8.12.15

mia guida al natale e alle festività 205\2016 [ come sopravvivere alle festività ] III il solito quesito : fare o non fare i regali a natale ? come farli a? a chi farli ? riciclare o non riciclare ?




puntate precedenti




Premessa
Con le mie elucubrazioni mentali natalizie non vorrei urtare il vostro spirito natalizio, anche se questo post non vuole essere una polemica, ma solo una serie di riflessioni che  via  via  anfdrò dipanando qui con voi 



Ora è un bel problema scrivere qualcosa di originale che non si sia scritta nelle mie guide precedenti 


cui vi rimando Se non che pensandoci bene il regalo di natale tante volte rischia di diventare un vero boomerang per chi deve farlo... Occorrono le giuste e originali idee per natale che, anno dopo anno, tendono sempre più a scarseggiare e a standardizzarsi.Ma soprattutto perchè ogni anno, ogni dicembre, la idea regali natale è una scadenza da rispettare assolutamente con chi si è in affari, ed è una tradizione a cui tutti sono loro malgrado condannati! Infatti molti miei amici\che mi dicono che non debbi spendere soldi per loro ma basta il pensiero semplice 
 . Iniziamo dalla prima   domande  del titolo   fare  o non fare regali di natale ? 





Il countdown al Natale è ufficialmente cominciato e mentre la città si riempe di luminarie, vista la moltitudine di"guide per i regali", non posso fare a meno di pensare a quelli che devo fare io. Fino a qualche anno fa avevo una discreta lista, anche se vivo a Siena, per le feste torno sempre giù nel Cilento e i primi anni usavo proprio la scusa dello scambio dei regali per riunire tutti gli amici, era l'occasione per passare una serata in compagnia e aggiornarsi un
po'. Non ho mai fatto regali eccezionali, ma pur avendo un budget limitato, cercavo di trovare cose carine per tutti, poi però ho cominciato a notare che per alcuni era diventato un obbligoricordo che un'amica non avendo potuto darmi il suo regalo prima di Natale, me lo ha consegnato direttamente l'anno dopo, nulla di strano, se non fosse che abitiamo a 200 metri di distanza, che per le feste rimango a casa non meno di due settimane e che per tutto l'anno ogni volta che ci incontravamo ha continuato a ripetermi  che avrebbe dovuto darmi quel famoso regalo...insomma viste certe reazioni freddine, ho preferito togliere di mezzo questa "tradizione" e oggi sulla mia lista ci sono solo un paio di nomi, tutti legati alla mia famiglia. Personalmente penso che il regalo di Natale sia il giusto "pretesto" per dimostrare a qualcuno che ci teniamo, anche se non ci sentiamo/vediamo mai, anche se le cose non vanno sempre lisce come l'olio, per questo mi chiedo che senso abbia fare regali e scervellarsi per persone che si ricordano della nostra esistenza solo quando decidiamo di andare avanti con la nostra vita senza di loro perché ne abbiamo abbastanza?

Infatti    quest'anno   , styavo per  fare  come i  miei  genitori   che    da molto dicono non vogliamo regali e  di fare come  questo  articolo di    http://www.siamouniverso.com/


Ti propongo, poco prima che cominci il delirio collettivo della spasmodica ricerca di regali di  natale, di prendere i tuoi cari in disparte e di comunicare loro che:
sono dispensati dal dover pensare ad un regalo di natale per te, anche perchè loro non ne riceveranno da te.
Io quest’anno ho già dato questa comunicazione, liberandomi da un peso. Sì, perchè erano anni che la completa assurdità di questa festa di consumismo spicciolo mi aveva colpito con tutta la sua ovvietà; ma per non  creare problemi, per non dare notizie “shock” e per mantenere l’equilibrio delle cose non avevo mai sollevato la questione. Il risultato era che mi affaccendavo a fare regali non sentiti, non scelti con la migliore cura (poichè la fatidica data incombeva), e magari più cari del necessario.

Perchè il natale come è concepito in gran parte del mondo occidentale non ha alcun senso?

Per cominciare, ammesso che qualcuno ci pensi ancora alla nascita del Cristo, questa non avvenne il 25 dicembre, bensì in agosto. Fu fissata al 25 dicembre per farla coincidere con delle feste pagane che si celebravano in epoca romana, tra gli altri motivi. Ma questa è una questione il cui approfondimento non rientra tra gli scopi di quest’articolo.Poi, lo scambio di regali non ha alcuna base nelle vicende storiche, forse è stato adattato alla vicenda dei Re Magi.Infine, non c’è alcuna glorificazione del Cristo, o di sentimenti e valori spirituali nell’atto di darsi i regali.
Vabbè, ma che guastafeste, si mangia, si sta insieme….
Ok, egregie finalità, ma è necessario scambiarsi i regali per stare insieme?
Cioè il capitalismo occidentale, tra i tantissimi bisogni fasulli che ci ha imposto, ci ha anche imposto quello per cui dobbiamo comprare delle cianfrusaglie per avere il permesso di vedere i nostri cari?Non sarebbe più semplice ed efficiente vedere i nostri cari, per esempio, una giornata intera sottratta al compito di fare i regali PIU’ la tradizionale sera della vigilia e/o al pranzo del 25?Non sarebbe ancora meglio partire dalla provocazione di quest’ articolo e concentrarsi ad eliminare attività inutili, dispendiose e che abbiamo acriticamente ereditato dall’ “opinione comune” e vedere i nostri cari ancora di più? (non tramite social networks!)
migliorare persone e societa
E tu? Saprai resistere all ‘ ammiccamento?
Ancora non sei convinto che eliminare lo scambio di regali sia un’idea valida…
Allora andiamo ai pro e contro del fare i regali:

PRO

Mi piace fare i regali!
Ottimo, convengo. Fare regali è un modo per manifestare amore, affetto, solidarietà e partecipazione agli interessi ed obiettivi del destinatario del regalo. Ma perchè non creare qualcosa? O, al massimo, farla creare? Quasi tutti sanno fare qualcosa, che forse troppo spesso reprimono nel tran tran quotidiano. C’è chi sa scrivere poesie, chi sa disegnare o pittare, chi sa ricamare e chi sa cucinare.Non sarebbe bello, ad esempio, regalare una torta magnifica? Bella da vedere? Introvabile nelle pasticcerie del luogo in cui abiti?Non sarebbe entusiasmante riaggiustare un vecchio mobile del fortunato destinatario al quale per forza un regalo è dovuto e pittarglielo con fantasie originali?Se poi il punto è che godi nel fare shopping (e succede anche questo) il consiglio è piuttosto di interrogarti sul se non ci sia qualcosa che non va, qualche carenza che cerchi di riempire con l’arraffare sempre e sempre più cose nuove.E se veramente ti piace fare regali, e non vuoi proprio crearli, piuttosto che comprarli, non sarebbe meglio farli quando ti va di farli, quando hai veramente qualcosa da comunicare? Se ti piace fare regali sai sicuramente che è meglio farli quando si presenta un’occasione speciale, quando trovi qualcosa di particolarmente  interessante o quando hai bisogno di trasmettere dei sentimenti, piuttosto che quando tutti lo fanno perchè si deve fare.
E’ un modo per stare a contatto con i cari!
A quest’ obiezione è stato ampiamente controbattuto sopra.
Ai bambini piace la tradizione dell’attesa di Babbo Natale!
Questa è l’argomentazione alla quale mi costa di più controbattere. Io stesso ho vissuto tante vigilie come dei sogni. Mio padre era bravissimo a farmi credere nell’esistenza di Babbo Natale, nel mistero della sua venuta e del suo volo con la slitta (ebbene sì). Mi ha regalato dei momenti meravigliosi, mi faceva gioire doppiamente: per i regali e per l’atmosfera che creava.
Chi vorrebbe negare gioia e divertimento a figli e nipoti?
Vero. Ma ogni genitore sa che vi è la responsabilità di ciò che si insegna ai figli. Ed in quel rituale cosa si trasmette?
Che per volersi bene bisogna farsi dei regali? Che per essere felici bisogna accumulare roba? Che per essere felici si deve soddisfare un desiderio ed immediatamente rimpiazzarlo con un altro, in una affannosa corsa ciclica?
Che la venuta del Cristo non si celebra pensando a ciò che ha significato, e dovrebbe ancora significare per l’umanità, ma al nuovo modello di un qualche giocattolo? (Non si tratta assolutamente di un messaggio bigotto. I lettori del sito sapranno cosa penso delle religioni. E’ ciò che Cristo rappresentava, e che la (le) chiese hanno interpretato a loro piacimento ad essere importante).



Quindi. Partendo dal presupposto che dobbiamo volere dare la massima gioia ed armonia ai bambini, sarebbe forse il caso di dargliela con un po’ più di consapevolezza. Per esempio coinvolgendoli nella costruzione/creazione di qualcosa. Oppure, ancora meglio, facendoli partecipare ad operazioni di volontariato o beneficienza…
Sarebbe così strano ed utopistico pensare a dei bambini contenti di dare (anche il loro tempo) a bambini meno fortunati, e credere che possano gioire nel farlo? Data la grande elasticità ed umanità dei bambini, io credo di no

CONTRO

Il tempo sprecato
Setacciare le città alla ricerca di quel “regalo perfetto” o di quella misura perfetta… “Investire” giornate intere per cercare i regali?
In un tempo in cui la maggioranza di persone lamenta la scarsezza di tempo mi sembra veramente assurdo che ci si possa concedere il lusso di spendere tempo alla ricerca di regali…
Inquinamento
La benzina, l’olio, la polvere dei freni delle auto… Sempre, per questa essenziale ricerca dei regali? Già credo che nelle città italiane vi sia la tendenza ad abusare dell’ auto. Siamo sicuri che aggiungere a questo utilizzo già eccessivo l’ulteriore bonus natalizio sia una buona idea?La plastica degli imballaggi, la carta, gli altri materiali spesso inquinanti di cui sono composti molti di questi preziosi regali… Sono altri costi di questa folle corse, ai quali, purtroppo, spesso non si pensa.In questo articolo propongo di sposare la filosofia del declutteringossia quella di trovare il gusto nalla semplicità In chiusura prego i commercianti che non me ne vogliano. E spero di non avere smorzato gli entusiasmi… Ma spero almeno di avere fornito degli spunti di riflessione, non solo sul Natale, ma su tante usanze, tradizioni ed abitudini che spesso sposiamo senza la minima critica, e senza farci sfiorare dall’idea che esisterebbero non uno, ma molti modi, di fare le cose in maniera più sana armoniosa, rispettosa per l’ambiente e, soprattutto, felice ed educativa.
crescita personale, natale e società
Anche la renna si è smarrita!




ma  poi vedendo questo  spot  





mi sono commosso ed ho deciso di farli, E qui veniamo alla seconda chi farli ? . 



Alcuni li fanno : solo alla famiglia , o non ne fanno perchè : << niente regali, la cosa mi provoca ansia e non mi va di farmene venire per questo motivo dunque chiedo a tutti di non farmene e diciamo che ormai chi mi conosce lo sa...niente ansia natalizia >> ( iriial da http://forum.alfemminile.com/ ) , sempre dallo stesso forum alcune consigliano di 1) ciao, io consiglio di spendere di più per chi hai un rapporto più profondo, mentre per amici meno intimi farei comunque un pensiero ma non troppo impegnativo. Ad esempio un portachiavi, delle cioccolata, set bagnoschiuma e sali da bagno ., 2) Io cerco di soddisfare per prima cosa i sentimenti. Regalare doni a persone di cui non ti importa un fico secco ti fa entrare il un circolo vizioso fatto di obblighi e buona educazione lontani un miglio dall'affetto verso gli altri.Meglio concentrarsi su pochi, ma buoni .., 3) ho smesso di farli!Li faccio solo al mio ragazzo,al mio migliore amico,alla mia migliore amica e ad un'amica che conosco da 15 anni ! Il resto,amici stretti e non,conosciuti 20 anni fa e non,che vedo quotidianamente o ogni tre mesi,non ce li facciamo piu ! 4) Quest'anno tutti più buoni fate regali a tutti. Che cè bisogno di speranza. Io mi trovo bene a comprare qua Le Chicche di Claudia. Le ragazze sono strepitose hanno tutto dai regalini più economici ai regali più impegnativi. Sono in via Filippo Palizzi, 119/G. Telefono 0239258265. Sito internet: ... bomboniere.tv. Altri invece << lo faccio ad alcune persone che, tendenzialmente, sono le stesse che lo fanno a me. Quindi ho risolto il problema I regali devono essere sentiti anche se capisco che, comunque, è un po' imbarazzante ricevere un dono e non dare niente in cambio.
Se avessi questo genere di inconveniente, probabilmente, comprerei qualche regalino jolly (che ne so, qualche prodotto in confezione carina tipo bagnoschiuma in erboristeria) da dare nel caso ci fosse qualche "sorpresa" all'ultimo... >> . Ci sono anche soluzioni originali come quella di silvialfi : << Io ho risolto il problema!! Per evitare questi problemi con i gruppi di amici che ho (una ventina di amici a lavoro e una decina/quindicina d AMICI extra-lavoro) abbiamo stabilito che per natale si fa sempre una cena tutti insieme (una per i colleghi e una per gli amici).A questa cena (che già d x sè la considero una bella cosa natalizia!) ognuno è incaricato d portare un regalo (spesa circa 10 euro) incartato con anonima carta di giornale...quando tutti sono arrivati il padrone di casa numererà i pacchetti e a fine cena ogni invitato estrarrà un numero e si prenderà il regalo associato.Le risate sono garantite e questa cena è sempre molto attesa e gradita! )>>, altro solo pensierini o se lo sentono coem : << Quindi con le amiche meno intime, come le colleghe dell'università che conosco da poco ma a cui sono comunque legata, mi regolo su una cifra di 5, max 10 euro, pero' davvero lo faccio col cuore! Regalo spesso delle calze (ovviamente carine, lavorate, le prendo da Calzedonia o Golden Point) oppure un bagnoschiuma o crema corpo di B&M o Erbolario, o ancora quaderni, blocchi, agendine in carta riciclata, una top da Zara... Insomma, piccole cose, ma donate con affetto. Quanto ai regali fatti per il "sembra brutto" io non ne faccio e spero di non riceverne mai !!!  >> 


Molto  si chiederanno e tu  ?  Io a pensierini e mance ai mie baristi di fiducia . Per le persone di greffa \ intime non singoli ( altrimenti ci vorrebbe un mutuo o compri.cazzate boiate ) ma uno in due ad esempio ad una coppia di miei amici appassionati d'oriente ( lei è laureata in lingue con specializzazione in arabo ) ho regalato un cd di musiche arabe e un libro preso in edicola sull'islam ( non è un pensierino , ma  problemi  di € ) . Oppure ai loro figli Ora   il problema  maggiore  è come farli  e  cosa  regalare  ?

Se non che pensandoci bene il regalo di natale tante volte rischia di diventare un vero boomerang per chi deve farlo... Occorrono le giuste e originali idee per natale che, anno dopo anno, tendono sempre più a scarseggiare e a standardizzarsi.Ma soprattutto perchè ogni anno, ogni dicembre, la idea regali natale è una scadenza da rispettare assolutamente con chi si è in affari, ed è una tradizione a cui tutti sono loro malgrado condannati! Infatti molti miei amici\che mi dicono che non debbi spendere soldi per loro ma basta il pensiero semplice .
Per un regalo natale idee che rispettino tutte le esigenze mancano sempre: esso deve essere originale, piacevole, se possibile utile ed economico, e il più delle volte è proprio l’aspetto del costo che fa naufragare tutti i suggerimenti e tutta la buona volontà del mondo! Ma anche l'improvvisazione , se è un regalo sentito , va bene .
Il fatto è quindi che per i regali natale idea giusta è quella che, nel momento dell’anno in cui più spesso ci si trova a dover fare doni a tante persone diverse, permette di conciliare tante spese da sostenere per ogni singolo oggetto senza dimenticare però la originalità e la personalizzazione !!
Ricorda che è il pensiero che conta, e non la quantità di denaro speso per comprarlo. Crea una collana per tua sorella ed un animale di stoffa per il tuo cuginetto.
Se sei fantasioso ed ami creare gli oggetti, ecco qualche idea utile e divertente da cui poter prendere spunto:

Rilega un album, fotografico o da disegno, con della pelle, sarà più facile di quanto immagini.
Crea un sottopentola con dei tappi di sughero, prova a dargli la forma di un fiocco di neve, o quella di una stella.
Trasforma un barattolo in un'eccentrica lampada retrò.
Trasforma il cartone delle uova in dei fiori di luce. Cerca nel web, si tratta di un'operazione semplice e divertente.
Una ghirlanda, o una decorazione, per la porta d'ingresso sono un'ottima idea, per una persona che ama mostrare

L'importante  è  che  sia fatto con sincerità  e  cuore  non solo  con la mente  in quanto  un regalo capace di coniugare originalità, unicità, sorpresa ed intense emozioni, un dono che  chi o riceve  di sicuro sarà felice di ricevere e che la farà sentire apprezzato , stimato , e perchè no amato 


#1. Il mio regalo risponde ad un’esigenza precisa? 
Ti sembrerà scontato, ma probabilmente quel che più è importante è capire l’utilità che un dono può avere (o non avere). Un regalo, infatti, è utile quando risolve un problema a colui che lo riceverà, quando è capace di offrirgli una soluzione concreta e reale, che spesso il destinatario da solo non riesce a scovare. E ancora, un dono può definirsi utile quando è in grado di realizzare un desiderio sopito nel cassetto dei sogni.

Pensa, ad esempio, a quante volte sogniamo un momento di benessere e di relax tutto per noi, eppure non riusciamo a trovare il tempo per concedercelo. E se qualcuno avesse la brillante idea di donarci un pacchetto emozionale che includa proprio un weekend rilassante? Ci regalerebbe sicuramente una bella sferzata di felicità!

#2. Il mio regalo è giusto per il suo destinatario?

Quando scegli un regalo sbagliare è un attimo, facile come poche altre cose. Prendere la giusta decisione diventa però più semplice se hai ben presente il destinatario del dono, cosa desidera, quali sono i suoi gusti, cosa gli piace fare, cosa detesta, quali sono i suoi hobby e se ha particolari necessità.

Ricorda, il regalo giusto è quello che piace al destinatario, non (necessariamente) quello che piace a chi lo sceglie.

#3. Il mio regalo emoziona?
Un regalo deve essere utile e capace di rispondere a una precisa esigenza di chi lo riceve, ma deve anche essere in grado di emozionarlo, conquistarlo e sorprenderlo. Altrimenti che regalo è? Bando alle banalità, allora, ai regali qualunque, ai più gettonati: quando scegli un regalo, osa. È solo così che riuscirai a donare emozioni.

#4. Qual è l’obiettivo del mio regalo? Con che animo mi accingo alla scelta?
Altro aspetto da non sottovalutare! Alcune volte i regali nascono da un pensiero spontaneo e autentico, da un desiderio intimo e personale, altre volte sono più un obbligo e un dovere in qualche modo imposto da un’occasione specifica o da una ricorrenza particolare. In entrambi i casi, però, il sentimento che dovrebbe condurti nella scelta di un dono è quello di fare del bene a chi lo riceve e di sentirti soddisfatto e appagato da questo sentimento e dal sorriso che accenderà il volto del destinatario.

#5. Questo regalo mi farà fare bella figura o diventerà il mio incubo?
Se hai già in mente un regalo, prima di acquistarlo fatti una semplice domanda: mi farà fare bella figura o mi costringerà a nascondere il pacchetto tra tutti gli altri doni e a defilarmi tra gli invitati per passare inosservato?
Ecco, se desideri evitare una situazione del genere e fare in modo che il tuo regalo non finisca nel dimenticatoio, ascolta i nostri consigli e scegli un pacchetto emozionale sorprendente e originale, contenente fantastiche avventure all’aria aperta, elettrizzanti sfide adrenaliniche, rilassanti soggiorni benessere, indimenticabili weekend in agriturismo e tanto altro ancora.
Avrai solo l’imbarazzo della scelta e potrai prenotare il tuo regalo direttamente online, con pochi semplici click e in pochissimo tempo


Fra i consigli dei vari siti ( ed anche no ) in particolare quiello che ho scelto come punto di riferimento è ancor http://it.wikihow.com/Fare-i-Regali-di-Natale-Avendo-Pochi-Soldi c'è anche quelli di 


Pensa a chi riceverà i tuoi regali. Concentrati sulla sua personalità e approfondisci la conoscenza per scoprire cosa la persona ama e cosa no. Solo così il tuo regalo otterrà il successo sperato. Non limitarti a seguire mode ed apparenze, concentrati sulla prospettiva del destinatario.
Per esempio, se tuo cugino è un appassionato di musica, acquista un CD o un disco in vinile di uno degli artisti che ama.
Se tuo fratello è un esploratore appassionato, compragli una guida turistica o un libro fotografico relativi ad un posto che da sempre sogna di visitare.
Trova un equilibrio tra gli interessi del destinatario e le tue disponibilità economiche. Puoi fare dei regali fantastici senza svuotare il tuo conto in banca.
Scopri cosa la persona ha e cosa non ha. Esamina nel dettaglio gli spazi in cui vive: la camera, l'ufficio e gli armadi. Non solo scoprirai cosa non possiede, ti farai anche un'idea dei suoi gusti.
Durante la tua perlustrazione chiediti se si tratta di una persona orientata alla tecnologia, alla lettura, alla musica, alle comunicazioni, ai viaggi, alla cucina o a qualche altro ambito specifico.
Fatti aiutare e consigliare dalla famiglia e dagli amici del destinatario. Non sempre, infatti, sarai in grado di ficcare il naso nel suo ambiente come se fossi Sherlock Holmes.


Oppure ricicla ( troverai sotto come fare ) e qui veniamo all'ultimo quesito riciclare o non riciclare ? Sappi che può essere un arma a doppio taglio e che va fatto bene è un pregio . Ecco  i mie  di quqalche tempo fa  http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.it/2010/12/come-sopravvivere-al-natale-v-puntata-i.html

Infatti il riciclo non è cosi negativo in se  .  Infatti  

molti si frenano, perché riciclare i regali è un tabù sociale: non si fa, e se si fa bisogna stare attenti a essere "discreti", evitando di farlo sapere a chi non ha azzeccato il pacchetto per noi e pure la gaffe di lasciare attaccato il biglietto originale. Ora però una ricerca dimostra che possiamo tirare un sospiro di sollievo, perché nessuno si offende se troviamo un destinatario migliore per regali poco graditi.STUDIO – Lo studio, pubblicato su Psychological Science, è firmato da ricercatori delle prestigiose università di Stanford, Harvard e della London Business School che hanno cercato di capire il punto di vista di chi regala e quello di chi riceve ed è tentato di riciclare. Ai partecipanti, poco meno di 200 volontari, è stato chiesto di suddividersi in "donatori" e "riceventi": i primi dovevano immaginare che un loro regalo (nello specifico un orologio donato per la laurea) fosse reincartato e riciclato oppure gettato via, i secondi allo stesso tempo dovevano pensare di aver riciclato o buttato via il dono avuto. Le reazioni a ciascuno di questi scenari sono state misurate valutando quanto ciascuno si sentiva "offeso" e quanto pensava potesse offendersi l'altro.
OFFESI – Ebbene, chi dona si sente meno ferito se il suo regalo poco azzeccato viene passato a qualcun altro piuttosto che buttato nella spazzatura; chi invece riceve pensa che per la persona che ha fatto il regalo sia ugualmente "grave" ciascuno dei due comportamenti, come se riciclare un regalo sia un "peccato" tanto quanto disfarsene. «Questa differenza di atteggiamento ci ha colpito – osserva Gabrielle Adams della London Business School –. In sostanza chi riceve un dono pensa che chi glielo ha fatto debba avere in qualche modo il diritto di dire la sua sulla fine che fa il regalo in questione, chi invece dona ritiene che il destinatario possa di fatto farci quel che vuole. Questo significa che dovremmo tranquillizzarci: riciclare non è un male, anzi può essere un modo per far avere un oggetto a chi lo può apprezzare più di quanto faremmo noi. Forse il modo per uscire da questo equivoco può essere istituire una "giornata nazionale del regalo riciclato" in cui far girare i doni poco graditi: in questo modo chi riceve regali indesiderati potrebbe togliersi finalmente di dosso il senso di colpa che prova quando impacchetta di nuovo l'oggetto incriminato per riciclarlo e smetterà anche di pensare che farlo sia offensivo per chi ha fatto il regalo». Resta però una questione da esplorare, cioè se si offenda magari il destinatario di un riciclo. Nel dubbio, finché non arriverà un altro studio a illuminarci, sarà meglio togliere ogni indizio dal pacchetto.



7.12.15

dopo i recenti fatti mi chiedo il natale dev'essere festeggiato a scuola si o no ?














Dopo questa news 




4\12\2015 alle 19:19 L'UnioneSarda.it

CRONACA » 
Presepe e canti di Natale proibiti  per i bimbi di un asilo a Golfo Aranci







GOLFO ARANCI

No al presepe e ai canti natalizi nella scuola per l'infanzia di Golfo Aranci.Il divieto, secondo quanto hanno raccontato le mamme dei piccoli allievi, sarebbe arrivato dalla dirigente del primo circolo didattico di Olbia.
Due presepi erano stati già allestiti e resteranno al loro posto ma le classi che non l'avevano ancora preparato dovranno rinunciare e non ci saranno canti natalizi.
La decisione ha suscitato la reazione del sindaco Giuseppe Fasolino che, dopo un breve chiarimento telefonico, incontrerà la dirigente Raimonda Cocco lunedì prossimo.
"Ha detto di essersi attenuta alle disposizioni stabilite da una sentenza - ha commentato Fasolino -, mi sembra assurdo e spero che si trovi un accordo.
Decisamente più accesa la reazione del parroco don Alessandro Cossu che ha invitato i genitori a portare i bambini in chiesa e non a scuola.
                                          di Caterina De Roberto




 e i precedenti di Rozzano , di Sassari , adesso anche di Romano d'Ezzelino comune in provincia di Vicenza e su cui non ritorno perchè : 1) se n'è parlato troppo ,., 2 ne ampiamente parlato sui miei facebook e twitter ( potete accedervi e leggere tranquillamente anche se non siete nei miei contatti sono bacheche pubbliche non ho impostato nessun tipo di blocco esterno ) mi chiedo visto 
Silvia ziche topolino n 3152   
da  https://www.facebook.com/Papersera/?fref=ts
che il Natale e  leè alle porte ed "fino a che punto i simboli di una festa come quella natalizia offendono coloro che appartengono ad una diversa religione o, in generale, coloro che non credono nel Natale come festa religiosa ? Italiani colpiti al cuore della cultura cristiana sempre più indebolita nei suoi valori identitari ? O c'è forse in questa "debolezza" una forza, quella del laicismo illuministico ? La risposta che nel mio piccolo  mi sono dato a tali domande collima con diversi punti di vista espressi in questi giorni in particolare :
1) con quanto scritto da anthony.muroni ---direttore di quello  che è il secondo quotidiano della regione Sardegna (www.unionesarda.it) ---anche se non concordo del tutto sul fatto che Laicismo sia sempre uguale a ateismo in quanto considero e quindi credo Dio come qualcosa di Laico .   

     


                        
Infatti  siamo, alla fine soli davanti di fronte alla imperscrutabilità dell'esistenza ma dentro di noi, da qualche parte, c'è una fiammella che ci guida per sentieri oscuri 






2) e da quanto Michele serra su repubblica del 1\12\2015 , ma sopratutto : 1) dal mio post precedente Io, leader islamico difendo i canti di Natale a scuola” Rifat Aripen, coordinatore delle associazioni musulmane 2) da quanto detto da Addelaqui Salahedonne imam di sassari




Ma andiamo con ordine iniziamo da Antony muroni 





Il preside di Rozzano voleva davvero contribuire a estirpare i valori cattolici (praticati veramente da quanti ? ) dall’alta Italia o semplicemente ribadire che la scuola pubblica è una delle architravi centrali dello Stato laico?
La frase Ecclesia libera in libera patria, coniata dal conte Charles de Montalembert e fatta propria da Camillo Cavour nel discorso in Parlamento che preannunciava l’istituzione di Roma Capitale (27 marzo 1861) è ancora l’efficace aforisma che consentì di risolvere la questione romana, sancendo il parto del Regno d’Italia?
A giudicare dagli articoli 7 e 8 della Costituzione, quel concetto resiste ed è alla base dei rapporti ancora vigenti fra Stato e Chiesa. Fortunatamente, potremmo dire. Visto che la libertà “dalla” religione è legata a doppia mandata alla libertà di religione.
Acclarato che in uno Stato laico il “diritto” di accesso a scuole o luoghi istituzionali di vescovi, imam o rappresentanti di altre religioni non è automatico ma sottoposto ad
autorizzazioni delle istituzioni, si può anche accettare di proseguire il discorso su un piano non più normativo ma legato alle consuetudini e alle attese della maggioranza della popolazione.
È vero, infatti, che laico è diverso da laicista. Se il primo termine riconduce, correttamente, alla separazione di poteri tra Stato e Chiesa (già teorizzata da Cristo), il secondo strizza l’occhio a una componente anticlericale. E tende a considerare la religione un fatto esclusivamente privato, che non deve in alcun modo influire sulle decisioni pubbliche. Difficile da far accettare, quando la tradizione si incrocia con il richiamo a valori che sono propri, in alcune realtà, del vivere quotidiano.
Il problema, quello che fa nascere incomprensioni e polemiche, sta proprio qua. Nel non prendere atto del fatto che il mondo sta cambiando e non possiamo più ragionare per maggioranze, ma semplicemente col buonsenso. Se non vogliamo scadere in guerre di religione, aizzate da media e partiti oltranzisti, è necessario far convivere la laicità dello Stato e delle sue istituzioni col dialogo e la riscoperta dei valori unificanti del messaggio religioso monoteista. In fondo una recita di Natale o un bel presepe non hanno mai fatto male a nessuno. Ma senza prevaricazioni.




Lo scritto  di Muroni  sarebbe condivisibile   se gli articoli




Art. 7.
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Art. 8.
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. [p. 2 modifica]I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

  della  nostra  costituzione fossero veramente applicati , e  se  .... mi fermo qui altrimenti esco  dal contenuto dell'articolo  .Ma  prometto che  prima o  poi riprenderò  tale    argomento  .

Da  laico  credente  anche  se  a modo mio  ,  non posso  non dirmi solo cristiano per sintetizzare  il pensiero di Benedetto Croce  e  padre Ernesto_Balducci



concordo quanto dice  Massimo Gramellini su la   sua rubrica   nel quotidiano la stampa 1\12\2015

Ma che senso ha camuffare il Natale da festa dell’inverno? Chi in coscienza si può considerare offeso o emarginato da «Tu scendi dalle stelle»? Perché la visita di un vescovo a una scuola multietnica di Sassari viene bocciata dal consiglio degli insegnanti con la solita, stucchevole e a questo punto irritante storiella del «rispetto di tutte le sensibilità»? Sulla vicenda aleggia un gigantesco equivoco che porta a confondere la religione con l’identità. Ho conosciuto un mangiapreti formidabile che cantava «Tu scendi dalle stelle» nel coro del quartiere e non passava anno senza che sulle sue guance laiche non si parcheggiasse una lacrima: pensava alla nonna che gliel'aveva insegnata da bambino. E ho ascoltato noti smoccolatori discettare con proprietà e passione di dipinti sacri. Il cristianesimo è una parte fondante della nostra storia. Spiritualmente mi sento molto attratto
dalle religioni orientali, ma mi darebbe fastidio se la scalinata del Gange si spostasse sul lungotevere davanti a Castel Sant’Angelo (per quanto, come sporcizia, ormai siamo lì).  Chi approda in Italia per migliorarsi la vita o per istinto di sopravvivenza può confessare la religione che gli garba, perché anche il liberalismo fa parte della nostra identità. Ma deve accettare senza troppi turbamenti il fatto di non essere precipitato sulla Luna, ma arrivato in una terra che ha alle spalle, e sulle spalle, millenni di memoria. Se le nostre usanze lo irritano, si faccia in modo di spiegargliele, trovando i punti di contatto con le sue. Ma se si rinuncia a farlo per compiacerlo, non si diventa più accoglienti. Soltanto più vili. 



quindi  finiamola  di usare  come strumento  politico la religione e con il buonismo d'accatto ed ipocrita  (  li vieto perchè i mussulmani potrebbero offendersi e menate  varie  poi smontate   come  testimonia l'articolo riportato sopra  )  e  lasciamo libertà di scelta  a  chi  vuole partecipare  e  a   chi no  . Ma  soprattutto se  siamo realmente laici  evitiamo di renderli obbligatori  come  si è fatto direttamente  fino al 1985  e indirettamente  si  fa  oggi . 










6.12.15

Nella Piana di Gioia Tauro, a Cittanova, dopo otto anni di chiusura riapre il cinema Gentile. Un paese che lotta contro la disoccupazione e la malavita si riunisce intorno a un luogo di cultura e contemporaneità

in un tempo  in cui i  film anche recenti  sui  guardano  sul pc  online   e non più o sempre  di meno   nelle  sale  succede  anche questo   che è successo  , mi ricorda  il film  nuovo cinema  paradiso  del 1988 scritto e diretto da Giuseppe Tornatore
Infatti la repubblica online  del Pubblicato il 03 dicembre 2015  afferma che << Se fosse un film, si chiamerebbe "Nuovo Cinema Cittanova". Perché il senso di scoperta e di stupore che gli ruota intorno somiglia a quello del piccolo Totò nella pellicola del premio Oscar Giuseppe Tornatore. La scoperta di cosa può significare un cinema in un posto come la Piana di Gioia Tauro, dove manca da molto tempo. Dove manca come molte altre cose. Lo stupore dei ragazzi, che si sono precipitati alla riapertura del Cinema Gentile - chiuso per 8 anni - a vedere un film di quelli che in Calabria spesso neanche arrivano, "Non essere cattivo". Il significato di questo che rappresenta un vero e proprio evento ce lo raccontano alcune delle persone che l'hanno reso possibile: il regista Fabio Mollo, un giovane avvocato di Polistena con un'esperienza di lavoro al Parlamento europeo, Enzo Russo, e Luca Marinelli, protagonista di "Non essere cattivo", il film che ha inaugurato il "nuovo" cinema Gentile. >>

  ecco  qui l'articolo integrale

LA STORIA
Nuovo Cinema Cittanova, il paese che rinasce intorno a uno schermo
di ANNALISA CUZZOCREA

Cittanova è un paese di neanche 8mila abitanti lontano dal mare, al centro tra Ionio e Tirreno, nel sud della Calabria. Ha un liceo classico, una bella villa comunale, una storia complicata come quelle di tutti i paesi di questa zona, in lotta con disoccupazione e malavita. Ed è un paese che cerca di rinascere attorno a un cinema: una cosa tutt'altro che semplice, da queste parti, se si pensa che in tutta la provincia di Reggio Calabria - con i suoi 97 comuni e 560mila abitanti - di sale ce ne sono appena 5. 
Una in più è nata ieri in un palazzetto arancione rimesso a nuovo per l'occasione, con 424 posti che serviranno a turno come cinema, teatro, sede di incontri di tipo culturale, centro di formazione. Un luogo dove siano di casa cultura e contemporaneità. Questo cercava l'amministrazione del comune, che possiede il cinema. Questo hanno offerto i tre ragazzi dell'associazione Reggio Cinema, Carlo de Gori, giovane avvocato di Polistena con un'esperienza di lavoro al Parlamento europeo, Enzo Russo, attore e regista, di Polistena anche lui, e il regista Fabio Mollo, di Reggio Calabria (il suo ultimo lavoro, Vincenzo Da Crosia, ha avuto la menzione speciale al Torino Film Festival). Hanno tra i 31 e i 35 anni, fanno cinema per lavoro e per passione e sanno quanto possa far bene, in posti dove manca. Dove un tempo, per vedere i film che volevi, dovevi aspettare che uscissero in videocassetta. Dove oggi i bambini aspettano i dvd, e mica lo capisci, tutto quel Frozen nei supermercati, se poi sei l'ultimo a vederlo, se le cose che per gli altri accadono adesso, da te arrivano oltre un anno dopo.



È un senso di straniamento che conosce solo chi ha vissuto a sud. Enzo e Fabio promettono che da oggi - da Cittanova - passerò il meglio della programmazione nazionale. Stasera c'è La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino nella versione director's cut, con scene per molti inedite, domani arriva Mimmo Calopresti con il suo ultimo Uno per tutti (incontrerà i ragazzi anche lui, è uno di quei registi che la terra d'origine se la porta dietro: basta ricordare il Silvio Orlando di Preferisco il rumore del mare). Nel pomeriggio, per i piccoli, un film che nasce da un progetto Unicef: Iqbal, bambini senza paura. Per chi è abituato da sempre a insegne luminose e locandine, può sembrar poco. Qui non lo è, e i paesi tutti attorno la vivono come una festa.
"Sono nato a 10 chilometri da qui - racconta Enzo Russo - per me il cinema ha sempre rappresentato qualcosa di troppo lontano. Si sogna, al cinema. E questa possibilità di sognare  vorremmo portarla il più vicino possibile a questi ragazzi. Sono convinto da sempre che i film possano essere le scintille di piccole rivoluzioni personali". La pensa così anche Fabio Mollo: "La nostra più che un'idea è stata un'esigenza. Lavoriamo nel mondo del cinema e, da dove veniamo noi, posso assicurare che non è la prima cosa che ti viene in mente, quella di fare il regista. Sentivamo il bisogno di creare opportunità dov'è difficile crearne. È bellissimo vedere risorgere qualcosa in paesi dove, da anni, tutto chiude. Per questo abbiamo presentato un progetto che non è solo la riapertura di una sala, ma che vuole essere un esempio di promozione culturale. Stamattina ne parlavo con gli studenti di un liceo di Polistena: verranno qui a fare teatro, concerti. So che questo non è un posto facile, ma oggi aprire un cinema è difficile in tutt'Italia, non solo in Calabria. Dopo aver visto l'emozione e l'entusiasmo di queste persone, so che se problemi arriveranno, li affronteremo da comunità. Non siamo io Carlo ed Enzo a voler difendere un cinema, sono tutti loro". 

mia guida al natale e alle festività 205\2016 [ come sopravvivere alle festività ] II gli Auguri






Veniamo ad un altro argomento spinoso del natale e delle festività il natale quello degli auguri . Essi come i regali , le cene ( ne abbiamo parlato nella puntata precedente vedi url sopra ) , le decorazioni , ecc sono fonte di stress ed è per questo ( a chi mi dice che sono ripetitivo e monotono ) in tutte le mie guide che tengo su questo blog dal 2009\10 .Per quanto mi sforzi, non riesco a immaginare come si faccia per augurare “Buon Natale” contro qualcuno  anche  se  ti sta  ..  e  lo odi  .
Riprendo quantoi scrissi in una precedente rubrica \ guida natalizia :. : << Come regolarsi ? semplice io gli faccio a tutti\e perchè continuo anche se , ora di meno dopo alcune inc.... ehm.... fregature e bastardate , a considerare tutti\e amici \che e non distinguere conoscenti dagli amici . Ma soprattutto , in particolare verso le festività natalizie, cerco di seguire questo aforisma di Kurt Kobain : << Voi mi odiate ..... e io per dispetto vi amo tutti >> .  Ora  lo  so  che    c'è  questa  distinzione

(....  da  https://controimbecillitacollettiva.wordpress.com/2013/12/29/auguri-di-buon-natale-li-vogliate-o-no/ ) 
Invece, da un po’ di tempo in qua un vasto gruppo di atei militanti, appoggiato da organizzazioni miliardarie e con l’appoggio dei grandi mezzi di informazione, hanno deciso di fingere di sentirsi mortalmente offesi quando li salutiamo in questo modo. Quando però invece di “Buon Natale” uno di loro ci dice “Buone Feste”, il senso del suo messaggio è chiaro: “Vai al diavolo tu e il tuo Natale, il tuo Cristo e tutta la tua maledetta religione. Nascondila, praticala nelle catacombe ma leva questa cosa odiosa dalla mia presenza”. È sottointeso che, salutati con una così grande gentilezza, dobbiamo retribuire augurando al nostro interlocutore una pletora di beni di questo mondo e una totale non preoccupazione per quanto riguarda l’esistenza dell’altro. Se invece di questo tu insistessi a rispondere “Buon Natale”, dovrai farlo con la piena coscienza che queste due paroline fatidiche saranno accolte come una dichiarazione di guerra. È così che, in questo come in altri casi, il senso di ciò che diciamo non dipende più dall'intenzione con la quale lo facciamo, ma dal proposito immaginario che in fingitore isterico ci ha attribuisce. Siccome egli ci odia, deve far di conto che la nostra gentilezza sia un’offesa intollerabile.

Ma    io  non ci  bado  , perchè  a me non importa  se  uno   credete  ( fervente o tiepido \  non praticante  )  o  ateo    o  di qualunque  altra  \  religione credo , l'importante  è il rispetto .  Gli faccio  a tutti, anche perchè, dai nemici  , a volte  se non sono troppo imbelli o  erano assenti quando  ci sono stati distribuiti i cervelli  ,  si può imparare un sacco di cose   . Specie su di te . E se   saprai farne buon  uso potranno tornarti utili per la tua opera  d'arte .Un tempo  gli facevo in anticipo già da primi \  meta  di  dicembre  , ma  poi   onde  evitare  un inutile corsa  ( e magari risultare   ridicolo )  all'anticipo  dei grandi gruppi  industriali  e  dele multinazionali  che  già  ai primi di novembre   neppure  il tempo di lasciar passare  Halloween  iniziano  a  riempire  i market ed  i centri commerciali di roba  natalizia . Ora  , a seconda  del  grado di confidenza  che ho  con le persone , lii faccio in maniera ironica  e sarcastica  ai nemici e  a chi mi odia  (  vedere   i siti sotto  )  e  buoni e  sinceri  agli altri .
Poi decidete  voi se  farli a tutti o  a  solo ad  alcuni , se  farli in anticipo ( come spesso faccio io )  per evitare  che siano accolti  bene  e  chi li riceve  non si  annoi  perchè sommerso d'altri  ipocriti e di circostanza  e  privo d'originalità ti  rinvi  un sms   o un 'email  ripetitiva  .


Ora poiché,ogni anno si cercano sempre Parole speciali per farci ( sinceri  o di circostanza  che siano  )  gli Auguri di Natale , so però che i pensieri migliori sono quelli che arrivano direttamente dal cuore. E’ per questo che non mi voglio dilungare troppo ma voglio farti sapere tutto l’affetto che provo per te. Tanti Splendidi e Cari Auguri di Buon Natale e buone  feste  !  a voi tutti\e  vicini e lontani ,  lettori  silenziosi  e commentatori
 fra  i tanti siti per  gli auguri   vi segnalo questi


Peppe Zucchetto, in Ghana il coraggio di un siciliano

da http://www.malgradotuttoweb.it/ un articolo apparso tra fine novembre primi di dicembre Sul magazine del Corriere della Sera in cui narra la storia dell’imprenditore di Racalmuto emigrato al contrario. Una storia ” magica”  ! Un consiglio ottimo ..che non tiene conto, però, della speculazione (business) della classe politica e/o dell’incapacità della classe politica. un imprenditore capace, in età pensionabile, vada via dalla Sicilia per continuare a produrre è senza dubbio una tragedia. A maggior ragione quando la terra che lo ospita non è la Danimarca ma una martoriata e arcaica terra d Africa che partorisce solo occasioni da business. Per chi lavora in trincea, in Sicilia, è debordante una storia come questa. Complimenti al coraggio ed all'intraprendenza del Sig.re Zucchetto, che stanco dei compromessi, e della gente Siciliana   (  ovviamente  senza  generalizzare  ) se ne andato.



Giuseppe Zucchetto in Ghana con i suoi dipendenti

Uno dei cantieri aperti in Ghana
Quando è stato costretto a chiudere una cava di pietre per esaurimento della vena, Giuseppe Zucchetto, 67 anni, commercialista e imprenditore, una vita passata a Racalmuto dietro escavatori, pale e ruspe, si è ritrovato travolto dalla crisi. Come tanti. Costretto a licenziare. Senza capire come uscirne. Ma senza immaginare che fra le “parrocchie di Regalpetra”, nel paese di Leonardo Sciascia, sarebbe stato “salvato” da due migranti ghanesi. Max e Said. Due ragazzoni arrivati con i barconi a Lampedusa, trasferiti nella palestra comunale di Racalmuto, transito provvisorio e incrocio di destini.Come è accaduto quando i due migranti si sono ritrovati davanti allo stesso bar di Zucchetto, pronto ad offrire loro una birra, per due chiacchiere: “Volevo capire da dove fuggivano, perché rischiavano la vita nel Sahara e nel Mediterraneo. Scoprendo subito una grande contraddizione. Dicevano che cercavano lavoro in Europa, ma che nel loro Paese c’era tutto. E quando hanno capito che io avevo un’azienda ferma in Sicilia, pronto com’ero a svendere mezzi e attrezzature, è scattata la scintilla, convinti che portando pale e ruspe in Ghana io avrei risolto ogni problema. A me e a loro”.Qualche giorno dopo Zucchetto, Peppe per amici e parenti, in attesa della nipotina Beatrice, all’uscita dalla scuola di danza, incrociò di nuovo Max e Said: “Allora, le portiamo in Africa queste macchine?”.Moglie e tre figli, la figlia Valentina consigliere comunale a Racalmuto, per Zucchetto cominciarono dubbi e insonnia perché rimuginava la proposta, nonostante si trattasse di due sconosciuti: “Ma era scattata una simpatia. ‘Appena mette piede in Ghana, tutto quello che vuole fare, lo può fare’, ripeteva Max col suo discreto italiano o in inglese. Senza spiegare però che cosa mancava a loro, in fuga . Poi l’idea che mi piacque: ‘Cominciamo con una settimana di vacanza?’. E va bene. Proviamo. Agenzia, passaporto, visto, vaccino per la febbre gialla e una settimana dopo atterravo con loro ad Accra…”.Il resto del racconto è la scoperta di “un mondo dove c’è davvero tutto”, anche aree eleganti, alberghi confortevoli, piano bar e “jazz da pelle d’oca”. Come ripete entusiasta Zucchetto: “C’è tutto, ma non il potenziale di lavoro che un piccolo imprenditore come me può creare soprattutto nelle zone più depresse, nei villaggi, facendo leva sulla nostra inventiva, sulla nostra esperienza…”.In poche settimane il racalmutese approdato in Ghana visita la capitale con i suoi grattacieli, scopre distese di terreni incolti e mette su una prima mini impresa, noleggiando mezzi meccanici. Quanto basta perché Said blocchi tre suoi fratelli pronti alla traversata di deserto e mare con destinazione Lampedusa: “C’è un siciliano che ci fa lavorare”.Due mesi dopo una piccola carovana di camion e buldozer sbarca da Racalmuto ad Accra. E i mezzi della vecchia cava, sdoganati al porto, avanzano verso i cantieri dei grattacieli, le strade in costruzione, i campi dei cercatori d’oro. Con Zucchetto che fa le sue esperienze nell’edilizia guardando contemporaneamente all’agricoltura: “Estensioni che nemmeno immaginiamo. Terra fertile. Mai vista. Pianti una lattuga e cresce alta un metro. Pomidori che sembrano bocce. Mio padre era contadino, io figlio d’arte. Quella terra è una miniera. Ma, a parte il cacao con qualche multinazionale che prende tutto e lascia niente, c’è davvero poco. Solo peperoncino. Perfino patate, cipolle e aglio arrivano dalla Cina. Come la manodopera degli imprenditori cinesi con cantieri off limits per i ghanesi. Costretti a scappare cercando ricchezze sulle quali camminano senza saperlo…”.

Il miracolo è che adesso Max e Said sono alla guida di trenta operai assunti da Zucchetto, tornato per una breve vacanza a Racalmuto mentre infuriavano le polemiche su naufragi, muri e marce: “Stiamo sbagliando. Non possiamo solo aprire le nostre frontiere. Dobbiamo andare noi da loro per costruire la loro ricchezza e in qualche caso salvare noi stessi. Questo vorrei dire al premier Renzi, raccontandogli la mia storia. Si, tanti scappano dalle guerre. Ma, a parte conflitti locali, non ci sono guerre in Ghana, Nigeria, Costa d’Avorio, Togo. E lì, con un piano dell’Europa, si può fare davvero tanto. Costerebbe molto meno aiutarli dove vivono”.E azzarda consigli ai governanti europei perché si spiani una strada spesso accidentata: “Io ho avuto la fortuna di incontrare Max e Said, ma bisogna conoscere il territorio, difendersi da tanti rischi, dai furbastri, anche dai cinesi che cercano di prendere tutto e non lasciare niente di niente in quelle terre. Se guadagnano l’appalto per una strada o per un complesso edilizio arrivano con la loro manodopera, i loro mezzi, faticano 24 ore al giorno all’interno di aree dove non entra nessuno e, quando se ne sono andati, non un ghanese ha lavorato per loro o ha guadagnato un centesimo. Ecco perché io italiano sono accolto a braccia aperte”. E mostra i video delle cene con i suoi dipendenti, i brindisi “a Peppe”, come lo chiamano anche in cantiere.Gli stessi dipendenti convinti ad abbandonare la via dell’emigrazione da questo imprenditore ancora stordito dal contrasto fra i grattacieli di Accra e la miseria di tanti villaggi: “Non intraprendono iniziative perché non hanno un centesimo, ma soprattutto perché non hanno idee. Portiamole noi. Insegniamo loro come fare. Ovviamente senza schiavizzarli, senza fare i predoni”.Pronto a fare i conti quando apprende che nell’inferno dei centri accoglienza ogni profugo costa 35 euro al giorno: “Sono più di mille euro al mese. Ogni cento migranti, 100 mila euro al mese. Siamo pazzi? Se io trovassi 500 mila euro andrei dal ministro dell’agricoltura in Ghana e darei lavoro a 300 disperati, ma nel loro Paese, a vita, insegnandogli come si fa”. E lo dice temendo che le stesse cose finiscano per farle i cinesi: “Senza insegnare a nessuno come si fa”. Di qui il suggerimento sintetizzato in una battuta: “Ai barconi possiamo far fare la retromarcia”.

5.12.15

Sesso, spiritualità e ironia nei libri di Cristian A. Porcino Ferrara. Intervista al filosofo catanese


Due libri in un solo anno. “Pensiero Riflesso” è un saggio divulgativo che parla di filosofia con un’attenzione particolare rivolta verso tutti. Ironia, competenza e passione sono caratteristiche che si riscontrano nella lettura di questo testo definito dalla critica “gioioso”. Mentre in “Tutta colpa del whisky” Cristian A. Porcino Ferrara si affida ai versi poetici e alla prosa per aprire, come uno scrigno, il proprio cuore e intelletto al lettore. E ci riesce con una precisione chirurgica evidenziata
dalla terminologia ben precisa e una sensibilità disarmante. Rivive in lui l’impeto di Novalis e la forza espressiva di Thoreau; il tutto sapientamente miscelato da una notevole verve linguistica. Ho incontrato l’autore per una piccola ma significativa chiacchierata su alcuni argomenti da lui sviluppati. L’appuntamento è fissato per le ore 10.00 di una freddosa mattinata novembrina. L’autore arriva con largo anticipo e di comune accordo decidiamo di conversare seduti su una panchina dell’ex monastero dei Benedettini, storica sede della facoltà di Lettere e Filosofia di Catania.

1)      Nel capitolo “Filosofia e sessualità”, incluso nel libro “Pensiero Riflesso”, lei insiste sul lato spirituale di ogni essere umano e sulla mortificazione corporea operata dalle religioni. Può spiegarci questo concetto?
«L’uomo contemporaneo è malato di sesso. Non è più in grado di amare e di sperimentare i suoi sentimenti. Ne parla tanto, legge libri porno splatter, lo guarda nei canali preposti e ne fa, però, sempre meno. L’interesse si esaurisce in pochissimo tempo e, di fatto, svilisce la sua natura. Non siamo solo un corpo. Ciò che ho inteso descrivere nel libro consiste proprio nel delineare la liberalizzazione della nostra sessualità. Ciascuno di noi ha diritto di vivere la propria sessualità senza doverne rendere conto a nessun prete, rabbino, imam, monaco buddista, guru, asceta induista o altro pettegolo di turno. Tale liberazione dal condizionamento sessuale legato, in qualche modo, ai dogmi e precetti religiosi non ci ha reso, però, davvero liberi di sperimentarsi e accertarci. Non possiamo mortificare il corpo e le sue esigenze, ma non possiamo nemmeno ignorare le continue istanze del nostro spirito. Corpo e spirito non sono due entità separate. E in tutto questo non c’entra nulla la religione. La mia è una riflessione filosofica sulla sessualità e non un manuale di sessuologia.»

2)      Lei in “Pensiero Riflesso” scrive di rifiutare il concetto di peccato. Perché?
«Io mi definisco un soggetto senza peccato perché non accetto l’idea inculcata dalle religioni di essere considerato a priori in errore. Mi sembra una banalizzazione dell’esistere. Ciò che taluni chiamano peccato io lo chiamo, invece, vivere. Si cade in errore e si impara anche da quello che abbiamo sbagliato, ma non esistono colpe che devono essere mondate da qualcuno. Soprattutto non esistono colpe commesse da personaggi mitologici e per di più  tramandabili da una generazione all’altra. Sostenere questo è un po’ come pensare che quello che ci accade è colpa di Zeus, Voldemort o la strega Bacheca. Lascio ad altri il privilegio di avvertirsi continuamente come dei “poveri peccatori” da redimere.»


3)      In “Tutta colpa del whisky” troviamo la poesia “O-DIO” . Lei sostiene che il termine italiano di odio include, in modo implicito, il lato negativo di ogni espressione religiosa. Perché?
«Esattamente. Nella parola odio è inteso lo stretto legame dell’essere umano con la divinità idealizzata. Attenzione parlo di costruzione ideologica e non del vero legame con la divinità in cui si crede. Tutte le religioni sono state create dagli esseri umani, e di conseguenza sono portatrici di conflitti e delusioni. Ovviamente tutto questo esula dalla concezione personale e individuale di Dio. Io la penso proprio come Albert Einstein. Davanti alle leggi ignote dell’intero universo tutti noi siamo proprio come quel bambino che entra in una biblioteca ricca di volumi scritti in lingue diverse. Si domanda chi ha redatto quei volumi ma non sa chi o perché. Il bambino sospetta che ci sia qualcosa o qualcuno dietro quell’ordine ma non sa decifrarlo o spiegarlo. Il mistero lo affascina e lo spinge alla continua ricerca del significato nascosto. Per quanto mi riguarda non ho ancora trovato tale traduttore universale e mi tengo strettamente privato il mio rapporto e la mia visione di Dio. »

4)      Ma non crede che certi ideali religiosi possono essere strumentalizzati da interessi politici?
«Spesso religione e politica si sono rivelati due lati perfetti della stessa medaglia e questo lo aveva ben capito Baruch Spinoza. Però rimango affascinato da tutte le religioni perché in ciascuna confessione esiste il concetto di fondo di anelare al Bene supremo. Ben altro discorso è come lo si raggiunge  e, per l’appunto, con quali mezzi. Da filosofo mi astengo dai giudizi di valore. Li lascio ai populisti che popolano i palinsesti televisivi. Mi preme sottolineare che le religioni, e i propri fedeli, dovrebbero frequentarsi di più e concentrarsi maggiormente su quello che li unisce e non solo su quello che li differenzia. Il Dalai Lama, ad esempio, ne ha sposato la causa.»

5)      Su quest’ultimo punto mi ha fatto venire in mente il caso Oriana Fallaci da lei trattato in “Tutta colpa del whisky”. Sa che in questo periodo la Fallaci è stata citata nuovamente a sostegno delle tesi anti islamiche? Cosa ne pensa?
«Recentemente Marco Travaglio ha detto che Oriana Fallaci era una grande scrittrice ma una pessima giornalista perché aveva un rapporto soggettivo con la verità. Va bene, tuttavia Fallaci non è mica l’unica  a trovarsi in queste condizioni. Almeno lei aveva un talento indiscutibile da narratrice, laddove in tv e nelle redazioni dei giornali  si vedono, invece, molti pennivendoli di dubbio talento. Chi cita  Oriana Fallaci quasi sicuramente non ha letto le opere della scrittrice fiorentina e ha distorto, volutamente, il pensiero. Dietro certe sue affermazioni non c’è solamente rabbia ma soprattutto scarsa conoscenza della materia trattata. Affermare che ogni musulmano è un terrorista è come dire che ogni cattolico è un pedofilo perché certi preti e cardinali si sono macchiati di tale abominio. Inutile tirare fuori dal cassetto il versetto coranico detto della spada. Anche nella Bibbia troviamo frasi durissime e fraintendibili. Si veda Esodo 21:24-27 oppure  Levitico 24:19-20. Chi uccide in nome di Dio è un criminale, punto. Non importa la confessione religiosa dell’assassino o degli assassini. Restano criminali a prescindere dal loro credo. Come ci ricorda costantemente papa Francesco non si può uccidere per conto di Dio. Chi crede in una divinità deve essere testimone di pace. Fortunamente il cattolicesimo ha in Bergoglio non solo un punto di riferimento solido, bensì un vero pellegrino di Pace e di Speranza che si spende quotidianamente per la fratellanza universale. Come vede questo papa è riuscito a conquistare anche un laico come me.»
(A.   Milazzo)