeva. Udiva sé stesso incoraggiare, accarezzare, percepiva il suo sorriso fragile, inerme, bianco, poi un fulgore indistinto irrorò lo spazio circostante. Avrebbe voluto interrompere i gemiti di lei, e al tempo stesso non muoveva le mani grandi e inutili, la forza s'arrendeva, i muscoli cedevano. Svenire: no, mai. Il tempo si squadernava infinito, in una circolarità spaurata, e poi, trionfante, un flusso di pace, un abbraccio talmente lungo, e soave, che le lacrime lo sommersero e non ne provò vergogna. Ora udiva un altro gemito, un altro pianto che raccoglieva la sfida della vita. Non sapeva dire se fosse bello, quel giovane uomo di fronte a lui: sapeva solo che era suo, e fuor di lui. Sorrideva a quell'ovvietà dell'umano, lo sentiva così meravigliosamente unico e comune, che pensò di non pensare mai più. E per sempre, ripeteva il passo dei suoi padri, dei suoi nonni, di ognuno, nel grembo della terra e nell'abisso dei cieli, senza fede, ma con certezza che, se tutto dovesse finire, il paradiso era lì, raggiunto, solo, azzurro ciottolo d'oro.
(ad Alberto)
17.12.11
le mie contraddizioni natalizie
Questo post è nato da una discussione sulla mia bacheca di Facebook
Ancora non sento l'atmosfera natalizia è normale ?
Lo so che mi contraddico con quanto detto in alcune puntate della mia guida sul natale ( 1 2 ma è stato più forte di me perchè , come tutti d'altrone credenti e non credenti sono un peccatore
e quindi chiedo scusa
Le contraddizioni in questione sono avvenute per quanto riguarda gli auguri e l'aver partecipato alla mostra de presepi di mia zia vedere post precedente.
Nel primo caso , quello degli auguri vedere primo url mi sono detto a tutti o a nessuno , siamo a natale ( e poi aVevo la promozione wind 150 sms e 150 minuti che scadeva il 20 dicmbre ) anche se non li biasimo ,aisposto lcuni di quelli a cui l'ho mandato mi hanno risposto che per la crisi non sentono ancora l'atmosfra natalizia e << chizzulanu [ traduzione letterale p0mattiniero ] ., ma non è un po' troppo presto ? ., ma manca ancora un po' ., ecc >>; altri gli hanno graditi senza osservazioni critiche \ ironiche .
Nel secondo caso quella dei presepi , secondo url sono andato alla 6° edizione di "Natale è una stella" di mia zia ( www.amicidimonica.it ) vedete qui sotto una foto di una edizione scorsa
ero li vicino , di ritorno da una commissione ai miei "vecchi " e stavo per accelerare in maniera da non cadere in tentazione ma mi sono ritrovato davanti l passo quando mio zio ( in realtà non mi è niente di dritto perchè è solo lei , mi è parente è cugina in primo di mio padre ) .Allora sono entrato precisando che non ci volevo venire perchè a causa del lutto vedere post precedenti ma poi avevo cambiato idea . E lei << bravo ha fatto benissimo . ti capisco , ma venire qui è come andare in chiesa >>
16.12.11
mio riadattamento dl testo del canti di lotta (mondine) - Le otto ore
Il canto che , come si faceva nella tradizione orale ( molto forte nelle zone contadine specie del sud e di cui sono stato testimone visto che i miei nonni mi raccontavano storie e leggende della tradizione rielaborate ) che vado a rielaborare è canto di lotta delle mondine, di autore anonimo, nato nel 1906, quando il deputato socialista Consiglio, presenta alle Camere il progetto di legge per ridurre a otto ore la giornata lavorativa. le otto ore lavorative rappresentavano il cardine delle rivendicazioni del movimento operaio e contadino proclamate dalla prima e seconda internazionale.
Il riferimento alla Russia è riferito alla Rivoluzione del 1905, ma la canzone diventa popolarissima durante le grandi lotte del biennio rosso( 1920-1922 ) La musica ricorda la canzone risorgimentale La bandiera tricolore, e i testi furono moltissimi, in quanto adattati a diverse occasioni e spesso cambiati
ecco ilo mio testo
se 70 anni per la pensione vi sembran troppi
venite voi a lavorare a fino ai 70
e capirete se non siete tonti
la differenza tra lavorar e governar
; parte finale dell'originale quello delle modine
(...)
chi non lavora non mangerà;
e quei vigliacchi di quei signori
andranno loro a lavorar.
per la storia e il testo original a cui rimando le fonti sono :
1) le note dl video http://www.youtube.com/watch?v=xih-NDc-168 che riporta l'originale delle mondine gli altri due quella comunista
15.12.11
Sbagliato separare i reperti Una logica «antiquaria» senza fondamenti scientifici. Il significato autentico della scoperta dei giganti di monte prama sta nella sua complessa unitarietà
Per i giganti di pietra, infatti, si profila il destino della separazione. Presto una parte sarà ospitata nel museo civico di Cabras, l'altra nelle sale dell'Archeologico di Cagliari. La Soprintendenza cagliaritana, d'intesa con
![]() |
| dalla nuova sardgna web del 23\11\2011 |
la Regione, ha infatti deciso di imboccare la strada che buona parte degli esponenti del mondo scientifico e dell'opinione pubblica avevano sconsigliato cioè lo smembramento .Infatti dopo la visita fatta l'8 dicmbr ne trovate ( tranne una ) nel post alcun mie foto , concordo con quanto dice << Trovo invece insidioso separare per anni, in attesa del museo definitivo, l'eccezionale gruppo scultoreo, parcheggiandone una parte a Cabras, nell'ampliamento del Museo civico, ed una parte nel Museo Nazionale di Cagliari. >> ( http://tinyurl.com/cszsb69 ) Archeologo specializzato, docente di ruolo di Beni Culturali e Ambientali presso l’Accademia di Belle Arti di Sassari e incaricato di Museologia ( ulteriori news sul l'url ) Marcello Madau << Il gruppo si legge assieme, si tratta di un racconto unitario. Dividere (a meno che non ci sia una carenza assoluta di spazi: diversamente meglio sarebbe tenerlo, sino alla collocazione finale di Cabras, tutto assieme a Li Punti) un gruppo scultoreo di tale forza e pregio produce letture sbagliate. Il segno evidente della prevalenza della logica «antiquaria» del «capolavoro singolo» rispetto alla lettura e ad un impatto complessivo che solo la visione d'insieme può darci. Una logica antiquaria e pesino commerciale, che si distingue nell'azione Corea Expò 2012, con l'annunciata destinazione di alcune statue - o di copie a regola d'arte - come «logo» italiano per una manifestazione essenzialmente commerciale.>>Il quale , come dic sempre ala nuova sardegna del 23 novembre 2011 << L'anno scorso criticai esplicitamente il tentativo del supermanager Mario Resca di inviare qualche gigante di Monte 'e Prama in Cina (a restauro in fase finale e con studio ancora da svolgere), poco dopo il convegno sassarese promosso da Invitalia «Sulle spalle dei giganti». Ricordiamo che Invitalia nacque nel 2008 dalle ceneri di Sviluppo Italia, con mutazione promossa dall'ex Ministro Scajola. Un carrozzone con turbolenze politiche ed economiche tra PD e PDL, poi attorno a Raffaele Fitto. E passaggi di quote di «Italia Turismo» - Marcegaglia, Pirelli Re, Gabetti, con mission di seimila posti letto nel Mezzogiorno - da Emma Marcegaglia a Maurizio Prato, Fintecna.Sarà un caso, ma un paio di mesi fa appare la notizia che il Governo e
le imprese italiane si preparano all'appuntamento con le esposizioni
internazionali del 2012. Firmano un protocollo d'intesa fra Invitalia,
l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo
dell'impresa e il Commissario generale del Governo per la partecipazione
all'Expò di Seoul, in Corea del Sud, e di Venlo nei Paesi Bassi. «Un
piatto ricco», è stato scritto, «con l'Expò in Corea come occasione per
penetrare nuovi mercati».Nella visione dell'esposizione se pur incompleta, perchè certi pezi
sono di difficile attribuzione a quello trovato e gli scavi sono
stati solo parziali ma ci sono come dice l'articolista , insomma
molte buone ragioni perché le splendide statue stiano tutte assieme e
godano della lettura unitaria che compete loro e serve per capirle, o
«semplicemente» emozionarci.
Il mio reportage
.Nella visione dell'esposizione se pur incompleta, perchè certi pezi sono di difficile attribuzione a quello trovato e gli scavi sono stati solo parziali ma ci sono come dice l'articolista , insomma molte buone ragioni perché le splendide statue stiano tutte assieme e godano della lettura unitaria che compete loro e serve per capirle, o «semplicemente» emozionarci.
Quindi mi chiedo ma Capellacci presidente della regione sardegna e l’assessore regionale Sergio Milia, anche il sovrintendente dei Beni archeologici Bruno Massabò, Maria Assunta Lorrai, direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna, il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau, la presidente della Provincia di Sassari Alessandra Giudici, il sindaco di Ctura Cabras Cristiano Carrus e il soprintendente per i beni archeologici di Cagliari e Oristano, Marco Minoja , cos'hanno nella testa segatura
per chi volsse saprne di più sull'importanza delle statue trova sotto degli url in merito
http://sardegna.blogosfere.it/2010/05/tutto-sui-giganti-di-monti-prama-le-statue-gigantesche-ritrivate-in-sardegna.html
it.wikipedia.org/wiki/Giganti_di_Monti_Prama
http://www.archeologiasarda.com/giganti_monti_prama.asp
http://www.youtube.com/watch?v=Z7vSEO0Zxlc
14.12.11
Le parole stuprate
La figlia sedicenne d'una disagiata famiglia abitante a Torino rivela d'esser stata vittima d'una violenza: "Colpa degli zingari", vale a dire i rom ammassati nel campo della Continassa, periferia profonda, agglomerato di baracche e casermoni in cui annegano uomini e cose. La fiaccolata di solidarietà (?) organizzata dal fratello della ragazzina e dagli abitanti del quartiere si trasforma ben presto nell'edizione 2011 della Notte dei Cristalli: assalto al campo rom, bombe carta, rogo. E i bambini?, osa obiettare qualcuno. Brucino anche quelli, è la ringhiosa replica dei giustizieri di stirpe e verginità.
Di fronte all'irreparabile, la ragazzina crolla: non c'è stato nessuno stupro. Ma non è più intatta. Ha avuto un rapporto sessuale consenziente col giovane fidanzato, ma temeva la punizione dei genitori e della nonna, alla quale aveva giurato di arrivare pura al matrimonio. Per accertarsene, la famiglia la sottoponeva ogni mese a controllo ginecologico. "Siamo di Chiesa", spiega il padre disoccupato.
C'è un colpevole da individuare. Il colpevole è naturalmente il rom. Nessuno lo mette in dubbio: "già se non era stato lui sarebbe stato capace di esserlo, e non si giustificava mai. [...] 'A che giova? Sono malpelo!'" (G. Verga, Rosso Malpelo, 1880). E per questi malpelo non occorre alcuna prova, basta il biascichio tremolante d'una confusa ragazzina.
L'odio per il diverso è l'odio verso chi non riconosciamo eguale. Nei fatti, se non nelle parole. Nasce e s'incancrenisce quando si comincia a reputare l'"altro" un problema e non una risorsa. E i rozzi tribuni ci risparmino, per favore, il cordiale invito "prova a viverci tu, con quelli": vicino a "quelli" molti di noi son nati, alcuni continuano a operare. E la solidarietà tra poveri, quando sono ridotti a miserabili dalla cattiva coscienza del potere, è una balla colossale e un favoleggiamento decadente (G. Fofi). Affinché scatti la solidarietà tra oppressi – siano essi gli inquilini dei casermoni torinesi derubati dagli “zingari”, siano questi ultimi confinati in vergognosi immondezzai – occorrono reciproca conoscenza, educazione, cultura, politica. Politica come arte della polis, consapevolezza della propria dignità di cittadini e non di servi. Altrimenti a prevalere saranno, come a Torino, lo scontro primordiale, il caos della materia, la mattanza tribale, l’atemporalità emarginata della preistoria.
Il secondo sesso
Al tribalismo e alla preistoria è legata anche l’altra questione, la violata verginità della ragazza, da quest’ultima ribadita con stolida sicurezza anche adesso, assieme al sostanziale, mancato pentimento per il disastro da essa stessa provocato (“ho chiesto scusa, cosa devo fare, spararmi?”): la verginità è un valore, ripete convinta, dopo averla perduta alla prima occasione.
Essa condivide coi maschi di casa l’idea che la donna, o meglio la femmina, è essenzialmente corpo e sul suo corpo si misura l’onore e la rispettabilità d’una famiglia. Al fratello-guardiano i genitori e la nonna non avranno imposto, senz’altro, alcun giuramento di “purezza”, ma a lei sì: lei non ha altro, la sua anima è strettamente legata a quell’imene da conservare per il prossimo padrone come merce nuova, fresca. Quella è la sua dote, la ricompensa della sua mancanza, perché la donna, per sua natura, difetta sempre di qualcosa.
L’Italia delle Fallaci che incitavano tumultuosamente allo “scontro di civiltà” si rivela pericolosamente simile a quella di certe famiglie infibulatrici di remoti paesi levantini: e, d’altronde, è solo lo specchio dell’Italia scollacciata in cui le femmine sono vendute nude dai mass-media. In un caso come nell’altro, sempre di merce si tratta, sempre di materiale umano di cui disporre a piacimento. Ai piromani torinesi, della (falsa) violenza non importava proprio nulla. Ma non potevano tollerare che una “loro” donna fosse sporcata da “stranieri”. Sul corpo delle italiane è lecito spadroneggiare soltanto agli italiani.
“Siamo di Chiesa”
Può darsi che qualche prelato si profonda in elogi di fronte alla professione di fede verginale della fanciulla piemontese. Dalla gerarchia attuale ci aspettiamo ormai di tutto. Non è invece pervenuto il parere in proposito della società San Vincenzo, che si prendeva cura del padre senza lavoro. Come abbia sopperito all’indigenza di questa famiglia, non solo materiale, ma spirituale. Sarà stata a conoscenza dei “valori” da essa professati, del modo in cui erano vissuti? Di cosa intendeva, quel padre, con “essere di Chiesa”?
Essere di Chiesa per lo sventurato uomo consisteva nel coprire le pareti di santini, oltre le nudità della figlia. Le immagini di San Pio e Madre Teresa camuffavano malamente il paganesimo patriarcale dell’onore, del riscatto, dello scambio. “La verginità è un valore”. Un valore spendibile, naturalmente.
Anche le dieci ragazze della parabola evangelica erano vergini. Ve n’erano altre dieci, anch’esse vergini. Ma le prime si dimostrarono stolte e vennero rifiutate dallo sposo; alle altre, sagge e previdenti, spettò il premio.
Né le prime né le seconde furono giudicate per la loro verginità, ma a seconda della loro capacità d’amare. L’integrità fisica non ha preservato le prime ragazze dalla stoltezza, proprio perché non è un valore, né un amuleto magico, né una caparra per assicurarsi rispettabilità agli occhi del mondo. L’opzione dell’astinenza sessuale come rispetto di sé e (per chi crede) pia pratica per sentirsi più vicini a Dio è lodevole se intrapresa con maturità, equilibrio e amore, allo stesso modo di chi si prodiga per gl’indigenti o, al contrario, sceglie una vita matrimoniale all’insegna dello scambio reciproco e dell’apertura verso gli altri. Nessuna scelta è “superiore” a un’altra, o esclusiva per un solo sesso.
A quel padre “di Chiesa” avranno spiegato questi basilari concetti? Oppure, ossessionati anch’essi da una visione del corpo (femminile) poco evangelica e molto terrestre, i devoti che l’assistevano non l’hanno compreso, o magari se ne sono intimamente compiaciuti?
A quel padre “di Chiesa” avranno insegnato che la “Chiesa” non è soltanto l’edificio dove si recitano giaculatorie, il prete che benedice frettolosamente le nostre case nel periodo natalizio o l’immaginetta di Lourdes nella stanza dell’inviolabile figlia, ma è anche e soprattutto ekklesia, comunità, apertura al prossimo e non gelosa chiusura nelle rigide mura della propria, minuscola cerchia? Che ha un nome comune, perché aperta a tutti, e non la maiuscola dell’autorità e del potere? Quel padre “di Chiesa” avrà pur letto di quel suo Signore palestinese straniero fra stranieri, rifiutato dai sacerdoti del tempo; del giovane maestro ebreo che accoglieva pubblicani e prostitute, perdonava le adultere, di sesso parlava ben poco e, di fronte alla preghiera del centurione (per un suo schiavo!), esclamava estasiato: “Non ho mai trovato in Israele una fede più grande di questa!”.
Se quel padre “di Chiesa” conosce i passi sopra menzionati, si dovrà desumere che non li ha capiti, e si è limitato a ripeterli meccanicamente, come i farisei. E se, a differenza di costoro, quel padre “di Chiesa” non sapeva quel che si faceva, perché nessun sedicente cattolico s’è premurato di distoglierlo dall’inganno?
L’ossessione per la verginità fisica della figlia femmina ha così condotto alla peggiore delle bestemmie, il razzismo verso altri esseri umani, la regressione alla bestialità.
Ultima osservazione: notate quante volte, in questo scritto, sono stati usati termini quali natura, naturale, naturalmente, integrità, valore, purezza e - ovvio - verginità. Vocaboli che evocano immagini elevate, pensieri alati, spiritualità e compassione. Ma che stravolti, anzi stuprati, del reale significato, si mutano nel loro contrario, partorendo un mostro d’ignoranza e d’odio. Quando il testo sacro ci mette in guardia dalla confusione delle lingue, lo fa con cognizione di causa.
vita dura pr gli amici degli animali Porto Torres, difende un cane e viene picchiata
dalla nuova online 14\12\2011
PORTO TORRES. Chiama le guardie ecozoofile perchè un giovane maltratta il proprio cane e dopo un paio di giorni viene presa a pugni per strada. Questo è quanto ha raccontato ai carabinieri, dove ha sporto una denuncia per lesioni, una casalinga che abita al "Satellite".
La donna, che al momento preferisce rimanere anonima, deve essere sottoposta ancora a una radiografia ma il medico del posto di primo soccorso del poliambulatorio di Andriolu le ha già assegnato una settimana di cure (salvo complicazioni) per contusioni ed ematomi al volto e al torace, e sospetta rachide cervicale.
PORTO TORRES. Chiama le guardie ecozoofile perchè un giovane maltratta il proprio cane e dopo un paio di giorni viene presa a pugni per strada. Questo è quanto ha raccontato ai carabinieri, dove ha sporto una denuncia per lesioni, una casalinga che abita al "Satellite".
La donna, che al momento preferisce rimanere anonima, deve essere sottoposta ancora a una radiografia ma il medico del posto di primo soccorso del poliambulatorio di Andriolu le ha già assegnato una settimana di cure (salvo complicazioni) per contusioni ed ematomi al volto e al torace, e sospetta rachide cervicale.
L'episodio, oggetto di indagine dei carabinieri, è accaduto lo scorso fine settimana. La donna, 58 anni e in cura per un tumore, aveva notato un cagnolino sempre legato nell'androne aperto di una palazzina. E, stando al suo racconto, l'animale restava esposto al freddo, non sempre gli veniva dato da mangiare «tanto che spesso gli davo io la pappa», veniva lavato sempre all'aperto e con l'acqua fredda. I proprietari, racconta ancora la donna, si sarebbero infastiditi per quelle attenzioni per il loro animale e più di una volta l'avrebbero apostrofata in malo modo, invitandola a farsi gli affari suoi.
La casalinga, a quel punto, avrebbe chiesto l'intervento delle guardie ecozoofile (pearltro senza grandi risultati) e questo avrebbe acuito lo scontro con i proprietari dell'animale. Uno scontro fatto di insulti per strada e atteggiamenti intimidatori, fino allo scorso week end quando un ragazzo di vent'anni l'ha aggredita fisicamente,
sferrandole un paio di pugni e facendola cadere per terra.
Tutto sotto gli occhi del marito della donna e diversi testimoni, immedatamente intervenuti per evitare che lo scontro fra l'uomo e il ragazzo degenerasse.
I carabinieri hanno sentito alcune delle persone presenti al fatto, ma attendono il referto degli accertamenti radiologici per completare il fascicolo che poi sarà inviato alla magistratura.
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